Silvy: I narratori
La prova del fuoco
Ernst Weiss
Libro: Copertina morbida
editore: Silvy
anno edizione: 2012
pagine: 208
Ernst Weiss ci introduce nel suo "poliziesco dell'anima", come il protagonista stesso definisce questo romanzo. Fin dalle prime righe della "Prova del fuoco" il protagonista, che è anche voce autoriale della narrazione, introduce al lettore la materia di cui si parlerà (realtà, non sogno), fornisce le coordinate spazio temporali in cui si apre la vicenda e ne indica il protagonista, "un uomo", una persona, chiunque, il lettore stesso, che è subito dopo chiamato in causa, invitato a immedesimarsi, a comprendere quel che il protagonista stesso non comprende, ad avvertirlo sulla propria pelle. Perché quest'uomo può essere ciascuno di noi, come Gregor Samsa, il protagonista della "Metamorfosi" di Kafka, che un mattino qualunque si sveglia in forma di enorme scarafaggio. Proprio come uno scarafaggio, l'anonimo protagonista della "Prova del fuoco" si trova costretto a passare strisciando sotto delle pareti in lamiera di una latrina, poi a camminare tra i rifiuti e gli scarti di una piazza del mercato, mentre qualcuno o qualcosa lo punisce, ponendolo nel centro di un tribunale invisibile, in balia di leggi imperscrutabili, trascinandolo davanti a un giudice senza volto, cui deve rendere conto di una colpa di cui non ricorda circostanze e motivazioni. In questo romanzo, in cui Thomas Mann riconosceva "senza dubbio il più energico talento della nostra più recente letteratura", Ernst Weiss si rivela un maestro nell'orchestrazione dei temi e del gioco con la temporalità.
Stefana. Il profumo acre dell'Est
Vittorio Borelli
Libro: Libro in brossura
editore: Silvy
anno edizione: 2012
pagine: 356
Romania, 1999. In uno squallido appartamento dell'anonima Bucarest post Ceausescu, la vita della dodicenne Stefana sembra essere arrivata a un tragico epilogo. Orfana del giornalista americano Tom Lindner e della sociologa rumena Petra Stanila, la ragazzina è caduta nelle mani di una spregiudicata organizzazione criminale dedita a traffici infami. Pakistan, 1997. Inviata a Islamabad dalla CharityOng, l'organizzazione non governativa per cui lavora, Petra incontra Gino JB Brandi, dirigente di un'azienda di Milano che produce e esporta in giro per il mondo attrezzature ospedaliere. Intransigente e idealista lei, cinico (ma non troppo) e disincantato lui, passato come una salamandra attraverso i furori ideologici degli anni Sessanta e Settanta. Tra i due nasce un'intensa storia d'amore ed è a JB che Petra, in punto di morte, affiderà la figlia Stefana. JB non si tirerà indietro; rischiando la sua stessa vita pur di strappare Stefana ai suoi aguzzini, si troverà coinvolto in un'intricata vicenda di corruzione e criminalità organizzata. Al suo fianco, l'affascinante ex moglie francese, un paio di navigati poliziotti rumeni, una giornalista araba e un giovanissimo americano, autentico genio dell'informatica.
La guerra parallela
Robert Musil
Libro: Libro in brossura
editore: Silvy
anno edizione: 2012
pagine: 224
La Prima guerra mondiale ha costruito un vero e proprio spartiacque storico. Le tracce che ha lasciato nell'opera di molti grandi scrittori, a prescindere dalla nazionalità di appartenenza, sono profonde. Ma forse per nessuno come per Robert Musil la guerra fu un'esperienza così complessa e determinante. Robert Musil fu un ufficiale dell'Impero austro-ungarico, entità che alla fine del conflitto scomparve dalla carta geografica dell'Europa; partecipò con funzioni di comando ai combattimenti sul fronte sudtirolese; per un anno a Bolzano diresse un giornale militare, la Tiroler Soldaten-Zeitung. Accanto a questa facciata visibile che finora la bibliografia e la critica hanno per più riassunto attraverso gli eventi esteriori, le date e i luoghi registrati nei fogli della burocrazia militare, emergono i contorni di un'altra guerra condotta da Robert Musil scrittore e saggista, una "guerra parallela" che offre la chiave di lettura di alcuni fondamentali passaggi della sua opera. La guerra parallela di Robert Musil la si ritrova negli articoli della Tiroler Soldaten-Zeitung. Questi scritti, pur con i limiti imposti dal carattere militare della pubblicazione, presentano una critica esplicita alle svariate manchevolezze, errori, difetti, dell'Austria-Ungheria e alla sua mancanza esiziale: quella del senso dello Stato, di una idea unificante della compagine imperiale. Il volume si chiude con "Esperienza e scrittura: Robert Musil 1916-1917" di Alessandro Fontanari e Massimo Libardi.
