Zecchini: Fuori collana
Isabella Colbran, Isabella Rossini. Cofanetto
Sergio Ragni
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Zecchini
anno edizione: 2012
pagine: LXII-1226
Anche nella più moderna saggistica la figura di Isabella Colbran è stata sempre studiata esclusivamente attraverso le informazioni fornite dalla letteratura dedicata a Rossini. La Colbran fu invece la cantante che più d'ogni altra influenzò il melodramma italiano, potendo annoverare nel suo curriculum, al di là delle dieci opere composte per lei da Rossini, il maggior numero di compositori che a lei si ispirarono per la loro produzione: primo tra questi Johann Simon Mayr, riconosciuto come il più accreditato autore di opera seria attivo in Italia prima dell'avvento di Rossini. Questo libro intende restituire alla cantante una sua autonomia artistica, alla luce di documentazioni recuperate con un'accuratissima ricerca svolta in archivi spagnoli, francesi e italiani. Si sono così potute delineare le fasi degli studi in patria e della formazione professionale a Parigi, sotto l'egida di musicisti quali Luigi Cherubini, Girolamo Crescentini, Rodolphe Kreutzer, nel clima fervido d'iniziative dell'incoronazione di Napoleone. Fonti mai prima investigate rivelano i particolari dei rapporti privilegiati della Colbran con i reali di Spagna e poi con la famiglia Bonaparte. Lo spoglio della stampa europea, che s'interessò di lei a cominciare dal 1804, ha reso possibile la ricostruzione della carriera, giorno per giorno, fornendo precisi riscontri anche sul repertorio concertistico affrontato agli esordi.
Custodi del suono. Un secolo e mezzo di storia della riproduzione sonora
Roberto Diem Tigani
Libro
editore: Zecchini
anno edizione: 2012
pagine: VI-282
1877: Edison consegna alla storia il primo fonografo. Ma non sa che il francese Charles Cros lo ha anticipato di un anno con un fonografo a disco piatto che non verrà mai prodotto. Il fonografo di Edison porta la musica ovunque. Ma non amando la musica l'inventore spenderà tempo e risorse per convincere che la sua creatura serve ad altro. Anni '40: il film "Fantasia" anticipa di vent'anni la stereofonia. Ma il trasporto dei macchinari fa impazzire i costi e la pellicola viene convertita in un comune film. Vienna, 1946. La musica risorge dalla guerra e il produttore Walter Legge coinvolge un giovane Karajan in registrazioni che faranno epoca. Ma la benzina per i generatori scarseggia: Legge dovrà procurarsela tra i taxi della città aspirandola con un tubo. Anni '60: la tecnologia dilaga in sala d'incisione e Glenn Gould, insofferente all'esibizione dal vivo, elegge il disco a modello di una nuova estetica. Anni '80: il digitale manda in pensione il vinile. Ma dopo qualche tempo ci si accorge che quel disco suonava meglio del Cd. La scienza conferma. Oggi: mentre la musica si consuma via internet, le navicelle Voyager lanciate nel '77 navigano nello spazio interstellare con a bordo il Voyager Golden Record, un disco che contiene Bach, Mozart, Beethoven, Stravinskij e Louis Armstrong. Queste sono solo alcune tra le centinaia di tappe attraverso cui il libro accompagna il lettore lungo un percorso affascinante e misterioso.
Musica maledetta. Il trionfo della non musica
Ponti Mario Delli
Libro
editore: Zecchini
anno edizione: 2012
pagine: VIII-120
"Musica maledetta" non è solo quella imposta banalmente dalla liturgia corrente, ma anche quella impressa dall'avidità del guadagno nel codice genetico dei suoni. Quanto sia ignobile e diseducativo che nelle scuole e nelle chiese insegnino ad apprezzare le schitarrate di infimi cantautori più o meno media-diffusi non appare evidente nelle società dei consumi. I ragazzi crescono imparando a usare la musica, nel miglior dei casi, come "ansiolitico ecologico". Sarebbe lecito aspettarsi dalla chiesa l'attaccamento al suo irrinunciabile ruolo storico di promotrice delle arti, ma questo negli anni va scomparendo. I sacerdoti non sono più i colti amanti di una cultura universale, insieme agli imperatori, ai Gregorio Magno. I gran signori di Toscana, i papi quali Leone X o Urbano VIII non proteggono più Michelangelo o Monteverdi. Durante le celebrazioni in chiesa si è immersi in uno sciatto e profano livello di ascolti musicali e ciò crea una decadenza della convivialità sacrale. Si offre anche a Dio il peggio, solo perché è più noto, più facile e propagandato e magari perché "piace ai giovani". Tutto questo è un invito alla superficialità. La gioia intima si muta in condivisione primitiva e dissennata. La dimensione del ricordo musicale nel silenzio è uccisa. Il pattume sonoro ha vinto." Presentazione di Lorenzo Arruga.