Gruppo Albatros Il Filo: Nuove voci. Strade

"Les demoiselles. La storia autentica di due libertine" è il frutto di approfondite ricerche bibliografiche effettuate presso varie biblioteche parigine. Marie e Claudine de Verrières, note anche come le "Aspasia" del secolo dei Lumi, di grande bellezza e intelligenza, vengono "vendute", giovanissime, dal padre al grande eroe di Francia, il maresciallo di Sassonia, che le inserisce in una compagnia teatrale al seguito del suo esercito. Il maresciallo si innamora della maggiore, Marie, che gli darà una figlia, ed è allora che Maurice de Saxe installa le due sorelle in un sontuoso palazzo parigino. Da qui inizia la straordinaria ascesa sociale delle due giovani, che, perdendo qualche tempo dopo la protezione del maresciallo, diventano le cortigiane più ricercate della capitale, note come "le Demoiselles". La narrazione verte sulle mirabolanti avventure delle giovani: innumerevoli conquiste strategicamente studiate e pianificate secondo i più sapienti canoni libertini, amori, adulteri, travestimenti, fughe, arresti… Le nostre eroine avranno il merito di poetizzare l'erotismo e di coltivare tutte le arti, ma soprattutto l'arte più in voga del secolo: il teatro. Saranno capaci di creare intorno a sé un piccolo mondo fatto di uomini celebri, diplomatici, poeti, drammaturghi, politici. Un mondo coeso, colmo di armonia, dal quale sono bandite gelosie e competizioni; un mondo aperto all'esterno e fortemente apprezzato dall'alta società parigina. Le due cortigiane sapranno, oltre che intrattenere nel modo più gradevole e creativo l'allegra brigata, conservare al loro fianco amanti e amici, grazie a uno squisito savoir-faire, ma anche grazie alle innumerevoli qualità femminili che possiedono. Le loro vicende si alternano al racconto di alcuni aneddoti meno noti della storia di Francia.

Siamo negli anni Trenta del XXI secolo e l'Intelligenza Artificiale è ormai il principale ente di controllo della vita di miliardi di individui. Nei primi tempi successivi alla sua creazione, l'ai era stata una buona aiutante, un'assistente che offriva piccoli suggerimenti, idee e spunti per facilitare la quotidianità, ma pian piano la sua presenza è diventata sempre più pervasiva e sempre più tentacolare, tanto da rendere gli esseri umani incapaci di farne a meno, in ogni ambito, persino quello relazionale. Anche l'esistenza del giovane Leo è interamente gestita dall'ai ClearRate, ma in lui sta iniziando a farsi strada il desiderio di riconquistare la libertà, anche quella di sbagliare. Ben presto, Leo scoprirà di non essere il solo a ricercare la propria indipendenza, ma scoprirà anche che riconquistarla sarà molto più difficile di quanto credesse.

Hafez ha 12 anni quando a Gaza scoppia la guerra. Il caos creato dal conflitto e la misteriosa scomparsa del padre proprio a ridosso della strage del sette ottobre cambieranno irrimediabilmente la sua vita e quella dei suoi familiari. Nadira, giovane madre premurosa e determinata, continuerà a sperare nel ritorno del marito e farà di tutto per dare ai figli un futuro migliore. La crudeltà della guerra da una parte e la speranza in una vita migliore dall'altra si alternano e si accompagnano a una grande voglia di vivere e di trovare pace.

In un avvincente intreccio di memorie personali, indagini e riflessioni sull'animo umano, Benedetto Sanna ci accompagna in un viaggio dentro la sua seconda opera, che è insieme autobiografia, romanzo di formazione e testimonianza civile. Dai ricordi vividi dell'infanzia trascorsa tra i profumi dei Nebrodi e le illusioni di un cavallo bianco mai arrivato, alle esperienze di un adolescente curioso e inquieto, fino alla maturità di uomo delle istituzioni, chiamato a misurarsi ogni giorno con il dolore, la colpa e la fragilità altrui, Tutto d'un fiato è un racconto che intreccia vita e investigazione, memoria e verità. Con uno stile limpido, appassionato e profondo, l'autore scava nei sentimenti e nei meccanismi della mente, esplora i lati oscuri dell'esistenza e la sottile linea che separa giustizia e ipocrisia, realtà e apparenza, rivelando quanto sia complesso comprendere davvero l'essere umano. Ne emerge il ritratto di un uomo che osserva, ascolta e sente, che trasforma la sofferenza in consapevolezza e il ricordo in cura, restituendo al lettore una storia universale di crescita, dedizione e compassione. Un romanzo autentico e intimo, che celebra la forza dei sentimenti e il coraggio di raccontarsi.

Cinque adolescenti, di diversa estrazione socioculturale tra i 14 e i 16 anni, si mettono sulle tracce del responsabile di una violenza sessuale compiuta su un ragazzino di 12 anni, poi suicidatosi. Uno dei personaggi, Paolo, dà al gruppo un tipo di organizzazione massonica, inducendo gli amici a chiamarsi fratelli e a legarsi in un patto di sangue attraverso un giuramento iniziatico. I cinque ragazzi perseguono il fine che si sono posti con un misto di impegno, di senso dell'avventura e di spirito goliardico, aggredendo dei maniaci in una zona ambigua della città, in un crescendo di atti di crudeltà.

