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Il cielo e i luoghi sacri dei celti

Il cielo e i luoghi sacri dei celti
Titolo Il cielo e i luoghi sacri dei celti
Autore
Argomento Scienze umane Religione e fede
Collana Paganitas
Editore Fonte di Connla
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 445
Pubblicazione 12/2012
ISBN 9788898411047
 
20,00

“E’ un dato di fatto dimostrato che i Celti non hanno mai costruito templi prima della sottomissione dei romani e prima della loro assimilazione ai greci” J. Markales. Questo è vero soprattutto per le popolazioni galliche stanziate nella Gallia settentrionale e dipende anche dalla definizione classica di “tempio” in senso stretto, classico cioè un edificio in pietra o in legno dotato di alzato. Entremont, Glanum, Roquepertuse confermano che i Galli del Sud costruirono dei templi già dal III secolo a.C. sotto l’influenza della cultura greca delle colonie greche presenti sulla costa meridionale della Gallia, ma a Glanum esisteva già da prima un semplice santuario alla sorgente del fiume. Ecateo di Abdera menziona un tempio rotondo dedicato ad Apollo “su un’isola”, ma doveva trattarsi di una struttura megalitica identificata nel complesso neolitico di Callanish. Da Livio sappiamo che i Boi avevano un tempio a da Polibio che gli Insubri ne avevano uno dello stesso tipo. Cesare non parla mai di templi, bensì usa l’espressione “locus consecratus”, “luogo consacrato”. I Celti li chiamavano “nemeton”, parola che ha la stessa radice di “Nem”, che significa “Sfera Celeste”. In questi siti i Druidi, ma soprattutto i Gutuater eseguivano le osservazioni astronomiche finalizzate all’amministrazione del culto e al controllo del calendario.
 
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