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Rubbettino: Saggi. Studi internazionali

Italia 1915: in guerra contro Giolitti

Italia 1915: in guerra contro Giolitti

Luigi Compagna

Libro: Copertina morbida

editore: Rubbettino

anno edizione: 2015

pagine: 192

Giolittismo e antigiolittismo si fronteggiarono a lungo. Qualche riflesso della loro contrapposizione si riproporrà nel secondo dopoguerra: fra Croce e Parri alla Consulta; fra Valiani e Togliatti qualche anno dopo. Per qualche verso, la stessa decisione di partecipare nel 1915 alla Grande Guerra apparve un "piccolo" colpo di Stato, realizzato grazie al potere estero (non certo al potere neutro) della monarchia. In questa storia, con l'eccezione di Croce (il cui pensiero politico, come ebbe a documentare Galasso, risale soprattutto alla sua storiografia), l'atteggiamento del liberalismo italiano - da Salvemini a Einaudi, da Mosca a Gobetti, da Albertini a De Viti De Marco parve sempre ansioso di andare ben oltre Giolitti. Anche tale atteggiamento, talora non privo di pregiudizi, viene qui rievocato accanto alle assai più giolittiane memorie di Bacchelli e di von Bülow. Riferimento continuo la vicenda del "maggio radioso", quando i biglietti da visita dei parlamentari giolittiani furono di fatto una resa alla piazza e quando nazionalisti, interventisti democratici, conservatori salandrini, fuori del Parlamento videro riconoscersi prerogative ben più forti del loro peso, della loro storia, del loro stesso futuro. Da quando era nato, lo Stato nazionale era sempre riuscito a prevalere sull'antiparlamentarismo; allora proprio non fu così.
14,00

L'ultima politica estera. L'Italia e il Medio Oriente alla fine della Prima Repubblica

L'ultima politica estera. L'Italia e il Medio Oriente alla fine della Prima Repubblica

Luca Riccardi

Libro: Copertina morbida

editore: Rubbettino

anno edizione: 2014

pagine: 286

Gli ultimi due governi presieduti da Giulio Andreotti (23 luglio 1989-27 giugno 1992) furono caratterizzati da crescenti difficoltà politiche di ordine interno. In quel periodo l'orizzonte internazionale subì mutamenti addirittura epocali. L'autorevolezza della posizione internazionale dell'Italia fu messa duramente alla prova dal nuovo scenario che stava prendendo forma. In questo contesto le questioni riguardanti il Medio Oriente ebbero un ruolo tutt'altro che trascurabile. Anche esse, infatti, riservarono difficoltà straordinarie. La stagnazione del processo di pace arabo-israeliano, la crisi del Kuwait, il tentativo di raggiungere un assetto definitivo della regione con la Conferenza di Madrid segnarono la progressiva perdita di influenza dell'Italia in un'area che era stata tra le principali direttrici della sua azione internazionale. La tradizionale ambizione italiana a "esserci" si trasformò in emarginazione dal contesto mediorientale. Anche questo fu uno dei segni della crisi che attraversò la società e la politica italiane all'inizio degli anni Novanta.
16,00

Stalin e l'Italia (1943-45). Diplomazia, sfere di influenza, comunismi

Stalin e l'Italia (1943-45). Diplomazia, sfere di influenza, comunismi

Roberta Alonzi

Libro: Copertina morbida

editore: Rubbettino

anno edizione: 2013

pagine: 299

Stalin non aveva mire sull'Italia ma mirava ad un'Italia politicamente stabile, non semplicemente neutrale, ma indipendente. La realtà del controllo militare alleato sulla penisola contraddiceva tale visione. La condotta anglo-americana rallentava la guerra contro la Germania e metteva in pericolo l'instaurazione della democrazia in Italia, concepita in termini di antifascismo ma non di sovietismo. Con la ripresa delle relazioni dirette, Mosca indicava al governo italiano un preciso percorso per il dialogo bilaterale, invitando gli italiani a non identificare la politica sovietica con la diffusione del comunismo. I sovietici gettavano le basi per una futura politica e non per un accordo transitorio; stava alla nostra diplomazia valutare l'utilità di intraprendere o meno tale percorso.
18,00

Diplomazia e democrazia. Il contributo dell'Italia alla transizione dell'Albania verso la libertà

Diplomazia e democrazia. Il contributo dell'Italia alla transizione dell'Albania verso la libertà

Luca Micheletta

Libro: Copertina morbida

editore: Rubbettino

anno edizione: 2013

pagine: 219

La fine della Guerra fredda e del comunismo in Europa ha avviato un'impressionante e talvolta drammatica stagione di revisionismo politico-territoriale nel vecchio continente, che si è accompagnata alla conquista della libertà e della democrazia per milioni di esseri umani. Con la caduta del regime comunista, anche paesi vicini all'Italia, come l'Albania e la Jugoslavia, hanno intrapreso il cammino verso la democrazia, un percorso che è stato più accidentato rispetto a quello di molti altri paesi dell'ex blocco socialista. La Jugoslavia si è dissolta a seguito di una cruenta guerra. L'Albania, invece, ha vissuto una fase storica meno dolorosa, ma molto problematica, nella quale l'Italia ha giocato un ruolo importante per il consolidamento delle istituzioni liberali e democratiche. Questo studio ricostruisce le relazioni tra Italia e Albania a cavallo dello spartiacque della storia europea rappresentato dal crollo del muro di Berlino, lungo il ventennio che va dalla fine degli anni Settanta alla fine degli anni Novanta del Novecento, analizzando gli atteggiamenti dei governi, dell'opinione pubblica e delle forze politiche italiane verso gli esodi, le violente lotte intestine, gli scandali e le polemiche che hanno caratterizzato la sofferta transizione dell'Albania verso la libertà e la democrazia.
16,00

Theodor Herzl. Il Mazzini d'Israele

Theodor Herzl. Il Mazzini d'Israele

Luigi Compagna

Libro: Copertina morbida

editore: Rubbettino

anno edizione: 2010

pagine: 249

Con l'istituzione del Congresso Sionista nel 1897 Thwxlor Herzl diede voce e forma alle molteplici anime dell'ebraismo, traghettando l'antica questione ebraica dalla sfera social-religiosa alla più appropriata dimensione giuridico-diplomatica internazionale. Egli riuscì così a imporsi all'attenzione dei grandi della terra e a far sì che dall'ottocentesca idea di nazione gli ebrei non fossero esclusi. Dando vita al "Parlamento della nazione ebraica", che avrebbe ininterrottamente presieduto fino alla morte (1904) e, quindi, attraverso sei congressi, Herzl avrebbe anticipato così la successiva fondazione dello Stato e la legittimazione del territorio sul quale Israele sarebbe poi effettivamente nato. Come già intuito all'indomani della Prima guerra mondiale da Francesco Ruf-fini, il ruolo di Herzl nel risveglio nazionale ebraico può esser paragonato a quello svolto da Giuseppe Mazzini nella storia italiana: entrambi si fecero promotori di una sfida alla realtà e al realismo dei loro tempi, entrambi seppero esprimere straordinaria dedizione alla cosiddetta politica dell'irrealtà. Prefazione di Francesco Cossiga.
15,00

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