Edizioni di Pagina
Flussi, abbandoni e transiti. Antropologia tra retoriche, forme di memoria e immaginario vernacolare in un'area del Materano
Marina Berardi
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 328
«Flussi, abbandoni e transiti» è un’etnografia di alcune aree del Materano – in particolar modo di Accettura e Grassano – sulle retoriche con cui si guarda al declino demografico cercando di decostruire in primis la parola “spopolamento”, indagando la sua invenzione culturale attraverso lo studio di forme di memoria locale e immaginario vernacolare. Nel testo particolare rilevanza assumono le rappresentazioni su cui vengono fatte filtrare le narrazioni, messe in filigrana dal mondo delle immagini e degli oggetti che costituiscono le trame su cui si posano lo sguardo e l’udito. La monografia dà particolare importanza alla visualità come pratica, come processo e strumento che ha permesso di esplorare le auto ed etero rappresentazioni locali, nel tentativo di decostruire convenzioni e immaginari per ragionare criticamente su luoghi, stereotipie, paesaggi interni, orizzonti, discontinuità, idiosincrasie di potere e ritualità unendo prospettive diacroniche e sincroniche.
Puglia in fabula. Fiabe e racconti di Latiano da una raccolta di Margherita Rubino
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 272
Questo volume attinge al risultato di una ricerca sul campo condotta tra il 1989 e il 1990 a Latiano (BR) da Margherita Rubino, e poi confluito nella sua tesi di laurea, conseguita all’Università di Urbino. Qui, nella serie «Puglia in fabula», si è scelto di pubblicare una parte (23 brani) del repertorio di una sola narratrice, la più faconda: Maria Nigro, detta Maria Šcattapignati, nata nel 1915, che, all’epoca della rilevazione, aveva 74 anni. Contadina e casalinga, con frequenza scolastica sino alla IV elementare, madre di cinque figli maschi, prematuramente vedova, la Nigro era stimata nel paese buona narratrice con uno spiccato gusto di raccontare; il suo cospicuo repertorio (62 brani) annovera fiabe di magia, ‘romanzi’, preghiere e rime, fatti veri, storie agiografiche, anche un sogno, ma pochi “culacchi” (aneddoti e scherzi). Maria è certamente una narratrice a repertorio magico in cui entra in modo preponderante il fattore religioso.
Eterotopie contemporanee. Il terzo spazio tra letteratura, legge e scienza
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 268
Se fino a pochi anni fa, come sosteneva Lefebvre, lo spazio «non evocava niente altro che un concetto geometrico, quello di una forma vuota», oggi le dimensioni su cui tale concetto è suscettibile di svilupparsi sono molteplici. In questo contesto si è affermata la necessità di generare un terzo spazio attraverso la collaborazione tra discipline umanistiche e scientifiche, a partire dai differenti punti di vista che possono promuovere teorizzazioni e applicazioni utili a indagare o modificare l’ambiente con interventi mirati sul territorio. Frutto di un seminario tenutosi all’Università degli Studi di Bari nell’ambito del progetto “Sguardi diversi”, promosso da Horizon Europe Seeds in collaborazione con l’Ateneo barese, i contributi di questo volume si propongono pertanto di offrire una prospettiva interdisciplinare sul tema del terzo spazio, nella convinzione che l’intreccio tra saperi diversi sia una strategia appropriata per sfidare la complessità del presente e per prefigurare linee di ricerca efficaci nel futuro.
La corte degli aranci
Antonella Albano
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 308
Due donne si innamorano della stessa casa, ma in epoche differenti: a distanza di decenni, una ragazza di tredici anni e una donna di trentasette abitano quella che una volta era una masseria nei pressi del mare, ormai immersa fra i palazzi, che custodisce un bellissimo giardino di agrumi. Arcangela, in una Taranto fascista e classista, vuole studiare e costruirsi un futuro migliore, anche se è povera, non ha mai conosciuto suo padre e sua madre è in carcere. Benché gli eventi mettano alla prova le sue aspirazioni e la stima che ha di sé, trova forza e consolazione negli alberi della sua corte, che continueranno a esistere grazie a lei e dopo di lei. Sabella eredita la casa e la corte dalla donna a cui è stata affidata come servetta sin dall’infanzia, una ricamatrice che le insegnerà il suo mestiere. Agli albori degli anni Settanta, quando l’emancipazione femminile è ancora una chimera, lei sceglie l’indipendenza e coltiva il sogno di produrre agrumi canditi per le pasticcerie del circondario. Sotto l’ombra del grande cedro, le due donne si riconosceranno anime affini e scopriranno che il proprio progetto di vita a volte pare fallisca, ma se si ama si giunge a compimento.
