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Libri di Arturo Bascetta

Ricchi e poveri di Avellino città. Volume Vol. 3

Arturo Bascetta

Libro: Libro rilegato

editore: ABE

anno edizione: 2025

pagine: 148

A quei tempi, la buonissima pasta fatta in casa, prendeva soprattutto la strada della città e quella che restava era smerciata a Napoli e a Salerno nei giorni di festa. La maggior parte della pasta di cui abbiamo notizia si produceva ad Avellino in quanto era destinata a Piazza Della Libertà: alla cucina dell'Hotel Centrale di Galasso e al ristorante Della Sirena di Domenico Cristiano. Più di una erano le trattorie frequentate anche dai forestieri come Giardini d'Inverno di Domenico Nevola a via Clausura e quelle di Generoso Tino e Generoso Cucciniello in via Beneventana. La lista continua con Stanislao Festa in via Luigi Amabile, Antonio Carulli in via della Sapienza, Giuseppe Coppola a piazza Garibaldi, Nicola Cerulli al Corso. Per finire con la Trattoria del Genio in via Trinità e il ristorante Del Barone di Generoso Rosapane in via Costantinopoli, ma tante erano le massaie che appendevano alle canne le tagliatelle o appoggiavano i vassoi con gli gnocchi appena lavorati a quattro dita per lasciarli asciugare al sole. Nella realtà Avellino aveva continuato a essere una città laboriosa solo dal punto di vista intellettuale dopo la nascita del Real Collegio nel 1831, divenuto poi Liceo Colletta, dove si insegnavano le lingue e la letteratura, togliendo alunni allo stesso Seminario Diocesano. Non bisognava per forza diventare preti, insomma, per studiare. E così gli insegnanti Angelo Antonio Minichiello, Francesco Saverio Iandoli, Antonio Salomone, l'arciprete Bianco, Raffaele Masi, Michele Farina, Michele Palumbo, Tommaso De Stefano, Sabino Belli, Vincenzo Laudonia, Agnello Cocchia e Modestino Ottaviano crearono le basi ai futuri politici. Gli stessi professori del Seminario presero poi a insegnare ai ragazzi del Collegio, come Enrico Capozzi, Serafino Soldi, Nicola Abate, Carlo Donatelli, Nicola Amilcare Imbimbo divenuti poi quasi tutti avvocati. La notizia dell'apertura della scuola reale fu data alla Provincia il 10 ottobre del 1831 dalla Commissione Provinciale costituita dall'arcidiacono Francesco Saverio Jepparelli, dal dottor Fiorentino Zigarelli e dal canonico Antonio Preziosi; l'inaugurazione, per orazione pronunziata dal sacerdote di Fontanarosa, Tommaso De Rosa, avvenne il 1° dicembre tra professori e intellettuali famosi giunti in città a celebrare lo storico evento. Primo rettore del Collegio ne fu proprio, per dieci anni, don Tommaso De Rosa Piscitelli. Ne presero poi il comando Dulcetti e Imparati fino al 1853, quando l'istituto sarà affidato ai Padri delle Scuole Pie o Scolopi, direzione che esercitata da veri e propri padri-padrone. In successione, furono tra gli altri rettori del Liceo: Luigi Caputi, Carlo David di Ospedaletto, Antonio Noja, Giuseppe Lumello, Luigi Palmieri, Luciano Loparco, Martino Giannattasio, Federico Villani, Sebastinao Maturi, Vincenzo Cannaviello, Nicola Valdimiro Testa, Vittorio Bettei, Ferdinando Sasso, Gio: Battista Griseri, Teodoro Bosio, Francesco Giovannini, Emilio Sauté. Il Real Collegio divenne una scuola importantissima specie sotto la guida del prestigioso professor Basilio Puoti, appositamente giunto da Napoli su richiesta dei rettori del Collegio che, dal 1857, sarebbe stato elevato a Liceo con un numero maggiore di alunni e di cattedre, fino a diventare nel 1861 Real Liceo Ginnasiale e Convitto Nazionale col decreto di Vittorio Emanuele che toglierà definitivamente la direzione amministrativa dei Licei agli ordini religiosi. La prima ventata i ricostruzione del Regno del 1848 non interruppe quel ciclo, ma solo 225 furono gli avellinesi che sottoscrissero il documento di fedeltà a Ferdinando II, alcuni anche mezzi liberali. Il nuovo intendente Paolo Emilio Imbriani seppe mantenere l'ordine ricordando i moti liberali del 1821, nonostante il vescovo della città Maniscalco si fosse recato a Caserta a rendere omaggio al Borbone.
39,00

