Einaudi: Piccola biblioteca Einaudi. Big
Un nuovo mondo inizia. La storia della Rivoluzione francese
Jeremy D. Popkin
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
Sintetizzando anni di studi, questo libro descrive i protagonisti, i comprimari, i drammi, i convulsi dibattiti, gli ideali, le ambiguità e i lasciti della Rivoluzione francese. Una ricostruzione esemplare, esente da ideologie e ricca di originali prospettive critiche. La Rivoluzione francese è forse l'episodio più drammatico della storia, e fu il «big bang» da cui nacquero tutti gli elementi base della moderna politica e dei conflitti sociali. La democrazia, il populismo, il liberalismo, il conservatorismo, il socialismo, il nazionalismo, il femminismo, l'abolizionismo e l'imperialismo «illuminato» sono tutti eredi di quel decisivo sconvolgimento iniziato a Parigi nel 1789. I principî della Rivoluzione francese rimangono l'unica base possibile per dar vita a una società giusta – anche se, dopo oltre duecento anni, questi ideali non sono stati realizzati e vengono spesso contestati. Jeremy Popkin ci accompagna dal-l'assalto alla Bastiglia alla stesura della Dichiarazione dei diritti dell'uomo, e dall'avvento del regno del terrore all'ascesa di Napoleone. Il suo racconto segue passo dopo passo i rivoluzionari nel loro tentativo di realizzare l'assioma secondo cui «tutti gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti». Popkin dipinge vividi ritratti dei capi della Rivoluzione, tra cui Robespierre, Danton e Mirabeau, dando allo stesso tempo spazio a figure meno note. Un racconto magistrale che, tra l'altro, per primo mostra come le donne e le violenze nei possedimenti francesi d'oltremare abbiano influito sul corso della Rivoluzione.
Su Spinoza. Corso novembre 1980 - marzo 1981
Gilles Deleuze
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 480
Poco dopo la chiusura dell’Università di Vincennes nel 1980, Gilles Deleuze dedica i suoi primi corsi nei nuovi locali di Saint-Denis all’“Etica di Spinoza”. Una scelta tutt’altro che casuale, se consideriamo il posto fondamentale che occupa nella riflessione di Deleuze il capolavoro del filosofo olandese. Nell’arco di quindici lezioni, Deleuze evidenzierà tutta l’importanza, non solo teorica, ma anche profondamente vitale e pratica, della filosofia spinoziana. Il corso affronta tutti i problemi fondamentali dello spinozismo. In che modo liberarsi dell’influsso negativo delle cattive passioni (odio, risentimento, invidia)? Come affrancarsi dal giudizio morale (bene e male) per sostituire a esso un’etica del buono e del cattivo? Questi problemi comportano nella riflessione spinoziana un’inedita teoria dei segni. Quali segni devono guidare le esistenze se esse ambiscono, nel corso stesso della vita terrena, a raggiungere la forma di un’eternità? E quale differenza sussiste tra l’eternità – sperimentata qui e ora – e l’immortalità che ci viene promessa dai sistemi filosofici e dalle religioni? Di lezione in lezione, Deleuze ci mostra in che modo Spinoza la faccia finita con un mondo saldamente gerarchizzato che aveva in Dio il suo vertice autoritario e impenetrabile, un mondo entro il quale gli individui erano ingannati da segni oscuri ed equivoci. Quello proposto dal filosofo olandese è invece un mondo in cui regna la luce della ragione, dove Dio si confonde con le forze della natura, e dove tutti gli esseri viventi si trovano su un piano di uguaglianza e sono finalmente in grado di realizzare le potenzialità delle loro vite, a condizione di imparare a riconoscerne la logica e il vero valore.
L'ambiente non umano nello sviluppo normale e nella schizofrenia
Harold F. Searles
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 384
Per assicurarci della nostra umanità tendiamo a definire ciò che non siamo in termini puramente negativi: lo rendiamo non umano. Nei casi psicotici, in cui il sentimento d'identità è molto fragile, questa bipartizione non regge. "L'essere umano è un'entità le cui identificazioni col non umano rivestono un'importanza enorme. Ma quanto più un soggetto è malato, tanto più è ristretta la sua idea di ciò che è un essere umano e dunque tanto più fragile risulta il suo sentimento di essere tale. Lo schizofrenico confina l'umanità in un ambito estremamente limitato o meglio è lui stesso ad esservi confinato". Un'indagine sul significato psicologico dell'ambiente non umano basata sul materiale clinico raccolto nella clinica di Chestnut Lodge.
