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Officina Libraria: CATALOGHI DI MOSTRE

Capitani coraggiosi. L'avventura umana della scoperta (1906-1990). Catalogo della mostra (Milano, 28 settembre 2018-10 febbraio 2019)

Capitani coraggiosi. L'avventura umana della scoperta (1906-1990). Catalogo della mostra (Milano, 28 settembre 2018-10 febbraio 2019)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2018

pagine: 128

Fino a dove si è spinto l'uomo nell'ultimo secolo? E dove arriverà domani? Esplorare è un desiderio ancestrale dell'uomo, e la mostra Capitani Coraggiosi. L'avventura umana della scoperta (1906-1990) ne dà un racconto, dal Novecento fino a oggi. Cinque sezioni ripercorrono le imprese degli esploratori lombardi, speciali «Capitani Coraggiosi» del XX secolo. La prima sezione, I "nostri" esploratori, ripercorre le esplorazioni che contribuirono ad accrescere le raccolte del MUDEC. La seconda, Misurare e Rappresentare, offre una rassegna della cartografia milanese (dagli astronomi di Brera a Google Maps), e mostra come è cambiato il nostro modo di raffigurare lo spazio. La terza sezione è dedicata all'Aria, tra vette, cieli e cosmo. La conquista italiana del K2, la traversata delle Alpi in pallone di Celestino Usuelli, l'illusiva, rivoluzionaria descrizione di Marte data da Schiaparelli: sfide vinte in passato, che aprono orizzonti ancora da raggiungere. La storia dell'esplorazione del Sottosuolo è narrata nella quarta sezione, dal Gruppo Grotte Milano alla speleologia dei nostri giorni, che si addentra tra le grotte carsiche della Grigna e le cavità artificiali dell'underground urbano. Infine la grande installazione Geografie del futuro: antropologia, arte e visioni ci parla della percezione dello spazio oggi e di come sarà domani. Gli interventi dei massimi esperti fanno del catalogo della mostra un preciso, agile strumento per orientarsi tra questi vastissimi aspetti della cultura contemporanea. Il saggio di Franco Farinelli aiuta il lettore a leggere con consapevolezza le risposte offerte dalla mostra, cercando di stimolare nuove domande. Quali "geografie" ridefiniranno i confini della nostra conoscenza? Se la geografia è fondamentale per comprendere i fenomeni e le contraddizioni del nostro "stare su questa terra", chi saranno i geografi del futuro?
17,50

L'elica e la luce. Le futuriste 1912-1944. Catalogo della mostra (Nuoro, 9 marzo-10 giugno 2018)

L'elica e la luce. Le futuriste 1912-1944. Catalogo della mostra (Nuoro, 9 marzo-10 giugno 2018)

Libro: Copertina rigida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2018

pagine: 192

Le donne cambiano. Le donne-oggetto [...] illogiche, inconsistenti, irresponsabili [...] avvertono gli uomini che [...] esse stanno per acquistare [...] un metacentro astratto, inconquistabile [...] la coscienza di un libero «Io» immortale che non si dà a nulla e a nessuno Rosa Rosa («L'Italia Futurista», II, 27, 26 agosto 1917). "L'indagine sulla questione femminile nell'ambito dei movimenti dell'avanguardia storica prosegue con questo nuovo e coraggioso progetto espositivo dedicato alle donne futuriste (...). Illustrare quanto le donne siano state una presenza creativa costante all'interno del movimento, soprattutto nella sua fase avanzata, emendandone così il frainteso maschilismo, e dimostrare come queste abbiano di fatto messo in pratica le premesse di interdisciplinarietà della ricostruzione futurista dell'universo, riuscendo a fondere le diverse vocazioni in una visione e in un'attività coerenti, sono stati, sino dall'inizio, gli obiettivi principali del nostro percorso di indagine, avviato più di due anni fa. Un percorso che - grazie alla lungimiranza del Museo MAN, che ha deciso di portare avanti la ricerca nonostante la fine del mio incarico come direttore artistico, e all'impegno di Raffaella Resch e Chiara Gatti, da subito coinvolte nel progetto - ha condotto alla creazione della più ampia mostra mai realizzata su questo argomento, con il maggior maggior numero di figure rappresentate e un'estensione capace di abbracciare l'intero territorio nazionale, che il futurismo aveva conquistato negli anni della sua massima affermazione, tra il 1912 e il 1944. Un progetto che può dirsi certamente frutto di un lavoro collettivo, sviluppato a stretto contatto con i diversi archivi del futurismo, sia pubblici sia privati, con gli eredi delle artiste coinvolte e con i tanti ricercatori che, generosamente, hanno messo a disposizione le proprie conoscenze, su tutti Luigi Cavadini, Massimo Duranti, Matteo Fochessati, Emanuele Panzera, Filippo Piazzoni, Anna Maria Ruta, Maurizio Scudiero, oltre a Giancarlo Carpi ed Enrico Bittoto, che hanno partecipato con uno scritto al catalogo della mostra, insieme a Lea Vergine ed Enrico Crispolti.(...)". (dall'Introduzione di Lorenzo Giusti)
29,00

Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari. Catalogo della mostra (Novara-Vercelli-Varallo Sesia, 24 marzo-1 luglio 2018)

Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari. Catalogo della mostra (Novara-Vercelli-Varallo Sesia, 24 marzo-1 luglio 2018)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2018

pagine: 631

Gaudenzio Ferrari (Valduggia, documentato dal 1507 - Milano, 31 gennaio 1546), un artista che nel Cinquecento venne ritenuto - insieme a Mantegna, Michelangelo, Polidoro da Caravaggio, Leonardo, Raffaello e Tiziano - uno dei sette «Governatori» nel «Tempio della Pittura» e che in Piemonte ma anche in Lombardia (Milano, Saronno e la Valtellina) segna uno dei punti più alti della pittura della prima metà del Cinquecento. L'esposizione coinvolgerà tre città del Piemonte - Novara, Vercelli e Varallo Sesia - estendendosi, al di là delle sedi espositive, in chiese ed edifici delle città e del territorio, dove sono presenti affreschi e altre opere del Maestro. A concedere le opere di Gaudenzio e degli artisti «di confronto» importanti musei italiani e stranieri, oltre che storiche collezioni private. Nelle tre sedi e in catalogo il pubblico potrà ammirare quasi un centinaio di dipinti, sculture e disegni. In ciascuna sezione saranno presentate, in ordine cronologico, le opere di Gaudenzio, dei suoi contemporanei e dei suoi seguaci. A Varallo sarà affrontato il primo tratto della carriera dell'artista: dagli anni di formazione alle prove del Sacro Monte; a Vercelli la stagione della maturità; a Novara gli anni estremi, dove il pittore è soprattutto attivo sulla scena milanese tra la marea montante del Manierismo. Alle «opere immobili» presenti nelle diverse aree territoriali, i cicli di affreschi e le statue, sono dedicati dodici itinerari, corredati da immagini appositamente realizzate da Mauro Magliani e da un elenco ragionato di tutti i documenti noti su Gaudenzio, curato da Roberto Cara.
39,00

Boldini. Ritratto di signora. Catalogo della mostra (Milano, 16 marzo-17 giugno 2018)

Boldini. Ritratto di signora. Catalogo della mostra (Milano, 16 marzo-17 giugno 2018)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2018

pagine: 86

"La gran vita mondana che sfila a Parigi sino alla vigilia della Prima guerra mondiale diventa un suo harem privato e obbediente, un mondo speciale ammesso alla manifestazione e mediazione del suo genio, con un esclusivismo nella concessione di patenti che quasi fa impallidire le offerte a D'Annunzio e quelle al giovane Gordon Craig." (Carlo Ludovico Ragghianti)
12,00

Genovesino e Piacenza. Catalogo della mostra (Piacenza, 4 marzo-10 giugno 2018)

