Passigli
Il «leon d'oro» di Granpère
Anthony Trollope
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 240
1870: il “Leon d’Oro” è un piccolo albergo di provincia nella cittadina immaginaria di Granpère, nella Lorena occupata dai prussiani. Il proprietario, Michel Voss, vi abita con la seconda moglie, il figlio di primo letto George e la nipote acquisita Marie Bromar. Quando tra i due giovani nasce un tenero sentimento, Michel, convinto che per entrambi non sia quella la scelta migliore – e forse anche per l’impressione fastidiosa che si agisca alle sue spalle –, nega il consenso alla relazione e allontana il figlio da casa. George si reca a Colmar, dove prende in gestione l’“Hotel della Posta”, e per un anno non dà più sue notizie; mentre Marie, credendosi ormai dimenticata, cede alle insistenze dello zio perché si fidanzi con Adrian Urmand, un ricco mercante di stoffe di Basilea. Quando però la notizia dell’imminente matrimonio giunge a George, il giovane parte di gran corsa per Granpère alla riconquista della ragazza… Pubblicato nel 1872, quando Anthony Trollope era all’apice della sua popolarità, "Il 'Leon d’Oro' di Granpère" è una delle rare opere del grande autore vittoriano ambientate fuori dalla sua Inghilterra. Hugh Walpole, autore di una celebre biografia di Trollope, la definì «non solo il suo miglior romanzo breve, ma anche uno dei più affascinanti idilli della letteratura inglese», e in effetti il susseguirsi di equivoci amorosi, nonché la pregevole caratterizzazione dei personaggi, rendono quest’opera un piccolo gioiello narrativo.
Luce del tempo
Marco Onofrio
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 136
«È difficile sfuggire alla percezione che il titolo di quest’ultima, intensa raccolta di Marco Onofrio, "Luce del tempo", condensi, in un sintagma che pare quasi una cellula germinale, non solo temi e immagini ricorrenti, ma, di più, alcuni assi portanti della sua scrittura poetica, che mettono radici un po’ dovunque nei suoi testi. Comincerei dalla prima di queste fertili ossessioni: la luce, che si accende nella frequenza di immagini solari, di mattine, ma anche di scorci paesaggistici e di scorci siderali, persino quando è notte. Luce, starei per dire, è la nostra stessa presenza, la percezione del proprio esistere, l’aprirsi della coscienza nell’infinito buio dell’essere. Esserci è luce perché coincide con l’atto stesso di aprire gli occhi: se vediamo c’è luce, se vediamo è perché ci siamo. E viceversa: il buio è il non esserci. Ma per ora ci siamo. Finché dura. Ed ecco subito che la presenza, immediatamente, coincide di necessità con il dispiegarsi, coordinato e conseguente, della durata, che nel tempo della vita azzera provvisoriamente la stessa eternità, consegnata al rango di sfondo, se non di ipotesi, mentre ciò che si staglia, si afferma, fragile e irrefutabile, è proprio l’esserci come stare nel tempo, il vivere come essere “durante” qualcosa. In qualche modo, tutto accade dentro queste coordinate: la luce, conditio sine qua non dell’esserci, e il tempo, sostanza fragile della trama dell’esistere, dove ciò che accade e ciò che c’è sono nel tempo, nel movimento...» (dalla prefazione di Gianni Turchetta)
Non sono io una donna? Storia di una schiava americana
Sojourner Truth
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 152
Nata schiava in una tenuta dello stato di New York, Sojourner Truth (al secolo Isabella Baumfree, 1797 ca.–1883), dopo lunghe traversie alla mercé dei suoi padroni, grazie ai cambiamenti imposti, con grande difficoltà, dalle leggi americane per limitare e infine abolire lo schiavismo, riuscì a ottenere la libertà e divenne una protagonista dei diritti civili degli afroamericani. Ai tempi della guerra civile, aderì alla causa dell'Unione, per la quale si impegnò ad arruolare soldati di colore, e a partire dal 1864 iniziò a lavorare per la "National Freedman's Relief Association". La sua popolarità crebbe rapidamente, e lo stesso presidente Abraham Lincoln volle conoscerla. Questo straordinario scritto, vera e propria autobiografia spirituale dettata all'amica Olive Gilbert, apparso per la prima volta nel 1850, è un documento umano e letterario di grande suggestione: è infatti la vivida testimonianza delle condizioni in cui i neri d'America vivevano e documenta il processo di emancipazione dell'autrice, sempre sorretta da una fervente religiosità. La nostra edizione è completata da un suo celebre discorso, "Non sono io una donna?" (1851), che riportiamo in due diverse trascrizioni, la prima fatta "a caldo" da Marcus Robinson e l'altra a opera di Frances Gage, apparsa dodici anni dopo: una breve, intensa orazione che estende il problema delle condizioni degli afroamericani alla battaglia per l'emancipazione femminile, altro tema caro a Sojourner Truth. Prefazione di Olive Gilbert.
