ABE: Le regine di Napoli
Jeanne D'Anjou. Giovanna I D'Angiò regina di Napoli. Volume Vol. 4
Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera
Libro
editore: ABE
anno edizione: 2018
pagine: 112
napoli senza il ducato di calabria - S.Chiara sede dell'arcidiocesi di Napoli post-sisma - L'Aquila in Regno, il nemico dal Molise a Capua - Giovanna I e Luigi I pronti a tornare a Napoli - Lupo innesca la battaglia di Melito del 6 giugno - Giovanna I e Luigi I tornano ad agosto: le cariche - Guarnieri in ostaggio, il papa vuole una tregua - Il comando a Re Luigi che sfida il nemico a duello - La tregua: il Regno perde le Calabrie di Venosa - Il trattato: Napoli a Giovanna, Bari all'Ungaro - Lupo intasca il riscatto e si ritira a Campobasso capitolo ii il re ungaro su salerno: la via major - 25 aprile: Re Ungaro fu a Barletta e sull'Appia - Re Ludovico da Manfredonia ad Ascoli e Otranto - Gli Ungari su Urbe Salerno in Principato Regio - Vicario a Salerno, contrasti a Torre e a Sarno - Pietra d'Ercole a Torre: Rovigliano al M.Aureo? - Somma respinge l'antiré che vira su Maddaloni - L'arrivo ad Aversa, dove Ludovico fu ferito - Re Ungaro su Capua: nasce il Viceré dell'Abruzzo - Settembre a Napoli pel duello mancato: è tregua - Malatesta col papa per riconquistare l'Abruzzo - Luigi compra il Molise, ma Ludovico è nel Sannio - Ludovico parte e dà Ascoli agli Arianesi di Apice
Juannella la nova. Volume Vol. 1
Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2017
pagine: 160
È una biografia di Bascetta e Cuttrera sulla figlia dell'infanta di Spagna. Nata da Giovanna III e Ferdinando I di Napoli presso l'AGP, l'Annunziata istituita a Malepasso, Giovanna IV fu considerata l'infanta di Napoli. Cresciuta a corte con la cognata duchessa nel Palazzo della Duchesca progettato da Maiano e Pacello da Mercogliano, l'erede di Napoli era il futuro da lasciare ai superstiti di una famiglia decimata che si ricompattò intorno a Ferrandino e Giovannella sposi. Tanti gli aneddoti, fin quando Giovannella va a Messina e Ferrandino torna perché il fratellastro Alfonso III abdica per via dei processi ai ribelli della congiura dei baroni. Ma onorare i debiti e le donazioni alle chiese fedeli sono una prerogativa del nuovo re che promette nozze alla novella regina, ma senza regno. È la reginella che abolisce le gabelle ai napoletani e si sposa nel restaurato appartamento del Maschio Angioino.
Jeanne D'Anjou. Giovanna I D'Angiò regina di Napoli. Volume 3
Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2016
pagine: 128
Giovanna è assolta: la corte d'amore; Il Papa ora vuole tre stati: Palermo, Napoli e Salerno; Sicilia ai Catalani, Urbe a Jeanne, Puglia a Ludovico; Carlo di Boemia è Imperatore, Ludovico lascia; La corte provenzale: Piero Bonifazio, poesie e gioielli; Pedenato, il primo cantastorie dell'Etna in Provenza; Andriàsse e Tarànta, le nozze reali finiti a teatrino; Il Papa nega la corona a Ludovico; Giovanna è assolta, ma Ludovico resta Re titolare - Peste sul trono di Neapulia; Ungheresi da Aversa a Napoli: nel regno fino a giugno; Avignone al papa, Giovanna cavalca su Aversa; Sanseverino libera Acerra; Squillace riprende Napoli; Il nemico nella vecchia Reggia di Castelmagno; Neapolis è libera, Castel grande è il trono di Sicilia; La Regina sposa Luigi il 20 agosto e lo fa erede; Scoppia la peste: il nemico fugge, la Reggia è libera; Re Luigi riscatta Terra di Lavoro e Valle Beneventana; Luigi e Pipino in Puglia, S.Maria e Calabria; Guarnieri prende i castelli di S.Germano a Luigi; Catturati Guarniero e Pipino: Luigi compra la pace; L'Ungaro perde il Viceregno di Puglia; La Reggia di Napoli, nuova Urbe metropolitana.
