Pluriversum Edizioni

In questo prezioso volumetto c’è tutta una vita. Quella di Biagio, cantautore, poeta, figlio, amante, uomo. Persona autentica e restia a compromessi persino con sé stesso; di poche parole e carattere schivo, da sempre dona a carta e penna i suoi pensieri più profondi che lega alle note sul pentagramma creando brani musicali che sono maturati con lui, negli anni, in qualità artistica e stilistica. Questa è una raccolta di alcuni testi e di altri pensieri sparsi nei quali sono racchiusi la sua intimità, le lotte, le sconfitte e i fallimenti, gli amori, persi o anelati, la percezione degli attimi immortalati nella memoria. Toccando temi molto profondi come la fede, la rinascita interiore, le carceri, la tossicodipendenza e persino la morte, non è mai opprimente ma lascia al lettore il respiro di un riverbero luminosissimo di luce salvifica. Seppure, infatti, d’impronta malinconica e insicura di sé, nei testi esplode un’interiorità mai rassegnata ma consapevole dei propri limiti e in continua ricerca del proprio io e del Bene Sommo.

L’omicidio dell’anziano proprietario di un campeggio sulla costa ferrarese impegna il commissario Claysset in un’ardua indagine. Molte sono le ipotesi investigative e numerose le persone sospettate dell’omicidio ma, nonostante l’aiuto dei suoi collaboratori e dell’amico Alfio Felisi, ex ispettore di polizia ormai in pensione, il commissario Claysset non riesce a seguire una linea investigativa ben definita. Una felice intuizione la porta finalmente a individuare la soluzione di un caso sorprendente.

Panorami desolanti ci circondano, come singoli e nel mondo, la mia poesia offre spiragli di luce in una realtà cruda, dove vita e morte si intrecciano in una danza che le vede complici. Versi semplici, che vanno al cuore delle cose, ma a più strati di comprensione, per invitare anche il lettore più restio ad avvicinarsi al testo poetico.

Nei giorni bui bisogna trovare ancore: ciascuno ha le sue modalità di rifugio, un suo porto più o meno sicuro. Attraverso questo libro dal titolo "Sì, credete ai poeti", composto da centoventi poesie e alcuni racconti, l'autrice espone un panorama emotivo che non cambia la vita, ma offre una tregua, una pausa, una immedesimazione in stati d'animo avulsi da emozioni distruttive. Così, la poesia, la letteratura e l'arte divengono un analgesico del dolor di vivere. Trasportano in realtà oniriche, mettono in contatto con l'anima spesso ignorata, portano un soffio di vento nuovo. Quante poesie lette e sentite come proprie, permettono di vivere in leggerezza, fanno percepire di non essere soli e unici nei momenti di difficoltà o di gioia. L'autrice invita i lettori a un abbandono terapeutico. "Sì, credete ai poeti: sognano un mondo migliore".

Iris, o "Fiore", giovane e già affermata antiquaria, nella notte dell’Epifania è vittima di un duplice avvenimento criminoso sia nella sua abitazione di Parma che presso il suo negozio. Il conseguente danno economico e morale la convincono a tornare a Buonariva, suo paese natio, sulla riva destra del Po nella Bassa padana. Convinta di essersi staccata per sempre da quel mondo piccolo, esprimendo sé stessa e i suoi sogni in città, si ritrova invece a fare i conti con le sospese aspettative altrui e col suo senso del dovere. Andandosene ha lasciato diverse questioni irrisolte: la continuità dell’azienda di famiglia, un mulino, il difficile rapporto col fratello che se n’è andato a Roma a inseguire il suo sogno, il vuoto lasciato nella casa dalla scomparsa del padre. L’affetto con cui la circondano la zia, le cugine e l’amico d’infanzia non basta a dissipare il dolore che si porta dentro. Un personaggio misterioso, nel frattempo, segue Iris come un’ombra, sa tutto di lei, la spia senza mai rivelarsi, esprime i suoi pensieri al limite della paranoia. Perché Iris non capisce? - si chiede - Perché non si accorge del mio amore?

