Le città sono diventate inaccessibili per la famiglia media italiana. Le due forme più diffuse di accesso alla casa, la locazione e il mutuo, non funzionano più. O meglio: non funzionano più per chi ha bisogno di una casa da abitare. Il progressivo slittamento della casa da bene d’uso a investimento finanziario è alla radice dell’attuale crisi abitativa, che non riguarda soltanto la parte più povera della popolazione ma coinvolge direttamente i ceti medi. L’aumento del divario tra i salari e i costi abitativi e l’abbandono delle politiche abitative, in un contesto di precarizzazione del lavoro, di crescita del peso delle rendite immobiliari e di finanziarizzazione dell’economia, hanno fatto della casa uno strumento di accumulazione di benefici e svantaggi. Ma gli effetti della questione abitativa travalicano le biografie personali, perché le dinamiche del mercato immobiliare influenzano le scelte localizzative di famiglie, lavoratori e imprese, la mobilità sociale e territoriale, la crescita dell’economia urbana e nazionale, oggi assorbita dalla rendita immobiliare. Se la città stessa diventa una merce, il suolo e il patrimonio residenziale pubblico moneta di scambio, oggi è necessario cambiare traiettoria, demercificando la casa. Le soluzioni per tornare ad abitare case e città esistono e sono anche a portata di mano.
L'Italia senza casa
Titolo | L'Italia senza casa |
Autore | Sarah Gainsforth |
Argomento | Società, scienze sociali e politica Società e cultura: argomenti d'interesse generale |
Collana | Tempi nuovi, 466 |
Editore | Laterza |
Formato |
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Pagine | 240 |
Pubblicazione | 04/2025 |
ISBN | 9788858156919 |