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Longo Angelo: Memoria del tempo

I versi e le regole. Esperienze metriche nel Rinascimento italiano

I versi e le regole. Esperienze metriche nel Rinascimento italiano

Libro: Copertina morbida

editore: Longo Angelo

anno edizione: 2020

pagine: 248

Non c'è dubbio che il Cinquecento rappresenti, dal punto di vista metrico e stilistico, uno dei momenti più sperimentali e al contempo più teoricamente consapevoli della nostra tradizione letteraria. Inquieta deferenza al modello petrarchesco, tensione verso la norma e insofferenza delle regole, riesumazione archeologica dell'antico e costante riflessione sugli strumenti e gli istituti della scrittura in versi si intrecciano in una stagione irripetibile, che i contributi raccolti in questo volume - dovuti in buona parte a giovani ricercatrici e ricercatori - esaminano originalmente da diverse angolazioni. Vengono così osservati da vicino non solo autori a vario titolo canonici come Sannazzaro, Bembo, Tolomei e Bernardo Tasso, ma anche sperimentatori più vivaci del tipo di Catti, Firenzuola e Tesauro, oltre che un genere per eccellenza oltranzistico come quello della sestina lirica. La luce viene quindi puntata sui grandi nodi teorici, oggetto della seconda sezione del libro, nella quale si discute tra gli altri di Trissino, Ruscelli e Speroni, immergendosi nella selva di programmi, manifesti e trattati che costellano dall'inizio alla fine il lungo secolo delle regole e delle dispute, che fu anche il secolo di alcuni dei nostri massimi capolavori.
28,00

Federico Frezzi e il «Quadriregio» nel sesto centenario della sua morte (1416-2016)

Federico Frezzi e il «Quadriregio» nel sesto centenario della sua morte (1416-2016)

Libro: Copertina morbida

editore: Longo Angelo

anno edizione: 2020

pagine: 808

Nel 2016 è stato ricordato con diverse iniziative il sesto centenario della morte di Federico Frezzi: al termine delle celebrazioni di tale anniversario e come loro momento culminante, si è tenuto nel 2017 tra Foligno e Perugia un convegno internazionale dedicato alla figura del Frezzi e alla sua opera letteraria, i cui esiti sono consegnati al presente volume. La fama del Frezzi, nato a Foligno intorno alla metà del Trecento, domenicano, maestro di teologia, vescovo della città umbra tra il 1403 e il 1416, è legata in primo luogo al poema in terzine intitolato Quadriregio (o Libro dei Regni): opera poetica che racconta un viaggio attraverso i regni dell'Amore, di Satana, dei Vizi e delle Virtù, coronato da una finale visione di Dio. Sebbene ispirato al grande edificio della Commedia dantesca, il poema di Frezzi è anche un'opera che continua e riprende altri modelli, di carattere prevalentemente allegorico e didascalico. Lettore dell'Amorosa visione e del Ninfale fiesolano di Boccaccio e inoltre dei Trionfi di Petrarca, il Frezzi sembra comporre il proprio poema con l'attenzione rivolta prima di tutto alla predicazione e dunque all'efficace esemplificazione dei vizi e delle virtù.
60,00

