Va di moda sostenere che oggi in Occidente, allontanatasi l’ondata secolarizzatrice, siamo pacificamente immersi in una nuova epoca religiosa post-secolare. Ma questa lettura semplicistica dice solo una parte della verità. Dalferth ci mette sull’avviso: la fede dei cristiani sin dalle origini ha inteso rendere profano il mondo, operare una critica della religione e delle religioni, dare nuova forma alla vita umana alla presenza di Dio. Per il cristiano ciò che conta è rendere presente e attuale il Padre di Gesù Cristo in tutti gli atti vitali, lasciandosi alle spalle la semplicistica alternativa tra vita religiosa e vita non-religiosa. Decisiva non è dunque la differenza tra sacro e profano nel mondo, ma la distinzione – nello spazio mondano – tra una vita che al Dio trascendente si orienta (fede) o non che invece non lo fa (incredulità). Vivere religiosamente non è buono in sé e per se; dipende da come si è ciò che si è e da come si fa ciò che si fa. In estrema sintesi: la vita cristiana, immersa in un mondo profano, si vuole radicalmente orientata alla Trascendenza: Dalferth approfondisce criticamente questa consapevolezza, in chiave sia filosofica sia teologica.
Trascendenza e mondo secolare. Orientamenti della vita alla presenza ultima
Titolo | Trascendenza e mondo secolare. Orientamenti della vita alla presenza ultima |
Autore | Ingolf U. Dalferth |
Prefazione | Andrea Aguti |
Argomento | Scienze umane Religione e fede |
Collana | Biblioteca di teologia contemporanea, 180 |
Editore | Queriniana |
Formato |
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Pagine | 256 |
Pubblicazione | 11/2016 |
ISBN | 9788839904805 |