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Adelphi: Biblioteca filosofica

Lettere 1911-1951

Lettere 1911-1951

Ludwig Wittgenstein

Libro: Copertina rigida

editore: Adelphi

anno edizione: 2012

pagine: 601

"Circa un mese fa di colpo mi sono sentito nello spirito giusto per fare filosofìa. Ero assolutamente sicuro che non ne sarei mai più stato capace" scriveva Ludwig Wittgenstein a Norman Malcolm il 16 aprile 1951, pochi giorni prima di morire. Eppure, la passione filosofica non aveva mai smesso di accompagnarlo: lo testimonia in maniera eloquente questo volume, che attraverso un'ampia scelta della sua corrispondenza offre un vivido ritratto del filosofo, e permette insieme di ripercorrerne l'itinerario speculativo. Vi troveremo i tormenti del giovane Wittgenstein ancora indeciso se intraprendere la strada della filosofia; il senso di colpa per la sua condizione agiata e il tentativo di esorcizzarlo partendo per il fronte; l'irriverenza con cui si rivolge ad autorità come G.E. Moore o Bertrand Russell. Ma soprattutto le discussioni sulle teorie che avrebbero rivoluzionato la logica, affermandosi come tappe decisive di quel 'linguistic turn' che ha caratterizzato l'avanguardia filosofica del secolo scorso; l'insoddisfazione per la teoria dei tipi di Russell, da cui nascerà la tesi dell'indefinibilità della forma logica che sta al centro del "Tractatus". E ancora il volontario esilio dalla filosofia per ritirarsi a insegnare in sperdute scuole elementari della Bassa Austria, e la rinascita dell'interesse grazie alle discussioni con Frank Ramsey e Piero Sraffa; la preoccupazione per le sorti dei propri familiari nelle settimane successive all'Anschluss.
48,00

La morte e la terra

La morte e la terra

Emanuele Severino

Libro: Libro rilegato

editore: Adelphi

anno edizione: 2011

pagine: 558

Per quanto grandi siano le speranze e le supposizioni umane," scrive Severino sulla soglia di questo suo nuovo libro "esse si accontentano di poco, rispetto a ciò da cui l'uomo è atteso dopo la morte e a cui è necessario che egli pervenga". Nel proseguire, con ammirevole rigore speculativo, quel temerario percorso filosofico che da "Destino della necessità", attraverso "La Gloria", è approdato a "Oltrepassare", Severino procede qui "risolvendo un problema decisivo, lasciato ancora aperto": se "la terra isolata dal destino è oltrepassata dalla terra che salva e dalla Gloria", nondimeno su "'questa nostra vita' - si potrebbe dire - incombe la morte, e continuamente vi irrompe". Sorge quindi un interrogativo ineludibile: "L'attesa della terra che salva continua anche dopo la morte (e che cosa appare in questo prolungarsi dell'attesa? sonno, sogni, incubi?), oppure con la morte ha compimento anche l'attesa?". Nell'architettura del grandioso edificio teoretico che il filosofo è andato solitariamente costruendo nel corso degli anni, "La morte e la terra" appare dunque un vertice dal quale lo sguardo si spinge oltre ogni confine, giacché Severino non teme di consegnare risposte definitive: "Avvicinarsi alla morte è avvicinarsi all'Immenso della terra che salva della Gioia".
52,00

L'intima mano. Europa, filosofia, cristianesimo e destino

L'intima mano. Europa, filosofia, cristianesimo e destino

Emanuele Severino

Libro: Libro rilegato

editore: Adelphi

anno edizione: 2010

pagine: 180

La formula vuota e ipocrita che denuncia l'attuale "crisi della politica" nasconde, in realtà, una crisi molto più profonda e inquietante, che accomuna "tutte le forze della tradizione occidentale": "una "intima mano", assolutamente più intima e terribile di quanto possa supporre Herder quando, volgendosi al "santo Cristo" e al "santo Spinoza", si chiede: "Quale intima mano congiunge i due in uno?". Nel suo nuovo libro, Emanuele Severino mette a fuoco con precisione questo grande occultamento, accompagnandoci nel "sottosuolo essenziale" del pensiero filosofico del nostro tempo. Severino ci mostra anzitutto la conflittualità e insieme la specularità di tali forze: l'incerta "identità europea", improntata dal duumvirato USA-URSS, ovvero il più potente "monopolio legittimo della violenza" dell'ultimo secolo; il marxismo defunto e un capitalismo incapace di offrire alternative all'incremento del profitto privato quale "scopo supremo" della società; il cristianesimo e l'Islam come opposti dogmatici accomunati da una rigida connotazione antimoderna; lo Stato e la Chiesa, distinti sulla base di un Concordato "ambiguo" che lede le ragioni di entrambi. Al tempo stesso, Severino rileva come tutte quelle forze convergano nell'asservimento a una "tecnica" modellata dal "sapere ipotetico" della scienza e fondata sul solo "valore della potenza", e dunque sintesi estrema dell'"errore" dell'Occidente: l'"agire" come un carattere separato dall'essere.
26,00