Caggiano nel 1754. 4° Catasto onciario principato citeriore di Salerno. Volume Vol. 1

Caggiano nel 1754. 4° Catasto onciario principato citeriore di Salerno. Volume Vol. 1

Arturo Bascetta, Bruno Del Bufalo

Libro: Libro rilegato

editore: ABE

anno edizione: 2018

pagine: 112

Il comune, diviso da Pertosa (catasto a parte) con i cognomi di tutti gli abitanti, le strade e i luoghi antichi: S. Maria Maggiore dei Greci, S. Salvatore, S. Giuliano, Valle Palazzo, S. Caterina, S. Giovanni, Calabri, Cornale, S. Andrea, Murgi Beato seu le case abbraggiate, Mozzoni, Fontana Caggiano e tutti i nomi di ricchi e poveri nella seconda metà del 1750 per un minimo di albero genealogico.
30,00

Juana la triste. Regina Giovanna III di Napoli. Volume 3
30,00

La conquista di Carlo VIII del 1495. L'Aquila, Napoli, Capua, Ischia, Salerno

La conquista di Carlo VIII del 1495. L'Aquila, Napoli, Capua, Ischia, Salerno

Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera

Libro

editore: ABE

anno edizione: 2017

pagine: 96

L'entrata di Carlo VIII in Capua e Aversa. L'ingresso a Napoli del 20 febbraio. Sosta a Poggioreale, poi a Castelcapuano. Fuoco amico sulla città dai castelli aragonesi. Ucciso il prigioniero fratello del Gran Turco. Carlo s'accorda col Papa e gli regala Benevento. Presa Castelnuovo, Spagnoli in Sicilia: accordo?. Ai Francesi piacevano le donne napoletane. Il Principe Federico tratta col nemico. Il Re è perso: tradito dal castellano di Ischia. Il nemico lascia beni a Juana che parte per Messina. L'ultima a cadere fu Gaeta. Carlo è ormai padrone e ordina le giostre. Carlo VIII prende e lascia Napoli. Federico festeggia in Puglia, ma Carlo è sul trono. L'incoronazione a Re di Napoli. Il giuramento dei baroni e le tasse. Carlo va via e non paga gli alleati. Il Viceregno francese.
30,00

Juannella la nova. Volume Vol. 1

Juannella la nova. Volume Vol. 1

Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2017

pagine: 160

È una biografia di Bascetta e Cuttrera sulla figlia dell'infanta di Spagna. Nata da Giovanna III e Ferdinando I di Napoli presso l'AGP, l'Annunziata istituita a Malepasso, Giovanna IV fu considerata l'infanta di Napoli. Cresciuta a corte con la cognata duchessa nel Palazzo della Duchesca progettato da Maiano e Pacello da Mercogliano, l'erede di Napoli era il futuro da lasciare ai superstiti di una famiglia decimata che si ricompattò intorno a Ferrandino e Giovannella sposi. Tanti gli aneddoti, fin quando Giovannella va a Messina e Ferrandino torna perché il fratellastro Alfonso III abdica per via dei processi ai ribelli della congiura dei baroni. Ma onorare i debiti e le donazioni alle chiese fedeli sono una prerogativa del nuovo re che promette nozze alla novella regina, ma senza regno. È la reginella che abolisce le gabelle ai napoletani e si sposa nel restaurato appartamento del Maschio Angioino.
30,00