Il castello di Elsinore. Volume Vol. 90
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 136
«Il castello di Elsinore» è una rivista semestrale di teatro profondamente radicata nell'Università italiana. Nata nel 1988, la rivista raccoglie nel suo comitato scientifico quasi la metà degli ordinari di Storia del teatro in Italia e illustri studiosi di università straniere. La rivista è articolata in tre sezioni (talvolta quattro): la prima, intitolata Saggi, comprende rigorosi studi critici su personaggi e opere della storia del teatro e dello spettacolo; la seconda, Materiali, raccoglie e cura documenti, lettere e riflessioni di poetica; la terza, Spettacoli (e/o Libri), recensisce e analizza gli avvenimenti più significativi della stagione teatrale italiana e straniera. I temi di cui la rivista si occupa sono svariati e attraversano l'intera storia del teatro europeo, dal teatro greco alla Commedia dell'Arte, dal teatro rinascimentale italiano al teatro nordico di Ibsen e Strindberg, dal simbolismo europeo a Pirandello.
Il Nuovo Teatro e l’avanguardia teatrale. Incontri e influenze oltre i confini (1948-1981)
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 372
Questo volume raccoglie gli atti del convegno «The rise of New Theatre and the theatrical Avant-garde: meetings and influences across boundaries (1948-1981)», tenutosi presso l’Università di Verona nel maggio 2022 nel contesto del progetto europeo Marie Curie ‘MariBet’, afferente al Dipartimento di Culture e Civiltà della stessa università. Dall’incontro è emerso un approfondimento dei rapporti e delle collaborazioni intercorsi nell’ambito dell’Avanguardia teatrale tra gli anni Sessanta e Ottanta; un prezioso contributo all’avanzamento degli studi dedicati al movimento che ha riformato il teatro del secondo Novecento. Le relazioni sorte tra attori, danzatori, registi, musicisti, scenografi, fotografi, critici e studiosi di teatro hanno infatti segnato i percorsi e le poetiche dei protagonisti delle sperimentazioni teatrali di quegli anni. Lo studio che proponiamo di quei rapporti e di quei dialoghi, ma anche degli intrecci avvenuti tra le diverse culture, rivela quanto abbiano, da un lato, portato a nuove conoscenze di pratiche e tradizioni spettacolari, dall’altro, favorito lo scambio d’idee, incoraggiando la ricerca teatrale e influenzandone le produzioni.
Il castello di Elsinore. Volume Vol. 89
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 128
«Il castello di Elsinore» è una rivista semestrale di teatro profondamente radicata nell'Università italiana. Nata nel 1988, la rivista raccoglie nel suo comitato scientifico quasi la metà degli ordinari di Storia del teatro in Italia e illustri studiosi di università straniere. La rivista è articolata in tre sezioni (talvolta quattro): la prima, intitolata Saggi, comprende rigorosi studi critici su personaggi e opere della storia del teatro e dello spettacolo; la seconda, Materiali, raccoglie e cura documenti, lettere e riflessioni di poetica; la terza, Spettacoli (e/o Libri), recensisce e analizza gli avvenimenti più significativi della stagione teatrale italiana e straniera. I temi di cui la rivista si occupa sono svariati e attraversano l'intera storia del teatro europeo, dal teatro greco alla Commedia dell'Arte, dal teatro rinascimentale italiano al teatro nordico di Ibsen e Strindberg, dal simbolismo europeo a Pirandello.
Čechov, la sofferenza delle donne
Roberto Alonge
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 148
Un Čechov femminista a sua insaputa che, attraverso i suoi quattro capolavori teatrali composti fra il 1895 e il 1903, canta la progressiva liberazione della donna dalla violenza maschile. Nel primo dramma (Il gabbiano) il rifiuto – a quattro voci – della funzione generatrice della donna. Da quel momento in avanti, solo donne che inseguono il proprio desiderio. La Elena diZio Vanja è svelta a riconoscerlo ma fatica a sbarazzarsi di un corteggiatore sessualmente molesto. La Maša diTre sorelle, invece, il suo desiderio lo cova da quattro anni di un infelice matrimonio, ed è fulminea a conquistarsi l’uomo del suo cuore e dei suoi sensi, senza nessun imbarazzo nei confronti dello squallido marito. La Ljubov’ delGiardino dei ciliegi, infine, conclude la lunga marcia splendidamente sola. Di uomini ne ha avuti, forse persino troppi, ma sono alle sue spalle: li ha dissipati come ha dissipato i rubli del proprio patrimonio. È la più scandalosa delle eroine čechoviane, la più libertina, ma non conosciamo nulla del suo eros; percepiamo benissimo la brama carnale di Elena e di Maša, ma Ljubov’ ci depista e quasi ci sbeffeggia con il suo profilo di crocerossina, di infermiera devota a un maschio egoista e crudele. Rispettiamo tuttavia la sottile perversione masochista che intuiamo in lei, testimonianza di una donna definitivamente affrancata da ogni subalternità, a figli fratelli mariti parenti, alla morale e alle istituzioni. I 4 capolavori teatrali di Čechov in un close reading provocatorio e intrigante che si legge con leggerezza, come fosse un racconto.
