Poiesis (Alberobello): Lezioni
La bellezza fatale. Rappresentazione del corpo femminile tra moda, media e patologia
Vannina Micheli-Rechtman
Libro: Libro in brossura
editore: Poiesis (Alberobello)
anno edizione: 2025
pagine: 128
Sulla base della sua esperienza clinica come specialista delle dipendenze, psicoanalista e filosofa, Vannina Micheli-Rechtman analizza i confini tra i disturbi alimentari e le rappresentazioni del corpo femminile. A partire dalla tragica storia di Ana Carolina Reston, giovane modella deceduta a causa dell'anoressia, l'autrice pone l'attenzione su quanto i canoni estetici imposti dalla moda ma anche e soprattutto dai media, abbiano contribuito alla diffusione del fenomeno contemporaneo che definisce "patologie dell'immagine". Gli standard di bellezza, esaltati da fotografie ritoccate e rese irrealistiche, trasformano il corpo femminile in un oggetto idealizzato e distante dalla realtà, in un vortice ingannevole di raggiungimento di un ideale effimero di bellezza. La circolazione su scala globale di immagini ritoccate impone silhouette sempre più essenziali e standardizzate, creando un'insostenibile distanza tra la donna e l'immagine fotografata, costringendola a confrontarsi con il dubbio, intimo, individuale, improvvisamente provocatorio e profondamente personale, di una perfezione irraggiungibile e di una realizzazione impossibile; corpi che vengono quindi a ridursi a meri oggetti di consumo. Per questo, l'autrice chiama a una riflessione urgente innanzitutto sulle responsabilità dell'industria della moda e dei media, sostenendo invece una rivoluzione culturale che passi dall'introduzione di immagini più aperte e dalla tolleranza verso espressioni estetiche più individuali, inaspettate o diversificate. Infine, Vannina Micheli-Rechtman offre un contributo anche su come orientare la terapia verso la considerazione dell'esistenza di un reale e intenso desiderio da parte dell'anoressica, di una vivacità nascosta ma presente sotto l'apparente rifiuto di ogni desiderio. Prefazione di Georges Vigarello.
I nuovi feriti. Da Freud alla neurologia: pensare i traumi contemporanei
Catherine Malabou
Libro: Libro rilegato
editore: Poiesis (Alberobello)
anno edizione: 2025
pagine: 320
A partire dal desiderio di proclamare la necessità di un "totale rimaneggiamento teorico della psicopatologia", Catherine Malabou, consapevole che tale operazione implichi un riorientamento della clinica e una revisione filosofica delle basi stesse di questa, propone un confronto tra "sessualità" e "cerebralità", rimettendo in questione la definizione freudiana dell'evento psichico e, soprattutto, affermando che una nuova teoria della causalità psichica debba essere elaborata. Quello che l'autrice intende è aprire una frontiera, troppo a lungo preclusa, con, da un lato, la concezione psicanalitica dell'evento psichico come "saldatura" dei caratteri endogeni ed esogeni degli accidenti, e, dall'altro, dell'aspetto brutale, contingente, completamente esterno e impossibile da anticipare della lesione cerebrale. Un desiderio di far passare una linea di condivisione e di negoziazione tra l'affermazione che ogni effrazione traumatica scatena un conflitto interno e s'iscrive nel percorso di una storia o di un destino individuali, dall'altra parte la rivendicazione del carattere profondamente arbitrario e refrattario di ogni ermeneutica dell'incidente cerebrale. Testimoni di questo discorso sono proprio i "nuovi feriti" - malati di Alzheimer e altri cerebrolesi, ma anche i traumatizzati di guerra, le vittime di abusi sessuali o di catastrofi naturali, gli esclusi sociali. Tutti questi soggetti, nelle reazioni ai colpi subiti, rivelano l'esistenza di una diserzione emozionale e affettiva, una sofferenza che si manifesta il più delle volte come un'indifferenza alla sofferenza. Quello che la Malabou vuole sostenere è che è nel cervello che bisogna cercarne origine e relazioni.
