Ist. Poligrafico dello Stato
Catalogo dei manoscritti della Biblioteca Casanatense. Volume Vol. 7
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 2019
pagine: 452
La commissione "Indici e cataloghi" del Ministero per i Beni e le attività culturali prosegue la propria attività di censimento e catalogazione dei principali fondi manoscritti delle più importanti biblioteche italiane con quest'opera sui manoscritti della Biblioteca Casanatense di Roma, che ha già formato oggetto di altri volumi della collana. La sezione con le schede di catalogazione è preceduta da una esauriente introduzione al fondo e seguita da ampi apparati – tra cui spiccano gli articolati indici ad ausilio delle attività di ricerca –, da una ricca bibliografia e dalle tavole illustrative dei principali manoscritti ulteriormente arricchite da un DVD di immagini.
Il ripostiglio «dalla Siria» (1923). Museo Nazionale Romano. Ripostigli
Simone Boccardi
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 2019
pagine: 318
Gli ultimi anni dell'800 e i primi del '900 furono teatro di un notevole accrescimento del patrimonio culturale grazie alle numerose scoperte avvenute nel corso di quel dinamismo edilizio che interessò la città di Roma. A seguito dell'enorme mole di monete rinvenute venne creata nella sede del Museo Nazionale Romano un'istituzione statale destinata a raccogliere e conservare tutto questo materiale numismatico. Il Medagliere, alla cui guida fu posta nel 1903 Secondina Lorenza Cesano, costituì così il suo primo importante nucleo, che venne anche arricchito con ripostigli provenienti dal territorio di Roma e provincia, ma anche da tutto il territorio nazionale. Il ripostiglio "dalla Siria", proveniente da una regione al di fuori della giurisdizione italiana, rappresenta quindi un'eccezione. Gli episodi legati all'arrivo a Roma del ripostiglio hanno avuto origine nella Libia italiana degli anni Venti del '900 e videro in monsignor Giacinto Tonizza, in quegli anni Vicario Apostolico di Libia con sede a Tripoli, una delle figure chiave nella vicenda. Al Tonizza venne proposto l'acquisto di una serie di reperti archeologici da parte di un rigattiere di Beirut. Non essendo interessato all'acquisto, egli indirizzò il nucleo di reperti all'allora Regia Soprintendenza dei Monumenti e Scavi in Tripolitania per l'autorizzazione alla spedizione delle antichità in Germania. Prima di acconsentire, il soprintendente della Tripolitania consegnò i reperti al direttore del Museo Nazionale Romano affinché ne prendesse visione e si esprimesse circa un eventuale acquisto. Fu così che il nucleo di antichità giunse a Roma. A seguito della formalizzazione dell'acquisizione del ripostiglio allo Stato italiano seguì la classificazione delle monete, la loro inventariazione e immissione nelle collezioni del Medagliere del Museo Nazionale Romano.
La zecca di Camerino (1434-1502). Collezione di Vittorio Emanuele III
Lorenzo Bellesia
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 2019
pagine: 186
Camerino, oggi piccolo centro in provincia di Macerata, nel Medioevo e fino alla prima metà del Cinquecento inserito nei territori della Chiesa, fu sotto la Signoria della famiglia da Varano fino al ritorno effettivo al Papato con il pontificato di Paolo III (1534-1549). La pubblicazione del cospicuo gruppo di monete di Camerino facente parte della Collezione Reale ha permesso di rivederne la cronologia e i nominali alla luce dei nuovi studi sulla monetazione marchigiana e pontificia del Quattro e Cinquecento, in quanto sono pochissimi i documenti noti su questa Zecca. In questa sede vengono descritte le monete del Quattrocento, dal Governo popolare instauratosi dopo la cacciata dei da Varano nel 1434 sino alla morte di Giulio Cesare da Varano nel 1502; non sono invece inserite quelle pubblicate nel Corpus Nummorum Italicorum come emesse nel XIII secolo poiché di produzione cinquecentesca e quindi oggetto di successiva edizione.
Catalogo degli incunaboli della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia
Libro: Copertina morbida
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 2019
pagine: 368
Catalogo dei manoscritti di Santa Maria del Popolo della Biblioteca Angelica di Roma
Libro: Copertina morbida
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 2019
pagine: 208
La monetazione di Verona. Collezione di Vittorio Emanuele III
Andrea Saccocci
Libro: Copertina morbida
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 2019
pagine: 300
La zecca di Roma. Denari provisini. Collezione di Vittorio Emanuele III
Mariele Valci
Libro: Copertina morbida
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 2019
pagine: 140
La zecca di Camerino (1502-1527). Collezione di Vittorio Emanuele III
Lorenzo Bellesia
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 2019
pagine: 134
Camerino, oggi piccolo centro in provincia di Macerata, nel Medioevo e fino alla prima metà del Cinquecento inserito nei territori della Chiesa, fu sotto la Signoria della famiglia da Varano fino al ritorno effettivo al Papato con il pontificato di Paolo III (1534-1549). La pubblicazione del cospicuo gruppo di monete di Camerino facente parte della Collezione Reale ha permesso di rivederne la cronologia e i nominali alla luce dei nuovi studi sulla monetazione marchigiana e pontificia del Quattro e Cinquecento, in quanto sono pochissimi i documenti noti su questa Zecca. In questa sede verranno prese in esame le monete della Collezione Reale battute a Camerino durante la Signoria di Giovanni Borgia, seguita al massacro della famiglia da Varano nel 1502, e di Giovanni Maria da Varano ritornato in città dopo la morte di Alessandro VI (1492-1503) e la caduta in disgrazia del figlio Cesare Borgia. Sulla base di confronti stilistici, sono state assegnate a Giovanni Maria anche alcune emissioni anonime datate nel Corpus Nummorum Italicorum al Duecento.
