Gremese Editore: I migliori film della nostra vita
C'era una volta il West di Sergio Leone
Roberto Donati
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2018
pagine: 140
L'universo cinematografico di Sergio Leone è ricamato di America e di nostalgia: l'una si compenetra nell'altra, e insieme si completano a vicenda. Quando il grande paese sognato dai pionieri si piega alla legge del dollaro, i cowboy e i gangster cominciano ad avere qualcosa a che fare con la morte e non sono più John Ford e Howard Hawks a cantarli. Con i suoi tempi narrativi dilatati, i suoi (anti)eroi da tragedia greca e il suo senso di stanchezza e di morte, C'era una volta il West è al tempo stesso un film sull'inizio e sulla fine del West, il culmine e insieme il canto del cigno di un genere - il western all'italiana - che, nonostante l'impressionante quantità di titoli, raramente era emerso dalla serie B del linguaggio e delle intenzioni. E, come molti western americani del crepuscolo, è anche un film sugli uomini veri: «una razza vecchia» che i nuovi affaristi «faranno sparire», come poi del resto è avvenuto nella realtà. "C'era una volta il West", c'era una volta l'America; e c'era una volta Sergio Leone a raccontarlo e a raccontarla. Il Far West nato a Roma recupera gli spolverini e tinge te malinconie del tempo e della Storia di sugo all'amatriciana: mai così lontano, mai così vicino.
C'era una volta in America di Sergio Leone
Ilaria Feole
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2018
pagine: 153
Una genesi lunga due decenni, una lavorazione colossale, un'opera monumentale: l'ultimo film di Sergio Leone è il suo capolavoro, un compendio della sua arte e l'apice del suo lavoro di rielaborazione del cinema classico statunitense. Un noir violento e malinconico, un gangster-movie che omaggia il genere e i suoi stilemi, mettendo in scena una storia di amicizia e tradimento nella New York degli anni '20 e '30. Un'opera sterminata sul tempo perduto, sulla nostalgia e sulla negazione del Sogno americano. Ma anche un teorema sul lavorio dell'immaginario cinematografico e sulla narrazione che l'America ha fatto di sé attraverso la settima arte: una "vendetta" verso il cinema a stelle e strisce, che Leone attua (in qualità di «primo regista postmoderno», come lo definì Jean Baudrillard) demistificando l'inganno dei film con cui è cresciuto, scarnificandone l'incanto per dargli nuovo senso. "C'era una volta in America" è anche la storia di uno sguardo sul cinema, di un sogno infranto, di un mito smantellato per essere rifondato.
Tutte le ore feriscono, l'ultima uccide! di Jean-Pierre Melville
Alessandro Baratti
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2018
pagine: 142
«Le Deuxième souffle è il mio film più personale. Questo può sembrare paradossale poiché è ricavato da un libro»: parola di Jean-Pierre Melville. Nonostante il successo di pubblico e di critica, "Tutte le ore feriscono, l'ultima uccide!" (1966) è il film che sancisce lo strappo tra Jean-Pierre Melville e i «Cahiers du Cinema», segnando l'interruzione di un sodalizio nato alla fine degli anni Quaranta e proseguito felicemente nel decennio successivo. Con l'adattamento del romanzo di José Giovanni pubblicato nel 1958 nella prestigiosa «Sèrie noire», Melville mette finalmente a punto il suo sistema paradossale, coniugando ambiguità dei personaggi e maestosità della forma, nostalgia per la classicità perduta e trasfigurazione spregiudicata della modernità. È il "paradosso Melville" che questo libro intende indagare, tracciando un profilo dei suoi tre volti, mettendo in luce la ricaduta teorica della sua prassi cinematografica e procedendo a un confronto serrato tra la materia letteraria di Giovanni e la singolare trasposizione cinematografica allestita dall"'imperatore di rue Jenner". Nonché, infine, ravvisando in "Tutte le ore feriscono"... l'osservatorio ideale per apprezzare l'impressionante numero di contraddizioni che connotano, pur in tutta la sua ricchezza e fecondità, l'intera opera del regista.
