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Rubbettino: Centro studi economia reale

Italia ed Europa: si riparte ma dove si viene e dove si va? Vent'anni prima del Covid, vent'anni dopo il Covid. Tre anni di riforme per recuperare il ventennio perduto

Italia ed Europa: si riparte ma dove si viene e dove si va? Vent'anni prima del Covid, vent'anni dopo il Covid. Tre anni di riforme per recuperare il ventennio perduto

Mario Baldassarri

Libro: Libro in brossura

editore: Rubbettino

anno edizione: 2022

pagine: 160

Tra il 2000 ed il 2019, prima del Covid, l'Italia è stato l'unico Paese europeo che ha ridotto il proprio reddito reale per abitante: avevamo 27.327 euro nel 2000, abbiamo avuto 27.104 euro nel 2019. Nel 2022 anche l'Italia recupererà il pozzo del COVID 2020 ma, dopo il grande rimbalzo, avremo un Pil pro-capite di 27.433 euro che ci farà tornare al 2000. Venti anni fa però eravamo "sopra" la media europea del 20% e sopra la media dei Paesi Euro del 3%. Nel 2022 saremo "sotto" la media europea del 7% e "sotto" quella dei Paesi Euro del 15%. I fondi del PNRR sono determinanti per riprendere la crescita ma il loro effetto tenderà ad esaurirsi dopo il 2024. Con le Riforme Strutturali (riforma fiscale, pubblica amministrazione, giustizia e concorrenza) potremmo crescere attorno e sopra il 3%. Solo così potremmo tornare alla media europea nel 2032 ed a quella dei Paesi Euro, nel 2037. Abbiamo quindi tre anni di riforme da fare se vogliamo recuperare il ventennio Perduto. Nel mondo, da oltre venti anni, viviamo nella "globalizzazione" a fronte della quale non c'è un governo "globale". È urgente formulare, all'interno del G20, un "comitato esecutivo", un nuovo G8 che rappresenti e rispecchi la nuova mappa economica del mondo del XXI secolo. In questo contesto è necessaria ed urgente un'entità "politica" europea in grado di partecipare alla costruzione di un nuovo governo mondiale con le altre grandi aree del pianeta. Occorre allora pensare subito a rendere permanente il NGEU e a ridefinire i parametri di un nuovo Patto di Stabilità e Crescita.
14,00

Quarant'anni di spending review: l'Italia al bivio sui tagli di spesa

Quarant'anni di spending review: l'Italia al bivio sui tagli di spesa

Libro: Copertina morbida

editore: Rubbettino

anno edizione: 2018

pagine: 260

Nella parte prima di questo volume Mario Baldassarri e Dino Pesole presentano un'analisi di quarant'anni di Spending Review in Italia, dalla Commissione Tecnica sulla Spesa Pubblica di Nino Andreatta fino alla recente stagione dei Commissari. La loro conclusione è: "L'Italia al bivio sui tagli di spesa" quindi "tagliare si deve, tagliare si può" indicando "dove e come intervenire". In tutti questi anni la spesa pubblica corrente è sempre aumentata, le tasse ne hanno seguito affannosamente e solo parzialmente il percorso e gli investimenti pubblici sono stati dimezzati. Ecco perché il Debito Pubblico si colloca oggi oltre il 130% del Pil. Segue un'analisi della Nota di Aggiornamento Def del 27 settembre 2018 dalla quale emerge che il governo Lega-M5S ha sovrastimato sia la crescita reale sia l'inflazione. Inoltre la manovra proposta nella Nota di Aggiornamento "cambia" appena il 2,2% del totale della spesa pubblica e quindi il restante 98% circa resta uguale a quello di tutti i governi precedenti. Si "muove" un modesto 1,1% del Pil e pertanto l'effetto previsto di forte sostegno alla crescita risulta non raggiungibile. Le condizioni di finanza pubblica potrebbero quindi risultare ben peggiori di quanto previsto. In sostanza il "cambiamento" non appare. Le seconda e la terza parte del volume riproducono il XII Rapporto sull'economia italiana del Centro Studi Economia Reale. La seconda parte contiene cinque Analisi. Nella prima si misurano gli effetti che si potrebbero produrre sull'Italia a seguito di un rallentamento del commercio mondiale come risultato di una forte e prolungata "guerra dei dazi", segue poi un'analisi volta a stimare l'effetto di un'eventuale uscita dall'euro sull'ammontare di interessi sul debito pubblico per i quali risulta che dovremmo pagare 66 miliardi di euro in più. La terza analisi spiega perché l'aumento dell'occupazione degli ultimi anni non si è riflesso sull'andamento dei consumi. Ciò appare in gran parte dovuto alla tipologia e alla precarietà dei posti di lavoro che si sono creati. La quarta è riferita alle Tax-Expenditure ed emerge che, a fronte dei 161 miliardi contabilizzati dal Mef, soltanto 40 miliardi sembrerebbero effettivamente eliminabili. Infine, si propone un confronto tra metodo retributivo e metodo contributivo nel sistema pensionistico italiano cercando di verificare chi e quanto ci guadagna o ci perde con i due sistemi. La terza parte infine presenta le Previsioni per l'Economia Italiana 20182022 prodotte nel mese di aprile 2018. Con i contributi di: Nicola Antonetti, Mario Baldassarri, Leonardo Becchetti, Sarina Biraghi, Claudio Borghi, Pierluigi Ciocca, Ferruccio De Bortoli, Giorgio Di Giorgio, Lamberto Dini, Stefano Feltri, Giampaolo Galli, Sandro Gozi, Barbara Lezzi, Lucio Malan, Antonio Pedone, Dino Pesole, Giuseppe Pisauro, Felice Roberto Pizzuti, Emilio Rossi, Stefania Tamburello, Giovanni Tria.
16,00

