Schena Editore: Poesia e racconto
Le renard des neiges. Contes merveilleux
Christophe Boubal
Libro: Libro in brossura
editore: Schena Editore
anno edizione: 2016
pagine: 236
L'isola sperduta
Eric Sivry
Libro: Libro in brossura
editore: Schena Editore
anno edizione: 2013
pagine: 136
La polivalente simbologia dell'isola, che da tempo immemorabile frequenta il nostro immaginario, è tutta presente in questo testo di Sivry, narrato dal moderno naufrago Alex partito, come si dice, per "seguire le tracce di un naufrago di cui un giorno, per caso, trova il racconto in un vecchio baule". Il manoscritto di Alexandre, Alex lo porta con sé, "per ripensare ad ogni singola parola, capirne il senso, auscultarne in un certo qual modo una coscienza" nel suo viaggio in aereo, intrapreso senza prevedere che potesse succedere "l'impensabile", che potesse cioè ritrovarsi anche lui prigioniero in quell'isola sperduta, assolutamente, drammaticamente solo a sua volta.
Un lampo l'infinito. 63 sonetti d'intuizione
Giovanni Dotoli
Libro: Libro in brossura
editore: Schena Editore
anno edizione: 2012
pagine: 92
Le chateau des Ondes
Christophe Boubal
Libro: Libro in brossura
editore: Schena Editore
anno edizione: 2012
pagine: 236
Le sanglier d'argent
Christophe Boubal
Libro: Libro in brossura
editore: Schena Editore
anno edizione: 2011
pagine: 228
Il tempo della polis
Raffaele Elia
Libro: Libro in brossura
editore: Schena Editore
anno edizione: 2011
"Raffaele Elia offre petali di salvezza, garbate intuizioni di verticalità, proposte di permanenze che sembravano scomparse, e ci invita a svegliarci, prima che sia troppo tardi, nel giardino del mondo."(Dalla prefazione di Giovanni Dotoli)
Crier que je vis-Grida vitali
Olivier Marchand
Libro: Libro in brossura
editore: Schena Editore
anno edizione: 2010
pagine: 136
Spaccato lirico di forte impatto emozionale, il florilegio di Marchad si configura come un affresco sinfonico della vita, in cui suoni e colori si fondono all'unisono, un inno dell'umana memoria, dove possiamo scorgere in filigrana i volti amati del passato, le immagini indelebili dei ricordi che vanno ad incastonarsi come gemme preziose tra le fitte trame del tessuto poetico, con uno sguardo costantemente proiettato al futuro. Alla ricerca perenne delle proprie radici strappate, l'autore scava senza sosta nella sua intimità, ne scandaglia le pieghe più segrete, intraprende una rotta perigliosa in fondo alle proprie ansie e inquietudini. Gridare la propria vitalità, questo è l'appello di Marchand.
Carlo Levi e la Francia
Giovanni Dotoli
Libro: Libro in brossura
editore: Schena Editore
anno edizione: 2010
pagine: 144
Esperienza e poesia, esperienza e pittura, esperienza e arte: sembra essere questa la linea dell'intenso rapporto tra Carlo Levi con la Francia, che egli vede come un mito. È un rapporto che ci aiuta ad illuminare l'intera opera di questo straordinario intellettuale del nostro Paese. Ciò ha radici molto profonde, che nascono dalla sua formazione, dalle letture d'infanzia e giovanili, dal ruolo che dopo la prima guerra mondiale esercitano la capitale francese, come centro mondiale della cultura e della modernità, e la Francia, terra d'asilo dei politici italiani dissidenti, di qualsiasi appartenenza politica. Le poesie in francese di Carlo Levi rivelano un poeta-pittore-poeta, nello stile di un pittore che legge il mondo in poesia, per memorie di uomini, donne e popoli.
Le lais ou le petit testament-Il lascito o il piccolo testamento
François Villon
Libro: Libro in brossura
editore: Schena Editore
anno edizione: 2010
pagine: 88
"La mia traduzione in versi ricostruisce liberamente la struttura dell'ottava narrativa del "Lascito o Piccolo Testamento", inevitabilmente sacrificando qualcosa, a partire dalle rime regolari su cui gioca Villon fino al più complesso gioco sui bisensi o più sensi, compreso il titolo "Lais": canti e rime / lasciti o lascito. Il testo a fronte e le note si rendono necessari non meno di una introduzione. La versione poetica ha cercato di recuperare in altri valori fonici, in altri echi sonori, ciò che perdeva rinunciando al rigore delle rime villoniane; e di comprensare con altre suggestioni la perdita di senso che in taluni casi una traduzione strettamente letterale avrebbe comportato: perdita di senso e non soltanto di ritmo. Il verso in base al quale in linea di massima mi sono rifatto è il decasillabo, già da me altrove liberamente usato".