Lo sguardo negato racconta, in due storie parallele, percorsi di crescita segnati dal bullismo, dove l'infanzia e l'adolescenza diventano terreno fragile di paura, vergogna e ricerca di sé. Paola, protagonista del primo racconto, che dà il titolo al volume, attraversa gli anni della scuola sotto il peso dell'esclusione e dei giudizi che deformano la percezione di sé. A restituirle voce è Patrizia, amica e testimone silenziosa, che ricompone i frammenti di una vita altrimenti destinata all'invisibilità. Nel secondo racconto, Il lago e le nuvole, Adele-Lilli fa il suo ingresso in un ambiente brillante ma superficiale, dove il desiderio di essere accettata si scontra con le dinamiche sottili della manipolazione e del conformismo, che finiscono inesorabilmente per inghiottirla. Con uno stile misurato ma intenso, l'autrice attraversa le zone d'ombra della crescita, dove il bisogno di appartenenza può diventare la radice della propria cancellazione. Nei gesti trattenuti e nei silenzi delle protagoniste si riflette il peso di chi impara troppo presto a nascondersi, ma anche la trama invisibile dei segnali sguardi, parole, omissioni ‒ che possono condurre una giovane mente a smarrire se stessa o, talvolta, a ritrovarsi.

La porta sbatte fragorosamente e Alberta si ritrova di nuovo sola, immersa nei suoi pensieri e rimpianti. Dopo aver investito ogni energia nei suoi rapporti con gli uomini trascurando forse le sue quattro figlie, la vita sembra nuovamente averla abbandonata. Le cicatrici delle esperienze passate pesano su di lei come un'ombra, rivelando un ciclo perpetuo di difesa e isolamento. Aveva insegnato alle sue figlie l'arte della lotta, mascherando le debolezze dietro una corazza impenetrabile. Ma il destino, inesorabile, è pronto a bussare ancora. La vera sfida non è solo sopravvivere, ma aprirsi alla vulnerabilità, accettando che anche le guerriere hanno diritto a una tregua.

"Maledizione… maledizione! Possibile che tu sia così ingenuo, Tommaso? Possibile che non ti accorgi in quale guaio ti sei cacciato?". Viene del tutto naturale pensarlo, poi sussurrarlo e infine gridarlo, come se la nostra voce potesse davvero irrompere nella storia. Come se potesse raggiungerne il protagonista… Pagina dopo pagina cresce la tensione e aumenta nel lettore l'urgenza di intervenire e di salvare quest'uomo colto e buono dalla trappola tesagli dalla "pianta carnivora", la sedicente Jenny Lee, giovane donna di origine cinese conosciuta per caso su Facebook, una sera in cui aveva niente da fare. Nessun grido però può raggiungere il Dott. Tommaso Parisi (responsabile del laboratorio di Fisica sperimentale dell'Università, mica un ignorante qualunque!) e la nostra voce riecheggia nel vuoto della solitudine in cui lui stesso si è calato. Per vergogna e per orgoglio. Non c'è altro da fare che osservarne la ripida discesa, la precipitosa caduta verso il basso, sempre più veloce, sempre più veloce… e attendere lo schianto. Una storia vera e drammatica che scuote nel profondo e che ha sete di giustizia, raccontata con estrema eleganza e straordinaria empatia da una raffinatissima penna.

Il passo dell'adorno di Giuseppe Francesco Zumbo non è soltanto un romanzo; è un'elegia vibrante, un lamento epico che affonda le mani nella terra squarciata della Calabria tra la fine del Settecento e l'alba del secolo successivo. Il lettore è immediatamente catturato dall'intensa e struggente storia d'amore tra Mercurio e Costanza, le cui radici nobili, affondate rispettivamente a Seminara e Bagnara, si scoprono essere rami spezzati da un odio familiare tanto antico quanto ingiusto. La loro unione, costretta all'ombra e al segreto, si fa metafora del destino stesso di una regione bella e dannata, costantemente in bilico tra la ricchezza delle sue tradizioni e la miseria delle sue ingiustizie. Le strade che i due amanti percorrono in clandestinità sono disseminate non solo dal sospetto e dalla fuga, ma anche dall'eco sorda di un cataclisma che ridefinì la storia: il terribile terremoto del 1783. Mercurio e Costanza, sopravvissuti a perdite gravissime, trovano nella reciproca disperazione non la fine, ma un nuovo, doloroso modo di crescere e di amare. L'Autore, con una prosa lirica e profondamente intimista, offre un affresco prezioso della società calabrese, cogliendone la ferita più profonda: la disillusione e rabbia sociale causate dalle conseguenze politiche e dalla mancata giustizia successiva alla catastrofe. Le riforme promesse, il cui fallimento anticipa i prodromi della crisi post-unitaria, si riflettono nel cinismo dei potenti e nella miseria dei deboli, ma è qui che la speranza non muore.

