Passigli: Astrid
Intelligenza artificiale e mercato del lavoro. Gli impatti, le politiche pubbliche
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2025
pagine: 212
L’intelligenza artificiale (IA) avrà profondi impatti sull’economia e sulla società: nessuno ha dubbi a questo proposito, anche se si contrappongono ottimisti e pessimisti circa le conseguenze di lungo periodo della diffusione delle applicazioni di IA. Uno dei mercati per cui è più vivace il confronto tra le due scuole di pensiero è quello del lavoro. Questo volume, frutto di una ricerca di alcuni anni della Fondazione Astrid, non si pone l’obiettivo di risolvere questa contesa, destinata a durare a lungo, quanto piuttosto intende fornire elementi per una valutazione non manichea. In tal senso, la ricerca innanzitutto circoscrive i tre ambiti rispetto a cui “misurare” gli impatti dell’IA nel mercato del lavoro: i livelli occupazionali, le dinamiche retributive, le competenze e la qualità del lavoro. L’analisi, peraltro, non si limita agli effetti dell’IA, ma considera anche componenti hardware dell’ecosistema digitale: le reti di comunicazione elettronica a banda ultra-larga e la robotica, in particolare. Attraverso una dettagliata ricognizione dell’ampia letteratura in materia, gli autori giungono ad alcune conclusioni, necessariamente parziali e provvisorie. In primo luogo, la diffusione dell’IA, soprattutto generativa, nei sistemi economici – anche in quelli industrialmente avanzati – è ancora in una fase iniziale (fenomeno particolarmente evidente per quanto riguarda il nostro Paese). Ne discende che bisognerà attendere per pervenire a risultati assolutamente affidabili, sulla cui base impostare le misure di policy più adeguate. Intanto, dalle evidenze disponibili, e pur considerando le diverse metodologie alla base delle analisi quantitative, gli impatti sui livelli occupazionali appaiono – ancora – incerti e contrastanti, soprattutto a livello macroeconomico, mentre le conseguenze sulla qualità del lavoro sembrano già delineate: accentuazione dei divide di genere, di livello di istruzione, generazionali, nascita di nuovi mestieri e professioni, solo in parte individuabili al momento. In ogni caso, i mutamenti degli assetti del mercato del lavoro in conseguenza della diffusione di applicazioni di IA, la cui evoluzione è continua e assai veloce, saranno senz’altro di grande rilievo. Le politiche del lavoro – e più in generale le misure di politica industriale – dovranno tenere conto di questo contesto: già da ora. Per tale motivo, il volume si chiude con l’analisi degli interventi per gestire la transizione digitale e verso l’IA – a livello internazionale (OCSE) e nazionale – suggerendo alcune direttrici di azione, a partire da quanto esiste già in materia di istruzione, formazione professionale, discipline e politiche del lavoro, regolazione dei mercati digitali ed in particolare dell’IA.
La trasparenza societaria per lo sviluppo sostenibile. Il decreto legislativo n. 125/2024 sul rendiconto di sostenibilità
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2025
pagine: 354
I principi dello sviluppo sostenibile e del rispetto dei criteri ESG nella gestione delle imprese sono entrati a fare parte dell’ordinamento italiano ed europeo? Una risposta affermativa potrebbe sembrare scontata al cospetto della riforma costituzionale del 2022, di diversi codici di corporate governance e di numerose previsioni sulla finanza sostenibile. Tuttavia, è frequente la preoccupazione che una regolazione volta ad imporre la gestione sostenibile possa compromettere la competitività delle imprese europee. In ogni caso, il tema deve essere ormai affrontato, oltre che sul terreno delle scelte politiche e dei giudizi di valore, su quello del diritto positivo. Ci sono testi normativi in vigore, da ricostruire e interpretare. C’è bisogno di analisi razionali riferite alle soluzioni più adatte a contemperare i criteri ESG di gestione delle imprese con la competitività dell’industria europea. Il libro affronta in questa chiave le questioni applicative conseguenti al recepimento della direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità (c.d. CSRD, Corporate Sustainability Reporting Directive), recepita in Italia con il d.lgs. 6 settembre 2024, n. 125 e, più in generale, i temi della comunicazione d’impresa sulla sostenibilità. Prefazione di Mario Libertini.
