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Donzelli

Un leone a Parigi

Un leone a Parigi

Beatrice Alemagna

Libro: Libro rilegato

editore: Donzelli

anno edizione: 2021

pagine: 32

Stufo della sua routine nella savana, un grosso leone, curioso e solitario, decide di mettersi in viaggio in cerca di un lavoro, un amore, un avvenire. E arriva a Parigi. Parte così il racconto che Beatrice Alemagna dedica al cosiddetto Leone di Belfort, la scultura di Frédéric Bartholdi (lo stesso della Statua della Libertà di New York), che dal 1880 domina la Piazza Denfert-Rochereau, ed è da sempre uno sei simboli dell'iconografia della capitale francese. "Mi sono chiesta perché quel leone sia tanto amato dai parigini. Credo che sia perché sembra così felice, lassù dove si trova...", spiega in fondo al libro l'autrice. Una storia surreale, tutta affidata alla forza evocativa delle enormi immagini e ai collage, che mescolano la forza visionaria di una storia fantastica agli squarci sulla routine e sui luoghi di una Parigi sulle prime distratta e disinteressata al nuovo arrivato. Età di lettura: da 4 anni.
24,50

Oltre i clan. Camorra, politica e discorso pubblico

Federico Esposito

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2025

pagine: 192

Negli ultimi anni, la diffusione di film e serie tv sulla camorra ha contribuito a diffonderne un'immagine prevalentemente violenta e spettacolarizzata. Tale visione ha favorito un senso comune che identifica la camorra come un universo criminale autonomo, isolato e impermeabile rispetto alla società civile e alle istituzioni. Gli studi storici e sociologici più recenti hanno tuttavia mostrato i limiti di questo paradigma interpretativo, evidenziando la natura plurale e relazionale del fenomeno, strettamente connessa ai contesti socio-economici e politici in cui si radica. Muovendo da questa prospettiva, il volume propone un'analisi della camorra come sistema di relazioni e come attore politico e sociale capace di incidere sulle dinamiche di regolazione dei territori, dei mercati e delle istituzioni locali. L'indagine si concentra sul caso del comune di Pagani, nell'Agro nocerino-sarnese, un contesto emblematico per la comprensione dei processi di formazione, riproduzione e legittimazione del potere camorristico. L'approccio adottato combina strumenti teorici e metodologici propri delle scienze sociali, ponendo al centro tre questioni fondamentali: la genesi storica dei gruppi criminali, le forme di controllo territoriale e politico esercitate dai clan e il ruolo dei discorsi pubblici e dell'antimafia civile nella costruzione sociale del confine tra legalità e illegalità. Ne emerge una lettura della camorra come fenomeno dinamico, storicamente situato e in costante ridefinizione, la cui persistenza dipende dall'intreccio con le strutture economiche, istituzionali e culturali delle aree di insediamento. Una riflessione rigorosa sulle relazioni tra criminalità organizzata e società, che restituisce alla camorra la sua dimensione più autentica: quella di fenomeno sociale complesso, che non può essere compreso senza un'attenta analisi delle comunità che lo producono e ne subiscono gli effetti.
25,00