Harraga bruciare per l'Europa. Indagine e psicanalisi dei migranti nel Mediterraneo. Per un pensiero decolonizzato delle frontiere
Wael Garnaoui
Libro: Libro in brossura
editore: Poiesis (Alberobello)
anno edizione: 2024
pagine: 279
Harraga, "bruciare" le frontiere del mare, cercare un "altrove", l'Italia, l'Europa, vuol dire per i migranti tunisini, realizzare un atto di insubordinazione che ha l'aspetto di una messa a rischio totale del proprio essere: è questo il destino degli harrag. Gettandosi nel mare madre, realizzano inconsapevolmente un imperativo categorico: quello di un "desiderio di Occidente", che è allo stesso tempo una scelta forzata e feroce. Gli harraga, divisi fra la speranza di un "salto epico" che possa salvarli e la sofferenza dell'abbandono, tra schegge e scricchiolii, nell'attraversata cercano il luogo impossibile della fiducia in sé stessi. È a partire da questo che il giovane e brillante psicanalista tunisino Wael Garnaoui ci conduce nelle storie di chi parte, di chi è costretto a bruciare, quali le motivazioni profonde di tale scelta e, nella sua indagine diretta, mostra anche il ruolo centrale delle madri nella pulsione migratoria dei figli, sottolineandone la funzione dei dispositivi frontalieri e l'impatto della chiusura delle frontiere sul divenire dei migranti. Come egli stesso precisa: "Decolonizzare il pensiero che pensa le frontiere significa smascherare le resistenze politiche, oggettive e simboliche che si profilano attorno alle frontiere: un meccanismo destinato a gestire popolazioni, a trasformare desideri, a perpetrare la logica stessa della colonizzazione". Questo libro rivela la psicopatologia dell'emigrazione, vista attraverso gli occhi di uno psicanalista mediterraneo, e al tempo stesso oppure uno strumento prezioso per interpretare il malessere della gioventù tunisina, impossibilitata a realizzarsi e spesso pronta a morire nel tentavo di lasciare la propria terra.
Lasciateli marcire. La parallasse di Antigone. Necessità e contingenza del desiderio
Alenka Zupancic
Libro: Libro in brossura
editore: Poiesis (Alberobello)
anno edizione: 2024
pagine: 84
A guidare l'autrice è la domanda: "Cosa c'è nella figura di Antigone che continua ad ossessionarci?". In particolare, sono tre le "ossessioni" che percorrono l'intero testo che vi proponiamo. Prima di tutto è tratteggiata qui la violenza dei principi, della soggettività stessa di Antigone, fino all'incandescenza del desiderio, puro, isolato e assoluto, capace di spingerla fino al limite estremo dell'esistenza. In secondo luogo, la questione dei riti funebri e del ruolo che questi hanno nel placare la simbolica "non morte" che sembra essere l'altra faccia della vita umana, una sorta di irriducibile corrente sotterranea che il trapasso da solo non può né quietare né arrestare. Resta l'atto irremovibile, intransigente di Antigone di dare sepoltura a suo fratello Polinice, per esso disobbedire all'ordine precostituito, dare degna sepoltura al corpo del fratello secondo la legge naturale non scritta degli umani legami di sangue. Da questo l'autrice tratteggia l'interrogativo di una certa dimensione "incestuosa" del linguaggio e della possibilità di una rilevanza universale di un violento desiderio soggettivo. La Parallasse di Antigone, necessità e contingenza del desiderio vuole essere un testo al tempo stesso originale e provocatorio nella sua interpretazione quanto un "intervento" filosofico mirato in una questione tormentata, antica, complesso della psiche umana.
L'onnipotenza magica del gioco. Manuale per la formazione dello psicomotricista secondo la Pratica Psicomotoria Aucouturier PPA
Bernard Aucouturier
Libro: Libro in brossura
editore: Poiesis (Alberobello)
anno edizione: 2023
pagine: 148
Perché un bambino gioca? Per conoscere e conoscersi, per confrontarsi con la complessità del mondo, imparando a trattare la realtà in forma soggettiva. Il gioco spontaneo è anche lo strumento che il bambino ha per rassicurarsi, per fronteggiare le angosce primordiali; giocare è vivere il piacere dell'azione proiettando la propria interiorità psichica inconscia nelle relazioni che stabilisce con il mondo esterno. È da queste considerazioni che Bernard Aucouturier, specialista della psicomotricità del bambino, sviluppa la sua Pratica Psicomotoria, una metodologia pedagogica, educativa e terapeutica che pone il corpo, il gioco e il piacere al centro dell'attenzione. Da qui l'importanza della formazione, intesa non solo come apprendimento di contenuti ma come un processo di sperimentazione in cui la persona dello psicomotricista può attraversare le manifestazioni corporee originate da scenari psichici inconsci e dell'immaginario d'azione, così da riuscire a leggerlo poi nella pratica col bambino. Una strategia pedagogica del tutto simile a quella vissuta dai bambini nel gioco spontaneo, che conduce dall'esperienza alla conoscenza. In questo suo ultimo lavoro, Aucouturier descrive numerose situazioni di gioco e pratiche proposte dal formatore: situazioni che vanno dall'individuale al gruppo, dall'arcaico al simbolico, dalla scarica pulsionale alla socializzazione, dal movimento emozionale alla presa di distanza tramite una pausa, uno scritto, uno scambio verbale, dalla fatica alla distensione, dal non verbale al verbale. L'autore precisa come le situazioni proposte possano facilitare un processo di cambiamento a livello corporeo e psicologico duraturo e di quanto esse siano la chiave di volta della formazione dello psicomotricista specializzato nella sua Pratica. È a partire da una tale formazione che il professionista potrà scoprire il senso profondo dell'aiuto e comprendere i concetti fondamentali di questa pratica.