Sigmund Freud
Élisabeth Roudinesco
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 512
Vi è sicuramente qualcosa di paradossale nel dedicarsi a scrivere la biografia di qualcuno che aveva sottolineato l'inesorabile tendenza alla menzogna, alla dissimulazione, alla alterazione, all'incomprensione, propria di ogni impresa biografica - salvo il fatto di esservisi consacrato lui stesso in diverse circostanze, scrivendo addirittura la propria autobiografia e facendosi lo storico del movimento da lui fondato. Paradosso tanto più severo, inoltre, in quanto Freud aveva costituito una disciplina e una dottrina che non si limitava a mostrare le aporie e le contraddizioni proprie del metodo biografico, ma problematizzava il carattere enigmatico del suo stesso oggetto. Tutto ciò non ha impedito il proliferare di opere che hanno aspirato a dire la verità intorno alla vita, al pensiero e all'opera di un oscuro medico di Vienna destinato a rivoluzionare il nostro modo di guardare all'uomo. Ma per riuscire nell'impresa di scrivere la storia veritiera delle venture e sventure di quel vero e proprio "fondatore" di un nuovo regime di discorso e di verità, occorreva tenere conto del fatto che l'invenzione freudiana ha cambiato anche il modo in cui viene scritta, e fatta, la Storia. La biografia di Elisabeth Roudinesco riesce in questa impresa: raccontare con rigore l'avventura della psicoanalisi ma soprattutto il suo inventore, con la consapevolezza che, in virtù di tale avventura, la Storia, e le storie, di tutti e di ciascuno, non saranno più le stesse.
Le origini della civiltà. Una controstoria
James C. Scott
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: XVIII-268
Come e perché gli uomini smisero di essere cacciatori e raccoglitori e diedero vita a comunità sedentarie dipendenti dal bestiame e dai cereali? Come e perché si formarono le prime organizzazioni statali? Si crede in genere che la domesticazione degli animali e la coltivazione consentirono agli esseri umani di stabilizzarsi, formare villaggi, città e stati agrari, rendendo possibile la civiltà, la legge, l’ordine pubblico e un modo di vivere presumibilmente sicuro. Ma le prove archeologiche e storiche contestano questa narrazione eccessivamente lineare. I primi stati agrari nacquero in realtà dalle domesticazioni non solo del fuoco, delle piante e del bestiame, ma anche delle persone assoggettate allo stato, dei prigionieri e delle donne all’interno del modello di famiglia patriarcale. James C. Scott analizza i motivi per cui fino a un certo stadio della sua storia l’uomo fuggí la sedentarietà e l’agricoltura, sfruttando i vantaggi della sussistenza mobile; considera le epidemie derivate dalla concentrazione di piante, animali domestici, granaglie, e spiega perché tutti i primi stati si basarono su miglio, cereali e schiavismo. Affronta infine il tema della vita al di fuori dell’organizzazione dello stato, spesso piú facile, libera e sana di quella che avrebbe avuto luogo all’interno delle forme della civiltà. Un racconto esemplare che demolisce molti luoghi comuni.
Le parole della tecnica. Concetti, ideologie, prospettive
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 368
La parola «tecnica» evoca scenari del fare e del pensare umano che paiono oggi trasparenti, inconfutabili; in essi l'uomo come soggetto cosciente è attore rispetto sia alla storia sia alla natura. Indubbiamente mai come oggi la terra è avvolta in una rete di attività tecniche, al punto che non vi è più luogo che non porti il segno della trasformazione umana. Eppure mai come oggi l'umanità nel suo complesso appare incapace di dirigere verso una meta la propria azione: il disastro ambientale, il diffondersi delle guerre, le ingiustizie economiche si impongono a livello planetario e qualsiasi soluzione da parte dell'uomo – proprio nella sua dimensione di progettazione tecnica – pare in grado solo di accelerare l'apocalisse incombente. Al momento vince la rappresentazione secondo cui non vi sia alternativa al tipo di mortifera relazione tecnica imposta dal neoliberismo; eppure essa è falsa perché rimuove la dialettica della tecnica occidentale, che non è fatta solo di dominio e di illimitata crescita economica, ma va concepita anche come emancipazione, come costruzione di un rapporto libero tra uomo e natura, e perfino come convivialità e “poiesis”. Il sillabario filosofico qui proposto si propone di ridare senso a parole soffocate nelle fantasmagorie del capitalismo globale. Riaffermare e immaginare il significato tecnico dell'agire e del pensare dell'essere umano risponde alla necessità teoretica e politica di trasformare la nostra storia riattizzando la «scintilla della speranza» racchiusa nella sua essenza.
