Officina Libraria: CATALOGHI DI MOSTRE
Bernini. Catalogo della mostra (Roma, 31 ottobre 2017-4 febbraio 2018)
Libro: Copertina rigida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2017
pagine: 437
La Galleria Borghese inaugura una mostra dedicata a Gian Lorenzo Bernini. La Villa, che contiene il nucleo più importante e spettacolare di marmi berniniani, è infatti la sede ideale per considerare l'insieme della produzione dell'artista e gli articolati problemi ad essa connessi. Il tema conduttore della mostra è dunque la scena privilegiata della scultura alla Galleria Borghese, e il suo genio è Gian Lorenzo Bernini. Le singole sezioni della mostra saranno affidate a specialisti che da tempo si occupano del grande artista o di particolari aspetti della sua carriera o ancora del ruolo da lui giocato all'interno del più ampio fenomeno del Barocco (Andrea Bacchi, Maria Giulia Barberini, Anna Coliva, Anne-Lise Desmas, Luigi Ficacci, Stefano Pierguidi).
100 anni. Scultura a Milano 1815-1915
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2017
pagine: 304
Il catalogo della mostra 100 anni. Scultura a Milano 1815-1915 rappresenta un indispensabile strumento di studio e di ricerca sul tema della scultura a Milano nell'Ottocento e nel primo Novecento e rende conto di un lavoro di censimento, valorizzazione e tutela delle collezioni della Galleria d'Arte Moderna di Milano, che si affianca al catalogo del patrimonio esposto della GAM (Officina Libraria. 2017). Preceduta da un'importante campagna di restauro, la mostra presenta una selezione dell'ingente patrimonio scultoreo della Galleria, inedito perché conservato nei depositi del museo e in larga parte mai esposto al pubblico. Ai depositi si attinge per documentare, con un centinaio di opere, la storia della scultura milanese nell'arco di cento anni (dal 1815 al 1915), dal neoclassicismo fino al tardo simbolismo, una stagione durante la quale Milano si attesta capitale della produzione scultorea italiana grazie alla presenza di alcuni maestri di fama internazionale (Grandi, Puttinati, Marchesi, Cacciatori, Troubetzkoy, Wildt, Vela, Barzaghi, Magni, Strazza e numerosi altri). La mostra, così come il catalogo che la affianca, si articola in sei sezioni. Si parte dall'importanza del Mito come punto di partenza per la produzione scultorea del Neoclassicismo, per proseguire poi con il fiorire delle tematiche letterarie, che si verifica nella nuova temperie romantica. Grande spazio viene dato poi alla stagione della cosiddetta "Scuola di Milano", dove la scultura, che affronta ora soprattutto temi di genere, si apre ai successi internazionali delle grandi esposizioni. Si prosegue quindi con il grande tema della Nazione: personaggi, storia e monumenti del momento risorgimentale, che animano le commissioni e le occasioni di lavoro degli scultori. Il percorso si chiude con il sopraggiungere della crisi della forma chiusa della statuaria nell'opera di artisti come Bazzaro, Troubetzkoy e Medardo Rosso, e infine con le inquietudini ormai moderne e già dentro il nuovo secolo della stagione del simbolismo e del realismo, con le sue tematiche ideali e le sue tensioni sociali. Il catalogo raccoglie saggi di importanti studiosi sui principali temi della vicenda scultorea milanese lungo un secolo di storia, oltre ad affondi sulla committenza, sui luoghi cittadini della scultura e sul suo contesto letterario e culturale. Completano l'opera la schedatura scientifica di tutte le opere e un utile regesto biografico degli artisti.