Costituzione: quale riforma? La proposta del governo e la possibile alternativa
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 140
La democrazia italiana non gode di buona salute: lo dimostrano il crescente astensionismo e la diffusa sfiducia dei cittadini verso le istituzioni. Ma il problema non è solo quello della stabilità dei governi. Le sfide della nostra epoca (il cambiamento climatico, le migrazioni di massa, la competizione economica e tecnologica, l’invecchiamento della popolazione, le guerre ibride) richiedono scelte coraggiose e lungimiranti che solo governi stabili possono fare. Ma vincere queste sfide richiederà da tutti sacrifici impegnativi: dunque occorre anche che queste decisioni siano assistite da un largo consenso popolare e siano sentite come legittime dalla gran parte della popolazione, in modo che la loro attuazione possa contare sul concorso convinto dei cittadini, dei corpi intermedi e delle imprese. Occorre anche, dunque, ripristinare la rappresentatività delle istituzioni e riattivare o reinventare gli strumenti della partecipazione democratica. La proposta di riforma del Governo italiano non risolve questi problemi, anzi li aggrava. Concentra tutti i poteri in capo al premier, senza i contrappesi che bilanciano i sistemi presidenziali; indebolisce il ruolo di garanzia ed equilibrio del Presidente della Repubblica; rende il Parlamento ancor più succube del Governo; contrasta con i principi supremi di democrazia e stato di diritto che neppure una riforma costituzionale può violare. Questo piccolo libro, prodotto della riflessione collegiale di molti dei più autorevoli costituzionalisti italiani, non si limita però ad un’analisi critica del progetto del Governo. Delinea anche un progetto di riforma alternativo, basato sull’esperienza delle democrazie europee. In questo progetto, la stabilità del governo è accompagnata dalla difesa del ruolo di garanzia del Capo dello Stato, dal rilancio del Parlamento, dalla riconsegna ai cittadini del potere di scegliere i parlamentari, dal recupero degli strumenti della partecipazione democratica. Non affossa, ma rilancia la democrazia italiana.
Industria dello spazio. Problemi e opportunità
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 180
Il settore spaziale è stato a lungo considerato di esclusivo interesse militare. Con il tempo, l’interesse si è esteso all’economia, con lo sviluppo di nuovi servizi e mercati. Si tratta della “classica” ricaduta che le tecnologie militari hanno nel sistema produttivo? Per l’industria dello spazio non è stato così, in virtù dello sviluppo di tecnologie e beni/servizi “nativi” nel settore privato. Sotto la spinta dell’integrazione fra economia digitale e industria dello spazio e tra ricerca e investimenti pubblici e privati, oggi la “nuova economia dello spazio” genera modelli di business, imprese e applicazioni innovative in molti settori: nell’Internet of Things, nel monitoraggio delle infrastrutture, del dissesto idrogeologico e della tutela dell’ambiente, nella ricerca geologica e mineraria, nell’integrazione delle reti di telecomunicazioni (e in particolare nella copertura delle aree meno popolate e nella garanzia di reti resilienti di fronte alle emergenze naturali o belliche), nei servizi di geolocalizzazione, nella prevenzione delle calamità, nella gestione degli interventi di protezione civile, nella gestione dei veicoli a guida autonoma o assistita, nella digitalizzazione delle produzioni agricole, nella guida da remoto (e nell’intercettazione) di aerei, droni, missili e obici di nuova generazione (come si è visto nella guerra in Ucraina). Nella crescente competizione geopolitica, tecnologica ed economica, l’industria dello spazio rappresenta un terreno cruciale. L’Europa e l’Italia sono ben posizionate. Ma non mancano i problemi. Sia nel rapporto fra le grandi potenze e aree mondiali, sia nel rapporto fra attori pubblici e privati, fra competizione e collaborazione. Anche in questo settore emerge la necessità di una visione strategica e di una efficace politica industriale, sia a livello nazionale che europeo e nell’ambito delle relazioni transatlantiche. E anche in questo settore l’Italia, che ha alcuni campioni nazionali, alcuni importanti poli regionali e molte piccole imprese innovative, soffre i limiti della frammentazione del suo sistema produttivo ed è alla ricerca di alleanze europee per difendere e consolidare le sue eccellenze.