Marie d'Enghien dei Brienne de Luxembourg. Maria d'Engenio di Oria, Lecce e Taranto regina di Napoli
Arturo Bascetta
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2014
pagine: 112
La famiglia appartenne alla maison de France, ma le sue origini affondano nella casata normanna dei Brienne del Lussemburgo titolari di contee possedute a tandem, fra il Belgio e la Puglia, specie sotto la regina Giovanna I di Napoli. Ma lei nacque a Lecce, se non a Gubbio, e seguì il padre Giovanni nella conquista dei Durazzo d'Ungheria contro il ramo d'Angiò. La dote che amministrò fu immensa e le pervenne per parte di madre, Sancha del Balzo detta Sancia, imparentata coi Duchi d'Andria, ribelli alla sovrana, e passati nell'antiregno dei catalani di Sicilia di Trinacria con vicaria a Matera, forti dei possedimenti, dal principato di Taranto alla Baronia di Flumeri. Sposò Raimondo del Balzo e poi Raimondo Orsini, Raimondello, erede delle due casate fusesi a Lecce, vicaria di Partenope, il nuovo Regno di Heapoli fatto risorgere da re Ladislao e dal papa col vessillo di S. Stefano che era dei crociati. Nel castello del Vove, il Bue, ancora echeggiano le parole della resa a Ladislao: "Scelgo il trono, anche se muoi, tanto se moro, moro da regina".
Juana l'Infant. Una moglie per Ferdinando
Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2014
pagine: 80
Giovanna III regnò più del marito, più della figlia Giovanna IV e più dei figliastri, Alfonso e Federico, e del nipote Ferrandino. Fu lei la seconda moglie del cugino Ferrante d'Aragona di Napoli, prelevata a Barcellona dal figlio Alfonso, costretto a sposarla e ad incoronarla per il padre prima di salpare. Quando poi il Re vide la sua Regina, il cuore gli si spezzò. Giovanna era bella, giovane e battagliera. A soli venti anni era già Luogotenente Generale al comando delle truppe del padre e tale restò anche come Regina di Napoli durante le assenze dei sovrani, sempre impegnati a combattere il Papa e i baroni ribelli. Cariteo, Sannazzaro, Ruggiero de Pacienza e molti altri furono i poeti che cantarono le lodi i questa donna di ferro, l'unica che restò sempre al comando, che pianse continuamente i morti né ebbe soggezione dei vivi come San Francesco da Paola. La ristrutturazione di Castelnuovo, la quadreria, i codici miniati e la presenza a corte di maestri giardinieri come Pacello da Mercogliano, a realizzare ville, giardini e giochi d'acqua nei siti di Poggioreale, della Duchesca e del Paradiso, sono la garanzia che il Rinascimento fu vivo in una Napoli più legata a Firenze.
Jeanne D'Anjou. Giovanna I D'Angiò regina di Napoli
Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera
Libro
editore: ABE
anno edizione: 2013
pagine: 106
Alla morte del Re marito si ribellò tutto il Regno, essendo ormai diviso in tre fazioni diverse. Vi fu perfino chi, come il Conte Nicolò Gaetano di Fondi, approfittando della sua debolezza, occupò il Lazio Antico, annettendo Terracina, Gaeta, Itri e Formia, arrivando ad insediare perfino una sorta di antipapa, quale fu il vescovo ribelle di Ascoli, che professò la religione dei Castigliani, invasori dell'intero regno poi cacciati dalla Gran Compagnia di ventura fatta di Ungari, Tedeschi e Romagnoli. Minacciata dal cugino Durazzo, Giovanna provò il brivido del ricatto, in una sorta di colpo di stato nell'ex Reggia di Bosco Reale e Somma Vesuviana. Da qui l'agognata indipendenza chiesta a gran voce dall'Abruzzo dell'Aquila e dal Lazio Antico di Terracina, Gaeta, Formia e Fondi, i cui abitanti, dopo il massacro dei Napoletani ad Itri, furono tutti perdonati e tornarono a far sventolare la bandiera del Regno di Partenope sull'antico Castel S.Angelo di Terracina, il Monte S.Angelo dei normanni del Garigliano, antica Porta del Regno di Puglia.