Grigia
Robert Musil
Libro: Copertina morbida
editore: Silvy
anno edizione: 2012
pagine: 92
In "Grigia" Robert Musil narra la crisi della vita normale di un uomo medio, Homo, e la dissoluzione del suo Io attraverso il viaggio e il soggiorno nella Valle del Fersina con una spedizione che intende riattivare le antiche miniere d'oro. Nella Valle il protagonista è catturato dall'incantesimo di una natura e di un mondo arcaico; proprio in un luminoso e fiorito bosco di larici prova un'intensa esperienza estatica in cui riconosce il senso profondo del suo isolamento e si sente ricongiunto per l'eternità alla moglie lontana. Trasognato e leggero, vive con crescente distacco i rapporti con i compagni di spedizione e prova repulsione per la spinta distruttiva dei valori della civiltà europea incamminata verso la Prima guerra mondiale. La contadina Grigia, ambivalente creatura della Valle, di cui Homo diventa l'amante, lo incatena ancor più al suo destino di dissoluzione e di morte. Negli incontri amorosi in un fienile Homo prova altre intense esperienze estatiche, ma ormai ha chiuso con la vita ed è in passiva attesa della morte, immaginata come liberazione e compimento dell'amore. Così, arrivato l'autunno, si lascia morire in una miniera abbandonata, dopo l'ultimo incontro con Grigia. Il fallimento della spedizione coincide con il fallimento della ricerca di un nuovo Io da parte di Homo. Con una postfazione di Alessandro Fontanari e Massimo Libardi.
I mutilati
Hermann Ungar
Libro: Copertina morbida
editore: Silvy
anno edizione: 2012
pagine: 173
Sospeso sullo scenario magico della Praga degli anni Venti, "I mutilati" è un romanzo figlio di quella atmosfera che oggi definiamo "praghese"; di quella crisi interiore - anche - che la psicanalisi riuscì a sezionare solo parzialmente. Il romanzo narra la tragedia di un'esistenza messa da parte dalla povertà, dal carattere alienante dei rapporti sociali, dalla melanconia sessuale, dal sadismo. Franz Polzer, umile e incolore impiegato di banca, sogna di combattere l'ostilità del mondo con un ordine metodicamente perseguito. Ma il fragile argine cede: è la "realtà", infatti, a vincere e a fare degenerare l'immaginazione malata in un caos totale. Quando Clara Porges, la donna presso cui ha affittato una stanza, si introduce nell'ordinato e angusto cosmo di Polzer, le fobie paranoiche, le ossessioni così faticosamente trattenute erompono e dilagano, segnando le tappe di un itinerario di dissoluzione che si conclude con un tragico rituale. La prevedibilità logorante dell'agire diviene abiezione senza ritorno. Alle spalle del carattere estremo di questo personaggio leso, umiliato, alle spalle della sofferta lucidità di Hermann Ungar, della sua riflessione sulla mutilazione del senso, sta di certo l'ombra di Fëdor Dostoevskij; ma si delineano anche la controllata follia di Franz Kafka, la fantasia di Gustav Meyrink, il masochismo degli adolescenti di Franz Werfel.
La porta verso l'impossibile
Oskar Baum
Libro: Libro in brossura
editore: Silvy
anno edizione: 2011
pagine: 145
Narrando la storia dell'alto funzionario Krastik che si autoaccusa di un infanticidio mai commesso, nella "Porta verso l'impossibile" Oskar Baum affronta un tema biblico: la redenzione dell'umanità da parte di un individuo che prende su di sé le colpe del mondo. Cieco fin dall'adolescenza, Baum si costruì un mondo alternativo intimamente pervaso da un alto senso dell'arte, come pure dalla ricerca di un significato religioso della vita, ricerca che tradusse appunto nel romanzo che pubblichiamo per la prima volta in italiano. Il romanzo venne apprezzato e elogiato da Franz Kafka, di cui Baum, assieme a Max Brod, era amico intimo nel "Circolo di Praga ristretto". Il legame con Kafka era talmente serrato, al punto che egli lesse a Baum le prime stesure della "Metamorfosi" e altri suoi testi.
La classe
Hermann Ungar
Libro: Libro in brossura
editore: Silvy
anno edizione: 2011
pagine: 189
"Se ci fosse stato un destino" - riflette Josef Blau, il protagonista di questo romanzo, apparso nel 1927 -, un inevitabile destino predeterminato, del quale si fosse stati vittime, "non si sarebbe potuto fare o dire nient'altro che quello ch'era già deciso, e lo si sarebbe fatto a cuor leggero". Purtroppo, però, esistono sempre molte parole e molti gesti tra cui scegliere, ed essi possono suscitare l'ira del Creatore e, soprattutto, possono finire col segnare in maniera inesorabile il destino di chi ci sta accanto. Per questo motivo, Josef Blau, un un grigio e modesto insegnante di un liceo frequentato dai figli dei cittadini più ricchi, nella scuola di un quartiere agiato della città, opta, o crede di optare, per la non-scelta, per il silenzio e l'immobilità, convinto com'è che nulla che sia in grado di agire possa sfuggire alla colpa. "Incolpevole rimaneva solo ciò ch'era privo di respiro", è detto in un passo del romanzo. Ma proprio questa scelta, che conduce addirittura Josef Blau ad una forzata freddezza nei confronti di Selma, la bella moglie in procinto di dargli un figlio, finisce con l'innescare paradossalmente una serie di tragici avvenimenti, che si dipanano in una torbida atmosfera di candore e masochismo, di gelo e di orrore, e che hanno termine solo con il suo estremo ravvedimento.