Genovesino e Piacenza. Catalogo della mostra (Piacenza, 4 marzo-10 giugno 2018)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2018

pagine: 105

Sulla traccia della recente esposizione cremonese, questa mostra si propone di accrescere le conoscenze su Luigi Miradori detto il Genovesino (Genova?, 1605 circa-Cremona, 1656) illuminando gli anni farnesiani, quando - tra il 1632 e il 1636 - il pittore risiede a Piacenza; ponendo l'accento anche sulle successive relazioni che mantiene con la città. È un lustro di crisi per Piacenza, uscita stremata dalla peste del 1630: sono ormai chiusi i grandi cantieri pittorici degli anni Venti che avevano visto la presenza nel Duomo di Morazzone e Guercino, mentre in Piazza Grande si è conclusa la spettacolare impresa dei monumenti equestri di Ranuccio e di Alessandro Farnese, opera di Francesco Mochi. A Piacenza Genovesino vivacchia, si lega al conterraneo letterato Bernardo Morando, che gli fa da mentore, ma probabilmente non riesce a garantirne il successo. Nel 1635 infatti il pittore supplica la duchessa Margherita de' Medici di poter abbandonare i territori farnesiani perché è "in necessità con la sua povera famigliola" e le "faccende di detta sua arte" sono "mancate". Non gli resta dunque che "andare in altre parti" a cercare quella fortuna che comincerà ad arridergli solo dopo il definitivo approdo a Cremona, avvenuto entro il 1636. Da quel momento, paradossalmente, andrà crescendo anche la sua fama a Piacenza: negli anni Quaranta infatti Genovesino eseguirà diverse opere per le famiglie più in vista dell'aristocrazia piacentina. È poi documentata negli inventari delle principali raccolte cittadine la presenza di svariati dipinti da cavalletto, tra i quali numerose nature morte, un genere ancora tutto da riscoprire. Nella circostanza, oltre a quelle già note, sono riemerse tre importanti tele eseguite nel 1643 per alti esponenti della vita politica farnesiana. Rispetto alla mostra di Cremona, inoltre, risulta privilegiato il rapporto del Miradori con il mondo della grafica, grazie all'esposizione di alcune stampe da cui il pittore trae ispirazione per le sue composizioni; ma anche dall'unico disegno sicuramente attribuibile al Genovesino. Prefazione di Vittorio Sgarbi.
23,50

Tiepolo segreto. Catalogo della mostra (Vicenza, 3 novembre 2017-17 giugno 2018)

Tiepolo segreto. Catalogo della mostra (Vicenza, 3 novembre 2017-17 giugno 2018)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2018

pagine: 79

Sette straordinari affreschi di Giandomenico Tiepolo (1727-1804) da oltre cinquant'anni anni erano conservati nelle residenze dei proprietari che coraggiosamente li salvarono dalle distruzioni belliche. Oggi gli eredi, convinti dell'opportunità di un godimento pubblico di tali capolavori, li hanno destinati al Palladio Museum di Vicenza. Questo libro è dedicato ai dipinti, alla loro iconografia e alla loro storia: la storia della straordinaria arte dei Tiepolo, in grado di trasformare dalla radice la tradizione frescante veneta; quella della difesa del patrimonio artistico negli anni cupi della Seconda guerra mondiale; e una terza storia che lega in modo indissolubile gli affreschi già in Palazzo Valmarana Franco a Vicenza all'architettura palladiana. Testi e illustrazioni sono il frutto di nuove ricerche condotte dal Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio insieme alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.
16,90

Altro Rinascimento. Il giovane Filippo Lippi e la Madonna di Tarquinia. Catalogo della mostra (Roma, 16 novembre 2017-18 febbraio 2018)

Altro Rinascimento. Il giovane Filippo Lippi e la Madonna di Tarquinia. Catalogo della mostra (Roma, 16 novembre 2017-18 febbraio 2018)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2017