L’Autore, un padano amante dei silenzi, della natura, delle buone maniere e della fratellanza fra i popoli narra fatti realmente accaduti, che abbracciano gli anni brutali della Seconda guerra mondiale, quelli della fame nera e quelli del boom economico nel nostro Paese. Com’eravamo? Come vivevano i contadini di una volta? Quali le loro abitudini? E gli usi, i costumi e le lotte per le conquiste sociali? Si delinea inoltre la drammatica condizione del Pianeta ormai in totale asfissia. Emerge il forte contrasto tra la politica mondiale degli ultimi decenni e l’indifferenza dei potenti che nulla fanno di concreto per fermare il degrado di Madre Terra, che ora si ribella con violenza ai veleni che per decenni gli abbiamo scaricato addosso.

"Ed eccomi a raccontare un po' di me, una ragazza come tante, una ragazza come voi. La mia vita fin da ragazza non è stata semplice, e mi sono portata con me, crescendo, un bel po' di pare, ma da eterna sognatrice, come sono sempre stata, non ho mai smesso di credere in me e nei miei sogni, anche quando sembravano impossibili da realizzare. A volte ci ho messo anni per realizzarli, ma ce l'ho sempre fatta."

Una magica combinazione di poesia e narrativa, sullo sfondo di trame surreali, con l’irrompere di figure fantastiche che suscitano un sentimento di incertezza e ansietà. L’autore tratteggia così l’evolversi di situazioni ricche di drammaticità e dall’esito sempre inaspettato. Un assaggio significativo: “La giovane Dimarco si era liberata dalle cinghie che le legavano polsi e caviglie alla testiera e alla pediera del letto e, con fare animalesco, mise gli occhi avidi su Armando camminando per la stanza come presa da forti spasmi; aveva i piedi sul soffitto. Tutto in lei pareva più simile a una gargolla liberata dall’involucro di cemento sparso sul proprio corpo. I tratti di certo non erano quelli di un essere umano e i denti erano aguzzi, tipo quelli di un gatto, con canini lunghi e incisivi appuntiti. Troppo appuntiti”.

Le vicende narrate in questo consistente romanzo prendono spunto da fatti realmente accaduti. La storia, che si sviluppa nell’arco di trent’anni, alterna diversi temi: l’amicizia, i tradimenti, il dramma, l’amore, l’avventura, il sesso. Fanno da sfondo le profonde trasformazioni culturali e sociali che hanno influito nella vita dei personaggi e hanno altresì determinato un’evoluzione della società italiana. Prefazione di Silvia Elena Denti.

"Akundan" è il titolo che dà il nome all’opera e che l’autore ha scelto con cura per la sua silloge di poesie. Un titolo che racchiude l’azione “essenziale” che compie l’artista quando nel suo universo immaginifico produce, poiché poesia (termine che deriva dal latino pŏēsis e che ha origini greche) significa “creazione”. Creare dal proprio vissuto, e dalla propria percezione della vita, un’arte che giunga al lettore in una forma lieve promotrice di amore è ciò che l’autore compie con il suo viaggio lirico che attraversa le pagine del libro e la vita stessa dell’autore: dal ricordo d’infanzia legato alla visione quasi immaginifica di un orizzonte nascosto dall’imponente passaggio di un treno, all’incredibile esperienza di missione in Africa; perché sì, “Akundan” è un termine africano che significa poesia. Fotogrammi di ricordi, attimi che scandiscono l’interiorità del poeta, momenti di riflessione profonda su temi sociali quali il femminicidio, l’omofobia, la disoccupazione, giovani morti sul lavoro. Prefazione di Antonella Caprio.

Cinema d’ascolto è un viaggio intorno alle sonorità del cinema mondiale, dalle origini ai giorni nostri. La storia di una promessa mantenuta: 40 anni di lavoro, ricerche, studi, passione e umiltà per giungere a un’espansione di coscienza, che ha come fine e punto fuga l'ascolto. Ogni suono crea uno stato d’animo e ogni stato d’animo ha un suono universalmente riconoscibile da tutti gli esseri viventi. Tutto è vibrazione. La musica ha il potere di creare o distruggere un film. La combinazione dinamica di caratteri strumentali e timbrici, di volumi e cellule ritmiche, di forma, gesti e stili genera la struttura compositiva del brano musicale e le sue avventure. Ascoltando un film lo si comprende davvero. Ascoltando si comprende la vita.