Venturaedizioni: Parole madri

Nel corso della prima metà del Novecento, una madre e sua figlia sono in contrasto sull’opportunità di emigrare all’estero o di restare nel proprio paese d’origine, Scapezzano, una località situata tra le colline marchigiane e il litorale marittimo di Senigallia. Infatti, la prossima partenza della figlia Clelia per raggiungere il futuro giovane marito già emigrato in Argentina (1949), ridesta nella madre, Marta, il ricordo vivo di una sua difficile scelta di gioventù, quando in modo simile anche lei, nel primo dopoguerra (1919), si trovò a decidere se partire come serva per la Francia o restare, e dedicarsi alla propria occupazione di sarta di paese, un’arte per lei, più che un semplice mestiere.

Quanto sono vasti i Continenti? E le nostre anime e i nostri corpi? Blanquita, la voce narrante di questo romanzo audace, ci guida attraverso un mondo dove le coordinate di tempo e di spazio si dissolvono. Attraverso le storie intrecciate di Mercedes, di Esteban Mandurín, dello Straniero, delle sorelle Dalmare e di Estela Boliviàn, Blanquita sfida la convinzione che per avanzare bisogna necessariamente andare avanti. Invece, ci invita a camminare in tutte le direzioni: indietro, in alto, di lato e persino sotto terra, esplorando il peso emotivo e la distanza percorsa in Chilo-Metri, un’unità che misura non solo il cammino fisico, ma anche quello interiore.

La guarigione di cui si parla nel titolo inizia come un percorso di ricerca interiore. Sono pensieri, riflessioni, intuizioni fulminee, piccoli traguardi di luce che attraversano i giorni della vita, nell’incontro con gli altri, nei movimenti del cuore, nel confronto con la natura per impararne l’affidamento perfetto a un disegno più grande. Con l’urgenza di trovare di ogni sofferenza la lezione di crescita e di illuminare, senza sconti, tutto ciò che trattiene nell’ignoranza. A un certo punto il cammino di cura personale incontra la malattia globale, nel tempo della pandemia, fino all’esperienza dell’infezione, dell’ospedalizzazione e di una lunga convalescenza, prima della rinascita. Qui le parole affondano in modo quasi chirurgico e, attraverso gli strumenti di accoglienza, fiducia e gratitudine, allenati negli anni, si fanno testimonianza commovente di come ciascuno di noi abbia la possibilità e il dovere di guarire in sé un po’ del male del mondo. Il libro contiene anche un’appendice di lettere d’amore, concepito come sentimento alto e senza condizioni.

In un racconto denso di emozioni, “Zoe. Un Viaggio speciale” esplora il percorso umano della protagonista che decide di affrontare la malattia con una forza straordinaria e una profonda consapevolezza. Una donna che si è fatta da sé. L’infanzia all’insegna della sofferenza ma anche della scoperta di un legame profondo con la sorella maggiore. L’incontro con il grande vero amore e con anime affini che diventano sostegno e parte integrante del viaggio. “Zoe. Un Viaggio speciale” è un inno alla bellezza dei legami, un viaggio emotivo che celebra la forza di scegliere la propria strada anche di fronte all’inevitabile e una riflessione profonda sull’amore che supera i confini del tempo e dello spazio.

“Eppure sfiora le campagne, accarezza sui fianchi le montagne, e scompiglia le donne fra i capelli, corre a gara in volo con gli uccelli... eppure il vento soffia ancora”. Eravamo in cammino, tra le brughiere della Cornovaglia io e i miei compagni di viaggio, e così mentre camminavo tra l’erica e le ginestre selvatiche galleggiando in un suolo verde che non è muschio che non è terra, ma è semplicemente torba, d’improvviso mi arrivarono in testa i versi di questo bellissimo brano di Pierangelo Bertoli.

A Venezia in riva al Canal Grande c’è un vecchio palazzo in rovina nascosto dai rampicanti. Lì vive un’umanità eterogenea, un insieme di generazioni e generi, distribuiti sui tre piani dell’antica Ca’ Saraghi. Tra gli abitanti di quella surreale dimora esiste un certo equilibrio che un bel giorno viene meno per colpa di... un gatto! I gatti e Venezia sono sempre andati d’accordo quindi nessuno degli inquilini capisce perchè nel palazzo siano improvvisamente comparsi quegli strani cartelli che ne vietano l’ingresso. Il Canal Grande conduce la storia e i gatti la modificano, costringendo gli abitanti a interagire fra loro, svelando il proprio passato e costruendo un comune futuro. Sulle rive del Canale nascono storie e ognuna di esse ne contiene molte altre, la narrazione è a più voci e il risultato è un’unica sinfonia che ha come tema Venezia e l’umanità dei giorni nostri.