pagine: 174

Nel 1917, lo storico dell'arte Pietro Toesca riconosce nella commovente Madonna col Bambino conservata nella chiesa di Santa Maria in Valverde a Tarquinia la mano del grande artista fiorentino Filippo Lippi (1406 circa - 1469). In occasione del centenario di questa importante scoperta, alle Gallerie Nazionali d'Arte Antica Barberini Corsini, dove oggi si conserva la pala lippesca, si è organizzata un'importante esposizione: la Madonna di Tarquinia diventa così lo spunto per analizzare, attraverso un ristretto ma ben selezionato numero di opere (tra le altre, provenienti da importanti musei e collezioni di Parigi, New York, Berlino), la figura di questo frate pittore, personaggio chiave di quella fucina eccezionale che fu la Firenze di metà Quattrocento. Il catalogo, a cura di Enrico Parlato e redatto da importanti storici dell'arte italiani e stranieri (Anna Modigliani, Laura Cavazzini, Carlo Bertelli, Carl Strehlke, Keith Christiansen...), si sviluppa in cinque parti: nella prima, viene analizzata la figura dell'arcivescovo di Firenze Giovanni Vitelleschi, committente della pala di Tarquinia, sua città natale. Nel 1437 (data che ritroviamo nella pala stessa, sul cartiglio ai piedi della Vergine), Vitelleschi decide di tornare nella sua città d'origine, portando la pala del Lippi e facendosi edificare un sontuoso palazzo (oggi sede del Museo Nazionale Etrusco). Nella seconda parte del volume, l'analisi "al microscopio" del capolavoro fulcro della mostra consente di esaminare gli esordi di Lippi. Entrato giovanissimo nell'ordine dei carmelitani di Firenze, gli affreschi di Masolino e Masaccio sono la sua prima scuola, ma non mancano influenze diverse come quelle di Donatello, Domenico Veneziano, Lorenzo Monaco e i fiamminghi. La terza sezione del catalogo è dedicata al già menzionato storico dell'arte Pietro Toesca, pioniere della «documentazione fotografica» intesa come riproduzione di opere d'arte, ad uso e supporto dei suoi studi, in particolare sul Quattrocento, e all'archeologo Giuseppe Cultrera, fondatore del Museo di Tarquinia e figura centrale negli studi storico-artistici della zona dell'alto Lazio. Infine, dopo la quarta sezione che presenta le schede delle opere esposte e un regesto documentario, l'ultima parte è dedicata al restauro e alla conservazione della Madonna di Tarquinia, di particolare interesse perché uno dei rari casi in cui si sia conservata la cornice originale.
22,50

Chimera relocated. Vincere il mostro. Catalogo della mostra (Firenze, 28 marzo-27 aprile 2017)

Chimera relocated. Vincere il mostro. Catalogo della mostra (Firenze, 28 marzo-27 aprile 2017)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2017

pagine: 80

La celebre Chimera di Arezzo, un bronzo votivo etrusco degli inizi del IV secolo a.C., fu rinvenuta nel 1553 nella città di Arezzo e fu subito trasferita a Firenze per volere del duca Cosimo I de' Medici, che la fece collocare nella sala dedicata a papa Leone X de' Medici in Palazzo Vecchio, residenza del principe e sede del governo. Secondo l'intento di Cosimo, la Chimera doveva testimoniare la presunta (e desiderata) continuità del potere dai tempi dell'antica dominazione etrusca sino all'attuale governo ducale. La Chimera rimase in Palazzo Vecchio sino al 1718, quando venne trasferita nella Galleria degli Uffizi, per poi entrare a far parte, dal 1870, della collezione stabile del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Raramente uscita dal museo, la scultura è stata esposta per un mese proprio nella sala di Palazzo Vecchio dove è rimasta collocata per quasi due secoli. Il catalogo presenta saggi di approfondimento sul contesto storico-artistico della Firenze medicea, sulla fortuna dell'opera dal suo ritrovamento, sul busto di Cosimo I di Baccio Bandinelli e sulla sala di Leone X in Palazzo Vecchio.
12,00

Mediterraneo in chiaroscuro. Ribera, Stomer e Mattia Preti da Malta a Roma. Catalogo della mostra (Roma, 12 gennaio-21 maggio 2017)