Viva Caporetto! La rivolta dei santi maledetti
Curzio Malaparte
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 160
Stampato nel 1921 presso una tipografia di Prato, città natale di Malaparte, "Viva Caporetto!" è un’opera unica nel suo genere: per la prima volta, infatti, veniva offerta un’inedita, ma anche per certi aspetti premonitrice, chiave di lettura, secondo la quale la responsabilità della rotta dell’esercito italiano – travolto nell’ottobre 1917 dalle truppe austro-tedesche – era da attribuire all’incompetenza e all’errata strategia del Comando Supremo, non ai soldati, che avevano conosciuto gli orrori della trincea ed erano stati ingiustamente accusati di viltà dal generale Cadorna. L’edizione venne immediatamente sequestrata con l’accusa di antimilitarismo, antinazionalismo e disfattismo, e una sorte analoga ebbero la ristampa dello stesso anno – nonostante Malaparte ne avesse cambiato il titolo con un altro meno provocatorio, poi mantenuto, "La rivolta dei santi maledetti" – e la nuova edizione ampliata del 1923, su cui si basa anche il presente volume. Al di là del fatto che è stata senza dubbio concepita come opera di intento polemico più che storico, "Viva Caporetto!" resta anche, come scrive Francesco Perfetti nella prefazione, «una testimonianza di prima mano sulla Grande Guerra», e tale da aver «contribuito a far capire l’entità dell’ignoranza, dell’indifferenza e della rassegnazione della fanteria, in gran parte composta di contadini, nei confronti delle ragioni politiche e ideali della guerra». Una guerra che fu poi vinta, e proprio grazie agli enormi sacrifici di quei poveri fanti, “maledetti” dal nemico e dai generali, ma “santi” per aver salvato la patria, anche rivoltandosi contro una strategia che era costata centinaia di migliaia di morti.
I principi nel nuovo codice dei contratti pubblici
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 116
Vengono qui raccolti gli atti di un convegno, tenutosi subito all’indomani della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36 (Codice dei contratti pubblici), avente ad oggetto i principi generali della materia fissati nei primi articoli del codice. Non si tratta di norme programmatiche né di preamboli, bensì di testi dotati di immediata precettività, e che nel contempo costituiscono sia il tessuto connettivo sia lo spirito informatore cui vanno ricondotte tutte le altre disposizioni del codice. Di tali principi vengono messe in luce la portata applicativa sul piano della interpretazione specifica, nonché gli effetti e le virtualità sul piano della teoria generale del diritto amministrativo.
Una famiglia turca
Irfan Orga
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 368
"Una famiglia turca" (Portrait of a Turkish Family, 1950) permette come poche altre opere di penetrare una cultura tanto affascinante quanto enigmatica come quella turca. Autobiografia che va dal 1913 al 1940, il libro ripercorre la vita familiare e sociale di una famiglia dell’alta borghesia che con la Grande guerra e la caduta dell’impero ottomano perde i privilegi economici e sociali della propria posizione sino a ridursi in uno stato di estrema povertà, e sino alla sua faticosa risalita verso un accettabile tenore di vita. Protagonisti di questo racconto, oltre alla famiglia dello scrittore, sono la stessa Istanbul e tutta la variegata società di notabili, piccoli borghesi e popolani che la abitano, così che il libro presenta vari piani di lettura che vanno dalla vicenda privata del protagonista – con pagine sull’infanzia che sono tra le più belle della letteratura del Novecento – alla cultura e ai costumi di un paese che è sempre stato un ponte tra Oriente e Occidente in un periodo cruciale della sua storia: dalla caduta del sultano e dell’impero ottomano alla rivoluzione di Mustafa Kemal Atatürk.