Jane Austen (1775-1817) e Virginia Woolf (1882-1941) hanno vissuto la propria esistenza al femminile in modo singolare. Jane scrive alla sorella Cassandra dimostrando un entusiasmo giovanile contagioso e libero. Ama la moda, i balli, la mondanità, i corteggiamenti e le lettere appaiono ricche di rinvii rintracciabili nei due romanzi di maggior successo Orgoglio e Pregiudizio e Ragione e Sentimento. Se per Jane Austen è preferibile la condizione di zitella piuttosto che un matrimonio senza amore, per Virginia Woolf la lotta contro gli stereotipi di genere è l’obiettivo più importante della sua vita.

Nel libro Paralleli Pericolosi, del 1800, Alice Ilgenfritz Jones ed Ella Merchant riflettevano su quanto sia riduttivo il retaggio culturale che impone di separare ciò che è consentito fare agli uomini, da ciò che è permesso fare alle donne. Lo spazio dovrebbe riuscire a conquistare queste nuove frontiere ideologiche, in questo senso, la strada è già stata tracciata da donne illustri come Marie Curie, Creola Katherine Johnson, Swati Mohan, Samantha Cristoforetti ed Ellen Stofan, che si sono e si stanno impegnando con la loro dedizione, tenacia, fiducia e coraggio nello “spostare” i confini del conosciuto e del conoscibile.

Schiacciata dall'erronea convinzione di non aver fatto le scelte giuste, Anna si ritrova per anni a "sopravvivere", rincorrendo una frenetica ed insoddisfacente routine. Un'esistenza sostenuta dagli incontri con Laura, cara amica e alter ego, che la accompagna a rileggere il passato con nuove e consapevoli "lenti" e che fa da trampolino al suo risveglio. La possibilità di potersi migliorare, facendo leva sulle proprie forze interiori e sulla capacità di riconoscere i Maestri che la vita ci fa incontrare lungo il cammino, diventa una strada percorribile. Vera protagonista del romanzo è la Conversazione tra i vari personaggi. I riferimenti di Astrologia, Filosofia e Arte fanno da cornice all'intera narrazione e, come scintille che illuminano il viaggio di queste due amiche, offrono al lettore spunti per il rispecchiamento e per un'ulteriore ricerca.

Un viaggio visionario nel mondo dei Single, dei Non Single e dei Single a metà. Valigie danzanti e parole ritrovate. Vite intrecciate, segreti e amori immortali. Attraverso espedienti narrativi che ricordano la struttura di una matrioska, Serena Bacchiocchi accompagna la sua protagonista Beata in un originale percorso di ricerca e di scoperta. Indagando la varietà del mondo dei single, l’autrice ci invita a riflettere sulle molteplici sfumature della natura umana; andando a ritroso nelle vicende della famiglia De Martinis, apre finestre sulla storia della nostra società. Lo stile frizzante e ironico stuzzica la fantasia e invoglia a proseguire il viaggio con Beata, a portare le sue valigie e a scoprire cosa contengono.

""Saluta Emanuele e la Elena!" E' così che chiudevi sempre le tue conversazioni con me; ormai da un po' di tempo mi ero fatta la mia famiglia e se non venivo a trovare te e mamma vi telefonavo. Eri di poche parole, babbo, e quelle che usavi sapevano di solido e di concreto. Come eri tu nella vita. Ho trascorso la mia infanzia a vegliare su di te come un soldato fedele. Soprattutto di notte. Ricordo che trattenevo il respiro per ascoltare il tuo, segno di vita e di sollievo. Tu e mamma eravate troppo vecchi ai miei occhi perché io potessi lasciar scorrere serenamente i miei giorni di bambina e figlia. Ultima di quattro."

Un atto di ribellione e coscienza sessuale: il discorso sullo squirting è un'occasione di conoscenza del corpo e del piacere femminile oltre i limiti e gli steccati del maschilismo e dei moralismi facili e superficiali. Non comprarlo se non vuoi sapere. Non comprarlo se non vuoi ascoltarti. Non comprarlo se non vuoi crescere. Non comprarlo se non vuoi avere cura di te. Comprarlo se vuoi ascoltare come chiacchiera la tua vagina.