Mediterraneo in chiaroscuro. Ribera, Stomer e Mattia Preti da Malta a Roma. Catalogo della mostra (Roma, 12 gennaio-21 maggio 2017)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2017

pagine: 56

Alcuni dei principali capolavori della National Gallery di Valletta, Malta, sono messi a confronto con celebri opere della collezione delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Palazzo Barberini di Roma: l'esposizione prende spunto dall'intensa relazione storica e artistica che coinvolse i due paesi fin dal Seicento, quando prima Caravaggio (1571-1610) e poi Mattia Preti (1613-1699) si trasferirono a Malta e l'isola si aprì progressivamente al gusto e alle novità del Barocco. È proprio dalla lezione pittorica di Caravaggio che la mostra prende avvio, dedicando una sezione ai pittori stranieri attivi a Roma all'inizio del Seicento che più ne subirono il fascino: Jusepe de Ribera (1591-1652) e Matthias Stomer (1600 circa-1650). Un'intera sezione della mostra è poi per Mattia Preti (1613-1699), il "cavaliere calabrese", che spenderà a Malta gli ultimi trent'anni della sua vita, contribuendo in maniera sostanziale alla trasformazione barocca dell'isola. Se le opere della collezione di Palazzo Barberini testimoniano la fase di affermazione del pittore, i dipinti provenienti da Malta restituiscono il volto dell'artista nella sua piena maturità.
10,00

Francesco De Tatti e altre storie

Francesco De Tatti e altre storie

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2011

pagine: 104

Il volume raduna per la prima volta tutti i documenti noti sul più importante pittore rinascimentale varesino, Francesco De Tatti (documentato dal 1512 al 1527). Ad aprire il volume è una prefazione di uno dei maggiori studiosi di arte lombarda rinascimentale, Gianni Romano, che è stato fra i pionieri della riscoperta del De Tatti. Segue una premessa scritta dai curatori della mostra tenuta alla Pinacoteca Züst di Rancate (in contemporanea all'esposizione alla Sala Veratti di Varese di due opere del De Tatti) "Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini". Il testo, oltre a essere una breve ricognizione sulla pittura rinascimentale nel territorio varesino, propone nuove attribuzioni per il De Tatti, come la decorazione della maestosa cupola del Santuario di Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio, seguendo una malintesa fonte seicentesca, e fornisce spunti di riflessione per artisti vicini al pittore varesino, come il suo probabile maestro, Bernardo Zenale. La trascrizione documentaria e il saggio sul pittore sono a cura di Carlo Cairati.
19,00

Due capolavori ritrovati. Llewelyn Lloyd e Lodovico Tommasi nelle raccolte della Fondazione della Cassa di Risparmi di Livorno

Due capolavori ritrovati. Llewelyn Lloyd e Lodovico Tommasi nelle raccolte della Fondazione della Cassa di Risparmi di Livorno

Libro: Libro rilegato

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2008

pagine: 63

Il recentissimo ingresso, nelle raccolte d'arte della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, di due capolavori della pittura toscana dei primi anni del Novecento, e cioè "Ritorno dai campi" di Llewelyn Lloyd, 1906, e "I calafati" di Lodovico Tommasi, 1910, ha suggerito di organizzare un'esposizione monografica, pensata come un dittico, per presentare queste opere d'eccezione. Il "Ritorno dai campi" di Lloyd trova il suo naturale e più pertinente confronto in un'altra tela del pittore labronico-gallese, e cioè "Le gremignaie", dipinta nello stesso momento (1906) e nello stesso contesto topografico (i dintorni di Antignano), con le medesime intenzioni formali: un'opera conservata in una collezione privata livornese e presente in mostra. Inoltre, per chiarire il rapporto, al di là della modernissima tecnica divisionista, di questi due dipinti di Lloyd con la tradizione ottocentesca del naturalismo agreste europeo, e in particolare francese, risulta illuminante il confronto con opere grafiche di Millet e Jules Breton. "I calafati" di Lodovico Tommasi rivela invece un'evidente vicinanza all'originale declinazione del linguaggio divisionista messa a punto nei primi anni del secolo da Plinio Nomellini: risulta quindi particolarmente illuminante il confronto con un dipinto come Vespero a Torre del Lago dove, oltre alle evidenti analogie della tecnica pittorica, il tema del lavoro era stato similmente interpretato da Nomellini in chiave simbolista.
18,00

Bernini

Bernini

Libro

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2023

45,00

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