Fondazione Ente dello Spettacolo
La vertigine e il volo. L'esperienza filmica fra estetica e neuroscienze
Adriano D'Aloia
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2014
pagine: 396
Dalla camminata in precario equilibrio di un funambolo alla passeggiata spaziale di un astronauta sospeso nello spazio siderale, questo libro offre un vertiginoso percorso nelle forme con cui il cinema contemporaneo coinvolge e sconvolge lo spettatore intensificando le sue percezioni e le sue emozioni. Per la prima volta nell’ambito degli studi sull’esperienza filmica, il paradigma della cognizione incorporata e l’ipotesi della simulazione incarnata vengono adottati per descrivere la relazione dello spettatore con i personaggi e con i mondi della finzione cinematografica, in un serrato dialogo fra teorie del cinema, estetica e neuroscienze cognitive. Acrobazia, caduta, impatto, capovolgimento, deriva sono le cinque tappe di questa esplorazione – quasi un unico movimento che scaturisce dalla capacità del film di attivare la mente e il corpo dello spettatore e che conduce quest’ultimo verso il senso più profondo e umano dell’atto di partecipare empaticamente alle azioni, alle emozioni e ai desideri del personaggio.
In nome di Dio, nel nome di Franco. Cinema, religione e propaganda nella Spagna nazionalcattolica (1945-1959)
Paolo Raimondo
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2014
pagine: 448
La cinematografia spagnola realizzata negli anni corrispondenti all'apogeo del nazionalcattolicesimo franchista, tra il 1945 e il 1959, è innervata da un palpabile contenuto religioso. L'analisi dei film presentati in questo volume ne è una conferma. Il libro si pone l'obiettivo di indicarne tanto i caratteri distintivi quanto le dinamiche sottese alla realizzazione. Dinamiche interessate da una doppia variabile: da un lato, l'approvazione dell'apparato censorio nazionale, sul cui giudizio l'opinione del rappresentante ecclesiastico contava in misura determinante; dall'altro, l'istituzione, a partire dagli anni Cinquanta, di una parallela censura privata, specificamente rivolta al pubblico cattolico. Un'analisi che convive con la presentazione della critica cinematografica del tempo, di cui rileva le differenze esistenti tra le riviste vicine al mondo cattolico e quelle affiliate all'universo falangista, e delle pietre miliari che hanno segnato, negli stessi anni, la storia della cinematografia spagnola, in un percorso dall'autarchia al consumismo che interessa parallelamente il regime di Franco, e nel quale il peso delle istituzioni ecclesiastiche si rivela nella sua decisiva importanza.
Il cinema e le emozioni. Estetica, espressione, esperienza
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2013
pagine: 472
In quanti modi un film può affascinarci e sollecitare le nostre reazioni più istintive? E in quali termini le tecnologie influiscono sul nostro rapporto emozionale con ciò che vediamo sullo schermo? Come e con quali mezzi, nel corso dei decenni, cineasti e artisti hanno lavorato per rappresentare i sentimenti sotto forma di immagini e suoni? E, soprattutto, di che cosa parliamo quando parliamo di emozioni al cinema? Sono, queste, soltanto alcune delle domande poste dai saggi raccolti nel presente volume. Il lettore vi troverà una pluralità di punti di vista e proposte di indagine sul potere delle immagini e sul complesso fenomeno del coinvolgimento emotivo. Quello che ne deriva è un panorama ricco e articolato sul passato e sul futuro delle immagini (cinema, televisione, fotografia, arti visive) in un universo che sempre più si fonda sulla loro capacità di comunicare per affetti e di parlare alle nostre menti così come ai nostri corpi.