Jeanne D'Anjou. Giovanna I D'Angiò regina di Napoli
Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2013
pagine: 106
Sposò, amò e lasciò uccidere il giovane marito dagli amici dell'amante Generale Luigi e sfidò il Papa, pur essendo soggetta al baliato e alla chinea verso il capo della Santa Romana Chiesa. Solo grazie a lui era possibile, previo pagamento di 8.000 fiorini, ottenere lo stendardo, cioè il vessillo di S.Pietro, ed annettere al Regno tutte le Terre ribelli di rito greco all'unica chiesa cristiana, la S.R.E. E così, mentre Giovanna tornava incoronata da Avignone, l'Aquila festeggiava la rivolta e annunciava al Regno l'agognata indipendenza che si risolse con un eccidio e con la nomina a Vicerè dell'Abruzzo di Galeotto Malatesta di Cesena. L'amante Luigi le salvò la corona, le ridiede credibilità, le custodì il tesoro e alla fine la sposò. Lei non ripagò con lo stesso amore, anzi, lo fece salire sul trono e poi lo scaricò senza mai farlo diventare Re.
Isabelle de Baucio. Isabella del Balzo di Andria. La regina di Napoli. Le regine del regno di Puglia, Napoli e Sicilia
Arturo Bascetta, Angelo Maietta
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2012
pagine: 128
Isabella dei duchi del Balzo (de Baux di Andria) fu la regina più sfortunata di ogni tempo. Sposò Federico I, il re che stette sette anni sul trono di Napoli senza mai sedersi, per le tante battaglie a cui partecipò. È un viaggio con la viva voce dei protagonisti tirati in ballo senza confondere la vera cronaca di cortigiani, notai e viaggiatori con artificiose storie non coeve. È lo specchio in cui si riflette la principessa nata a Venosa con sullo sfondo la congiura dei baroni irpini e pugliesi distrutti dagli stradiotti veneziani del Duca di Mantova che si elevò a Duce di Ariano e a Governatore di Benevento in nome del papa. La povera Isabella, sballottata fra un paese e l'altro, conobbe il vero volto della gente e, da figlia del Principe Pirro (Pierre), si circondò di musici e cortigiani, a cominciare da Rocziero de Pacientia che scrisse un poema, Lo Balzini, durante il viaggio per l'incoronazione. Fu dopo questo peregrinare che la regina si riunì alle altre principesse tristi ad Ischia prima di vivere e poi terminare i suoi giorni nella splendida Ferrara alla corte del Duca Alfonso D'Este dopo i viaggi a Blois e a Valenza dal marito prigioniero e dal figlio Ferrante III.
Isabelle de' Clarmont. Isabella I d'Aragona dei Chiaromonte di Lecce
Arturo Bascetta
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2010
pagine: 80
Figlia della Contessa di Matera e del Cavalier Tristano de' Clermont dei reali di Francia, ereditò il Principato di Taranto, il più grande stato d'Italia. Bella, alta e formosa, dal collo lungo e dalle dita affusolate, fece innamorare Ferrante I. Divenuta Duchessa di Calabria a Bari, e poi Regina sul trono della Sicilia Ultra in Napoli, Isabella dei Clermont di Lecce, italianizzati in Chiaromonte, fu luogotenente generale a Nola in tempo di guerra e abile sovrana in tempo di pace. Prima salvò il Re dai debiti chiedendo soldi in prestito ai baroni e poi strinse parentela con gli Sforza di Milano. Ebbe la tenacia di cambiare la vita dei napoletani, perché, senza saperlo, oltre al modo di ragionare, al diffondersi dello studio, della lettura e delle arti, contribuì a mutare i costumi e le abitudini di corte. Mai, prima del suo tempo, s'erano visti sovrani spiegare umilmente ai sudditi di essere in difficoltà economica, oppure portare a spasso gli eredi fra i vicoli. Vuoi per familiarità, vuoi per vezzo, Isabella trasferì dal Palazzo in strada la musica e le feste, la corte e i cortigiani. Fu Regina del Rinascimento Napoletano anticipando la fine del Medioevo.
