Davide Strambi

Il libro presenta l’esperienza personale dell’autrice. Una vita fatta di ostacoli ma anche di tante vittorie, costringe la protagonista ad interfacciarsi con una realtà del tutto nuova. Giulia ha un DCA, le è stata diagnosticata, precisamente, l’anoressia nervosa. Quel giorno le ha cambiato la vita e da lì ha smesso, per un attimo, di vivere. Tuttavia ha potuto contare sull’affetto di familiari e amici, e ciò le ha permesso di ricominciare a vedere la luce nel tunnel. Come si fa ad amare se stessi? È la domanda principale di questo libro e l’autrice cerca di porvi una risposta tramite esso.

“Naufraghe – Storie di donne che si sono salvate” è il frutto del lungo lavoro portato avanti in questi anni dall’autore. Nel corso delle sue peregrinazioni in giro per la penisola e tramite i social, Mangiapelo ha conosciuto molte donne che gli hanno raccontato le loro tragiche esperienze. Alcune di loro si sono volute mettere in gioco dando il loro consenso a narrare le loro storie, alcune a viso aperto ed altre in forma anonima. Tutte loro con l’intenzione di lanciare un preciso messaggio di aiuto alle altre donne e per metterle in guardia sottolineando i segnali per riconoscere la violenza e poterla in questo modo affrontare. Ognuno dei racconti riportati sul libro è riferito ad un genere di violenza, perché la violenza si manifesta sotto mille aspetti. Ma anche storie di donne che nella loro vita hanno dovuto affrontare, in differenti momenti, forme di sopraffazione e di soprusi diversi. A fare da intervallo tra i vari episodi, sono riportate le esperienze che l’autore ha vissuto in questi lunghi anni di attivismo. Vengono così descritte le persone e le località che gli sono rimaste nel cuore, le difficoltà incontrate in questi lunghi anni, il periodo del Covid.

Prefazione Prof Ugo Vignuzzi; Note bibliografiche; Nozioni grammaticali del Vernacolo Alatrese; Storia d'Alatri; Parole del Vernacolo Alatrese derivate dal latino; Dizionario delle voci originali del Vernacolo Alatrese; Massime e proverbi; Filastrocche; Un episodio de "I Promessi Sposi" in Vernacolo Alatrese.

Il «Pallone in pillole» è una raccolta di frasi significative sul calcio che mettono in evidenza aspetti tattici, tecnici, atletici e comportamentali. Ognuna è accompagnata da una foto. Il libro, a cura del giornalista Antonio Mariozzi, è in gran parte realizzato con i pensieri estrapolati da studi, relazioni e appunti di Mario Mariozzi durante la sua attività di allenatore. E con altre opinioni espresse in tv o pubblicate sui giornali di ex calciatori, tecnici, ex allenatori e autorevoli personaggi del calcio italiano ed europeo come Roberto Mancini, Arrigo Sacchi, Marco Tardelli, Jurgen Klopp, Massimiliano Allegri, Fabio Capello, Maurizio Sarri e Luciano Moggi. Un frasario di ben 174 pagine per spiegare il calcio con poche parole.

Il racconto di un evento portentoso, avvenuto ad Alatri nel primo ventennio del XVII secolo, che la tradizione popolare e la fede hanno tramandato ininterrottamente per secoli.

"Queste poesie sono in realtà alcuni pensieri profondi che si sono trasformati in spunti artistici tradotti poi su carta e penna. Sono frutto soprattutto di una realizzazione personale che mi spinge tuttora a trasmettere ciò che ho dentro di me per riuscire a portarlo all’esterno. Sono figli anche d’una battaglia personale che va avanti da ormai molti anni e con cui faccio i conti nel mio lavoro quotidiano di cura dal problema della malattia mentale. Nel bel mezzo della pandemia mondiale che ci colpisce tutti, spero di allietarvi e di farvi trascorrere un po’ di tempo diverso dal solito… dunque buona lettura."

Ventinove finestre, ventinove donne per ventinove invenzioni che forse invenzioni non sono. Più esatto definirle interventi su spaccati di vite possibili e possibili spaccati di una vita sola, quella dell’autrice, che fa emergere pezzi di sé senza concedere l’agio di capire quali siano e, dove, in quei racconti subacquei e fluttuanti affiorino le loro schiene. Ogni uomo contiene dentro di sé tutti i vissuti possibili ma solo alle donne è concesso viverli e patirli per intero, questo perché se raccontano, hanno cose da raccontare e non sogni da mettere in ghingheri. Hanno dolori e gioie forti e di carne e non si tirano mai indietro, come non si è mai tirata indietro l’autrice, che quando lo ha fatto, è stato solo per vivere subito un’altra vita, un’altra storia da raccontare. La storia di un’altra donna che forse l’ha vissuta al posto suo, simile, uguale o differente poco importa. E che forse in questi ventinove racconti ci troverà un po’ di sé e di quello che ha offerto al mondo senza vederselo più restituire.

Disordine è un libro in silloge poetica. Veroli, paese del frusinate in cui ruotano le vite dei due autori, è protagonista assoluta di queste pagine, negli scatti di Antonio Grella e nelle liriche di Monia Lauroni, che a volte velatamente, altre in maniera orgogliosamente sfacciata, tratteggiano immagini che hanno la tipicità inequivocabile del vissuto ernico. Nel libro, ad ogni poesia corrisponde un'immagine speculare, un particolare di Veroli che ‘descrive’ per immagini ciò che al lato è descritto in versi. Un'unione che tenta di forare la superficie e scendere nelle atmosfere pervase da tensioni emotive e dare voce a quel dialogo che si instaura con le cose della vita di paese.

Un giornalista alle prime armi si trasferisce dalla provincia nella Capitale per avere più possibilità di carriera. Nonostante ciò la sua vita professionale stenta a decollare, fino al giorno in cui il direttore del giornale gli offre l'opportunità di realizzare uno scoop sensazionale, che potrebbe portare il nostro eroe a dare una svolta alla sua vita. Vi riuscirà?