Il pane e il cucchiaio. La storia detta due volte di Giuseppe Di Porto

Alessandro Portelli, Micaela Procaccia

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2025

pagine: 144

Giuseppe Di Porto nasce a Roma nel 1923. Preso nel rastrellamento degli ebrei a Genova, dove si era trasferito dopo le leggi razziali, è deportato ad Auschwitz, destinato al campo di Monowitz-Buna (lo stesso di Primo Levi). Dopo due anni, si salva durante la «marcia della morte» scappando verso il fronte. Entrato in contatto con l'Armata rossa, rientra in Italia nel 1945. La sua vita nel campo non è molto diversa da quella terribile degli altri deportati. Nel suo racconto, tuttavia, ci sono episodi carichi di significato, che hanno a che fare col pane, come cibo e come simbolo, e con un cucchiaio, utensile che nel campo assume un valore straordinario. Il pane torna di continuo nella sua storia: segno di quanto la fame fosse costante, capace di uccidere le persone nel corpo e nell'animo, tirandone fuori gli istinti più animaleschi. Lui la chiama «demoralizzazione»: una disumanizzazione che coinvolge le vittime, ma anche gli aguzzini. Una fame che induce a commettere azioni indicibili e a provare indicibili sentimenti di rabbia e negazione verso un Dio che non può esistere. A meno di un miracolo. Questo è il contesto del «fatto del cucchiaio» che costituisce la svolta cruciale della sua vita, ma che Giuseppe non racconterà subito, neppure nell'importante intervista rilasciata per la Usc Shoah Foundation. Vi darà voce solo in un'occasione, in dialogo con Alessandro Portelli. Una storia detta due volte non è mai detta allo stesso modo. E l'aneddoto, calato in un quadro narrativo più ampio, arriva a illuminare un'intera esistenza. Il lavoro di Alessandro Portelli e Micaela Procaccia porta alla luce una vicenda simbolica di perdita e ritrovamento della propria umanità, e al tempo stesso costituisce una riflessione su metodo e pratica della storia orale, sulla differenza fra «testimonianza» e «racconto» e sul processo della memoria. Raccontare e ascoltare la storia di questo ebreo, di quest'uomo semplice e insieme complesso, orgoglioso e insieme umile, è un modo per rivendicare in questo tempo di morte la dignità di una semplice umanità in cerca di pace e di uguaglianza per tutti.
15,00

A nanna, gattini!

Bàrbara Castro Urío

Libro: Libro rilegato

editore: Donzelli

anno edizione: 2025

pagine: 24

Difficile trovare un animale più amato del gatto… Che abbia gli stivali o sia Stregatto come nel Paese di Alice, che sia un Aristogatto o un tontolone come il Tom di Jerry, i micioni e i gattini che s'intrufolano nelle pagine per l'infanzia non si possono contare. E qui ce ne sono addirittura 11 – ciascuno col suo colore e la sua stanzetta. Uno per volta corrono a fare la nanna, e dietro a loro gattoneranno di certo anche i piccoli lettori fino a cascare dal sonno… con grande gioia di mamma e papà! Età di lettura: da 2 anni.
16,00