La duchesca e il testamento di Alfonso II

La duchesca e il testamento di Alfonso II

Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera

Libro

editore: ABE

anno edizione: 2017

pagine: 144

Elementi biografici sulla duchessa Ippolita Sforza, su Giovanna d'Aragona e sui re di Napoli.
30,00

Benevento 1458-1498. Lo Stato del papa fra congiura e riconquista. Volume Vol. 3

Benevento 1458-1498. Lo Stato del papa fra congiura e riconquista. Volume Vol. 3

Arturo Bascetta

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2018

pagine: 144

20,00

Profilo storico su Carovigno. Il feudo, i baroni, le chiese dal 1200 al 1900

Profilo storico su Carovigno. Il feudo, i baroni, le chiese dal 1200 al 1900

Arturo Bascetta

Libro

editore: ABE

anno edizione: 2018

pagine: 96

Il testo ripercorre a ritroso i fatti storici: "Alla morte di Re Tancredi II e del figlio Ruggero, il feudo di Carovigno viene conquistato dallo Svevo. Enrico VI usurpa il Regno per la moglie Costanza; Via Sibilla: Lecce al Biccari e Taranto a Margaritone con Guglielmo: accecato, l'altro castrato; Enrico VI muore, Costanza fugge a Jesi; Il Giustizierato della Terra d'Idronti. La Contea di Lecce in Regno di Napoli: il papa, divenuto reggente, fa tornare i Tancredini; Carovigno in Giustiziario Idronti al magistro di Ostuni, e riassorbita da Napoli, è Contea di Lecce; Il ritorno agli Stati feudali dei Franchi. Nel Principato "autonomo" di Taranto: Re Roberto d'Angiò scioglie la Contea di Lecce. La Signoria di Mesagne conquista Carovigno..."
21,00

600° anniversario degli Statuti Angioini della città di Apice in valle beneventana a.D. 1420-2020
30,00

Jeanne D'Anjou. Giovanna I D'Angiò regina di Napoli. Volume Vol. 4

Jeanne D'Anjou. Giovanna I D'Angiò regina di Napoli. Volume Vol. 4

Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera

Libro

editore: ABE

anno edizione: 2018

pagine: 112

napoli senza il ducato di calabria - S.Chiara sede dell'arcidiocesi di Napoli post-sisma - L'Aquila in Regno, il nemico dal Molise a Capua - Giovanna I e Luigi I pronti a tornare a Napoli - Lupo innesca la battaglia di Melito del 6 giugno - Giovanna I e Luigi I tornano ad agosto: le cariche - Guarnieri in ostaggio, il papa vuole una tregua - Il comando a Re Luigi che sfida il nemico a duello - La tregua: il Regno perde le Calabrie di Venosa - Il trattato: Napoli a Giovanna, Bari all'Ungaro - Lupo intasca il riscatto e si ritira a Campobasso capitolo ii il re ungaro su salerno: la via major - 25 aprile: Re Ungaro fu a Barletta e sull'Appia - Re Ludovico da Manfredonia ad Ascoli e Otranto - Gli Ungari su Urbe Salerno in Principato Regio - Vicario a Salerno, contrasti a Torre e a Sarno - Pietra d'Ercole a Torre: Rovigliano al M.Aureo? - Somma respinge l'antiré che vira su Maddaloni - L'arrivo ad Aversa, dove Ludovico fu ferito - Re Ungaro su Capua: nasce il Viceré dell'Abruzzo - Settembre a Napoli pel duello mancato: è tregua - Malatesta col papa per riconquistare l'Abruzzo - Luigi compra il Molise, ma Ludovico è nel Sannio - Ludovico parte e dà Ascoli agli Arianesi di Apice
30,00

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