Zephyro Edizioni

Dall'introduzione dell'autrice: «Mi chiedo, in continuazione, perché 10 anni fa ho incrociato la tua strada, sappiamo tutti che stiamo dentro a un disegno più grande, ed è inutile, spesso domandarsi perché. Oggi sono tornate le rondini, c'è un silenzio che assorda, ma ciò che fa più rumore, dentro a questo Cuore impazzito, sei tu. Amarti, per me resta il rischio più alto, perché vuol dire lasciarti andare, non pretendere che tu possa essere mio». I In copertina: "Il Sacrificio", Leonardo Bistolfi, 1911, Vittoriano Roma.

Dalla presentazione del Prof. Giuseppe Pinto: «La raccolta si legge d’un fiato, scorrendo le pagine che incuriosiscono e invitano a capire cosa accade dopo. Una galoppata fra semplici cose, familiari a ciascuno di noi, e desideri elevati che fanno di D’Acchioli un uomo attento, scrupoloso, a volte teneramente religioso, ma con i piedi per terra quasi a voler dire che la vita e l’uomo debbano procedere verso altri obiettivi, diversi dall’accettazione, immancabilmente protesi ad un bene comune, ad una società migliore, ad un progetto di vita in cui il sé possa perdere valori di puro egoismo e tendere finalità pacifiche e solidali». In copertina: il dipinto Raccogliendo emozioni, del pittore trevigliese Battista Mombrini.

Ma dove siamo finiti? Ma dove siamo finite? Dobbiamo domandarci noi donne in una crisi propedeutica alla miseria, che nasconde il vero progetto di riportarci a casa a fare dei figli come dopo la seconda guerra mondiale quando ci fu la ripartenza e la ricostruzione, ma tutto si riassestò sotto il vecchio simbolo di Dio Patria e Famiglia che piace tanto agli uomini, ma anche a tante donne nemiche di se stesse. Sotto questi principi si erano riorganizzate nel dopoguerra la maggior parte delle società occidentali e le donne ne pagavano il prezzo. Altri soggetti: donne lesbiche e omosessuali, da sempre considerati sottocategorie per il loro orientamento sessuale, a volte innato a volte sviluppatosi nel tempo, per il semplice fatto di volere essere presenti sulla scena delle relazioni umane venivano perseguitati perché il loro agire negava la naturalità della struttura eterosessuale obbligatoria e dimostrava implicitamente che le leggi e le punizioni contro di loro erano arbitrarie. In copertina: Foto di scena del film Auguri e figli maschi! (Nel ruolo di Luciana, fidanzata di Mario interpretato da Ugo Tognazzi), regia di Giorgio Simonelli, 1951.

Ancora una volta in viaggio “alla riscoperta della nostra essenza di donna, di curatrice, di veggente”. Yucatán, Campeche, Tabasco, Chiapas, Guatemala, Jalisco… Vulcani e laghi, miniere di ambra e villaggi di pescatori. Amiche da risanare, relazioni che si spengono, amori che nascono, incontri imprevedibili, donne che arrivano e donne che partono. Qualche settimana in vacanza con l'amante italiana, fra selva incantata e fiumi maestosi. Un ospedale da campo per profughe e profughi guatemaltechi, il motore del Magic Bus che salta per aria, balleneras per aragoste e passaggi in hotel di lusso, giuste vendette, momenti spensierati e circostanze dolorose. Le canoe del lago Atitlán. Tessuti ricchi di magnifiche decorazioni, la cavalla Clara, la selva Lacandona. Semana Santa e Dia de los Muertos. Poi il lunghissimo tragitto verso la California, le sequoie e i cactus del Big Sur, per volare da San Francisco a Milano. Dove le sorprese continuano fra ritrovamenti felici, grandi invenzioni nel movimento e qualche inopportuna novità.

Una storia di amicizia e amore, risveglio e memoria, dove i sentimenti travolgono come tempesta e il futuro si costruisce solo affrontando ciò che è stato troppo a lungo sepolto. Sullo sfondo l'Etiopia, dai paesaggi mozzafiato, dove la natura selvaggia e potente, modella forme sublimi e conturbanti. La cultura fonde la modernità con la coesistenza di riti arcaici, mentre l'arte e la musica la fanno da protagoniste. E, non da ultimo, la Storia, quella con la S maiuscola, reclama ancora il conto all'Italia per un passato coloniale mai davvero affrontato.