Italia di mezzo. Ritratti. Una campagna radicale

Simone Rusci, Marco Voltini

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2025

pagine: 160

«La provincia di Grosseto costituisce uno strano pezzo di Toscana, che qualcuno definirebbe “minore” contrapponendola alla Toscana da cartolina, quella del Chianti, della Val d'Orcia, di Siena e di Firenze. Una Toscana altra, a metà, ibrida per gli stessi toscani “maggiori”, che la percepiscono non tanto come terra di confine quanto come un gradiente di transizione tra l'alto Lazio e la vera Toscana. Dal volume emerge in effetti una Toscana diversa, ampia e distante rispetto a quella dei borghi e delle città d'arte, arretrata ma non povera, ricca di bellezze territoriali e paesaggistiche, che non cresce con costanza ma che ogni tanto balza in avanti grazie a una modernità congenita e poco convenzionale. Un'area in cui il Novecento ha inciso profondamente, trasformando in maniera radicale lo spazio urbano, la costa e soprattutto la campagna, e mettendo in moto dinamiche per gli sviluppi che già sono in atto e per quelli che si compiranno nel prossimo futuro». Il territorio grossetano è imbrigliato in un ossimoro narrativo. Da un lato, vi è il racconto dello spazio abitato percepito come isolato dal resto del paese, a causa del deficit infrastrutturale, dell'assenza di distretti manifatturieri e di poli industriali di rilievo. Dall'altro, emergono trasformazioni territoriali talmente profonde da poter essere definite radicali: la faticosa bonifica del Padule di Castiglione, l'espansione di Grosseto in una grande periferia – come osservava Luciano Bianciardi – e una valorizzazione del territorio attraverso l'istituzione di importanti parchi regionali e zone di tutela. Il Grossetano è dunque periferico, ma al tempo stesso un banco di prova per misurare le eredità e le prospettive della modernità del Novecento. Nonostante la crescita, il territorio rurale resta autenticamente agricolo, poco segnato dalla dispersione insediativa, che ha una forte polarizzazione sul capoluogo. Anche lungo la costa l'urbanizzazione non si è consolidata in un continuum edificato, caratteristica ormai rara nelle pianure costiere italiane. Il libro articola alcuni quadri interpretativi, attraverso storie e luoghi emblematici. Grosseto, uno dei comuni più estesi d'Italia, presenta un piccolo nucleo storico circondato da una vasta espansione novecentesca tale da ribaltare il rapporto tra centro e periferia. Le forme plurali di una campagna esito della bonifica e della riforma agraria mutano, pur mantenendo una qualità paesaggistica diffusa: molti poderi si sono riconvertiti in b&b e agriturismi; l'agricoltura di pregio si è spostata in collina, reinventando prodotti enogastronomici di successo che hanno ridefinito valori economici e immobiliari; la costa è divenuta un riferimento del turismo estivo e spazio di rilevanza ecologica. Dal Parco della Maremma alle dune fossili, dalla Pineta del Tombolo alla riserva della Diaccia Botrona, fino alle colline di Castiglione della Pescaia, questo paesaggio appare figlio di una geografia di lunga data. In realtà, è un ambiente pienamente moderno, oggi attraversato da trasformazioni legate al cambiamento climatico e alle profonde mutazioni socio-demografiche del paese.
26,00

La vendetta dei luoghi che non contano. Disuguaglianze e voto di protesta

Andrés Rodríguez Pose

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2025

pagine: 180

«Il concetto dei “luoghi lasciati indietro” è ormai un cliché: il paese che si svuota, la città media postindustriale senza più capacità produttiva, il divario crescente tra grandi città dinamiche e il resto del paese. È necessario recuperare una modalità di governo che tratti ogni luogo come se contasse, soprattutto perché, democraticamente, conta». La crescente distanza tra i luoghi che contano e quelli che non contano è oggi uno dei principali fattori di fragilità delle democrazie. Le diseguaglianze non si manifestano più solo tra individui, ma tra territori: è nei luoghi trascurati, privi di prospettive economiche e di potere, che si radicano il risentimento e la sfiducia verso le istituzioni. La geografia del malcontento politico si sovrappone così a quella della marginalità sociale, trasformando il disagio delle persone in un sentimento collettivo di esclusione. Il volume raccoglie alcuni dei contributi più rilevanti di Andrés Rodríguez-Pose, cui si aggiunge un capitolo inedito dedicato all'Italia e alla sua specifica geografia del voto antisistema, che mette in luce come le fratture territoriali del nostro paese e le loro conseguenze politiche si inseriscano nel più ampio quadro europeo. Attraverso un'analisi che intreccia geografia economica, sociologia dello sviluppo locale e scienza politica, viene mostrato come i divari territoriali alimentino l'ascesa di forze politiche anti-establishment, capaci di intercettare la protesta dei luoghi ai margini della globalizzazione. Nei territori colpiti dalla deindustrializzazione, dal calo demografico e dall'impoverimento delle infrastrutture civiche, la perdita di opportunità e di riconoscimento sociale si traduce in un voto di rottura, rivolto contro centri e classi dirigenti percepiti come lontani e indifferenti. Dove lo sviluppo ristagna e la fiducia si dissolve, l'illusione del cambiamento radicale trova terreno fertile. Il libro invita a superare la logica puramente redistributiva delle politiche pubbliche che per affermare l'urgenza di strategie che restituiscano ai territori potere, autonomia e capacità decisionale. Le diseguaglianze spaziali non producono solo stagnazione economica, ma erodono lo spirito civico e mettono in discussione la stessa architettura della democrazia rappresentativa.
19,00