Manoel De Oliveira. Il visibile dell'invisibile
Bruno Roberti
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2013
pagine: 244
Manoel de Oliveira (1908) - Tra i massimi cineasti viventi ancora in attività, la sua età è quasi quella del cinema e la sua opera ne ha attraversato scoperte, figure, mutamenti, nella costruzione di uno stile e di uno spessore filosofico che si traduce ogni volta in cristalline ed enigmatiche espressioni artistiche. Il regista lusitano è Maestro di un cinema di pensiero entro cui si dipanano i valori dell’immagine, la costruzione dello spazio filmico, l’esplorazione del tempo e del gesto, l’interrogazione del linguaggio, la densità simbolica, la misura classica della poesia, il senso universale della storia, il sentimento del mistero, l’enigma della religiosità. Nei suoi film la centralità del cinema nell’orizzonte del moderno si misura sul rapporto costante con le arti, dal teatro alla parola letteraria, dalla pittura alla musica. Il suo amore per la tradizione si accompagna a una inesausta tensione sperimentale. Ciò fin da un film-chiave della avanguardia cinematografica come Douro, lavoro fluviale (1931) e attraverso la forma singolare di realismo fantastico di Aniki-Bóbó (1942), passando per quello straordinario documento poetico di vita e verità che è Atto di primavera (1963) e per la rivelazione del sublime nella forma-melodramma della quadrilogia degli amori impossibili Il passato e il presente (1971), Benilde o la vergine madre (1975), Amor di perdizione (1978), Francisca (1981), arrivando a film estremi nella durata e nella ricchezza immaginaria come Le soulier de satin (1985), nelle sue sette ore, o come il folgorante apologo di Il mio caso (1986), interrogativo sul senso dell’arte nel mondo contemporaneo, realizzando meditazioni sui destini storici e sulle domande filosofiche dell’umanità come No, o la folle gloria del comando (1990), La Divina Commedia (1991), Parole e utopia (2000), Un film parlato (2003), Il quinto Impero (2005) e struggenti elegie sulle imperscrutabili vie di un amore che si incarna tra misticismo e desiderio, come in La valle del peccato (1993), I misteri del convento (1995), Inquietudine (1998), La lettera (1999), Il principio dell’incertezza (2002), Specchio magico (2005), Belle toujours - Bella sempre (2006), Singolarità di una ragazza bionda (2009). Fino ad oggi il suo lavoro instancabile ci ha dato opere ogni volta sorprendenti, fino a giungere, come avviene in Lo strano caso di Angelica (2010) e in O Gebo e a Sombra (2012), alla capacità di filmare l’invisibile, di spingere lo sguardo oltre lo specchio, laddove il cinema e la vita sembrano congiungersi in una visione limpida e insieme arcana.
Abbas Kiarostami. Immaginare la vita
Dario Cecchi
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2013
pagine: 180
Abbas Kiarostami (1940) è uno dei maggiori registi viventi a livello internazionale e forse in assoluto il più importante cineasta iraniano. Dopo una formazione artistica e un inizio come pubblicitario, si avvicina al cinema grazie alla collaborazione con il Kanun, l'istituzione pubblica iraniana per l.educazione dei giovani. Al suo primo lungometraggio, Il pane e il vicolo (1970), segue un.intensa produzione di corti e mediometraggi, tra i quali vanno ricordati La ricreazione (1972), Esperienza (1973) e The Traveller (1974), nonché Il coro (1982) e Concittadini (1983). La fama internazionale gli arriva con Dov'è la casa del mio amico? (1987), cui seguono Close-Up (1990), E la vita continua (1992) e Sotto gli ulivi (1994). Questi ultimi due compongono con il film del 1987 un'ideale trilogia. Vanno ricordati anche Il sapore della ciliegia (1997), ABC Africa (2001), Dieci (2002) e i più recenti Shirin (2008), Copia conforme (2010), e Qualcuno da amare (2012) senza tralasciare la sua regia cinematografica per lo spettacolo teatrale Tazieh (2003) andato in scena presso il Teatro India di Roma.
Rapporto 2012. Il mercato e l'industria del cinema in Italia
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2013
pagine: 336
Il Rapporto. Il Mercato e l’Industria del Cinema in Italia, giunto alla sua quinta edizione, il Rapporto offre una panoramica sulla situazione economica del settore cinematografico italiano. Per l'anno 2012 registra una contraddittoria tendenza all'aumento di produzione rispetto alla diminuzione della domanda, e analizza le conseguenze della crisi economica su un settore apparentemente anticiclico. Oltre al focus sugli investimenti e gli aspetti finanziari, il volume si occupa anche dei trend nel mercato del lavoro legato alla produzione filmica. Una ricca sezione di testimonianze, da parte di attori di primaria importanza per il comparto, offre una serie molteplice di prospettive d'analisi e previsioni per il futuro.