Dante e Ravenna

Dante e Ravenna

Libro: Libro in brossura

editore: Longo Angelo

anno edizione: 2019

pagine: 367

Si offrono qui riunite, a un anno dall'evento, le relazioni del Convegno internazionale di studi su "Dante e Ravenna" (27-29 settembre 2018), che ha celebrato il settimo centenario dell'esilio ravennate del sommo poeta, chiamando a raccolta i maggiori specialisti, docenti in Università italiane e straniere, dell'ultimo Dante e della sua coeva produzione, latina e volgare. Di quel convegno, non circoscritto ai soli italianisti, ma aperto al contributo di filologi classici e medievali, di storici dell'arte e della Chiesa, non meno che di codicologi e antropologi fisici, il presente volume, corredato di un'ampia Introduzione e di una ricca appendice iconografica, rispecchia il carattere interdisciplinare, proprio del Dipartimento ravennate di Beni Culturali al cui interno è stato ideato. Vi si alternano interventi di singoli studiosi (Emilio Pasquini, Andrea Battistini, Alberto Casadei, Sonia Chiodo, Paolo De Ventura, Nicolò Maldina, Alessandro Merci, Roberta Morosini, Pantaleo Palmieri, Laura Pasquini, Marco Petoletti, Angelo Piacentini, Luca Carlo Rossi, Raffaele Savigni, Paola Vecchi Galli) ad altri a due voci (di cui sono protagonisti Gabriella Albanese e Paolo Pontari, Giuseppina Brunetti e Paola Degni, Giorgio Gruppioni e Elisabetta Cilli, Alessandro Iannucci e Marco Orlandi, Fiammetta Sabba e Federica Fabbri), a testimonianza di un confronto dialettico tra scuole e generazioni diverse che, collocandosi sulla scia di una plurisecolare tradizioni di studi, ha sondato il ruolo e la presenza, nella vita e nell'opera di Dante, della città che gli avrebbe offerto l'"ultimo rifugio" e che ne custodisce tuttora i resti mortali.
18,00

Poesia e diritto nel due e trecento italiano

Poesia e diritto nel due e trecento italiano

Libro: Copertina morbida

editore: Longo Angelo

anno edizione: 2019

pagine: 248

Che poesia e diritto, nel Due e Trecento, siano intimamente legati è cosa nota. Si sa che grandi poeti come Giacomo da Lentini e Cino da Pistoia furono, al tempo stesso, grandi giuristi. Ma sia gli storici del diritto che i filologi non spingono oltre le loro ricerche e restano nello stretto perimetro della loro disciplina, come se l'idea che il diritto possa entrare in poesia fosse inimmaginabile. Questo volume intende invece prendere insieme poesia e diritto, e capire perché in Italia, nel Medioevo, la poesia sia entrata nel diritto (Literature in Law) e, perché, inversamente, il diritto sia entrato in poesia (Law in Literature). Nei tredici capitoli di questo volume filologi e storici del diritto analizzano il legame tra poesia e diritto per metterne in prospettiva gli effetti e le ripercussioni, in un percorso che va del Duecento fino al primo Rinascimento. Il libro comincia alla corte di Federico II, dove fu realizzato un ambizioso programma giuridico-poetico a cui contribuì Pier della Vigna, coniugando con genio poesia e diritto nell'Ars dictaminis. Ci si sposta poi nel contesto giuridico bolognese, con le poesie di Monte Andrea e di notai poeti come Niccolò Malpigli; si studia l'astrologia giudiziaria con Cino da Pistoia e Francesco da Barberino; si rintraccia la figura del giurista e la sua ascesa nelle due redazioni del Novellino; si analizza l'uso raffinato e critico della retorica giudiziaria in una novella del Decameron. Arrivati in pieno Trecento, si considera la figura del poeta umanista, per capire se il rifiuto del diritto, che Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca ostentano nelle loro epistole, sia apparente o sostanziale. Infine, si scopre che la poesia stessa - non solo la poesia latina, ma anche quella di Dante - si trasforma in fonte d'autorità nel discorso giuridico del Trecento e continua a nutrire l'ius gentium nell'età moderna.
18,00