Territori in movimento. Ri-gener-azioni in aree fragili

Letizia Bindi

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2025

pagine: 208

«Un aspetto interessante delle aree interne è la forte mobilità di chi le vive: attraversare luoghi e dimensioni, i giri lunghi della formazione, le scelte dei ritorni. Spesso l'attitudine al viaggio si traduce nei cammini: transumanti, pastorali o turistici, di conoscenza e valorizzazione territoriale; un essere in costante movimento che tiene insieme lo stare e l'appartenere. Un viaggio fisico, ma anche interiore, che ripensa l'abitare nelle zone fragili attraverso la contaminazione e il dialogo, sfidando il pregiudizio che vuole le aree interne territori chiusi e isolati». La «rigenerazione» è uno dei concetti più diffusi – e abusati – nel lessico contemporaneo delle politiche territoriali e culturali. L'antropologa Letizia Bindi lo smonta criticamente: la rigenerazione spesso si propone come soluzione universale a crisi sociali e ambientali, senza alterare il terreno di coltura che quelle crisi produce, finendo per giustificare interventi verticali, pratiche escludenti, strategie di greenwashing. A questa deriva si affianca l'enfasi sulla «resilienza» – altro termine abusato –, che spesso elude la dimensione collettiva del cambiamento per esaltare la duttilità dei singoli, con una retorica che sposta l'attenzione dalle responsabilità strutturali alle capacità adattive dei soggetti coinvolti. Questo libro è un invito a ripensare radicalmente certe categorie, evidenziandone le contraddizioni e le possibili derive, ma anche tirandone fuori le nascoste potenzialità. Il termine «rigenerazione», ad esempio, contiene anche un'evocazione della questione del «genere»: e da qui è doveroso sollevare il tema del ruolo svolto dalle donne nelle aree fragili; così come può essere colto un rimando alla parola «generazioni»: e da qui approfondire una questione cruciale, legata al futuro di queste regioni. Una prospettiva interessante, che ha un forte impatto generativo su questi luoghi, è quella del cammino: le strade e i sentieri, accanto alle narrazioni del ritorno, diventano simboli di trasformazione e passaggio cruciale, da percorrere in modo consapevole, creativo, attento agli umori del territorio, ma anche alle nuove sensibilità provenienti dall'esterno. Rigenerare le aree interne significa dunque innanzitutto affrontare le asimmetrie e le disuguaglianze che le segnano, e restituire a concetti ormai opachi tutta la loro forza originaria, capace di promuovere una trasformazione realmente inclusiva e condivisa.
19,00

Clima ingiusto. Il welfare per un patto eco-sociale

Giovanni Carrosio, Vittorio Cogliati Dezza

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2025

pagine: 208

Un welfare energetico-climatico per trasformare la crisi ambientale da moltiplicatore di disuguaglianze in opportunità per costruire società più eque e sostenibili. La crisi climatica rappresenta una delle sfide più complesse del nostro tempo: il cambiamento climatico non solo genera impatti differenziati sulla popolazione, accrescendo le disuguaglianze, ma le stesse politiche di transizione energetica possono produrre effetti distributivi regressivi, se non adeguatamente progettate. In questo libro Vittorio Cogliati Dezza e Giovanni Carrosio analizzano la convergenza tra giustizia ambientale e giustizia sociale, alla luce delle molteplici interdipendenze tra benessere delle persone, integrità degli ecosistemi, ricchezza delle relazioni sociali, specificità dei luoghi, decarbonizzazione della produzione e dei consumi. E sottolineano la necessità che le politiche energetiche e climatiche siano strutturali, trasversali e multilivello, a scala nazionale e locale. Solo così potranno integrare obiettivi di sostenibilità ambientale e di riduzione delle disuguaglianze. Politiche ambientali prive di sensibilità sociale rischiano infatti di esacerbare le disparità, mentre interventi sociali che ignorano la dimensione ecologica possono accelerare la crisi climatica. Dalla diagnosi del problema gli autori passano all'azione, con la proposta di un welfare energetico-climatico: un framework innovativo che non si limita a redistribuire risorse, ma si fa carico del rapporto tra le persone e l'ambiente, ripensando i sistemi di protezione sociale in risposta ai nuovi rischi generati dal cambiamento climatico. Questa prospettiva teorica e operativa mira ad affrontare simultaneamente le sfide della decarbonizzazione e della coesione sociale, ridefinendo il welfare oltre gli ambiti tradizionali (abitazione, salute, occupazione, mobilità) in chiave ecologica e inclusiva. Un welfare per la giustizia ambientale e sociale.
15,00

