Libri di Jacques Derrida
Gli occhi della lingua
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2011
pagine: 96
Movendo da una lettera del 1926 di Gershom Scholem a Franz Rosenzweig sulla condizione della lingua ebraica Derrida affronta i temi dell'ebraismo, del sionismo, della spettralità e del messianismo, ricongiungendoli alla più generale questione del Nome di Dio. Ne nasce un significativo contributo per riflettere su alcuni dei motivi che caratterizzano l'ultimo tempo dell'Opera del filosofo francese e per lasciare spalancare lo sguardo sull'oscura vertigine della lingua.
Il fattore della verità
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 1978
pagine: 178
Otobiographies. L'insegnamento di Nietzsche e la politica del nome proprio
Jacques Derrida
Libro
editore: Il Poligrafo
anno edizione: 1993
pagine: 96
Sproni. Gli stili di Nietzsche
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 1991
pagine: 144
L'archeologia del frivolo. Saggio su Condillac
Jacques Derrida
Libro
editore: edizioni Dedalo
anno edizione: 1993
pagine: 128
Di un tono apocalittico. Adottato di recente in filosofia. Testo francese a fronte
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2020
pagine: 112
Pronunciato nel 1980, durante la prima decade di studi di Cerisy-la-Salle dedicata al suo lavoro, questo testo di Jacques Derrida è, a un tempo, una riflessione su quanto compiuto e un'anticipazione di quanto, all'epoca, era ancora a venire, a partire dalla questione del tono in filosofia: tono che è da subito appello, ingiunzione, indirizzo verso quell'altro irriducibile e inappropriabile ma, per questo, necessario: «Sarete forse tentati di chiamare questo il disastro, la catastrofe, l’apocalisse. Ora in realtà si annuncia qui, promessa o minaccia, un’apocalisse senza apocalisse, un’apocalisse senza visione, senza verità, senza rivelazione, degli invii (perché il "vieni" è plurale in sé), degli indirizzi senza messaggio e senza destinazione, senza destinatore o destinatario decidibile, senza giudizio finale, senza altra escatologia che il tono del "Vieni", la sua stessa differænza, un’apocalisse al di là del bene e del male. "Vieni" non annuncia tale o talaltra apocalisse: risuona già con un certo tono, è in se stesso l’apocalisse dell’apocalisse, Vieni è apocalittico».
Geschlecht III. Sesso, razza, nazione, umanità
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2021
pagine: 176
“Geschlecht”: questa parola tedesca, che ha dato il titolo generico a una serie di quattro studi di Jacques Derrida dedicati all’opera di Martin Heidegger, è assolutamente intraducibile in italiano perché la parola è correlata al tempo stesso con “sesso”, “razza”, “nazione”, “umanità”. Ebbene, sono proprio queste le categorie che Derrida intende esplorare nell’opera di Heidegger. Nel presente volume, al cuore della ricerca sono innanzitutto la dimensione politico-sessuale e la nozione di patria. È questa l’occasione, per Derrida, di pensare una sessualità più radicale di quella binaria, ed è anche l’occasione per denunciare un nazionalismo dal carattere preoccupante in Heidegger, un approccio quantomeno ambiguo se rapportato a quello avuto con il nazismo dal quale pretende di smarcarsi. Questa edizione presenta uno studio che sembrava perduto per sempre. Il gruppo di ricercatori che ne ha stabilito il testo ha realizzato dunque una notevole opera intellettuale ed editoriale.
La vita la morte. Seminario (1975-1976)
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2021
pagine: 352
La pubblicazione del seminario “La vie la mort”, tenuto da Jacques Derrida tra il 1975 e il 1976, potrebbe segnare in maniera decisiva l’interpretazione dell’intera opera del filosofo franco-algerino. Derrida vi affronta la decostruzione dell’opposizione tra la vita e la morte quale matrice che orienta e struttura la tradizione del pensiero Occidentale in chiave metafisica. È infatti in questa prospettiva che si muove, fin dal titolo, in cui, tra “la vita” e “la morte”, non vi è alcun segno di congiunzione, o di altra articolazione, che potrebbe implicitamente ratificare la distinzione e quindi l’opposizione tra due termini presupposti come di per sé autonomi e l’uno dall’altro indipendenti. Tuttavia, Derrida non si limita a decostruire la tradizione della cosiddetta «filosofia della vita», fino ad affrontare la questione del cosiddetto «biologismo» di Nietzsche, attraverso la lettura di Heidegger; in questo seminario, Derrida si confronta per la prima e unica volta con il discorso scientifico e in particolare con “La logica del vivente” (1970) di François Jacob.