Elia Kazan. Splendore nell'erba
Alfredo Rossi
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2018
pagine: 128
«Ma se la radiosa luce che una volta, tanto brillava negli sguardi è tolta, se niente può far che si rinnovi all'erba il suo splendore, e che riviva il fiore, della sorte funesta non ci dorrem, ma ancor più saldi in petto, godrem di quel che resta». Dai celebri versi dell'Ode all'immortalità di William Wordsworth, Elia Kazan ("Un tram che si chiama Desiderio", "Viva Zapata!", "Fronte del porto", "La valle dell'Eden") ha tratto quello che molti considerano il suo film migliore insieme a "Il ribelle dell'Anatolia" e uno dei più bei film d'amore realizzati a Hollywood. Ma anche un film sul tempo, «questa oscura degradazione e metamorfosi che rende estranei una coppia d'innamorati» (Jacques Rivette). Warren Beatty vi esordisce sullo schermo; Natalie Wood non sarà mai più così bella, così in fiore; e la sequenza finale, che Kazan considerava la propria cosa migliore senza capirne bene il perché, è il culmine creativo del suo cinema e uno dei momenti più alti del cinema americano.
2001: odissea nello spazio di Stanley Kubrick
Roberto Lasagna
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2018
pagine: 135
Si è detto spesso, a ragione, che la storia del cinema di fantascienza si divide in due parti: prima e dopo 2001: Odissea nello spazio. Oggi il 2001 è un futuro ormai passato, da molti anni, e la storia lo ricorderà non per un'impresa spaziale oltre la Porta delle Stelle bensì per un attacco aereo nel cielo di New York. Anche il 1968, anno di svolta (perlomeno sognata) sul pianeta Terra, ha ormai cinquant'anni, e quasi nessuna delle sue utopie si è realizzata. Ma l'Uomo attende ancora, e attenderà sempre, un giro di valzer tra le stelle, un messaggio dagli spazi infiniti, un universo migliore, un feto cosmico in cui infine rinascere; e 2001: Odissea nello spazio resta il capolavoro di Kubrick e il miglior film di fantascienza mai realizzato, infinitamente più ricco, infinitamente più misterioso e infinitamente più moderno dei moderni film di fantascienza.
8 ½ di Federico Fellini
Roberto Chiesi
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2018
pagine: 165
«Il tortuoso, cangiante, fluido labirinto dei ricordi, dei sogni, delle sensazioni, un groviglio inestricabile di quotidianità, di memoria, di immaginazione, di sentimenti, di fatti che sono accaduti tanto tempo prima, e convivono con quelli che stanno accadendo, si confondono tra nostalgia e presentimento, in un tempo fermo e magmatico, e non sai più chi sei, o chi eri, e dove va la tua vita, che appare soltanto un lungo dormiveglia senza senso» (Federico Fellini). 8½: dietro un titolo misterioso come un codice cifrato, si cela il film in cui Fellini ha messo a nudo con spregiudicata sincerità la propria crisi di uomo e artista quarantenne. E un autoritratto fedele e immaginario, spudorato e ironico, che si addentra nella dimensione onirica, visionaria e reale del "tempo interiore". Questo libro rievoca, con l'ausilio anche di un rilevante apparato iconografico, il complesso itinerario creativo che ha condotto il regista a ideare, preparare e girare il film in gran segreto. Ogni sequenza di 8½ è oggetto di un'accurata analisi che tenta di decifrare le forme della straordinaria originalità narrativa ed estetica di un capolavoro leggendario.
L'Atalante di Jean Vigo
Jean-Max Méjean
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2017
pagine: 118
La vita e l'opera di Jean Vigo si sviluppano all'insegna di una tragica folgorazione. Il regista, che Henri Langlois accostava alla figura di Rimbaud, ebbe un'infanzia segnata dalla tragedia familiare (quando aveva 12 anni il padre, l'anarchico Miguel Almereyda, morì in circostanze drammatiche nella prigione di Fresnes) e una giovinezza segnata dalla malattia e dai ricoveri in sanatorio. Fu l'arte a salvarlo, dapprima in forma di fotografia, poi in forma di cinema. E al cinema dedicò tutta la sua breve ma intensa esistenza, prima di morire a 29 anni. In appena cinque anni e con appena quattro film, tra cui un solo lungometraggio, segnerà e indirizzerà per sempre la storia del cinema. L'Atalante è il suo film estremo, il suo film-vita, il suo film-morte, omaggio libero e anticonformista alla vita dei battellieri e agli amori appena nati. Un capolavoro riconosciuto, ma soltanto molti anni dopo la morte del suo autore.
