Edizioni del Girasole: Girasole storia
Il tranvai Meldola-Forlì-Ravenna
Sergio Saggi
Libro
editore: Edizioni del Girasole
anno edizione: 2021
pagine: 200
Il 31 dicembre 1929, con il transito dell'ultimo convoglio, cessò sulla tranvia Meldola-Forlì-Ravenna il servizio merci mentre continuò fino al 10 gennaio 1930 quello passeggeri. Tutto cominciò circa cinquant'anni prima quando il Dott. Giovanni Brusaporci di Meldola, l'Ing. Giulio Romagnoli di Forlì e la Banca torinese Tachis-Levi & Figli (che fornì i capitali) costituirono una società per la costruzione di una tranvia a vapore tra Meldola e Forlì, successivamente ceduta alla belga Societé Anonyme des Tramways des Romagnes già impegnata nella gestione di diverse tranvie in Italia. Il 19 novembre 1881 si ebbe l'inaugurazione della linea Meldola-Forlì, il 10 novembre 1883 venne inaugurata la Forlì-Ravenna e alla fine del 1884 fu completata la diramazione verso la Darsena del Porto di Ravenna. Nel 1900 la tranvia raggiunse anche lo zuccherificio di Classe e in seguito furono realizzati diversi raccordi con stabilimenti industriali soprattutto a Forlì. Questo volume, ricco di immagini e documenti, fa piena luce sul primo e unico tentativo di collegamento diretto, non automobilistico, tra Forlì e Ravenna che prolungando la tranvia proveniente da Meldola fino al Porto ravennate tentò di avvicinare la collina al mare.
La Torraccia. Un lungo giallo ancora irrisolto. Dal 1600 alla Liberazione al progetto per salvare il monumento
Carlo Zingaretti
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni del Girasole
anno edizione: 2021
pagine: 176
Testimonianza di una storia, che venne anche inserita nel censimento dei Luoghi del cuore promosso dal Fondo Ambiente Italiano. La sua forza evocativa è innegabile: fra i campi di oggi, coltivati, questa seicentesca torre costiera di avvistamento con la sua sola presenza spalanca le porte della memoria, riconducendo alle vicende di quel Porto Candiano che qui correva, costringendoci a prendere atto delle profonde trasformazioni del territorio, della linea di costa, dell'ambiente e assieme dell'intervento dell'uomo che ridefinisce i luoghi, con il lavoro, con l'uso, ma anche con l'abbandono. Carlo Zingaretti da cinquanta anni tiene d'occhio la Torraccia. Bene ha fatto a proporcene in questo suo lavoro le origini, e le vicende successive, a partire dal Seicento, in una Ravenna pontificia ancora alle prese con i pericoli che venivano dal mare. Baluardo alle incursioni piratesche, questo nostrano esempio di architettura fortificata, oggi unica torre costiera rimasta nel ravennate a segnare l'antico Porto Candiano, ha conosciuto la dismissione e i parziali riusi, legati alla pastorizia o alla agricoltura... E oggi si erge, potente rovinosa immagine in questa bella terra ricca di memorie archeologiche da salvare, in un contesto ambientale fra i più rilevanti dal punto di vista naturalistico. (Dalla prefazione di Claudia Giuliani)
Il più bell'italiano. Vita partigiana del dottor Mario Pasi
Giuseppe Masetti
Libro
editore: Edizioni del Girasole
anno edizione: 2020
pagine: 272
Mario Pasi (Ravenna 1913-Belluno 1945) medico all'ospedale civile di Trento e partigiano militante nel Trentino e a Belluno con il nome di battaglia di Alberto Montagna. Prese parte, come ufficiale della 5a Divisione alpina "Pusteria", alle operazioni belliche prima sul fronte francese, poi su quello greco-albanese nel 1940-'41. Ripreso il posto all'ospedale S. Chiara iniziò a tessere la rete dell'organizzazione comunista tramite il periodico «Il Proletario» da lui fondato nel 1942 e favorì la nascita del CLN a Trento. Salito con i partigiani tra le montagne del bellunese nel febbraio 1944 divenne prima Commissario politico di brigata, poi di divisione e infine dell'intera Zona Piave, pari a gran parte del Veneto. Catturato per delazione nel mese di novembre fu a lungo sottoposto a disumane sevizie nella caserma della Gestapo, prima di essere impiccato, insieme ad altri nove partigiani, al Bosco delle Castagne il 10 marzo 1945. Per la sua attività e l'eroico silenzio sotto tortura fu subito insignito di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria. Gli sono dedicate diverse tracce memoriali a Ravenna e a Belluno. A Trento lo ricorda una piazza al centro della città e una lapide dettata da Concetto Marchesi all'ingresso dell'ospedale. L'amico psichiatra e scrittore Mario Tobino gli ha dedicato alcune commosse poesie da cui trae origine il titolo di questa ricerca.