Energia. Governare la transizione
Pippo Ranci
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 104
Era partita con ambizione e speranza, la transizione ecologica del sistema energetico. La pandemia aveva offerto all’Unione europea l’occasione per imprimere un’accelerazione, mettendo a disposizione dei PNRR fondi europei importanti, senza lacci, con l’unico vincolo di finanziare investimenti veri, pertinenti e programmati. Ma poi è arrivata la Russia, con l’aggressione dell’Ucraina e, fatte le debite proporzioni tra una tragedia e una scomodità, con il problema della dipendenza dal suo gas, da cui liberarsi al più presto. È stato necessario revisionare tutto. La solidarietà europea, messa a dura prova, ha tenuto. Ma si vede il gran lavoro da fare per poter parlare di un mercato comune. Una vera politica energetica comune non abbiamo mai preteso di averla: ora sappiamo che va costruita in fretta, questione di vita o di morte (economica). Occorre un disegno per gli anni prossimi, che non saranno facili: rinnovabili da accelerare, combustibili da selezionare nel periodo di transizione, emissioni da abbattere per vie economicamente sensate, reti da rifare, regolazione da ri-tarare, nucleare che pone rischi diversi da quelli su cui bisticciamo. La ricerca ferve, le innovazioni ci sono, il futuro sarà diverso dalle previsioni di oggi. Forse in meglio, speriamo. Purché non facciamo troppi errori. Questo libretto aiuta a capire che cosa sta avvenendo, che cosa si può fare, che cosa non si deve fare. In termini scientificamente precisi, ma in modo accessibile anche ai non addetti ai lavori. Nota introduttiva di Franco Bassanini e Pippo Ranci.
Il calcolo ad alte prestazioni. Italia ed Europa nella competizione mondiale.
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 130
La pandemia, la guerra in Ucraina, i rischi di stagflazione, l’aggravarsi del degrado ambientale, la crisi delle regole e delle istituzioni di governo della globalizzazione, richiedono risposte nuove, cambiano profondamente le strategie e le priorità delle politiche pubbliche e delle imprese private. Tuttavia resta fermo il ruolo fondamentale delle tecnologie digitali. Possono offrire strumenti decisivi per affrontare e vincere queste sfide. Al tempo stesso rappresentano anche il terreno di una nuova competizione, che forgerà gli equilibri geopolitici dei prossimi decenni. Con il seminario su “Le prospettive del calcolo ad alte prestazioni. Italia ed Europa nella competizione internazionale”, Astrid-LED prosegue l’esplorazione dei mercati dell’ecosistema digitale, iniziata con i seminari sui cavi sottomarini e sull’industria dei microchip. Questo libro ne raccoglie i contributi. La grande risorsa di questo secolo è rappresentata dai dati, milioni di milioni di miliardi di dati, in crescita esponenziale: per raccoglierli, analizzarli, correlarli, organizzarli, ricavarne rappresentazioni matematiche, costruire algoritmi predittivi, dunque utilizzarli nella ricerca scientifica o nella produzione di beni e servizi, occorre tuttavia un’enorme capacità di calcolo. Nel campo dell’High Performance Computing, l’Italia e l’Europa dispongono di alcune eccellenze, analizzate in questo libro. Gli investimenti necessari per non essere relegati ai margini di una competizione polarizzata fra USA e Cina sono anch’essi enormi. Da questi investimenti dipende il futuro della ricerca scientifica, nonché di molti settori industriali, e della stessa difesa e sicurezza europea, dato il ruolo chiave che il supercalcolo svolge nella progettazione e nella gestione di nuove armi e dei sistemi di intelligence. Nessuno Stato europeo può farcela da solo; ed anche una politica comune europea deve affrontare sfide ardue e risolvere problemi complessi, a partire dalla valorizzazione delle potenzialità del quantum computing, non solo come nuova frontiera per la ricerca, ma anche come propulsore di una nuova ulteriore rivoluzione produttiva, che fin da ora va ideata, progettata, sperimentata.