Agostino, agostiniani e agostinismi nel Trecento italiano

Agostino, agostiniani e agostinismi nel Trecento italiano

Libro: Copertina morbida

editore: Longo Angelo

anno edizione: 2019

pagine: 257

I contributi raccolti in questo volume esaminano le diverse sfaccettature della multiforme eredità di Agostino nel Trecento italiano. In particolare si concentrano sulla influenza esercitata dalla frequentazione diretta delle opere dell'Ipponate non meno che su quella dovuta alla politica culturale dell'Ordine degli Eremiti di Sant'Agostino fino alla discussione dei vari "agostinismi" tradizionalmente additati dai ricercatori. Il passaggio dalla ricezione e visione medievale di Agostino a quella che sarà propria dell'epoca rinascimentale costituisce un oggetto d'interrogazione comune e trasversale ai saggi, che esplorano gli apporti specifici di Gregorio di Rimini (P. Bermon), Egidio Romano (F. Papi), Simone Fidati da Cascia (X. Biron-Ouellet), Francesco Petrarca (E. Fenzi, L. Marcozzi, E.L. Saak), Roberto de' Bardi (E.L. Saak), la politica iconografica dell'OESA (G. Pittiglio), Coluccio Salutati (L. Baggioni), l'anonimo commentatore della Commedia di Dante noto come Falso Boccaccio (A. Martignoni) e Luigi Marsili e l'anonimo volgarizzatore della Città di Dio (E. Brilli e L. Tanzini). La ricchezza di quest'indagine si deve non solo al taglio multi e interdisciplinare ma anche alla quantità di nuovi documenti, qui editi per la prima volta.
28,00

Il bestiario dell'aldilà. Gli animali nella Commedia di Dante

Il bestiario dell'aldilà. Gli animali nella Commedia di Dante

Giuseppe Ledda

Libro: Copertina morbida

editore: Longo Angelo

anno edizione: 2019

pagine: 312

Una tra le presenze più sorprendenti nel poema dantesco è quella degli animali: una presenza continua e variatissima, che si esprime soprattutto nelle similitudini. Si va dalle tre immagini usate in Inferno V per le anime dei lussuriosi, storni, gru e colombe, e si arriva sino alle api cui sono paragonati gli angeli nell'Empireo (Paradiso XXXI), passando per decine di occorrenze nelle tre cantiche. Non bisogna pensare infatti che la similitudine animale svolga esclusivamente una funzione di degradazione bestiale dei dannati, in quanto tali immagini sono frequenti anche nel Purgatorio e perfino nel Paradiso. Del resto, la cultura medievale conosce una vasta letteratura naturalistica: nei bestiari e nelle enciclopedie si elencavano le caratteristiche, reali o immaginarie, degli animali e se ne offriva poi un'interpretazione simbolica, morale e allegorica. Cosi, le similitudini animali dantesche non sono semplici quadretti naturalistici, come sostenuto a lungo dalla tradizione critica. In esse agiscono invece complesse e rivelatorie strategie di costruzione del significato, attraverso l'attivazione dei valori simbolici attribuiti agli animali nella cultura medievale e la ripresa dei riferimenti in diversi punti del poema.
28,00

Dante e la dimensione visionaria tra Medioevo e prima età moderna

Dante e la dimensione visionaria tra Medioevo e prima età moderna

Libro: Libro in brossura

editore: Longo Angelo

anno edizione: 2019

pagine: 192

Che cosa significa che la Divina Commedia è il racconto della visione dell'aldilà che Dante afferma di avere avuto, il resoconto di ciò che giura di avere visto? Queste affermazioni sono "vere", e in che senso possono esserlo? O sono fittizie, giustificate dall'eccezionale inventività poetica dell'autore messa al servizio di una auto-assegnata missione di rigenerazione della Cristianità? Il dilemma fra queste due interpretazioni polari rischia di essere indecidibile e sterile, ma questo volume, frutto di un seminario interdisciplinare tenuto all'Italienzentrum della Freie Universit& di Berlino sotto l'egida della Fondazione Alexander von Humboldt, porta risultati originali che fanno fare passi avanti alla nostra comprensione dei fatti. Il retroterra di Dante viene illuminato in varie direzioni: dal possibile rapporto con la mistica ebraica e con quella islamica, all'onirismo antropologico tardo antico e medievale, alle tradizioni teologiche e profetiche legittimanti la visione dell'aldilà, all'onirismo lirico o allegorico circolante nelle tradizioni poetiche gallo-romanze. La vocazione visionaria di Dante viene saggiata nella Vita nova e nel Convivio e messa alla prova della testualità del poema sacro. Si interroga il significato dei "Danti dormienti" nelle antiche illustrazioni della Commedia. Ed emerge la cesura epistemologica che separa Dante dalle riprese del genere "visione in Petrarca e Boccaccio. Su tutto ciò il lettore troverà in questo libro molte idee nuove.
18,00