Sulla tirannide

Sulla tirannide

Leo Strauss, Alexandre Kojève

Libro: Libro rilegato

editore: Adelphi

anno edizione: 2010

pagine: 397

Durata più di un trentennio, la contesa fra due dei massimi pensatori del Novecento - Leo Strauss e Alexandre Kojève - ha come oggetto la relazione tra il potere politico e la filosofia come saggezza, e dunque la responsabilità della filosofia in rapporto alla società. Nella prospettiva hegeliana di Kojève: la stessa ragione d'essere della filosofia. I due sono pienamente d'accordo sull'esistenza di una opposizione tra filosofia e società, ma non concordano sulla soluzione del conflitto. Per Strauss quest'ultimo è inevitabile, e la filosofia deve procedere per la sua strada giacché non vi è soluzione politica compatibile con la verità. Dunque la piena conciliazione tra filosofia e società non è necessaria, non è auspicabile, non è nemmeno possibile, e lo sforzo in quella direzione è destinato solo a essere distruttivo per entrambe. Per Kojève, invece, la filosofia è essenzialmente politica e la politica filosofica, il progresso filosofico e quello politico devono procedere di pari passo verso il loro compimento: un uomo libero che riconosca universalmente di esserlo. E già dietro questa elementare contrapposizione si intravede come la disputa Strauss-Kojève investa tutto il Novecento, secolo dei totalitarismi e dell'invadenza capillare della società nel pensiero. Condotta in pubblico e in privato - come testimoniano i saggi e la densa corrispondenza che compongono questo volume -, la lunga sfida speculativa non era destinata a finire con una conciliazione.
48,00

Contributi alla filosofia (Dall'evento)

Contributi alla filosofia (Dall'evento)

Martin Heidegger

Libro: Libro rilegato

editore: Adelphi

anno edizione: 2007

pagine: 497

Quest'opera dall'aura esoterica - stesa tra il 1936 e il 1938 sull'orlo di una drammatica crisi filosofica e personale, ma pubblicata solo nel 1989 - è il tentativo più organico e coerente compiuto da Heidegger per riorganizzare il suo pensiero dopo la cosiddetta "svolta". Prende dunque forma un universo speculativo nuovo e sorprendente rispetto a quello di "Essere e tempo": entrano in scena l'interpretazione della metafisica come oblio dell'Essere, la diagnosi storico-epocale del nichilismo e della tecnica, il confronto con Nietzsche e con Hölderlin, la dottrina dell'"ultimo Dio" e di un "altro inizio" della storia. In realtà già alla fine del capolavoro del 1927 si profilava l'esigenza di rovesciare la teoria quasi trascendentale dell'Esserci per considerare non solo il suo puro autoprogettarsi, ma anche l'immemoriale e insondabile provenienza della sua finitudine dalla storia dell'Essere. Con il pensiero della "svolta", cui quest'opera dà corpo, Heidegger teorizza la coappartenenza di Essere ed Esserci in quell'"evento-appropriazione", "l'Ereignis", con cui l'Essere si affida all'Esserci in un'alternanza di donazioni e sottrazioni, concessioni e rifiuti, manifestazioni e occultamenti, che ritmano le "epoche" della storia.
60,00

Fenomenologia della vita religiosa

Fenomenologia della vita religiosa

Martin Heidegger

Libro: Libro rilegato

editore: Adelphi

anno edizione: 2003

pagine: 435

Senza rinunciare al proprio punto di vista squisitamente filosofico, e professandosi "in linea di principio ateo", Heidegger interpreta l'esperienza religiosa come matrice esemplare per capire la dinamica originaria della vita umana nella sua "fatticità", quindi nella sua "gettatezza", finitudine e storicità. In particolare egli si accosta ai documenti del primo cristianesimo, e soprattutto alle lettere dell'apostolo Paolo e alle "Confessioni" di Agostino, per assimilarne con avidità le intuizioni filosofiche e delineare sulla loro scorta i tratti genuini della vita umana nella sua fatale tendenza alla perdizione e allo scacco, ma anche nella sua ricerca di un'ardua eppur raggiungibile riuscita.
48,00