Regno di Napoli. Le zecche minori. Parte I. Collezione di Vittorio Emanuele III
Davide Fabrizi, Achille Giuliani
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 2019
pagine: 282
Dopo l'indipendenza della Sicilia, nel Regno di Napoli, rimasto in potere di Carlo I d'Angiò (1266-1285), veniva ridelineato l'assetto amministrativo territoriale, che nel periodo di attività (secoli XIV-XV) delle zecche trattate in questa sede contava 12 province: Terra di Lavoro, Principato Citra, Principato Ultra, Basilicata, Calabria Citra, Calabria Ultra, Terra di Otranto, Terra di Bari, Abruzzo Citra, Abruzzo Ultra, Contado di Molise e Capitanata. Pochissimi anni prima, a seguito della riforma monetaria avviata nel 1278, era cambiata anche la geografia delle zecche, con l'istituzione di una zecca "centrale" nella capitale (Napoli), coadiuvata sporadicamente dalla zecca di Brindisi. Da qui l'esigenza, per i regnanti, di aprire una serie di zecche "minori" per ausilio nei periodi di guerra. Le zecche minori dislocate nelle province settentrionali, confinanti con lo Stato della Chiesa, che oggi comprende parte del basso Lazio, l'Abruzzo e il Molise, sono la maggioranza di quelle attive nell'età angioino-aragonese (secoli XIII-XVI), ma in questa sede non verranno comprese le zecche attive in forma più stabile, Aquila (Abruzzo Ultra) e Gaeta (Terra di Lavoro), oggetto di separata pubblicazione, e Sulmona (Abruzzo Citra), già trattata singolarmente; Tagliacozzo (Abruzzo Ultra), invece, rientrando nello Stato della Chiesa viene inserita in Appendice.
La zecca di Piacenza. Collezione di Vittorio Emanuele III
Giorgio Fusconi
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 2019
pagine: 166
In questo volume continua lo studio delle monete coniate dalla zecca di Piacenza presenti nella Collezione di Vittorio Emanuele III. L'esame è iniziato con il Bollettino di Numismatica-Materiali n. 44, che ha riguardato il periodo dalle prime emissioni (metà sec. VIII ca.) a Clemente VII (1523-1534). La zecca di Piacenza, chiusa il 23 dicembre 1528 in seguito all'emissione di monete con caratteristiche intrinseche non conformi a quanto previsto, fu nuovamente riaperta nel 1537 sotto il pontificato di Paolo III (1534-1549).
La zecca di Massa di Lunigiana (1568-1829). Collezione di Vittorio Emanuele III
Gianluigi Esposito
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 2019
pagine: 152
La zecca di Massa di Lunigiana fu attiva, sia pure con alcuni periodi di chiusura, dal 1559/1560 al 1667 e, per soli progetti, nella prima metà del Settecento; le monete del 1792 a nome della duchessa Maria Beatrice d'Este Cybo Malaspina furono invece battute nella zecca di Milano. Le 300 monete facenti parte della Collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia costituiscono, senza dubbio, il maggior insieme conosciuto di esemplari di questa zecca comprendente un gran numero di tipi e di varianti nonché pezzi di eccezionale bellezza e rarità, talvolta unici, la cui pubblicazione permette di aggiornare e integrare non solo il Corpus Nummorum Italicorum, ma anche la principale letteratura in materia. Il maggior numero di monete che oggi possiamo esaminare, rispetto a quanto pubblicato nel 1929 sul Corpus, è dovuto alle nuove acquisizioni effettuate negli anni seguenti l'uscita del volume XI. In questo volume sede vengono pubblicate le monete da Alberico I Cybo Malaspina (1568-1623) a Maria Beatrice d'Este Cybo Malaspina (1790-1796; 1814-1829). Per mere ragioni editoriali in questa sede trovano spazio le monete di Alberico I Cybo Malaspina senza data emesse durante il periodo del Principato (1568-1623); più in generale, invece, in merito alla monetazione di Alberico I si rimanda a quanto pubblicato nella prima parte di questo studio dedicato alla zecca di Massa di Lunigiana (Bollettino di Numismatica, Materiali 46/2016).
Storie auree dei romani pontefici. Alcune tra le più belle monete d'oro dei papi
Giancarlo Alteri
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 2018
pagine: 192
"L'autore ha voluto raccontare la storia di un uso particolare dell'oro, quello delle monete papali. Creata da Niccolò V, il primo papa umanista del Rinascimento un po' prima del 1450, la Biblioteca Apostolica Vaticana possiede anche uno dei Medaglieri più ricchi al mondo. Era dunque naturale che si pubblicasse un'opera in cui le monete d'oro, le più significative, fossero presentate e spiegate. Si troveranno, quindi, testimonianze splendide e sorprendenti, la lettura di questo testo permetterà di comprendere l'evoluzione artistica a partire dalle monete antiche, greche e romane, passando per le rappresentazioni più ingenue del Medioevo, fino ai capolavori assoluti come il pezzo che papa Clemente VII fece coniare in occasione del Giubileo del 1525."