Masques mascarades mascarons
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2014
pagine: 272
Fin dall'antichità, in Occidente, l'uomo si è sempre mascherato. La maschera nasconde il viso, ma questo occultamento rivela, in realtà, la presenza di un doppio. La maschera appartiene allo stesso tempo al registro del sacro e del profano, alla realtà e alla finzione. Spaventa e seduce, imita e inganna. Il catalogo di questa mostra del Louvre si articola attorno a 5 temi: il teatro, la morte, la Gorgone, il mascherone, l'illusione. L'esposizione si caratterizza per la varietà delle opere esposte e per l'ampiezza dell'arco cronologico in considerazione: dalla maschera di Dioniso, datata al V secolo a. C., fino alle foto di Man Ray, passando per i disegni di putti del Mantegna, le incisioni di Callot, gli acquarelli delle maschere per le rappresentazioni teatrali alla corte di Luigi XIV. Attraverso le opere esposte sarà esaminata la funzione religiosa della maschera nel teatro greco, la sua forza espressiva, ludica e anche un po' diabolica nelle feste e nella Commedia italiana, il suo ruolo nei contesti funerari e la sua funzione apotropaica in quelli tombali. S'indagherà anche la sua duplicità e il suo utilizzo come elemento ornamentale, dove prende la forma del mascherone.
Franz Xaver Messerschmidt 1736-1783. From neoclassicism to expressionism. Catalogo della mostra. Ediz. inglese
Libro: Copertina rigida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2010
pagine: 219
Il volume costituisce il catalogo della mostra "Franz Xaver Messerschmidt" (New York, 16 settembre 2010 - 10 gennaio 2011; Parigi, 26 gennaio - 25 aprile 2011), dedicata alle teste "caratteriali" di questo scultore austro-bavarese del XVIII secolo. La prima parte della carriera di Messerschmidt si svolse a Vienna, città dove ebbe notevole successo e incontrò i favori della corte imperiale. Sebbene le sue opere fossero in stile neoclassico, la resa dei suoi modelli era improntata al "vero", senza idealizzazione alcuna. Nessun altro artista viennese si esprimeva con tanta libertà. Attorno al 1770 la vita di Messerschmidt fu contrassegnata da una forte discontinuità. Si credette che l'artista fosse diventato pazzo ed egli perse la sua cattedra all'università. Deluso e contrariato fece ritorno a Wiesensteig, la sua città natale in Baviera. Da allora Messerschmidt si dedicò completamente alla creazione delle sue teste "caratteriali", le sculture cui deve la sua fama. Per produrre queste opere l'artista si guardava allo specchio, pizzicava il suo corpo e osservava con attenzione le espressioni facciali risultanti, che poi riproduceva con grande precisione a tutto tondo, in marmo e bronzo. Messerschmidt produsse 49 teste prima di morire nel 1783. L'opera di Messerschmidt può essere messa in relazione con quella di artisti come William Blake e Francisco Goya per la sua esplorazione del lato oscuro dell'animo umano.
La battaglia di Solferino e San Martino. Arte, storia e mito
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2009
pagine: 96
Il 150° anniversario della Battaglia di Solferino e San Martino, che è stato l'evento decisivo per l'unità d'Italia rappresenta un'occasione per rileggere i segni che le vicende risorgimentali hanno lasciato nella cultura figurativa della seconda metà dell'Ottocento.L'esposizione, curata da Daniela Sogliani, racconta la storia di questo sanguinoso combattimento, avvenuto il 24 giugno 1859, che vide la sconfitta dell'esercito austriaco da parte dei franco-piemontesi e segnò la fine della Seconda guerra di indipendenza italiana. La mostra presenta opere di artisti che videro personalmente il campo di battaglia. È il caso di Telemaco Signorini, teorico del gruppo macchiaiolo. Vi sono alcuni pittori, come Carlo Ademollo, che partecipano a concorsi nazionali a tema sulla battaglia e altri che percepiscono a distanza l'eco dell'evento, come Carlo Arienti, accademico milanese, o Gerolamo Induno, che interpreta lo scontro secondo i canoni della pittura 'di genere'. Eleuterio Pagliano e Giovanni Fattori, che al contrario non combatté mai una guerra, ritornano dopo diversi anni sul tema, evidentemente ancora vivo nel ricordo collettivo.