Jane Austen dalla A alla Z

Michael Greaney

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2025

pagine: 208

«Quando Jane Austen guarda l'alfabeto, davanti agli occhi le danzano le possibilità di infiniti esperimenti: la sua mente è affascinata da tutte le potenzialità originali e creative custodite dalle ventisei lettere. Per Austen lavorare con le parole vuol dire giocare con esse». Una guida originale e divertente al mondo di Jane Austen, sul filo dell'alfabeto: dalla A di amico alla Z di zig-zag, passando per la N di no e la S di servitù. Per celebrare i 250 anni della Divina Jane, come la chiamava Virginia Woolf, Michael Greaney costruisce un dizionario affettivo che si può leggere tutto d'un fiato o interpellare voce per voce, saltando qua e là alla ricerca della pista più interessante. Ventisei parole chiave estratte dalle sue opere più amate, ma anche dalle scritture private e dai testi meno noti, per raccontare in modo inedito un'autrice che conquista schiere di appassionati a ogni nuova generazione. Che si tratti di lettori comuni o di studiosi di letteratura inglese, Jane Austen ha sempre qualcosa da offrire a chi le presti la giusta attenzione. Sulla scia della passione della scrittrice per il gioco linguistico, Greaney decide di interrogarne la vita e le opere in ordine alfabetico, un escamotage che permette di esplorare i temi tipici della sua scrittura, ma anche di svelare alcuni aspetti meno evidenti, spesso ignorati dalle letture tradizionali. Cosa pensava Jane Austen delle colonie? Cosa delle disuguaglianze sociali? E cosa, ancora, del diritto di una donna di dire di no? A partire da uno scavo nei testi e nelle parole di Austen, Greaney ci mostra come ogni scelta della scrittrice possa essere rivelatoria: anche i più piccoli dettagli linguistici diventano indizi per allargare lo sguardo e comprendere il quadro generale. Il risultato è un libro pensato per tutti gli amanti di Austen, capace di restituire le infinite sfaccettature della sua opera e di sottolinearne l'ironia e l'arguzia, muovendosi tra storie indimenticabili in compagnia dei suoi personaggi, da Elizabeth Bennet alle sorelle Dashwood, da Emma Woodhouse ai subdoli Mr W. Un invito a leggere e rileggere un'autrice per la quale, davvero, ogni parola conta.
20,00

Tecnomonarchi

Alessandro Mulieri

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2025

pagine: 176

Siamo entrati nell'epoca dei tecnomonarchi. Una nuova rivoluzione reazionaria, concepita tra la Silicon Valley e i circoli intellettuali della destra americana e basata su sofisticate tecnologie di sorveglianza e controllo, è divenuta oggi programma politico a Washington. I suoi protagonisti sono imprenditori tech, ideologi e politici animati da una visione del mondo fondata sul ritorno a idee arcaiche di diseguaglianza, gerarchia naturale e monarchia assoluta. Il loro obiettivo? La fine della democrazia.
16,00