Product placement made in Italy. Le marche nei film italiani dal 2004 al 2011
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2013
pagine: 316
La pubblicazione contiene i risultati di un’ampia ricerca sull’impiego del product placement all’interno dei film prodotti in Italia dal 2004 al 2011 ed è preceduta da un’introduzione al tema del product placement cinematografico come forma di comunicazione aziendale, di cui approfondisce le condizioni di efficacia. L’analisi ha riguardato i primi 30 film per anno (produzioni 100% italiane o coproduzioni non di minoranza) per presenze totali, giungendo a individuare nel complesso 114 lungometraggi con inserimenti di marche citate nei titoli di coda. Attraverso la predisposizione di un originale protocollo di ricerca sono stati rilevati e analizzati gli inserimenti di 356 marche presenti almeno una volta in almeno un film, valutando per ciascun placement tutti gli aspetti che ne determinano l’efficacia potenziale (tra i quali, visibilità, nitidezza, dinamicità, superficie occupata e ruolo svolto nel contesto narrativo).
Western. Una storia dell'Occidente
Toni D'Angela
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2012
pagine: 352
Il cinema è passione per il nuovo, creazione del nuovo e, come scriveva Marguerite Duras, fa venir voglia ai ragazzi di fare l’amore e alle ragazze di fuggire di casa, rende impazienti, e nella sua notte apre ad una comunione fra sala e schermo, desiderio e immagine. Questa impazienza è la condizione ipnotica di cui parla anche Roland Barthes, la disponibilità a vagare fra le stelle della notte e a sperimentare, a lasciarsi andare. Il western – il cinema americano per eccellenza – non solo è un genere ricco, articolato e mobile, una forma di concetti e materie, un metodo e una costellazione di topoi e segni (che conferma la sentenza adorniana secondo cui un’opera d’arte per essere tale deve non sembrarlo), ma, soprattutto, è il racconto della genesi di qualcosa di nuovo, emozionante e sperimentale, una nuova cultura che si schiude nel West selvaggio e non ancora civilizzato: uno spazio di trasformazione e novità. Il western è un esercizio di esodo, un cammino inedito lungo la Frontiera, in fuga dai disagi della civiltà europea e di “Monsieur le Capital”. È la storia di una lotta febbrile e coraggiosa contro la vigliaccheria dell’inerzia, per affermare un nuovo modo di essere e vivere. L’avventura barbara di una giovinezza furiosa che vuole conquistare l'impossibile. È un sogno autentico e sconfinato di terra e libertà che, nondimeno, ad un certo punto, contraendosi e schiantandosi contro il progresso del sociale, determinato da questa formazione economico-sociale, si è trasformato in uno spettro, lasciando dietro di sé macerie, sangue, e disincanto, ma anche il gusto per l'avventura e il desiderio di esplorare e creare mondi nuovi, ancora e sempre.
Rapporto 2011. Il mercato e l'industria del cinema in Italia
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2012
pagine: 320
Il Rapporto, giunto alla sua quarta edizione, è un prodotto editoriale dedicato al Cinema italiano e alla sua industria, che si pone l'obiettivo di fornire un quadro fedele di questo settore vitale della nostra economia, non solo in termini di diffusione del prodotto cinematografico e promozione, ma anche in riferimento al management legato all'industria cinematografica. Il crescente consenso degli operatori del settore e dei semplici lettori ha indotto ad arricchire quest'opera, realizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con Cinecittà Luce SpA, di importanti apporti, primi tra tutti quelli di Anica, Film Commission Torino Piemonte, Schermi di Qualità, Banca Intesa e molti altri.
