Avalon

Questo libro vuole essere innanzitutto un documento di riferimento per gli allievi dei corsi di formazione per animatori di spettacolo. Non è un libro prettamente tecnico, quanto piuttosto orientato verso la formazione umana della figura dell'animatore, nel presupposto che questo tipo di formazione è inscindibile da quella cosiddetta professionale. Verranno presentate varie situazioni lavorative in cui l'animatore può venire a trovarsi, e di fronte a queste ho suggerito quelle indicazioni tecniche, quei consigli e quegli incoraggiamenti che ho ritenuto opportuni. Una parte del libro è dedicata a indicazioni sulla ricerca del lavoro, con la presentazione di alcuni modelli di offerta, e in tal senso ho fatto riferimento ad alcuni momenti della mia vita artistica. Ho ritenuto opportuno riportare tale riferimento anche in altre parti, umilmente convinto che il presentare la propria esperienza professionale può essere utile per chi vuole avvicinarsi al mondo dello spettacolo.

La tematica poetica dell'autore è stata segnata dalla intensità ermetica di Giuseppe Ungaretti, dal simbolismo pascoliano, e dal conclamato pessimismo leopardiano. Stanchezza morale, inerzia esistenziale, e autenticità biografica connotano una chiarezza intellettuale a cui non mancano slanci di rivalsa verso una pace tanto agognata del suo cuore. Questa raccolta di poesie è un appassionato e profondo conforto per eludere le ansie del passato.

In questo libro si intrecciano colori e sentimenti, si intersecano luoghi, vicoli presenti da sempre, ma anche le biografie del vicino della porta accanto, dell'amico, o del lavoratore che ha segnato l'infanzia dell'autrice ma anche un po' di tutti i novolesi. In queste pagine ci si incontra con la nostalgia dei ricordi, auspicando alle future generazioni di essere audaci e costruirsi in sinergia di chi ha tracciato la linea del tempo, lasciando un segno, costruendo Radici ed Ali; di un territorio, Novoli, proficuo di storia, dove si accendono tradizioni e saggezza popolare e spuntano saette di fuoco sacro che rendono la vita un prodigio. Il miracolo di questi racconti sono le opere ed il lavoro paziente di chi ha sfolgorato le sue doti per ardire un bene grande, con l'obiettivo di ostentare un profondo amore verso "generazioni connesse" alla propria memoria.

Raccolta di poesie che spaziano dalla natura alla bellezza della Sicilia, ma anche riflessioni sui fatti che la storia di oggi ci presenta: dai rapporti con il Nord-Africa, al tema dei Migranti.

"Federalismo ieri e oggi" continua ad essere presente ed attuale nel dibattito culturale dei nostri giorni, perché studiare la specifica realtà dell'Italia meridionale, nel quadro dello stato italiano e dell'Unione europea, continua ad essere, indispensabile, e quindi appare ancora utile" riproporre, pur aggiornandolo, questo lavoro.

Carla Sardella in questa raccolta "Le iridi della passione" concepisce la poesia come il luogo dove l'uomo e la donna possono risiedere; la sede della sua immaginazione e del suo sentimento; la culla della fantasia e della realtà; la dimora dell'essere e del tempo; la fucina del possibile e dell'impossibile; le parole mutate in ritmo sonoro; il punto di convergenza dei sentieri interrotti; la cura e l'oblio; il trasumanar e l'esser-ci.

Il libro è composto da due parti: la prima comprende erbe spontanee, fiori, cespugli, arbusti, officinali e non, la seconda piante e arbusti da frutta, piante officinali. Nel testo sono indicati il nome dialettale e italiano, la famiglia, il genere, il nome latino, e alcune curiosità. È inoltre presente un glossario per facilitare la comprensione di alcuni vocaboli tecnici. La gran mole di notizie e di lavori artistici, raccolti da Giuseppe Smeraglia e da Gabriella Stradi, potranno tornare molto utili soprattutto ai giovani e agli alunni delle scuole dell'obbligo i quali poco avranno sentito parlare della flora delle valli e delle montagne della Valle del Verdura.

Martino Spina ci propone un testo da lui costruito sulla memoria, sui sentimenti, sulle tradizioni di tutta una comunità: la comunità di Ciminna.

Anna Licia Gagliardo affronta con acume nel suo studio l'analisi comparativa tra i differenti modi impiegati da Castello e da Tempesta nel comporre le scene raffiguranti gli episodi del poema; individuando nel primo una generale tendenza a presentarli nel loro svolgimento; nel secondo la propensione verso una migliore vena descrittiva, riguardo in specie alle scene di combattimento, e la maggiore adesione al testo sia nell'ambientazione che nella scelta dei luoghi.

"Il sesto continente appartiene a tutti: nessuna frontiera erge un muro tra le anime e le idee non hanno pareti. È il pane della terra ad unire ogni cosa. Il pane e l'acqua sono metafora della vita, della condivisione, e non vi è popolo che non abbia un suo pane, o meglio esiste un solo popolo e tante forme di pane a rappresentarlo. Nella terra delle parole, siamo figli di un incendio dove i significati hanno perso peso, smagriti dal logorio della ripetizione. Ci hanno raccontato che tutto è stato scritto, detto, dipinto e suonato, come se la partitura della vita avesse esaurito i suoi termini, i suoi colori e le sue note. Questo sarebbe vero se tutto si fosse fermato, persino il pensiero. Eppure per chi scrive, il foglio è ancora bianco, la tela di nuovo da dipingere e lo spartito ancora da suonare. Nel sesto continente nessun uomo è naufrago di un altro, nessun sorriso è orfano di un abbraccio. È da qui che vi scrivo, cari lettori. Da un continente con un lievito comune, di acqua e sale, di cose visibili e invisibili, per condividere semplicemente un'emozione, tre passi da fare insieme a voi tra l'inchiostro delle righe e un sogno."