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C'è un luogo antico, sotto la città, dove si sviluppano serie di cunicoli e di stanze, di angoli nascosti e di anfratti... Un posto in cui vive e si muove un popolo di reietti, dove sono nascosti segreti e dove è accantonata la memoria di altri tempi. E c'è un mistero da risolvere, una verità da scoprire che forse non sarebbe utile e giusto da rivelare, bensì solo da conservare gelosamente... Un simbolo rubato, nascosto e dimenticato. Cesare, giornalista e improvvisato detective, si trova alle prese con un episodio del proprio passato che lo proietta in una ingarbugliata vicenda ricca di colpi di scena. Ma alla fine tutto si risolve e, come nelle rappresentazioni teatrali, cala il sipario e gli attori vanno a struccarsi... Ma davvero tutto è finito?

Mandiamo in archivio un 2013 in cui abbiamo festeggiato un Papa che ha sangue piemontese, una Fiat che punta al polo del lusso, un turismo che in regione continua a mietere successi, una Juventus che si conferma Campione d'Italia e un Toro che resta in Serie A. Ma anche un anno in cui diamo l'ultimo saluto a Rita Levi Montalcini e ad Alberto Musy, vittima di un incredibile agguato mortale. E come dimenticare gli inquietanti fatti che arrivano dalla provincia di Cuneo con la mummia di Borgo San Dalmazzo o il professore arrestato a Saluzzo.

Un libro che ripercorre quanto avvenne nella calda estate del fallimento del Torino Calcio, con la squadra cancellata dai Campionati. Partendo dalla catastrofe cimminelliana, Pierluigi Marengo, intervistato da Toro.it, racconta le varie fasi del Lodo Petrucci, attraverso cui salvò il Toro dalla scomparsa, e il suo progetto di società, per poi finire con i turbolenti giorni della trattativa con Urbano Cairo, senza tralasciare nulla ed inserendo nella narrazione le sensazioni da lui vissute in quei due mesi del 2005, che lo videro divenire Fondatore e Presidente del Torino F.C.