La maschera del potere. Carisma e leadership nel cinema
Dario Edoardo Viganò
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2012
pagine: 168
Il potere e la leadership contengono una forza e un'attrazione irriducibili e a volte anche indossare una semplice uniforme può radicare in ognuno di noi un falso, inestinguibile senso di superiorità. Charlie Chaplin, splendido attore che si calava sempre a perfezione nel ruolo che stava interpretando, quando per la prima volta indossò i panni di un personaggio tirannico e arrogante, Hynkel, rimase stupefatto dal risultato e si lasciò sfuggire un commento: "È solo perché ho addosso questa dannata cosa che mi comporto così". Anche nelle mani dei cineasti, però, si concentra una sorta di "potere": quello di poter guidare lo spettatore. Per questo, alla fine degli Trenta, turbato e angosciato dal dilagare delle dittature, Chaplin impugna la sola arma a sua disposizione, la comicità, per ritrarre Hitler proprio mentre si sta trasformando da convinto ultranazionalista a vero "leader trasformativo", macchiandosi di quelle scelte rischiose e immorali che cambieranno il corso della Storia. Nel Grande dittatore, del 1940, il clown Charlot veste i panni del povero barbiere ebreo, per un curioso caso del destino identico al crudele e dispotico Hynkel, con cui verrà scambiato. La meravigliosa caricatura della tecnica oratoria di Hitler - realizzata mescolando insensati suoni dal sapore teutonico - e la danza del dittatore, auto-innalzatosi quasi a Dio, con il mappamondo, fanno da contraltare al discorso finale pronunciato da un barbiere a cui la divisa da generale non ha mutato l'anima...
Nouvelle vague. Forme, motivi, questioni
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2011
pagine: 336
Fenomeno complesso, situato all'incrocio di congiunture multiple e differenti, la Nouvelle Vague è stato uno dei momenti più alti ed intensi della storia del cinema e in quella storia ha lasciato un segno profondo. Questo libro raccoglie ed integra gli atti del Convegno Internazionale 50 fois Nouvelle Vague, svoltosi a Roma, presso l'Ambasciata di Francia in Italia, il 17 e 18 febbraio 2009, nella ricorrenza dei cinquant.anni della cosiddetta nascita pubblica della Nouvelle Vague, a Cannes nel maggio del 1959. Il convegno ha costituito la seconda tappa di un più ampio ciclo di convegni internazionali promossi dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e dedicati alle stagioni cruciali o più semplicemente esemplari di ciò che siamo soliti chiamare il cinema moderno. Sulla scorta del lavoro già effettuato nel convegno d'avvio, incentrato sul neorealismo italiano, ci si era prefissi il compito, a un tempo elementare e ambizioso, di promuovere un'indagine volta ad osservare per quali vie la Nouvelle Vague fosse ancora capace oggi di dar da pensare, di presentarsi come un territorio il cui attraversamento storico, critico, teorico, fuori da ogni mitologia e mitografia, fosse ancora produttivo e pregnante. I lavori di quell'inverno 2009 hanno così interrogato la Nouvelle Vague rileggendone forme, motivi, questioni a partire da percorsi diversi, approcci e metodologie dissimili, interpretazioni anche molto differenti.
Sguardi incrociati. Cinema, testimonianza, memoria nel lavoro teorico di Marco Dinoi
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2011
pagine: 272
Alcuni libri si prolungano, si allargano, sprofondano e stillano fuori dai margini, talvolta continuano a scriversi anche senza il loro autore. Altri libri cercano di prendersene cura, sperimentando nuovi possibili innesti del pensiero e della teoria.Sguardi incrociati. Cinema testimonianza, memoria nel lavoro teorico di Marco Dinoi è fin dal titolo un libro che parla di un altro libro, riprendendo le riflessioni che Marco Dinoi, docente di “Teorie e tecniche del linguaggio cinematografico” e “Metodologia della critica cinematografica” presso l’Università di Siena, ha raccolto nelle pagine di Lo sguardo e l’evento. I media, la memoria, il cinema, pubblicato postumo nella primavera del 2008.A partire dallo studio condotto da Dinoi su una delle sequenze televisive più traumatiche del nostro tempo, quella del crollo delle Twin Towers l’11 settembre 2001, i saggi che compongono questo volume trattano di teoria dell’immagine e di analisi del film senza smettere di confrontarsi con le domande dell’etica e della politica: «in che modo l’immagine offre e affida a chi la guarda il ruolo di testimone? A quali condizioni si dà come traccia, reperto, oggetto di archivio, funzione della memoria?».