Delitto e perdono. La pena di morte nell'orizzonte mentale dell'Europa cristiana. XIV-XVIII secolo
Adriano Prosperi
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 608
Come ogni dramma teatrale, ciò che manteneva alta la tensione degli spettatori era l'incertezza dell'esito. Erano in gioco due vite, quella del corpo e quella dell'anima e tutte e due rimanevano in pericolo fino alla fine: una fine che si prolungava oltre l'esecuzione, quando il corpo rimaneva esposto alla folla, talvolta squartato e infilzato sulle picche talvolta pendente dalla forca, talvolta ancora "sparato" dai chirurghi nel rito della "notomia" pubblica. La sorte del corpo e quella dell'anima entrarono a far parte dei dialoghi che si svolsero tra il condannato e la folla per incanalarsi poi all'interno del confronto tra il condannato e gli esperti nell'arte del conforto, i membri di confraternite che si specializzarono in questa funzione e che, fiorite inizialmente nell'Italia centrosettentrionale fra Trecento e Quattrocento, si diffusero in seguito in tutta Europa.
Cambiare la vita? Storia del socialismo europeo dal 1875 a oggi
Gilles Vergnon
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 448
Il movimento socialista affonda le proprie radici nelle idee rivoluzionarie di ispirazione marxista e internazionalista del XIX secolo, si diffonde in modo dirompente nei principali paesi industrializzati europei partecipando da protagonista a tutti i cruciali momenti che hanno costellato il corso del Novecento, e contribuendo, a differenza del suo fratello e antagonista per eccellenza, il comunismo, che si svilupperà invece nella stessa epoca su scala mondiale, a tracciare i lineamenti politici, sociali e culturali del Vecchio Continente. Gilles Vergnon offre in questo libro, che costituisce un unicum nel panorama editoriale italiano contemporaneo, una storia complessiva del movimento socialista a livello europeo, di cui racconta con competenza ed equilibrio le stagioni gloriose, i grandi ideali, le lotte e il profilo storico dei principali protagonisti. Ma di esso mette in luce anche le ambiguità, le controversie e i fallimenti, seguendone i progressivi orientamenti al compromesso e alle necessità imposte dall’esercizio del potere e le sue trasformazioni a contatto con i diversi principî di realtà. Ideale formalizzato in dottrina, attivismo movimentista e cultura politica al tempo stesso, il socialismo sembra oggi, a distanza di centocinquant’anni dalla sua nascita, avviato verso un inesorabile declino, facendo i conti in certi paesi con un’irreversibile crisi d’identità. Non di meno, continua a costituire un movimento politico onnipresente e una realtà significativa della scena politica e sociale europea.
Antisemitismo e identità ebraica. Scritti 1941-1945
Hannah Arendt
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 232
«Ci furono tempi felici in cui si poteva scegliere liberamente: meglio morti che schiavi, meglio morire in piedi che vivere in ginocchio. E ci furono tempi infami in cui intellettuali rincretiniti hanno dichiarato che la vita è il sommo dei beni. Oggi sono arrivati i tempi terribili in cui ogni giorno si dimostra che la morte dà inizio al suo governo del terrore esattamente quando la vita è diventata il sommo bene; che chi preferisce vivere in ginocchio, muore in ginocchio; che nessuno può essere ucciso più facilmente di uno schiavo» (Hannah Arendt). Sono pagine illuminanti e di drammatica attualità quelle che Hannah Arendt scrive tra il 1941 e il 1945, nell’ora più buia del mondo: pagine in cui entrano la guerra, il nazismo, la Shoah, l’idea di un esercito ebraico per combattere in Europa, gli insediamenti in Palestina, la critica al sionismo che non cercava il dialogo con i vicini arabi. Antisemitismo e identità ebraica, come scrive Enzo Traverso nell’introduzione inedita, ci permette di entrare nel laboratorio intellettuale di Arendt, cogliendo come in un’istantanea un momento cruciale del suo sviluppo. Con la prefazione di Enzo Traverso.