Le zattere di Ulisse. Dieci psicoanalisti interpretano le donne, i luoghi, i miti dell'Odissea
Anthony Molino
Libro: Libro in brossura
editore: Poiesis (Alberobello)
anno edizione: 2023
pagine: 203
Ogni vita umana è un'odissea: è questo che ci evoca la figura di Ulisse. L'eroe greco percorre i paradossi dell'esistenza umana stessa, in un viaggio nel quale - come Sisifo - è guidato dall'esigenza della curiosità, intesa come ricerca della conoscenza e della verità. Un cammino in cui si può naufragare ma al quale non ci si può sottrarre, che spinge oltre i limiti e rende più vicino il "folle volo". Un viaggio guidato dal desiderio di sapere ma che rappresenta allo stesso tempo lo smarrimento, la perdita di sé e dei propri confini, in cui si accetta di riconoscere la propria fallibilità. Dieci psicoanalisti di differente visione si confrontano, in questo libro, con la figura di Odisseo, il suo viaggio, le donne, gli amori, provando a mettere in luce la sua complessità di "eroe moderno" anzi antico. Le figure femminili di Penelope, Circe, Nausica, le distanze con Itaca e per Itaca. Ulisse nella sua dimensione di uomo, padre, marito, amante, alla ricerca del proprio simbolico alfabeto per orientarsi tra la "terra ferma" e "l'alto mare aperto", le partenze, le separazioni e i ritorni. Narrare sapendo che la condizione necessaria per conoscersi è la solitudine della navigazione e l'ampiezza della sua onda: da qui la psicanalisi che aiuta alla ricerca di una possibile soglia di interpretazione nel fluttuare della zattera psichica.
Il sogno del cosmonauta
Eugénie Lemoine Luccioni
Libro: Libro in brossura
editore: Poiesis (Alberobello)
anno edizione: 2023
pagine: 165
Lacan ha scritto che “i nostri angeli sono i cosmonauti”, li abbiamo visti in televisione sfondare il soffitto, attraversare le pareti, mettere piede sulla Luna e realizzare così il sogno di uscire da questo mondo ed entrare in un altro, senza gravità e nel vuoto. Gennie Lemoine, riprendendo le parole che un amico rivolse a Freud, afferma invece che “l’uomo non può uscire da questo mondo”, gli uomini hanno infatti desiderio di un altro spazio, ma ricostruiscono, una volta che lo toccano, il vecchio spazio. Fin dalla nascita infatti, da questo primo passaggio nel vuoto, il bambino è precipitato in un punto di rottura in cui nasce anche il grido che fa sì che l’altro lo afferri, che non cada; il grido dona il segno di presenza dell’Altro, che pone fine all’angoscia e che costituisce lo spazio del linguaggio e dello scambio, portando il soggetto a entrare nel simbolico. È lo stesso grido che si ripeterà in altri punti di rottura, come il godimento e la morte, in cui viene a lacerarsi lo spazio immaginario e l’organizzazione simbolica, e in cui si annuncia la vicinanza di quello che Bataille definiva il sacro e Lacan reale impossibile. Gennie Lemoine coniuga in questo testo le sue diverse anime, in particolare quella di femme de lettre e di psicoanalista, in un intreccio di riferimenti letterari, poetici e filosofici che si strutturano coerentemente a casi clinici reali, portando alla luce la vivacità e l’attualità di una donna che affascina e che conduce con franchezza nei tragici dilemmi umani. Un’abilità di cui anche in questo libro ci dà testimonianza.