Dante in Svizzera-Dante in der schweiz

Dante in Svizzera-Dante in der schweiz

Libro: Copertina morbida

editore: Longo Angelo

anno edizione: 2019

pagine: 160

La Svizzera, da sempre crocevia tra culture e lingue diverse, ha giocato un ruolo centrale nella storia della fortuna dantesca. Questo volume cerca per la prima volta di ricostruire le tappe essenziali di una tradizione secolare mediante una serie di contributi che affrontano la ricezione elvetica di Dante nelle sue componenti più significative e spesso poco note. Accanto all'analisi della capitale opera di Bodmer, che ha costituito l'atto fondativo della critica dantesca in Svizzera, i saggi si soffermano sulla lezione di maestri come Scartazzini e Spoerri e propongono al lettore riflessioni originali su interpreti meno conosciuti dell'opera dantesca, come Merian e Orelli, attenti agli aspetti estetici e filologici, e come Fiissli, che della "Commedia" ha dato una lettura figurativa. Il volume è inoltre arricchito da nuovi materiali su un grande studioso della civiltà europea come Burckhardt e dedica ampio spazio al ruolo delle traduzioni, che hanno contribuito in maniera decisiva alla diffusione dell'opera dantesca in Svizzera.
18,00

Da Dante a Berenson: sette secoli tra parole e immagini. Omaggio a Lucia Battaglia Ricci

Da Dante a Berenson: sette secoli tra parole e immagini. Omaggio a Lucia Battaglia Ricci

Libro: Copertina morbida

editore: Longo Angelo

anno edizione: 2018

pagine: 282

Il volume, di carattere spiccatamente interdisciplinare, raccoglie tredici saggi incentrati sull'intreccio fra parola e immagine. Da prospettive diverse, si indagano tematiche riguardanti il rapporto tra arti visive e letteratura: dalla potenza icastica della parola dantesca alla ricchezza esegetica e iconografica della prima tradizione di commento alla Commedia; dal rapporto che Leonardo da Vinci - di cui si analizza la poco nota scrittura destrorsa - intrattenne con l'opera e la figura di Dante, fino alla peculiare fortuna critica dei disegni di Sandro Botticelli per il poema negli anni di Bemard Berenson. Oltre l'Alighieri, la prospettiva si allarga per affrontare il rapporto fra ideazione di immagini e fonti testuali fra tardo Medioevo e Rinascimento; la pratica mariniana del "ritratto" in versi; il ruolo che le immagini giocano nella prima Grammatica illustrata dell'italiano pubblicata nel 1898. Arricchisce il volume un contributo sulla formazione del giovane Boccaccio. Temi tutti cari a Lucia Battaglia Ricci, alla quale il volume è offerto.
35,00

Dante a Verona 2015-2021

Dante a Verona 2015-2021

Libro: Copertina morbida

editore: Longo Angelo

anno edizione: 2018

pagine: 320

Verona è la città che più a lungo ha visto Dante quale ospite, nel primo esilio, allorché sono maturate le opere del "Convivio" e del "De vulgari eloqnentia", e più tardi, durante la scrittura del "Paradiso" e della "Questio de aqua et terra", sotto le ali protettive di Cangrande della Scala. A Verona Dante potè forse approfondire i propri studi filosofici e letterari attraverso la frequentazione della celebre Biblioteca Capitolare. A Verona prenderanno dimora i suoi discendenti, primo fra tutti il giudice Pietro, cultore e commentatore dell'opera del padre. La presenza di Dante fu uno stimolo prezioso per la promozione degli studi locali sulla sua opera e sulla sua biografia, prodromi a una fortuna che nei secoli successivi si allargherà ad ambiti disciplinari e cronologici diversi, alla letteratura moderna e contemporanea, sino ad abbracciare il cinema e il teatro. Il volume ricostruisce puntigliosamente le tappe del primo esilio di Dante, il suo complesso rapporto con la realtà e le istituzioni cittadine veronesi (la tradizione comunale, il clero, il notariato), il suo dialogo con il contesto culturale che lo accolse (gli ambienti legati alla Capitolare). D'altra parte amplia l'orizzonte allo sviluppo degli studi intorno alla sua figura e alla sua opera (Dionisi, Perazzini, Del Lungo, Singleton, Apollonio, De Robertis), ne indaga la fortuna editoriale nei primi secoli della stampa, ne analizza il reimpiego e la riemersione in autori, aree e discipline diverse (Ruskin, Modena, Pasolini).
25,00