L'impero in provincia. Cronache italiane dei tempi moderni
Francesco Jovine
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 136
Pubblicato nel 1945, a ridosso della fine della guerra, "L’impero in provincia" è una raccolta di sei racconti in cui Francesco Jovine, con grande maestria, affianca al consueto realismo una sferzante satira del regime fascista, che con la sua violenza e la sua illusoria propaganda di un “impero italiano” era stato tra i principali responsabili delle orrende ferite che ancora laceravano il paese. Nei racconti, fra loro intrecciati fino a formare una sorta di grande affresco del mondo contadino dagli esordi del fascismo alla Liberazione, vediamo sfilare un’intera galleria di personaggi: ecco allora il gruppo di camicie nere che si organizza (La vigilia) e va alla disperata ricerca di un qualunque catafalco cui rendere omaggio secondo le direttive del Partito (Il monumento storico); e il barbiere-soldato che si lascia convincere ad arruolarsi per la guerra di Spagna con l’illusione di facili guadagni per poi tornare con un braccio in meno e un figlio in più, nato in sua assenza (Michele a Guadalajara); e ancora la vecchia contadina che, dalle fronde di un albero, ingaggia una strenua lotta con chi cerca di sottrarle il suo maiale, unico tesoro che le è rimasto dopo il celebrato dono dell’“oro alla patria” (Martina sull’albero). Il tratto comune con le opere precedenti è l’emarginazione di un mondo – il suo Molise – e della sua gente, che sta all’origine dell’atavica diffidenza verso uno Stato che, dopo aver abbandonato un intero popolo all’efferata violenza dell’occupazione tedesca (La casa delle tre vedove), si prepara ora di nuovo a imporre la propria presenza con l’estraneità delle sue leggi: «Ritorna la legge […] a che serve la legge? Ecco tu zappi e mangi e viene Cialanga dalla Puglia e ti porta il vino e bevi. Invece arriva la legge e ti spoglia…» (La rivolta).
Riforme costituzionali. Alla ricerca di una strategia riformatrice condivisa
Orlando Roselli
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 104
Da almeno 40 anni si discute della necessità di riforme costituzionali, con esiti parziali ed inadeguati. Il rischio è, ancora una volta, non realizzare le riforme di cui il Paese ha sempre maggiore necessità. Il sistema politico sembra condannato ad un masochistico stallo che si traduce nel ripetere inconcludenti contrapposizioni. Eppure, pervenire a riforme costituzionali condivise è nell’interesse di tutte le forze politiche presenti in Parlamento: di quelle di opposizione, perché altrimenti sono destinate all’irrilevanza; di quelle di maggioranza, perché altrimenti corrono il rischio di vedere vanificate le scelte dall’esito non confermativo di un referendum ex art. 138 della Costituzione. Una strategia riformatrice condivisa può dunque giovarsi della leva potentissima del comune interesse: iniziando da riforme di estremo rilievo ma a “bassa intensità conflittuale”, onde pervenire, in un clima più collaborativo, ad affrontare i temi più controversi. Questo sintetico contributo è scritto nello stile di chi vuole colloquiare al contempo e con chi è chiamato a responsabilità politiche e con chi nell’opinione pubblica ha a cuore il futuro del nostro Paese.
La signora Berta Garlan
Arthur Schnitzler
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 160
Pubblicato nel 1901, "La signora Berta Garlan" narra la vicenda amorosa di un’insegnante di pianoforte. Sposata a un uomo che non ama, Berta resta ben presto vedova e continua a vivere da sola con il suo bambino in una piccola città danubiana. Nulla sembra poter ormai cambiare un destino già segnato da rinunce e privazioni, quando una gita a Vienna la farà incontrare di nuovo l’unico uomo che abbia davvero amato, un compagno di conservatorio divenuto nel frattempo un famoso virtuoso di violino… In questo romanzo Schnitzler ci regala una bellissima figura femminile, della quale sonda l’anima con grande sensibilità e modernità, descrivendo la difficile condizione sia economica che sociale di una donna di quei tempi e l’impossibilità di sfuggire a un’esistenza infelice. Ma la profondità di Schnitzler va al di là delle contingenze dell’epoca storica: come fece notare il padre della psicoanalisi Sigmund Freud, la sua arte, con il suo scetticismo, la sua penetrazione nella verità dell’inconscio e nella natura delle pulsioni umane, la demolizione delle certezze convenzionali della società e la polarità di amore e morte, attinge a un valore universale.