La parola ai numeri e l'effetto Draghi

La parola ai numeri e l'effetto Draghi

Mario Baldassarri

Libro

editore: Rubbettino

anno edizione: 2018

pagine: 310

Questo quarto volume della collana "Centro studi economia reale" raccoglie le analisi e le previsioni presentate nei due workshop tenutisi in giugno e in novembre del 2017. La prima parte di analisi è dedicata ai "numeri" della XVII legislatura. Dal confronto dei dati ufficiali che i diversi governi hanno indicato nei documenti di economia e finanza risulta che le linee di politica economica non cambiamo sostanzialmente mai. Ma, se i governi cambiano e i "numeri" sono sempre gli stessi, allora chi scrive il Def? Si stima poi l'effetto "Draghi", mostrando che, senza la politica monetaria e valutaria della BCE, il tasso di crescita in Italia nel 2017 sarebbe stato al -0,3% invece che al +1,5%, avremmo avuto quasi 700 mila occupati in meno e la disoccupazione sarebbe rimasta al 14%. Il deficit pubblico sarebbe salito ad oltre 100 miliardi nel 2017 e al 2020 sarebbe esploso al 180% del PIL. Certamente, l'economia e la finanza pubblica italiane sarebbero state in qualche modo "commissariate" e costrette a drastiche manovre di riequilibrio finanziario che avrebbero ulteriormente aggravato la crisi reale e le condizioni occupazionali. Nella seconda parte del volume si presentano le previsioni sull'economia italiana per il periodo 2017-2020. Negli ultimi tre anni si sono disinnescate di anno in anno le previste clausole di salvaguardia per l'anno successivo aumentando il deficit pubblico (e questo è stato chiamato "flessibilità") e rinviando l'obiettivo di deficit zero. Si sono pertanto valutati gli effetti della Legge di bilancio 2018, tenendo però conto che restano in vigore le clausole di salvaguardia per il 2019 e 2020 per circa 30 miliardi di aumento di IVA e accise. In tal caso, la ripresa all'1,5% del 2017 sarebbe seguita da una crescita dell'1,3% nel 2018, ma poi si frenerebbe allo 0,7/0,6% nel biennio 2019/2020. Infine, si valutano i tempi di "uscita dalla crisi", cioè in quale anno il PIL e il tasso di disoccupazione potranno tornare ai livelli pre-crisi del 2007. Con questa timida ripresa, il PIL tornerebbe ai livelli pre-crisi nel 2024 e la disoccupazione attorno al 2028/2029. I nodi veri sono pertanto rinviati alla prossima XVIII legislatura e al prossimo governo, if any.
18,00

Le radici europee della crisi europea, le radici italiane della crisi italiana. Scelte sbagliate in Europa, scelte mancate in Italia

Le radici europee della crisi europea, le radici italiane della crisi italiana. Scelte sbagliate in Europa, scelte mancate in Italia