Voci smarrite. Godimento femminile e sublimazione
Laura Pigozzi
Libro: Copertina morbida
editore: Poiesis (Alberobello)
anno edizione: 2022
pagine: 206
La voce umana non è solo un suono che supporta la parola ma, nel suo timbro unico, è allo stesso tempo metafora della pulsione e metafora dell'invenzione, pensata come strutturalmente capace di sublimazione, perché ciascuno può dar voce a qualcosa di soggettivo che abbia valore di scambio. È questa la tesi che Laura Pigozzi vuole sostenere: quella di un legame preciso, stretto, implicito tra il valore etico del gesto vocale e il dispositivo psichico della sublimazione. Sublimare è aver a che fare con l'inconscio, è creare: sta qui il suo valore di legame sociale, di produzione di arte e pensiero, di nodo simbolico con l'altro che passa attraverso un'invenzione soggettiva che crea legame. Ma questo come trova la sua articolazione oggi, in un'epoca in cui il soggetto appare in dissolvenza in un mondo conformistico che distrugge le singolarità e in cui si impone l'ideale anestetico (sfavorevole all'estetica, alla sensibilità, alla creazione) della omologazione? È quello che l'autrice interroga seguendo le diverse vicende della voce umana - dagli stonati ai dislessici, dalla muta maschile alla complessità del godimento del e nel corpo femminile, dai rantoli di Tom Waits e di Antonin Artaud alle death voices - per comprendere il senso della anestesia che attraversa la civiltà attuale e la clinica contemporanea, e di cosa resta, nel congelamento della vita psichica del soggetto, del destino pulsionale e vivo di cui ogni scambio inventivo è fatto.
Il soggetto lacaniano. Tra linguaggio e godimento
Bruce Fink
Libro: Copertina morbida
editore: Poiesis (Alberobello)
anno edizione: 2021
Questo libro presenta la teoria del soggetto radicalmente nuova che Jacques Lacan ha sviluppato nella sua opera. La profonda conoscenza del lavoro teorico e clinico di Lacan consente a Bruce Fink di guidare con sicurezza il lettore nel labirinto fatto di nozioni come L'Altro, oggetto a, l'inconscio strutturato come un linguaggio, alienazione e separazione, metafora paterna, godimento e differenza sessuale. Attraverso il riferimento costante della teoria lacaniana alle questioni cliniche, Fink offre una prospettiva equilibrata, complessa e acuta, di grande valore per gli esperti come anche per coloro che si avvicinano per la prima volta a Lacan.
Perché la psicoanalisi? Tre interventi
Alenka Zupancic
Libro
editore: Poiesis (Alberobello)
anno edizione: 2021
Nel corso del suo insegnamento, Jacques Lacan ha ripetuto più volte che la psicoanalisi non è una filosofia. Tuttavia lo psicoanalista parigino ha sviluppato la sua teoria in costante dialogo proprio con la filosofia. In Perché la psicoanalisi? che nasce da un seminario tenutosi nel 2007 a Wiik, in Svezia, per la Nordic Summer University, Alenka Zupančič approfondisce questo apparente cortocircuito, provando a interrogare, analizzare e sviluppare alcune nozioni - sesso, inconscio, causa, orrore - che la psicoanalisi ha introdotto nello spazio concettuale generale, non senza modificarlo. Dai tre interventi che compongono il libro emerge l’istanza profondamente universale, conflittuale e critica della psicoanalisi, l’impossibilità di circoscriverla a un campo determinato del sapere o di limitarla entro i confini della sola pratica terapeutica. Al contempo la filosofia, lungi dal ridursi a un sì e no attorno alla psicoanalisi, trova in quest’ultima un potente edificio teorico per rileggere, in maniera eterodossa ma rigorosa, le questioni e i classici della tradizione.
Una cosa a forma di O. Lacan e l'oggetto «Ofelia»
Paolo Gomarasca
Libro
editore: Poiesis (Alberobello)
anno edizione: 2021
Psicoanalisi senza dio. Per una critica del nuovo discorso religioso
Libro: Libro in brossura
editore: Poiesis (Alberobello)
anno edizione: 2021
«Almeno lo spero»: così Lacan, in un’intervista del 1974, dopo aver escluso la possibilità che la psicoanalisi diventasse una religione. Un augurio che, a cinquant’anni di distanza, sembra essere tornato più che mai attuale. La tendenza a secernere senso, a definire la giusta maniera di stare al mondo, va lentamente infiltrando il campo psicoanalitico, sempre più colonizzato da un sapere, presunto onnisciente, restio a rinunciare al principio assoluto, all’istanza trascendente: a quel concetto di autorità che, sotto le apparenze, conserva, per i più, un fascino persino rassicurante. Contro questa postura nostalgica, che trova nel cosiddetto declinismo l’istanza che meglio la rappresenta, occorre ribadire con forza l’intrinseca laicità della psicoanalisi: il suo esser nata senza dio e, per sopravvivere, il suo doverlo restare. Assumersi la responsabilità della propria ingiustificabile finitezza insensata: lungi dal configurarsi come esito nichilista del percorso di cura, ecco qual è, per una psicoanalisi disinteressata ad ogni esercizio di potere, l’unica forma possibile di emancipazione dall’assoggettamento alienante all’Altro.