Il desiderio comune era semplice e insieme grandioso: capirci. Capire quando e perché nascono alcune parole e alcune espressioni, come sono state usate e cosa oggi intende la donna che le adopera. In modo che, al di là delle loro indicazioni di pratica politica - su cui non è indispensabile essere tutte d'accordo - tutte ne condividiamo il significato e il senso, senza fraintendimenti. Parole o insiemi di parole che sono state inventate a un certo punto dalla pratica femminista per dare nome a quello che accadeva, che prima non c'era, e quindi non aveva nome.

Diario di un'Amazzone in erba è una trasmissione intensa di cosa significhi essere una donna nel suo divino potere, è un rituale d'iniziazione nel mondo di uno spirito spesso dimenticato, è la celebrazione di una forza sottile, che non sempre si manifesta, che vede la sua somma espressione nel profondo contatto con la propria anima, dove i parametri umani si capovolgono e l'unica verità è quella dettata dal nostro sé superiore. Diario di un'Amazzone in erba è anche una bella storia d'amore che trova la sua risoluzione alla crisi di coppia unitamente al progredire del cammino di Sofia protagonista/amazzone.

Un libro che esplora il delicato rapporto tra padri e figli con disabilità, approfondendo le complesse dinamiche e le sfide che le famiglie si trovano a dover affrontare. Grazie ad un'analisi storica della figura paterna, viene messa in luce l'evoluzione che ha portato i padri a ricoprire un ruolo sempre più attivo nella vita dei figli, in particolar modo con disabilità. Attraverso racconti, testimonianze ed esperienze reali, il lettore viene condotto in un viaggio emotivamente significativo che mette in luce le sfide, le gioie e le complessità della relazione padre-figlio.

Un libro che parla ai bambini (da 6 anni in su) e risponde con brevità, immagini e chiarezza alle domande sulla vita e sulla morte che sempre i nostri figli e nipoti ci pongono. L'ausilio delle immagini e del testo in rima fa sì che la lettura del libro sia piacevole e leggera pur trattando di temi così impegnativi. Età di lettura: da 6 anni.

Isabella, vedova sprofondata nel pantano della depressione, dopo dieci lunghi anni ritrova la voglia di tornare a vivere e sconfiggere il male oscuro. Convinta che il passato sia soltanto vita morta, decide di proiettare il punto temporale tra il presente e il futuro. Per riuscirci dovrà però, recuperare la memoria dei tre mesi vissuti prima della tragica morte del marito di cui si ritiene responsabile. Nella sua mente riaffiorano immagini confuse del passato, tasselli che l'aiutano a ricordare, non senza sofferenza. La sua bellezza, invece, è oggetto di avances inopportune e di stalkeraggio. In un crescendo di terrore e di colpi di scena Isabella affronta i demoni del suo passato e quelli del presente con un finale assolutamente inaspettato.

Un libro che racchiude la breve storia di Gemma, una bambina vissuta negli anni '60-'70 nella bergamasca, morta tragicamente all'età di 11 anni. Una piccola donna capace di grandi pensieri, riflessioni, fantasie, sogni che la proiettavano in un "microcosmo" fatto di affetti, amore per la natura, attenzione ai destini dell'altro e del mondo intero. "L'uomo è un mondo in miniatura" diceva il filosofo Boezio e Gemma, pur nella sua breve vita, ha saputo racchiudere in sé il mondo, aprirsi all'infinito dentro la quotidianità di fatti ordinari vissuti a casa, a scuola, nella comunità sociale. Ne risulta il ritratto limpido di una ragazzina che amava intensamente la vita, accoglieva gioie e dolori con una freschezza e una positività inaudite, trasmettendo a tutti coloro che incontrava la luce della speranza, nella certezza che tutto fosse dentro un disegno provvidenziale.

Il libro "Sei personaggi in cerca del protagonista" è il titolo del terzo capitolo, un copione teatrale dedicato alla Passione secondo il Vangelo di Marco. Il che segnala che i due capitoli precedenti tendono a una riscrittura "poetica" della narrazione evangelica. La storia narrata da Marco non è un insieme di "materiale grezzo" a cui attingere, come hanno fatto Matteo e Luca, così aveva scritto Sant'Agostino, ma una narrazione completa con un inizio, uno svolgimento e una conclusione. L'autore non ha attinto tanto ai contenuti di Marco, ma alla sua qualità narrativa, per "immaginare" una "poetica narrativa" della Passione di Marco. "Non ho immaginato una trascrizione del vangelo di Marco, una "commedia dell'arte", ma ho cercato di praticare il suo evento entrando nel circolo vitale della prassi nel quale l'uomo già esiste."