Collezione G&R Etro. Marmi e bronzi
Libro: Libro rilegato
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 544
Nel catalogo sono presentate oltre cento sculture, tra marmi e bronzi, raccolte da Gerolamo e Roberta Etro a partire dagli anni Settanta del Novecento: si tratta di una collezione che, per pregio dei singoli pezzi e ampiezza cronologica, probabilmente non ha confronti tra quelle private formatesi nell’ultimo secolo. Assolutamente eccezionale è, innanzitutto, la sfilata di capolavori di età barocca: sono infatti rappresentate tutte le maggiori realtà regionali italiane, da Roma a Firenze, da Genova a Venezia. Forse anche più rilevante, sebbene meno nutrito, è il nucleo di pezzi del Seicento romano, con una clamorosa antologia di busti, a partire da due di Alessandro Algardi. All’ambito berniniano è poi da ricondurre uno dei pezzi più affascinanti della raccolta, celebre già dall’inizio del Settecento, la Musa Lancellotti, già Ginetti, che era allora ritenuta un marmo antico restaurato da Gian Lorenzo. Sceltissima è la selezione dei marmi rinascimentali, alcuni inediti, con opere – tra gli altri – di Giovanni Antonio Amadeo e Antonello Gaggini. La collezione vanta capolavori del tardo Sette e inizio Ottocento, con una scultura assolutamente sui generis come il raro Suonatore di fagotto incapace, in piombo, di Franz Xaver Messerschmidt (unica opera dell’artista oggi in Italia) e con due marmi di Antonio Canova. Secondo solo a quello di età barocca, è il gruppo di opere del Novecento, con tutti (o quasi) i maggiori artisti italiani, da Vincenzo Gemito ad Arturo Martini, passando per Marino Marini, con gli straordinari sette marmi di Adolfo Wildt, che costituiscono un episodio significativo della riscoperta di questo grande maestro. Gli Etro, infine, grazie anche al lungo rapporto di amicizia con il gallerista e collezionista Gian Enzo Sperone, hanno continuato a seguire l’evoluzione della plastica contemporanea, acquistando opere di artisti attivi ancora entro il nostro secolo, quali Joseph Kosuth, Not Vital e Fabio Viale. Autori delle schede di catalogo sono oltre venti specialisti: studiosi affermati e ormai di fama internazionale, come Alessandro Angelini, Francesco Caglioti, Anne- Lise Desmas, Davide Gasparotto e Paola Mola, e molti giovani già divenuti nomi di riferimento nei rispettivi campi di studio.
Arte e natura. Pittura su pietra tra Cinque e Seicento
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 224
Il catalogo che accompagna la mostra Arte e Natura è dedicato alla pittura su pietra in Italia, dalla sua invenzione da parte di Sebastiano del Piombo fino al suo declino, in un arco cronologico di poco più di un secolo (c. 1525-1650). Grazie agli eccellenti prestiti di musei pubblici e collezioni private, diverse opere sono presentate qui per la prima volta. L’enfasi è sulla materia e sulla sua interazione con i soggetti rappresentati. Lavagna e marmi neri, utilizzati quasi in maniera esclusiva fino al tardo '500, sono i protagonisti della prime sezioni. Questi materiali sono stati spesso legati al concetto di eternità, o al contrario la loro resistenza messa in contrapposizione alla precarietà del soggetto rappresentato (la bellezza femminile o le nature morte) e in sfida con la scultura tradizionale. Particolare attenzione è rivolta in questa occasione ai pittori originari del nord Italia, e in particolare del Veneto, uno dei tre centri fondamentali in Italia per la pittura su pietra: tra i protagonisti i Bassano e Paolo Veronese. Per il ’600 viene indagato il ruolo dei pittori veronesi a Roma e il peculiare interesse della corte fiorentina per scene di fuochi e incendi. Dal tardo ’500 la pittura su pietra si servì sovente di supporti variegati, in cui l’abilità dell’artista e la capacità creativa della natura venivano messi a gara. Seguendo il suggerimento di Leonardo, vari pittori, e principalmente Antonio Tempesta, usarono le venature delle pietre per creare «nuove invenzioni di componimenti di battaglie, d’animali e d’uomini, […] di paesi e di cose mostruose, come di diavoli e simili cose». Gli alabastri, per lo più di spoglio e di provenienza orientale, si prestavano anch’essi allo scopo, e per la loro origine pagana vennero spesso utilizzati per testimoniare il trionfo della Chiesa sul paganesimo, o la saldezza della fede dei martiri. L’ultima sezione è dedicata, invece, ai supporti più pregiati, come lapislazzuli e ametiste sino agli elaborati manufatti lapidei con al centro dipinti su pietra che divennero di moda soprattutto dagli anni venti del Seicento.