L'Atalante di Jean Vigo
Jean-Max Méjean
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2017
pagine: 118
La vita e l'opera di Jean Vigo si sviluppano all'insegna di una tragica folgorazione. Il regista, che Henri Langlois accostava alla figura di Rimbaud, ebbe un'infanzia segnata dalla tragedia familiare (quando aveva 12 anni il padre, l'anarchico Miguel Alrnereyda, morì in circostanze drammatiche nella prigione di Fresnes) e una giovinezza segnata dalla malattia e dai ricoveri in sanatorio. Fu l'arte a salvarlo, dapprima in forma di fotografia, poi in forma di cinema. E al cinema dedicò tutta la sua breve ma intensa esistenza, prima di morire a 29 anni. In appena cinque anni e con appena quattro film, tra cui un solo lungometraggio, segnerà e indirizzerà per sempre la storia del cinema. "L'Atalante" è il suo film estremo, il suo film-vita, il suo film-morte, omaggio libero e anticonformista alla vita dei battellieri e agli amori appena nati. Un capolavoro riconosciuto, ma soltanto molti anni dopo la morte del suo autore.
«Aurora» di Friedrich Wilhelm Murnau
Piero Spila
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2017
pagine: 117
Sedotto da una misteriosa "Donna di città", un giovane contadino arriva a pensare di uccidere la moglie, simulando un naufragio durante una gita in barca. Sul punto di commettere il delitto si ravvede e cerca di farsi perdonare. Un viaggio in tram, la metropoli, una nuova luna di miele, la riconquista della fiducia e dell'amore. Di nuovo insieme, sulla via del ritorno, la loro barca è investita da una furibonda tempesta e la donna scompare tra i flutti. Il destino realizza ciò che l'uomo ha colpevolmente desiderato. Disperazione, rimorso, solitudine, poi un miracolo. L'aurora annuncia la nascita di un nuovo giorno. Ipnotico e avvolgente, realistico nelle passioni raccontate e cosmico nelle luci e ombre con cui le sublima, "Aurora" è un film entrato nella storia e nella leggenda del cinema, e anche nell'immaginario di intere generazioni di spettatori. Nel libro, oltre al racconto, alle immagini e all'analisi critica, scena dopo scena, del "più bel film della storia del cinema" (Truffaut), si esamina alla sua luce l'intera opera di Murnau, il regista tedesco che "ha portato il cinema muto alla perfezione" (Chaplin) e "ha gettato le basi della sua arte" (Lang).
Michael Cimino. I cancelli del cielo
Giampiero Frasca
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2017
pagine: 139
Tristemente famoso per il gigantesco flop che ha distrutto La carriera di Michael Cimino e chiuso un'era di Hollywood, "I cancelli del cielo" è stato, fin dalla sua uscita, una delle opere più controverse della storia del cinema. Avrebbe dovuto essere il film del lancio definitivo del regista, dopo il grande successo de II cacciatore, e invece è stato l'inizio di una fine rovinosa. Criticato aspramente, talvolta con punte di crudele sadismo, ancora prima che fosse terminato, e rimontato in una versione ridotta nel tentativo disperato di contenere l'enorme sforzo produttivo, si è guadagnato la fama di film maledetto, malgrado si tratti, in realtà, soltanto di una pellicola profondamente incompresa, condizionata dal miraggio di perfezione di Cimino e dalla sua natura di kolossal giunto con quarant'anni di ritardo. "I cancelli del cielo" è la triste storia di un'ossessione che ha sfiorato le vette estetiche del sublime, prima di frantumarsi disastrosamente a causa della frustrante aspirazione di raggiungere l'assoluto.