Isabelle de Lorraine. Isabella di Lorena. La regina di Napoli
Arturo Bascetta
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2010
pagine: 64
Moglie di Re Renato d'Angiò, gli subentrò durante la sua prigionia e divenne Regina di Napoli per decisione dei reggenti istituiti dalla defunta Giovanna II. Sbarcata a Gaeta e fu accolta in festa a Castelcapuano, sedendo sul trono affiancata dal vicario Orsini e dai vicerè Caldora e Cotignola, delle due regioni di Calabrie e Abruzzi, comprendenti le diverse province del regno. Aiutata dal papa a ristabilire l'ordine sobillato dalle truppe dell'antagonista Re Alfonso, fu magnanima e pianse la morte del fratello Pietro l'Infante. Isabella di Lorena restò solo otto anni sul trono, ma fu amata e piacque per la sua serietà. Ricordata nelle canzonette napoletane per aver perso i baroni di Puglia e Basilicata, viene presentata come una Regina equa e giusta,rappresentata finanche nelle commedie popolari. Re Alfonso la riporterà in Provenza, a godersi il Rinascimento incubato a Napoli, chiamando a corte maestri, musicisti e pittori per meglio rivivere i canti popolari e i balli della Pastorella provenzale così simili a quelli delle novene napoletane. Renato fu costretto alla famosa fuga sul Partenio di Montevergine, mangiando uova arrostite e fegatini beneventani.
Joanna II La Nova. Giovanna d'Angiò di Durazzo
Arturo Bascetta
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2009
pagine: 208
È la prima biografia completa. Giovanna la Nova fu Regina di Sicilia in Napoli e seconda Magnanima del Regno di Partenope quando successe al fratellastro Ladislao I. Conosciuta per essere una Regina degli amori, fu in realtà la sovrana che riuscì a riunire gli ex Regni di Accola, Taranto e Napoli senza Trinacria. Giovannella, fu maltrattata 'di impudica natura, dedita a libidinosi abraciamenti'. Sfuggì a 4 pontefici, fra papi ed antipapi. Prigioniera del Re consorte, il francese Giacomo de la Marche, fu vittima degli intrighi di Corte.Fra congiure ed assassinii, tradimenti e rapimenti,si circondò di abili Condottieri e Cavalieri, da Sforza ad Orsini, da Tristano ai Caracciolo di Avellino. In 20 anni, nonostante la miseria, riordinò tutti e tutto: Viceregni, Province, Università e amanti.
Germaine de Foix. Germana del Fuso di Guascogna. La vedova del re di Spagna che risposò Ferdinando duca di Calabria figlio dell'ex re Federico di Napoli
Arturo Bascetta
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2008
pagine: 64
Ebbe in donazione dallo zio Luigi XII di Francia la metà del Regno di Napoli, la portò in dote a Ferdinando il Cattolico e divenne Regina. Giunta in viaggio di nozze nel Sud, ricevette l'omaggio feudale dei baroni napoletani, gratificata da perle e gioielli, d'oro e d'argento. È Germana del Fuso di Guascogna, la Regina delle Due Sicilie. Alla morte del marito si risposò con il Duca di Calabria, figlio degli ex Sovrani Aragonesi, Isabella del Balzo e Federico di Napoli. Relegata nel Viceregno di Valencia, diffuse arte, cultura e costumi del primo Rinascimento incubato nella Metropoli partenopea. Germana de Foix, sorella di Gastone e cugina di Lautrec, già degna consorte sul trono d'Aragona e Napoli, nulla poté contro il destino dell'ex Capitale, finita nelle mani dei Vicerè spagnoli. Lasciò vedovo l'ultimo aragonese napoletano nella lontana Liria, dove si estinse la memorabile Casata originata da Re Alfonso, quel Magnanimo che valorizzò e federò in Province gli antichi Principati e Ducati: gli Stati della storia del Sud, tutto ciò che Spagnoli e Austriaci usurparono, depredarono e affondarono nel mare dell'oblìo.