Gorgia e Parmenide. Lezioni 1965-1967

Gorgia e Parmenide. Lezioni 1965-1967

Giorgio Colli

Libro: Libro rilegato

editore: Adelphi

anno edizione: 2003

pagine: 263

Tornare a filosofi come Gorgia e Parmenide implica una riscoperta, nella loro versione aurorale, delle categorie che hanno poi dominato il pensiero sino a oggi. Sotto le chiose rivelatrici di Colli, ogni pensatore entra in una rete di rapporti storici e epistemologici mobile e imprevedibile. Così Gorgia, anziché modello della "sapienza apparente" e "non reale" usata da "ingannatori" nemici dei filosofi, è un sofista nell'eccezione di "fisiologo" e di "fisico", e dunque capace di elaborazioni profonde ed eleganti, che culminano nella celebre tesi della "reductio ad impossibile". Quanto a Parmenide, Colli ne ripercorre le vertigini ontologiche indagando aspetti noti e nel contempo prospettando accostamenti arditi e illuminanti.
38,00

Conferenze di Brema e Friburgo

Conferenze di Brema e Friburgo

Martin Heidegger

Libro

editore: Adelphi

anno edizione: 2002

pagine: 226

Convinto che il sistema della tecnica non dipenda da una macchinazione dell'uomo né da una sua consapevole malvagità, e che dunque non si possa sussumere o governare sotto una forma politica piuttosto che un'altra, l'ultimo Heidegger si propone di chiarire in queste conferenze tenute a Brema (1949) e a Friburgo (1957), quale singolare destino metafisico si nasconda dietro l'evento della tecnica moderna. E nello svelarne le ragioni più profonde, giacché viene ricondotta alla storia stessa dell'Essere e alla singolare dinamica del suo darsi e sottrarsi all'uomo, il filosofo individua in essa un pericolo e insieme la possibilità di un nuovo inizio.
38,00

La gloria. Risoluzione di «Destino della necessità»
55,00

Dell'inizio

Dell'inizio

Massimo Cacciari

Libro

editore: Adelphi

anno edizione: 2001

pagine: 730

Come già dichiara il titolo, Cacciari intende volgere lo sguardo a quel "cominciamento" che è il problema del pensiero filosofico. A questa inattualità nel porre il problema di sempre della filosofia corrisponde una novità perentoria nella articolazione della forma, che abbraccia i tre modi della scrittura filosofica: il dialogo (l'ironia, la ricerca), il trattato (la sistematicità), il parergon (la frammentazione aforistica). Da questi tratti apparirà evidente una voluta arcaicità dell'architetura formale, che implica una vis polemica contro ogni discorso filosofico rassegnato all'inerzia. Qui, al contrario, si riconosce che il pensiero filosofico non può che riproporsi le domande del Parmenide platonico.
50,00

I concetti fondamentali della filosofia antica

I concetti fondamentali della filosofia antica

Martin Heidegger

Libro

editore: Adelphi

anno edizione: 2000

pagine: 448

Il pensiero greco è l'alpha e l'omega della filosofia. Forte di questa convinzione - da lui tradotta nella sentenza "la filosofia nasce grande" Heidegger ha cercato di mostrare come i concetti fondamentali coniati dai greci abbiano segnato il destino della civiltà occidentale. Lungo il suo itinerario speculativo, egli è perciò tornato di continuo a misurarsi con la grecità filosofica, al punto di voler "pensare in modo più greco dei greci". In questo volume, il filosofo illustra lo sviluppo del pensiero dai presocratici ad Aristotele, seguendo il filo conduttore dei testi originali e obbedendo insieme all'esigenza di guidare anche il profano alla comprensione di quei vertici speculativi.
52,00

L'anello del ritorno

L'anello del ritorno

Emanuele Severino

Libro

editore: Adelphi

anno edizione: 1999

pagine: 434

"Corpo estraneo" o problema insoluto della filosofia nietzscheana, la dottrina "dell'Eterno Ritorno dell'uguale" è tanto citata quanto misconosicuta. Persino nelle chiose dei filosofi che l'hanno percorsa fino all'ossessione, come Martin Heidegger, restano tracce di ambiguità, sospensioni, o residui di interpretazioni funzionali al pensiero di ciascuno di essi. La complessa lettura di Severino ha perciò innanzitutto il merito di restituire l'Eterno Ritorno al lettore che voglia avvicinare la nuda, ipnotica vertigine ontologica. "Che tutto ritorni è l'estrema approssimazione del mondo del divenire al mondo dell'essere" (F. Nietzsche).
50,00

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