La consolazione della letteratura. Un itinerario fra Dante e Boccaccio

La consolazione della letteratura. Un itinerario fra Dante e Boccaccio

Sebastiana Nobili

Libro: Copertina morbida

editore: Longo Angelo

anno edizione: 2018

pagine: 257

La stesura del capolavoro, sia per Dante che per Boccaccio, nasce da un trauma: l'esilio nel primo caso, la peste nel secondo. Entrambi cercano nella scrittura una forma di riparazione e, nel segno del comune maestro Boezio, attingono al potere consolatorio della parola che nasce dalla privazione e dal lutto. Per questo, nei due grandi autori del nostro Trecento il motivo delle lacrime si rivela decisivo, a partire dalle grandi allegorie della Commedia come il Veglio di Creta e il gigante Lucifero, per passare poi attraverso la condanna della guerra e delle sue conseguenze dolorose e giungere infine al tema - evidentemente correlato - della sofferenza dei giusti, siano essi i limbicoli all'Inferno o, nel Decameron, i magnanimi della tragica quarta giornata. Il confronto con gli storiografi - Salimbene per Dante, i cronisti della peste per Boccaccio - si rivela decisivo per comprendere il rapporto dei due scrittori con la storia, e con gli eventi drammatici che hanno innescato il processo consolatorio attraverso la scrittura. Nella seconda metà del libro, da un esame tematico dei testi si passa a una prospettiva più strettamente retorica: quali strutture Boccaccio, sulla scia di Dante, utilizza per sostanziare la sua idea di letteratura? Come affronta il problema degli incipit e perché si serve delle cosiddette "cornici", di lettere dedicatorie e di complicati prologhi concentrici? Dal primo romanzo in prosa della letteratura italiana, il Filocolo, fino al tardo trattato umanistico sulla Genealogia degli dèi pagani, che si innesta sulla riflessione centrale del Decameron, Giovanni Boccaccio innova radicalmente un repertorio già codificato dalla letteratura classica e da quella mediolatina e romanza, immaginando l'opera dello scrittore come una grande mappa, scritta e a un tempo illustrata, dentro la quale il lettore sensibile saprà trovare, riconoscendosi, la chiave della sua personale consolazione.
25,00

Dante e la retorica

Dante e la retorica

Libro: Copertina morbida

editore: Longo Angelo

anno edizione: 2017

pagine: 274

Il volume raccoglie i contributi di alcuni tra i maggiori specialisti italiani e internazionali di Dante, che oltre a definire il rapporto delle opere del poeta con la retorica, i trattati e le artes che regolavano la composizione e cui egli poteva attingere, si occupano anche di alcune immagini, figure, temi e allegorie che di quel sistema fanno parte: si tratta di un campo che per diverse ragioni è rimasto parzialmente inesplorato, finora, nella critica dantesca. Dall'analisi emerge un quadro nuovo e stimolante della poetica di Dante ma soprattutto della sua straordinaria e innovativa abilità nel cogliere la lezione artistica dei poeti antichi e le prescrizioni dei testi normativi, e di volgerle, in particolare nella Commedia, a un esito poetico senza precedenti e di straordinario respiro. La riflessione degli autori non si limita, però, al capolavoro, ma si rivolge anche al Convivio, alle Epistole e ad altre opere di Dante, tutte esaminate sotto la visuale particolare e innovativa della sua sapienza retorica. Il volume si dimostra, quindi, uno strumento d'analisi unico nell'ampio panorama dell'odierna critica dantesca.
25,00

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