Industria dei microchip. La strategia dell'Europa nella competizione internazionale
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2022
pagine: 196
I microchip sono una componente strategica di molte produzioni manifatturiere: l’automotive e l’elettronica di consumo, in primo luogo. La pandemia, prima, la guerra in Ucraina, ora, hanno evidenziato la difficoltà se non l’impossibilità dell’industria dei microchip di soddisfare l’incremento – senza precedenti – della domanda. Non si tratta, quindi, di una crisi ciclica: siamo di fronte ad un passaggio “epocale”, che richiede misure eccezionali da parte delle imprese, ma anche degli Stati. E così Intel ha destinato 80 miliardi di dollari agli investimenti nei Paesi europei (un esempio concreto del modello di friendshoring evocato di recente da Yanet Jellen); e finanziamenti per diverse decine di miliardi di dollari sono stati stanziati o almeno programmati da Stati Uniti, Cina, Europa, ma anche da Corea del Sud e Giappone, per sostenere le rispettive industrie nazionali e, al tempo stesso, garantirsi una maggiore indipendenza dalle importazioni (l’autonomia strategica). Anche in questo, come in altri settori strategici, emergono i limiti della teoria economica dominante fino a qualche anno fa, che confinava l’intervento dello Stato alla definizione delle regole e alla tutela della concorrenza: anche in questo settore, è stato giocoforza recuperare la politica industriale. E l’Europa? L’Europa ha da poco deciso di giocare un ruolo da protagonista nell’industria dei microchip, attivando diversi strumenti, da ultimo lo European Chips Act. Nel contesto europeo, l’Italia ha alcuni indubbi punti di forza, ma deve investire di più nelle nuove tecnologie che stanno trasformando il settore. Astrid-LED, con il contributo di alcuni dei maggiori esperti del settore, ha dedicato un seminario all’analisi dei problemi attuali dell’industria dei microchip e alla definizione di misure di politica pubblica atte a sostenere la competitività europea ed italiana in questo settore; competitività necessaria non soltanto per il crescente ruolo che i microprocessori hanno nella catena del valore di molte produzioni tecnologicamente avanzate, ma anche per sempre più evidenti ragioni di sicurezza nazionale. Prefazione di Franco Bassanini.
Industria dei cavi sottomarini. Tendenze di mercato e geopolitica
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2022
pagine: 116
La dura lezione degli avvenimenti di questi ultimi tempi ha mostrato a tutti quanto l'Europa e l'Italia, in un mondo in rapido cambiamento geopolitico e geoeconomico, siano esposte a rischi tragici: non solo al rischio di perdere competitività economica, protagonismo sui mercati finanziari, livelli di benessere economico-sociale acquisiti, ma anche a rischi per la sicurezza, per le libertà dei cittadini, per la stessa democrazia. Uno dei principali terreni di questo confronto, anche se non l'unico, è quello dell'ecosistema digitale. L'ecosistema digitale è un ambiente molto complesso, nel quale tecnologie, mercati, strategie d'impresa, politiche pubbliche sono in continua evoluzione, interagendo tra loro. Il Laboratorio sull'Ecosistema Digitale di Astrid ha da alcuni anni iniziato ad esplorare questa complessità, mediante ricerche alle quali partecipano molti dei maggiori esperti del settore, ma anche attraverso agili seminari dedicati a specifici mercati digitali. Come nella tradizione di Astrid, il metodo è interdisciplinare, sia perché coinvolge esperti di diverse discipline scientifiche (economia, diritto, tecnologia), sia per l'interazione tra studiosi e manager (sia pubblici che privati). La prospettiva è inevitabilmente proiettata verso la fine del decennio, in linea con le strategie per il digitale promosse dall'Unione Europea. Una nota introduttiva predisposta dai ricercatori di Astrid fornisce una cornice di riferimento per il dibattito. Il primo di questi seminari è dedicato all'industria dei cavi sottomarini di telecomunicazione, la cui importanza va oltre la sua rilevanza economica: contribuisce a definire gli scenari geopolitici venturi, investe i problemi dell'autonomia strategica e della sicurezza dell'Europa e dell'Italia. In linea con la tradizione di Astrid, gli atti del seminario non forniscono solo un'analisi aggiornata del mercato dei cavi sottomarini, ma definiscono proposte e linee guida per i policy maker.