Libro: Copertina morbida

editore: Rubbettino

anno edizione: 2017

pagine: 476

Questo terzo volume della Collana Centro Studi Economia Reale presenta una prima parte di Analisi e una seconda parte di Previsioni sull'economia mondiale, europea e italiana. La prima parte di Analisi è dedicata alle Radici europee della crisi europea. Sulla base di analisi econometriche controfattuali per il periodo 2002-2014 si dimostra che la crisi della Zona euro è totalmente dovuta agli errori "endogeni europei" commessi con politiche monetarie (con conseguenti effetti sul cambio dell'euro) attuate dalla BCE di Jean-Claude Trichet e con politiche di bilancio pubblico indotte dal Trattato di Maastricht e dal Fiscal Compact che si sono mostrate, teoricamente poco fondate ed empiricamente causa, esse stesse, della grave crisi economica, sociale e finanziaria europea. Si passa poi alla ricerca delle Radici italiane della crisi italiana, ponendo a confronto i documenti ufficiali a partire dal Dpef del Governo Pro-di/Padoa-Schioppa del 7 Luglio 2006 fino all'ultima Nota di Aggiornamento Def del 27 settembre 2016 del Governo Renzi/Padoan. Da questa analisi risulta che "i numeri sono sempre gli stessi" e poiché i numeri parlano da soli c'è da chiedersi: "chi scrive il Def? E chi lo firma, lo legge? E chi lo scrive, lo rilegge?". La parte di Previsioni riporta il quadro 2016-2020 per l'economia mondiale, europea ed italiana, che si è definito tra il dicembre 2015 e il giugno 2016. In questo quadro si vede che, per l'Italia, il 2015 segna l'anno di uscita dalla recessione ma si presenta un profilo di ripresa modesto e fragile. Pil e Disoccupazione tornerebbero ai livelli pre-crisi del 2007 attorno al 2027/2028. E allora, piuttosto "che dire", il nodo politico è "che fare"?
28,00

Il costo della corruzione e dell'evasione fiscale )...e in più il costo del super-euro 2003-2014). 9º rapporti di previsione sull'economia italiana: 2015-2020

Il costo della corruzione e dell'evasione fiscale )...e in più il costo del super-euro 2003-2014). 9º rapporti di previsione sull'economia italiana: 2015-2020

Libro: Copertina morbida

editore: Rubbettino

anno edizione: 2016

pagine: 202

Questo è il secondo volume della Collana Centro Studi Economia Reale diretta da Mario Baldassarri. Nella prima parte di Analisi viene presentata una stima del Costo della Corruzione e dell'Evasione fiscale, ottenuta come differenza tra l'andamento storico dell'economia italiana dal 2002 al 2014 e quello che si sarebbe realizzato qualora si fossero adottati a inizio decennio tagli di sprechi, malversazioni e ruberie su specifiche voci di spesa pubblica corrente e si fosse fatta una concreta lotta all'evasione tale da recuperare almeno dieci miliardi all'anno. Se quelle risorse fossero state utilizzate per sostenere la crescita e l'occupazione, l'Italia avrebbe avuto a fine 2014 un livello reale di Pil maggiore di circa 240 miliardi, 140 miliardi dovuti alla corruzione e 100 miliardi all'evasione fiscale. Su queste cause "interne", si sono poi aggiunti gli effetti "masochistici" del super euro che ci ha fatto perdere un altro 10% di Pil. Di conseguenza, il raddoppio della disoccupazione non si sarebbe verificato e l'economia italiana avrebbe di fatto rispettato tutti i parametri europei, compreso il famigerato Fiscal Compact e non avrebbe corso alcun rischio di crisi da debito sovrano. Nella seconda parte di Previsioni si nota che nel 2015 l'economia italiana mostra una ripresa della crescita al +0,6%. Tale ripresa però appare molto fragile e dovrebbe consolidarsi attorno ad un modesto 1% negli anni successivi.
14,00

Rigore/austerità versus crescita/occupazione? La verità dei numeri

Rigore/austerità versus crescita/occupazione? La verità dei numeri

Libro

editore: Rubbettino

anno edizione: 2015

pagine: 208

Questo volume, primo della Collana Centro Studi Economia Reale diretta da Mario Baldassarri, è innanzitutto un'"Analisi", riferita a "Rigore e Austerità negli anni 2000", che mette a confronto sei governi e valuta cosa sia stato effettivamente fatto e cosa non fatto. In sintesi, il "complotto" dell'autunno del 2011 (come qualcuno lo ha chiamato) appare piuttosto un "Harakiri con Idi di Aprile". In quella primavera infatti furono presentati nel DEF numeri non credibili e non creduti dai mercati internazionali che apparvero essere all'origine di tutte le vicende del successivo autunno. Seguirono poi tre Governi "fotocopia". Nella seconda parte si avanzano delle "Previsioni", mostrando che gli andamenti "tendenziali" dell'economia italiana per i prossimi anni presentano prospettive sociali ed economiche preoccupanti. Per questa ragione, si propongono "Tre Mosse per archiviare la crisi e salvare l'Italia e l'Europa" con le quali l'Italia potrebbe "uscire dalla crisi" quasi dieci anni prima rispetto agli andamenti tendenziali. A queste Analisi e Previsioni, seguono i contributi di Luigi Abete, Pierluigi Ciocca, Giuseppe De Filippi, Sergio De Nardis, Marco Fortis, Paolo Garonna, Marcello Messori, Sergio Rizzo, Emilio Rossi, Paolo Savona, Marco Simoni, Stefania Tomasini.
14,00

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