Consigli al giovane scrittore
André Gide
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 112
Ritrovati fra le sue carte dopo la morte, i Consigli al giovane scrittore offrono un insolito campionario di utili raccomandazioni che André Gide, sotto forma di aforismi, offre a un immaginario giovane che vuole dedicarsi alla letteratura. Il grande scrittore francese invita a riflettere sull’arte in generale e sulla scrittura in particolare, suggerendo che occorre considerare quest’ultima come un mestiere che si impara, e che non bisogna farsi incantare dalle sirene del successo («Se quello che cerchi è il successo», afferma, «non seguire nessun mio consiglio»): ci vogliono misura, rigore e una costante applicazione, e non si astiene da giudizi e aneddoti che rendono queste pagine ancora oggi particolarmente attraenti. È importante, però, secondo l’autore, saper anche leggere le opere altrui, ed è proprio questo l’oggetto della conferenza Sull’influenza nella letteratura, tenuta a Bruxelles nel marzo 1900, dove Gide dichiara di voler fare l’apologia degli “influenzati” e degli “influenzatori”. Ed è in fondo anche l’oggetto dell’altro breve saggio che conclude il nostro volume, Ricordi letterari e problemi attuali, anch’esso pensato per una conferenza che tenne a Beirut nell’aprile del 1946. Qui Gide ritorna al passato della sua vita letteraria, agli autori che lo hanno segnato – bellissime le pagine su Mallarmé –, cercando di rintracciarvi una risposta ai problemi del secondo dopoguerra, in cui la nuova gioventù, totalmente disorientata in seguito agli orrori a cui ha assistito, si rivolge ora alla neonata scuola esistenzialista.
I segreti della principessa di Cadignan
Honoré de Balzac
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 120
Dopo essere stata una delle regine della vita mondana ai tempi della Restaurazione e una vera mangiatrice di uomini, Diane d’Uxelles, principessa di Cadignan, in seguito alla sconfitta dei legittimisti nella Rivoluzione del 1830 vive in un modesto pianterreno isolata dal mondo dove riceve unicamente la marchesa Athénaïs d’Espard, sua vecchia amica e “rivale”. Nonostante la tumultuosa vita sentimentale da autentica «Don Giovanni di sesso femminile» – testimoniata da un album di ritratti dei suoi molteplici amanti –, il vero amore non lo ha mai incontrato, ed è per questo che, quasi in una sorta di scommessa o burla, la principessa mette gli occhi sul famoso romanziere Daniel d’Arthez, una proiezione idealizzata dello stesso Balzac. Come scrive Maurizio Ferrara nella nota che accompagna il volume, I segreti della principessa di Cadignan (1839) è una delle rare opere di Balzac che ha un epilogo felice, con l’apparente trionfo dell’amore; ma non per questo si tratta di una storia romantica, è anzi una commedia degli inganni, una «commedia crudele» – come lo stesso Balzac la definisce – la cui trama densa di ambiguità aveva colpito Marcel Proust, che per bocca del barone di Charlus, uno dei protagonisti della Recherche, definisce l’opera «un capolavoro».
Costituzione: quale riforma? La proposta del governo e la possibile alternativa
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 140
La democrazia italiana non gode di buona salute: lo dimostrano il crescente astensionismo e la diffusa sfiducia dei cittadini verso le istituzioni. Ma il problema non è solo quello della stabilità dei governi. Le sfide della nostra epoca (il cambiamento climatico, le migrazioni di massa, la competizione economica e tecnologica, l’invecchiamento della popolazione, le guerre ibride) richiedono scelte coraggiose e lungimiranti che solo governi stabili possono fare. Ma vincere queste sfide richiederà da tutti sacrifici impegnativi: dunque occorre anche che queste decisioni siano assistite da un largo consenso popolare e siano sentite come legittime dalla gran parte della popolazione, in modo che la loro attuazione possa contare sul concorso convinto dei cittadini, dei corpi intermedi e delle imprese. Occorre anche, dunque, ripristinare la rappresentatività delle istituzioni e riattivare o reinventare gli strumenti della partecipazione democratica. La proposta di riforma del Governo italiano non risolve questi problemi, anzi li aggrava. Concentra tutti i poteri in capo al premier, senza i contrappesi che bilanciano i sistemi presidenziali; indebolisce il ruolo di garanzia ed equilibrio del Presidente della Repubblica; rende il Parlamento ancor più succube del Governo; contrasta con i principi supremi di democrazia e stato di diritto che neppure una riforma costituzionale può violare. Questo piccolo libro, prodotto della riflessione collegiale di molti dei più autorevoli costituzionalisti italiani, non si limita però ad un’analisi critica del progetto del Governo. Delinea anche un progetto di riforma alternativo, basato sull’esperienza delle democrazie europee. In questo progetto, la stabilità del governo è accompagnata dalla difesa del ruolo di garanzia del Capo dello Stato, dal rilancio del Parlamento, dalla riconsegna ai cittadini del potere di scegliere i parlamentari, dal recupero degli strumenti della partecipazione democratica. Non affossa, ma rilancia la democrazia italiana.