Gino Severini (1883-1966) è senza dubbio il più francese tra i pittori italiani: per quasi mezzo secolo, infatti, è stato il trait d'union fra artisti e intellettuali al di qua e al di là delle Alpi negli anni cruciali del primo Novecento e delle due guerre. Nato a Cortona e vissuto tra Parigi e Roma, inizia a dipingere grazie all'incontro con il coetaneo Umberto Boccioni e alla lezione del più maturo Giacomo Balla. Intorno agli anni dieci si accosta al futurismo, di cui offre una originalissima interpretazione, tiepida nell'adesione ideologica ma estremamente aggiornata e consapevole nella riflessione teorica. Sono anni intensi in cui Severini affianca alla pratica artistica una vivace attività intellettuale, organizzando le esposizioni dei futuristi italiani nelle gallerie parigine e partecipando ai dibattiti che animano la capitale francese. La sua ricerca si orienta quindi verso la pratica cubista, rivolta in particolare a originali variazioni sul tema della natura morta. Ma Severini è molto precoce anche nel cosiddetto "ritorno all'ordine": già prima degli anni venti si rivolge a un repertorio di temi, figure e soggetti desunti dalla pittura dei Primitivi italiani e del Rinascimento. Gli anni del secondo dopoguerra costituiscono l'ultimo, intenso periodo dell'attività di Severini, caratterizzato da opere di grande raffinatezza e mirabili esercitazioni di forme.
Gino Severini 1883-1996. Catalogo della mostra (Rovereto, 17 settembre 2011-8 gennaio 2012)
Titolo | Gino Severini 1883-1996. Catalogo della mostra (Rovereto, 17 settembre 2011-8 gennaio 2012) |
Curatori | G. Belli, D. Fonti |
Argomento | Arti, cinema e spettacolo Storia dell'arte: stili artistici |
Collana | Monografie di grandi artisti |
Editore | Silvana |
Formato |
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Pagine | 262 |
Pubblicazione | 09/2011 |
ISBN | 9788836620272 |