Mimesis: Il principe e la repubblica
La costituzione come decisione. Contro i giusmoralisti
Agostino Carrino
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 419
Questo saggio indaga criticamente il lento, ma costante processo di ‘moralizzazione’ del diritto costituzionale indotto da una scienza giuridica ‘progressiva’ attraverso l’interpretazione ‘per princìpi’, criterio posto a fondamento della validità stessa (per alcuni del ‘vigore’ materiale) dell’ordinamento giuridico. La dilatazione della retorica dei diritti dell’uomo e lo scivolamento della lotta politica dal suo luogo naturale e classico – l’agorà della polis – alle aule giudiziarie e alle pretese formali proprie del processo stanno determinando un progressivo esaurimento qualitativo del conflitto sociale e di conseguenza l’arretramento, continuo ed inesorabile, della partecipazione politica e della volontà di decisione. Diritti dell’uomo ‘interpretati’ e gestiti dalle corti supreme, pace universale, superamento dello Stato e abrogazione della sovranità e dei princìpi classici della scienza giuridica sono le parole d’ordine che occultano uno spostamento della decisione politica dai popoli storicamente determinati e dai loro rappresentanti a incontrollabili poteri finanziari che agiscono a livello globale, incuranti degli interessi concreti dei singoli e delle nazioni. Il diritto giudiziario e lo Stato dei giudici sono le forme patologiche della trasformazione dello Stato di diritto in dis-ordinamento post-costituzionale e post-nazionale. Nel mentre si diffondono nuove ideologie arbitrarie senza luogo e senza storia, per l’Europa si aggira spavaldo lo spettro dell’uguaglianza priva di sostanza, del diritto privo di volontà e di decisione, della libertà senza le libertà, dei diritti senza i doveri.
Legalità e legittimità nell'interpretazione costituzionale
Carmine De Angelis, Daniele Porena, Antonino Scalone, Giuliana Stella
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 166
La crisi della legge è oggi un dato di fatto, rispetto al quale è sempre difficile non considerare che nessuna legge può governare in quanto tale, specialmente nella modernità, ma ha sempre bisogno di qualcuno che la ponga e la applichi, evitando solo – in una buona repubblica – che se ne abusi o semplicemente la si calpesti. Se la legge è in crisi, l’idea del moderno “giudice delle leggi” non si è rivelata essere una soluzione, ma, al contrario, essa stessa ha suscitato una pletora di nuovi problemi, che soltanto una concezione ideologicamente orientata nasconde, di regola dietro l’idea delle costituzioni cosiddette “rigide”.