Musei diocesani in Puglia
Giacomo Annibaldis
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 200
Roba da sacrestia? Si tende a pensare che sia soltanto un patrimonio di rilevanza religiosa e devozionale quello conservato ed esposto nei musei diocesani (e nelle collezioni d'arte sacra). Invece no: tele, statue, rilievi, libri miniati, insieme ad arredi e paramenti liturgici sempre più si offrono a noi, anche laici, come "archivi" di storia del territorio. Nonché come oggetti di godimento estetico. È un'eredità culturale - ingiustamente considerata minore - fatta di opere d'arte spesso salvate dal naufragio delle "chiese chiuse", dalle sottrazioni indebite, dai mutamenti della liturgia e della religiosità che le hanno rese a volte desuete; eppure parlano un linguaggio che permea tutta la storia bimillenaria dell'Occidente. Come si può evincere da questo itinerario nei Musei diocesani di Puglia che, negli ultimi anni, stanno trovando - pur nelle immancabili difficoltà - adeguata e fruibile sistemazione espositiva. 27 musei (diocesani e d'arte sacra) raccontati da un insolito visitatore, curioso e attento alle "perle" nascoste nel ricco giacimento di tesori d'arte e documenti storici diffuso uniformemente sull'intero territorio della Puglia.
San Nicola nel folclore slavo orientale
Libro
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 176
Il presente volume raccoglie un’ampia scelta di favole e leggende in prosa del folclore russo, bielorusso, ucraino, in cui la figura di san Nicola emerge con un ruolo determinante: come personaggio “vivente”, come icona, spirito o altro simbolo. Attestata in numerose zone dell’ex impero russo, ma diffusasi anche nel folclore di fabbrica tipico dell’era sovietica, la popolarità del santo tra i popoli slavo-orientali si riflette nelle storie qui presentate, in cui l’ugodnik Nicola svolge una funzione sostanziale di ‘soccorso’ ai poveri, ai semplici e ai bisognosi di ogni tipo, spesso ponendosi in contrapposizione a figure più intransigenti e ieratiche, come Dio, Cristo e gli altri santi. Le storie qui raccolte aiutano a capire il motivo per cui i popoli slavo-orientali hanno per san Nicola una venerazione particolare, che li avvicina molto ai devoti del nostro Paese e al loro mondo spirituale.
Dalla vita alle scene (1888-1947)
Raffaele Viviani
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 308
Raffaele Viviani (1888-1950), attore, commediografo e poeta, pubblica nel 1928 «Dalla vita alle scene», la sua autobiografia, per poi riprenderla, continuarla e integrarla nel 1947, nella versione qui riproposta. Ad una lettura sommaria Viviani sembra troppo semplice e troppo napoletano. Ma basta ascoltare la musica nascosta nelle parole dei suoi testi e nei gesti che disegna per i suoi personaggi per scoprire in lui una delle rarità del teatro italiano della prima metà del Novecento. Viviani fu un "dialettale d'eccezione", parte di quella ristretta categoria di artisti italiani che, pur conservando la loro identità locale, sentirono la necessità di andare oltre i limiti imposti dalla tradizione. Del teatro aveva scoperto la vera ricchezza, e a quella si votò: fare il suo teatro, un teatro reinventato quasi di sana pianta, di cui fosse autore, regista, attore protagonista e maestro di attori. Un teatro fuori misura e fuori norma, un sapiente impasto di versi-prosa-musica-danza, che resterà nella memoria del teatro contemporaneo come un'eredità ancora da esplorare.
Rinascimento torbido e malioso. Il teatro del Cinquecento
Roberto Alonge
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 184
Dei capolavori del teatro rinascimentale, i commediografi sono tutti uomini ma le donne sono il cuore pulsante della scena, fatale oggetto della violenza maschile: stupro di gruppo (dei soldati del Sacco di Roma) per l'adolescente Lelia degli «Ingannati» degli Accademici Intronati di Siena; tentato stupro e brutale ideologia maschilista per la Silvia di «Aminta» di Tasso; abusi sessuali sistematici da parte del proprio vecchio padrone di casa per la popolana della «Lena» di Ariosto. Epperò anche inaspettato soggetto vittorioso del proprio piacere erotico, dove curiosamente si congiungono gli estremi, le aristocratiche (le due protagoniste della «Veniexiana» e la Fulvia della «Calandria») e la disinvolta contadina Betìa della «Moschetta» di Ruzante, laddove resta prigioniera della moralità (che con qualche imprecisione chiamiamo "borghese") la repressa Lucrezia della «Mandragola» di Machiavelli, fedele - per i suoi primi sei anni di vita coniugale - a un marito probabilmente dai gusti omosessuali.