Letteratura e mito
Furio Jesi
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 272
Questa nuova edizione include un saggio inedito di Furio Jesi: Il mito «padrone di sempre». Nel 1968, incoraggiato da un lettore come Italo Calvino, Jesi consegnava alle stampe quello che possiamo oggi definire un vero classico della letteratura saggistica. Un’idea mitologica, diceva Kerényi, somiglia al bocciolo di un fiore: capace di schiudersi e svilupparsi, racchiude anche e forma in sé un mondo. Letteratura e mito contiene non solo i primi studi jesiani su Rilke, o anticipa, nelle pagine sulla dimensione collettiva delle mitologie, il tema politico di Spartakus, ma custodisce già nel titolo l’espressione compiuta di un’inimitabile maniera compositiva. Inserendo direttamente gli «elementi mitici fra il materiale letterario», Jesi riunisce in un nucleo coeso e organico le figure di Cesare Pavese, di Novalis e Hoffmann, o di Ezra Pound, colto nel suo contegno parodico di fronte al mito; scrivendo infine il suo capolavoro, offre nel saggio sul romanzo di Apuleio la cifra abbreviata e luminosa della sua stessa opera.
La storia velata. Crisi e riscatto della presenza
Ernesto De Martino
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 232
Questo volume riflette la fase creativa, compresa tra “Il mondo magico” (1948) e “Morte e pianto rituale” (1958), nella quale Ernesto De Martino lavora a consolidare il proprio sistema di pensiero, fondato sulle nozioni-chiave di presenza umana nel mondo e di reintegrazione della crisi esistenziale. I saggi qui raccolti testimoniano dell’intenso fervore speculativo che si riverbera anche nelle opere scaturite dalle indagini etnografiche condotte nel medesimo lasso di tempo. In questa cornice risulta pregnante, in particolare, il vasto insieme di inediti, che consentono al lettore di penetrare nell’atelier dello studioso, che andò interrogandosi lungo l’arco della sua vita su alcune idee guida che sostanziano, pur da diverse angolature e per improvvise illuminazioni, tutta la sua opera. Nel corpus affiorano i lineamenti di una teoria generale della religione d’impronta laica, pervasa da una forte tensione umanistica. È plausibile riconoscere in esso gli scritti preparatori di un saggio rimasto incompiuto, animato dall’intento di penetrare la funzione e il senso profondo di ogni fenomeno religioso. Per De Martino «tutte le religioni nascono dalla esperienza della presenza che non si mantiene davanti alla storia (che si angoscia della storia) e costituiscono un modo culturale di permettersi la storia attraverso la mediazione della destorificazione». La destorificazione religiosa tende a occultare alla coscienza i momenti più rischiosi dell’esistenza, stendendovi sopra il velo protettivo intessuto di miti e di riti risolutori: e questo allo scopo di mantenere in vita la presenza, difendendola dall’urto devastante di situazioni gravide di crisi. Allo storico delle religioni spetta il delicato compito di disvelare il dramma umano sotteso alla trasfigurazione simbolica.
Sul concetto di storia
Walter Benjamin
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: XXII-362
Quando, sotto la minaccia di venire consegnato ai nazisti, si tolse la vita a Port Bou il 25 settembre 1940, Walter Benjamin si era assicurato che potesse pervenire ad Adorno negli Stati Uniti il suo ultimo scritto. Si trattava delle tesi Sul concetto di storia nelle quali aveva cercato di concentrare in brevi note un modello marxista di storia che sapesse reggere all’urto dell’immensa catastrofe che aveva travolto l’Europa fin nei fondamenti della sua cultura, e potesse costituire un fulcro teorico di resistenza per la lotta a venire. Sigillate nella loro concisione e complessità, e però capaci di suscitare attenzione ed eco come pochi altri testi della filosofia del Novecento, le tesi benjaminiane attenuano la loro enigmaticità se, come si propone in questo lavoro, vengono accostate e lette in sequenza con i copiosi materiali antecedenti e preparatori che decenni di filologia benjaminiana ci hanno fin qui messo a disposizione. L’intento dei curatori è stato quindi di rendere direttamente accessibili al lettore italiano, oltre alle varianti di stesura del testo, gli abbozzi, gli appunti, le citazioni e le annotazioni che permettono di discernere, almeno in parte, il precisarsi del pensiero espresso nelle tesi. Nelle tesi Sul concetto di storia, testo estremo della ricerca benjaminiana, l’interrogazione sulla storia attinge vertici di lucida radicalità e di illuminazione teologico-profana proprio perché di quella ricerca essa ha costituito, fin dalla prima giovinezza, un motivo originario e ne ha costantemente accompagnato il cammino.