Energia sostenibile. Considerazioni a margine del Piano Nazionale Energia e Clima
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2020
pagine: 112
Il sistema energetico ha imboccato la via di una trasformazione epocale. Le emissioni in atmosfera devono scendere nel 2030 e arrivare a zero nel 2050. Gli impegni al 2030 sono definiti per l'Unione europea e si stanno fissando per ciascun paese. L'Italia dovrebbe generare elettricità da fonti rinnovabili per il 55% e comunque eliminare il carbone. Gli edifici nuovi, e gradualmente i vecchi, tendono a impatto zero: con un involucro ben isolante la produzione di energia tratta dal sottosuolo o dal sole o generata con le pompe di calore dovrebbe bastare. La mobilità dovrà trasformare i mezzi: auto elettriche, autocarri e navi a metano liquefatto per passare poi a biogas, idrogeno o motori elettrici. E ridurre i veicoli individuali con una maggiore disponibilità di collettivi e condivisi. I costi dell'operazione rischiano di essere proibitivi. Bisogna scegliere per ciascun obiettivo la via meno costosa, con l'aiuto dell'innovazione e dell'iniziativa imprenditoriale. Bisogna evitare che costi e disagi ricadano sulla parte più debole della popolazione. L'Italia come ogni paese europeo sta preparando il suo Piano Energia e Clima. Fissare le tappe della trasformazione perché i cittadini e le imprese possano fare i loro conti e prendere le loro decisioni. Il governo ha presentato una bozza a inizio 2019. Astrid ha raccolto esperti indipendenti, interpellato imprese. Ha preparato questo documento di osservazioni e proposte per contribuire alla redazione finale del piano italiano, e anche alle scelte europee.
Due Camere un Parlamento. Per far funzionare il bicameralismo
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2017
pagine: 181
Il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 è andato com'è andato. Ma i problemi principali sono rimasti. Tra questi (oltre alla ripartizione dei poteri e ai rapporti fra Stato e Regioni), quello di razionalizzare il nostro faticoso bicameralismo. Un referendum fallito non preclude nuovi tentativi di ammodernare il nostro sistema istituzionale anche attraverso modifiche del testo costituzionale. Ma intanto occorre far funzionare meglio le istituzioni che abbiamo, con la Costituzione che abbiamo. Questo libro propone, da un lato, rimedi contro le inutili duplicazioni, i tempi morti, l'ostruzionismo degli «interessi», le differenze irragionevoli tra Camera e Senato. Rispetta però, dall'altro lato, il vincolo costituzionale di fondo: la possibilità, offerta dal bicameralismo paritario, del «ripensamento» e del miglioramento delle decisioni politiche, sottoposte, tutte, alla valutazione e all'approvazione di due diverse assemblee. Questo duplice binario si percorre riscoprendo l'originario cardine della Costituzione: quello di un Parlamento «unitario», anche se articolato in due rami. Due Camere dunque, ma un solo Parlamento. Riscoprendo questa chiave, è possibile la semplificazione delle procedure parlamentari: quasi un «uso monocamerale» del bicameralismo.
Internet e la tutela della persona. Il caso del motore di ricerca
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2015
pagine: 352
Il diritto all'oblio, come possibilità di cancellare per sempre dalla rete i riferimenti che ci riguardano e che vorremmo non fossero più conoscibili, è oggi tra i più discussi. Un sogno da tutti sognato, ma per tutti irraggiungibile. Esso ha assunto una dimensione così importante nella società di oggi a causa dei motori di ricerca. Sono questi che, consentendo il facile accesso ai dati di ognuno, rendono più pesante, per chi volesse cancellare i dati che lo riguardano, la condanna alla memoria eterna della rete. Poiché sempre meno la realtà digitale è separata e distinta da quella reale, di fatto essi hanno un'enorme incidenza sulla nostra immagine pubblica e privata. La sentenza Google Spain ha per qualche tempo fatto credere, agli osservatori meno attenti, che il diritto all'oblio potesse esistere davvero. Questo libro spiega perché non è così. Possono esservi però altri modi per proteggere la propria immagine e identità, persino se si è persone pubbliche. I saggi qui raccolti cercano nuove strade per tutelare la persona in rete. Il filo rosso che le unisce è la rinuncia all'impossibile speranza di cancellare quello che cancellabile non è, in cambio del diritto di "dire la propria verità", con le stesse modalità e la stessa conoscibilità delle "menzogne" o delle "verità sbagliate" che vorremmo cancellare.