Ravenna 1848-1859. L'ultimo decennio del dominio pontificio
Serafino Ghiselli, Pasqua Melandri
Libro
editore: Edizioni del Girasole
anno edizione: 2020
pagine: 88
Dai primi entusiasmi per Pio IX alla breve Repubblica Ravennate; dalla morte di Anita alla trafila di Garibaldi e "Liggero"; dagli attentati contro il terribile Maresciallo Ancilia alla liberazione dell'attentatore; dalla visita imprevista di Pio IX a Ravenna alla sua firma imprevista alla tomba di Dante; dall'ultima lettera del Legato pontificio alla fine della dominazione papalina; dalle carte segrete sparite al fair play di Giuseppe "Geppino" Pasolini; dagli eserciti ai partiti al dissidio tra repubblicani "puri" e "fusionisti"; dal Libro Nero della Polizia all'ingresso di Ravenna nel Regno d'Italia. Ecco i temi, di solito poco esplorati dagli studiosi, che consentono a questo libro di coprire un vuoto evidente nella storiografia ravennate e romagnola. L'Autore si è avvalso di numerosi documenti originali e di fonti inedite custodite presso l'Archivio di Stato, l'Archivio Arcivescovile e la Biblioteca Classense. Serafino Ghiselli si è laureato in Filosofia e Pedagogia all'Università Cattolica di Milano e si è sempre dedicato alla scuola e alla didattica. È stato maestro alla scuola primaria 10 anni e, poi, direttore didattico in Ravenna e in Emilia. Nel corso di questa lunga esperienza di contatto con i bambini ha maturato una importante esperienza che lo ha portato a scrivere e a pubblicare con successo numerosi testi scolastici per gli allievi e testi di didattica linguistica per gli insegnanti.
Il comandante Falco. Alberto Bardi 1918-1984
Luigi Martini, Giuseppe Masetti
Libro
editore: Edizioni del Girasole
anno edizione: 2018
pagine: 84
A cent'anni dalla nascita di Alberto Bardi "Falco" partigiano, pittore e animatore culturale. Un personaggio atipico dell'antifascismo attivo sia per la sua formazione colta, sia per la sua vocazione artistica, sia per la sua personalità morale. Fecero molto discutere le sue decisioni militari che privilegiarono la sicurezza dei suoi uomini sui successi momentanei del movimento partigiano, che ora gli rende tutta la riconoscenza che merita. Mezzanese di origine, divenne comandante effettivo della 28a Brigata Garibaldi "Mario Gordini" con il nome di battaglia di "Falco". Si trasferì poi a Roma dove fondò e diresse la Casa della Cultura. Roma lo ricorda ora con un'esposizione antologica dei suoi dipinti. Su impulso determinante di Cecilia Bardi Pasi, circa 70 opere di Alberto Bardi saranno in esposizione al Casino dei Principi di Villa Torlonia a Roma dal 13 dicembre 2018 al 31 marzo 2019 per la mostra "Alberto Bardi 100 anni. Discreto continuo - dipinti 1964/1984" promossa dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale. L'antologica, per il Centenario della nascita del pittore, sarà curata da Claudia Terenzi.
L'ala di Berardi. Storia di un grattacielo mai costruito a Lido Adriano
Saturno Carnoli, Cesare Albertano, Domenico Mollura
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni del Girasole
anno edizione: 2017
pagine: 224
Fino agli anni Sessanta del '900 Lido Adriano era poco più che una landa desolata, quando una vendita tanto azzardata quanto innovativa scombinò gli scenari e diede il via alla lottizzazione. Negli intenti programmatici dei primi progettisti quell'area non doveva essere lasciata alla speculazione selvaggia, ma doveva diventare una sorta di città di fondazione, la cui pietra angolare era un imponente skyscraper, un grattacielo firmato dal maestro dei palazzi-torre dell'Adriatico, Eugenio Berardi, il piantatore di grattacieli. Questo libro a lui dedicato esce nel 40º anniversario della sua scomparsa. Cinquant'anni dopo il progetto Ala, Lido Adriano è ancora alla ricerca di un'identità urbana definita, pur rappresentando uno dei più interessanti melting pot italiani. Cinquant'anni dopo, gli autori cercano di ricostruire i labirinti della politica, delle ideologie, dei progetti e dei sogni di quei protagonisti degli anni Sessanta, lasciando al lettore la possibilità di conoscere, di ricordare e di schierarsi ancora una volta, così da poter tuttora ripensare Lido Adriano come una sfida alla contemporaneità globalizzata.