Posizioni
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Orthotes
anno edizione: 2021
pagine: 138
Rilasciate intorno alla fine degli anni '60, le tre lunghe interviste che compongono Posizioni rappresentano senza dubbio il migliore "ingresso" nelle opere di Jacques Derrida. In un periodo di effervescenze culturali al limite dell'ebbrezza, il filosofo franco-algerino ‒ che ha già pubblicato testi oggi considerati tra i vertici del pensiero filosofico contemporaneo ‒ viene interrogato su nozioni come "archi-scrittura", "grammatologia", "différance", "disseminazione", "decostruzione" che avevano fatto irruzione nel dibattito filosofico e ne avevano sovvertito gli assunti fondamentali. Le domande che gli vengono rivolte non nascondono le perplessità, gli interrogativi, le richieste di chiarimento che tali nozioni avevano suscitato, e Jacques Derrida, pur nei limiti imposti dal genere "intervista", non si sottrae a nessuna provocazione e generosamente offre agli interlocutori i passaggi, i moventi, le articolazioni del suo percorso teorico. Invitato dunque ad entrare nell'officina di Derrida, il lettore può scoprire la genesi di un pensiero che continua a sollecitare il nostro tempo senza per questo lasciarsi rinchiudere dentro accomodanti pacificazioni.
L'animale che dunque sono
Jacques Derrida
Libro: Copertina morbida
editore: Rusconi Libri
anno edizione: 2021
pagine: 224
L'animale con la sua diversità ci obbliga a ricordare le nostre origini e a ricominciare ad essere uomini. Ma cosa significa essere un essere umano? Cosa ci distingue dall'animale? La storia del pensiero occidentale è percorsa da questa domanda potente e spesso censurata: è possibile stabilire un confine fra uomo e animale? La risposta è racchiusa nel termine logos, l'unione fra ragione e parola, che aggiunge all'essere vivente umano quel qualcosa che lo trasforma in «animale dotato di parola» e «animale razionale». In realtà la differenza fra uomo e animale, concepita come verità inconfutabile, l'irragionevolezza dell'animale a confronto con la ratio umana, è da secoli utilizzata dalla filosofia occidentale per giustificare e legittimare la prevaricazione, a volte spietata, dell'uomo sull'animale.
«Il faut bien manger». O il calcolo del soggetto
Jacques Derrida
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 86
Jacques Derrida, in un dialogo-intervista con Jean-Luc Nancy, tratteggia la questione del "soggetto" o meglio della figura che è attribuita del nome di "soggetto", dopo la critica filosofica del novecento. Derrida compie una panoramica sui vari autori nei quali tale categoria è ancora centrale o quantomeno soggiacente al proprio sistema di pensiero. L'istantanea del filosofo franco-algerino mette in rilievo il paradigma del "soggetto" umano confrontato con quello del "soggetto" animale/animato in generale, rilevandone vicinanze e differenze. L'analisi arriva a mettere in discussione l'unicità, la non-dividualità e il privilegio antropocentrico del soggetto-essere umano. Tutto ciò legato alla dinamica introiettiva del "cibarsi di", del mangiare "chi" o "cosa".
Psyché. Invenzioni dell'altro. Volume Vol. 2
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2021
pagine: 384
Il termine "decostruzione", solitamente associato all'opera di Jacques Derrida, è forse uno dei più equivocati della filosofia del Novecento, e sembra ancora lontano il tempo in cui si giungerà a una piena comprensione di quanto abbia prodotto e produca ben al di là delle semplificanti formule a cui lo si è spesso ridotto. In questo secondo volume di "Psyché. Invenzioni dell'altro" è possibile verificare in che senso la decostruzione non è né un'analisi né una critica tecnicamente intese come scomposizioni padroneggiabili, ma un esercizio del pensiero che si produce come lettura esigente e rigorosa, capace di svelare le domande e le genealogie insospettate o nascoste che hanno strutturato e legittimato la tradizione filosofica occidentale. I saggi qui radunati - inaugurati dall'ormai famosa (ma non per questo conosciuta) "Lettera a un amico giapponese" - interrogano Heidegger, Kant, Michel de Certeau e attraversano campi del sapere quali l'architettura, la storia, la teologia, il diritto e la politica, imponendo a ciascuno la radicale presa in carico dei non sempre dichiarati o consapevoli moventi epistemologici, politici, culturali che innervano i loro gesti e le loro procedure.