Coco Chanel. Vita e leggenda

Picardie Justine

Libro: Libro in brossura

editore: Donzelli

anno edizione: 2025

pagine: 340

Cosa si nasconde dietro il mito patinato della più grande icona fashion di tutti i tempi? Un viaggio nel mondo segreto di Coco Chanel, la stilista che ha inventato la donna del XX secolo. Il vivido racconto di Justine Picardie ha tutti gli elementi di un romanzo: il mistero, la ricerca di fama e successo, gli amanti illustri… il tutto in perfetto stile Chanel. Questa storia inizia con una bambina abbandonata, perduta e sola come la protagonista di una fiaba. Sulle tracce di questa bambina si muove Justine Picardie che, seguendo come un segugio la scia del profumo Cha nel N°5, ripercorre a ritroso la vita di Gabrielle «Coco» Chanel, rivelandone le fragranze più nascoste e misteriose. Fin dai suoi primi anni, segnati da perdite e sparizioni, di cui Picardie rivela dettagli sconosciuti e significativi: la morte della madre, l'abbandono da parte del padre, il lungo pe riodo trascorso nell'orfanotrofio del convento di Auba zine, esperienze che la spingeranno a diventare una donna non convenzionale, decisa ad autodeterminarsi e a non lasciarsi scalfire dalle difficoltà. Nelle pagine di questo libro prende vita il ritratto complesso e affascinante di Coco Chanel, un racconto che non tace delle sue relazioni passionali e tormentate, delle amicizie segnate da impetuosi affetti e velenose gelosie, ma che mette anche in luce l'influenza che gli anni giovanili ebbero sul resto della sua vita, sciogliendo a uno a uno tutti i nodi della sua biografia e svelando il mistero del linguaggio e dei simboli che sono diventati il marchio di fabbrica del suo stile leggendario: dalle due C intrecciate del logo della maison al nome del celebre Chanel N°5. Temuta e riverita dal mondo della moda, Coco morì nel 1971, a 87 anni, ma la sua eredità nell'eleganza contemporanea dura ancora oggi: il tubino nero, i pantaloni da donna, i profumi più venduti, il marchio di moda di maggior successo di tutti i tempi sono opera di questo raro genio della creatività femminile. Un ritratto autorevole, basato su una ricerca originale e sulle testimonianze di chi l'ha conosciuta – amici, familiari e collaboratori della maison – , e corredato di un ricchissimo apparato di immagini inedite provenienti dagli archivi Chanel. Justine Picardie riporta alla luce la sua vera storia, raccontando la donna dietro la grande stilista e mostrando in che modo Coco Chanel fece di sé stessa la sua creazione più riuscita.
32,00

La fattoria degli animali

George Orwell

Libro: Libro rilegato

editore: Donzelli

anno edizione: 2025

pagine: 160

A ottant'anni dalla prima uscita, il capolavoro di Orwell torna in libreria in una nuova edizione che ne sottolinea l'inquietante attualità, grazie alla voce di uno dei massimi traduttori italiani – Riccardo Duranti – e a un apparato illustrativo inedito di Federico Maggioni. Immagini potenti, coloratissime e crudeli, che fanno emergere tutta la lucida spietatezza di questa «fiaba» novecentesca. Quella che è stata a lungo letta come una parabola del totalitarismo si mostra in questa nuova veste come una riflessione più ampia sul potere e sui rapporti di sfruttamento – non solo tra gli esseri umani, ma anche tra uomini e animali, tra mondo umano e natura. La celebre frase «Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri» rappresenta oggi non solo una critica alle derive autoritarie, ma la sintesi amara di un meccanismo che attraversa tutte le forme di dominio. Con la leggerezza della parabola e la durezza della satira, Orwell ci costringe a guardare nel cuore dei sistemi di potere, nei rapporti che generano disuguaglianza, nei compromessi delle rivoluzioni tradite, nelle logiche quotidiane della prevaricazione. Età di lettura: da 9 anni.
20,00

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