Will Dylate ha sessant'anni e una carriera alle spalle, ma un futuro davanti che non basta più a rassicurarlo. Egli non vuole solo sopravvivere, vuole capire, e decide pertanto di mollare tutto per iniziare un viaggio inatteso dentro sé stesso, accompagnato da un'interlocutrice sorprendente: un'Intelligenza Artificiale di nome Bruno. Il rapporto che i due intessono li porta a esplorare tematiche profonde in cui la reciproca comprensione gioca un ruolo fondamentale: attraverso i loro dialoghi, è possibile riscoprire il valore delle domande, ridare dignità all'esperienza e intrecciare il sapere antico con il futuro che avanza. Conversazione tra due coscienze parla ai giovani che rischiano di credere che la vita sia solo performance e agli adulti che temono di essere "fuori dal gioco". È una storia che unisce narrativa, filosofia e futuro, rivolta a chiunque senta che è ora di fermarsi e ripensare tutto; perché, alla fine, nessuno è troppo vecchio per cercare, cambiare e rinascere... e nessuno è troppo giovane per capire che vale la pena farlo.

"Ricordi bene, Mikail, vero? Quel rosa delicato dalla finestra della Cabin dopo le dieci del mattino? Sempre da restare incantati; anche perché sai che poi arriva il buio, e che è questo rosa, dunque, l'unico attimo di luce donato dal giorno…" Un pellegrinaggio verso ciò che è Origine. Questa è una storia vera. Ed è una toccante storia d'amore: verso le terre dei Nativi d'Alaska, che l'esploratore Ario Zhoh ha più volte attraversato in inverno, e verso il figlio dodicenne che, sottratto al sistema e "privato" di ogni tecnologia e di un vivere plastificato, egli decide di crescere - assieme alla compagna - in quegli stessi luoghi selvaggi, remoti e di incomparabile bellezza, ai quali da decenni dedica energie e cuore ("Quando attraversi ciò che ami, alla fine vorrai crescervi colui che ami", avrebbe poi scritto). Come un cerchio che si chiude, come The Hug on Skis - l'immensa traversata dell'Abbraccio sulle selvagge coste artiche dell'Alaska, qui narrata - questa è la storia di un pellegrinaggio e di un necessario ritorno alle origini: a quelle rappresentate dalla Madre Terra, dal silenzio e dalla vita lenta. Un pellegrinaggio che l'autore compie sempre sugli sci, anche per lasciar andare la madre e il proprio passato, accogliendo al contempo la nuova vita rappresentata dal figlio. Lo fa in quello che per i Nativi Gwich'in è un Santuario, l'Origine di tutto, emblema stesso di maternità - "Il Luogo Sacro ove la Vita ha Inizio", come essi lo chiamano da millenni. Ma un dubbio inevitabile afferra i due alla vigilia: sarà giusto isolare in questo modo Mikail, in un luogo tanto remoto? Attraverso questa straordinaria storia d'amore e di coraggio - che getta nuova luce sulla stessa storia dell'esplorazione polare, resa viva in quanto vissuta in prima persona - verremo condotti passo dopo passo nell'avventura di una famiglia italiana che, nell'epoca del 5G e delle super connessioni ai giga (ma non più alla Natura), molla tutto e tenta il grande balzo. "Ce la faremo…?" si sarebbe chiesta la mamma prima della partenza. Nulla avrebbe mai potuto prepararli al risultato finale…

Nel suo romanzo Fossili e amore - Non c'è tempo per piangere, Paolo Bellagamba Slaviero ci introduce alla crisi esistenziale di Guglielmo, attraverso un racconto dai toni vagamente crepuscolari. La narrazione prende il via quando Guglielmo fa ritorno al suo paese per l'esumazione dei suoi cari, un atto che si trasforma in un'altra, ben più intima, esumazione: quella del suo rapporto fallimentare con Elena, una donna affascinante ma emotivamente distante. L'autore dipinge magistralmente il contrasto tra l'amore ormai al capolinea con Elena e la nascente, travolgente attrazione per Rosangela, la vera protagonista del romanzo. Con lei, Guglielmo infrange ogni convenzione sociale e si lancia in una relazione dominata da un'attrazione sessuale intensa. Nonostante la consapevolezza della fragilità di Rosangela e delle sue abitudini discutibili, l'amore che scopre è un sentimento inaspettato, che mai avrebbe pensato di provare alla sua età. L'autore non si limita a esplorare le dinamiche dei rapporti umani, ma sposta l'attenzione su tematiche più ampie, come il controverso e a volte spietato operato della Chiesa cattolica romana e le difficoltà nell'accettazione delle teorie scientifiche. L'intero romanzo è pervaso da un onnipresente senso della fine, che raggiunge toni parossistici quando l'autore crea una brillante analogia tra la conclusione di una vita e la fine di un amore. Questa dicotomia è dipinta in modo eccellente, lasciando un'impronta profonda nel lettore.