LetteraVentidue: IAUS
Protesto perché conosco. I saperi nella resistenza al TAP in Salento
Serena Tarabini
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2024
pagine: 96
La mobilitazione territoriale del Movimento NoTAP in Salento, viene analizzata avvalendosi del campo di studi dell'Ecologia politica e in particolare del concetto di giustizia ambientale, in quanto si prestano ad evidenziare come i conflitti ambientali, situazioni spesso confinate in una dimensione locale, stigmatizzate come NIMBY, depoliticizzate dai governi, si intersecano in realtà con le grandi tematiche socio-ecologiche globali attuali, come l'emergenza climatica e l'estrattivismo, e tutte le forme di discriminazione, esclusione ed oppressione che ne derivano. Particolare attenzione viene dedicata alla dimensione epistemica del conflitto; le conoscenze prodotte dalle realtà sociali come movimenti o comitati di cittadini che si sono attivati per la difesa di un territorio, sono marginalizzate dall'imposizione di sistemi di conoscenza dominanti che oltre ad essere alieni al territorio in sé si possono dimostrare non neutri. Il conflitto ambientale può essere interpretato quindi come un conflitto di conoscenze, occasione di decostruzione e ricostruzione delle conoscenze e del potere in esse. Questo libro descrive quell'intreccio di pratiche, saperi, culture, visioni che si è attivata nella mobilitazione contro il TAP in Salento, affiancando la protesta per azione diretta e stabilendo ponti ideali con altre parti del paese e del mondo, nella consapevolezza di condurre una battaglia comune che riguarda non solo il destino del proprio territorio ma del pianeta e della società interi.
L'estrattivismo urbano a Roma. Il quartiere di Centocelle tra gentrificazione e rendita
Luca Brignone
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2024
pagine: 92
Una sorta di paradosso sembra minare l'efficacia delle politiche pubbliche di riqualificazione o rigenerazione urbana, in special modo nelle aree centrali e semi-centrali delle grandi città soggette a processi di marginalizzazione e periferizzazione: nella migliore delle ipotesi, gli interventi si traducono in palliativi incapaci di incidere sui problemi strutturali. Nella peggiore, producono un'espulsione degli abitanti storici e meno abbienti mediante l'innalzamento dei valori del mercato immobiliare, acuendo le ingiustizie socio-spaziali e le disuguaglianze che gli interventi stessi si proponevano di risolvere. Ogni riqualificazione, che sia prodotta dalle politiche pubbliche o dalle pratiche urbane attivate dagli abitanti, è apparentemente destinata al fallimento, in quanto attivatrice di quel fenomeno che diffusamente viene chiamato "gentrificazione". Il libro, attraverso l'analisi quali-quantitativa della trasformazione recente del quartiere di Centocelle, nella periferia storica del quadrante Est di Roma, problematizza tale categoria, svelando la natura profonda, radicata ed insidiosa del carattere estrattivo che contraddistingue i modelli di sviluppo urbano dominanti. Non si tratta di sostituire banalmente una categoria con un'altra - dalla gentrificazione all'estrattivismo urbano - ma offrire una lettura più adeguata a restituire la complessità della città contemporanea: queste categorie non vanno concepite come dispositivi esplicativi, quanto come campi di tensione interpretativa che devono spingerci a indagare le cause e i meccanismi profondi dei fenomeni urbani, per individuare i nodi da sciogliere e superare le contraddizioni.
Tagli e montaggi in architettura. Postproduzione come modificazione dell'esistente
Fabio Sorriga
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2024
pagine: 100
La diffusione degli interventi su edifici esistenti o lacerti di essi consente oggi un'analisi puntuale degli strumenti operativi del progetto e delle strategie di trasformazione. Qualsiasi materiale preesistente ha le potenzialità per essere considerato parte di un processo creativo; la sua forma, quale essa sia, risulta in continua dialettica tra permanenza e mutamento ed è interpretabile, nel suo assetto in continua metamorfosi, come un "montaggio" del tempo: osservare una preesistenza come se fosse una pellicola "montata", analizzare le connessioni e le divergenze formali che l'hanno trasformata, "s-montare" i procedimenti ideativi avvenuti sulla preesistenza "fotogramma per fotogramma", permette di individuare non solo le azioni che hanno generato i nuovi segni ma anche le possibilità dinamiche della sua forma. Il montaggio, che nel cinema è la soluzione tecnica per legare due inquadrature, diventa in architettura un'operazione ideativa, le sue tecniche strumenti compositivi di legame con la memoria. Il saggio, seppur destinato a studiosi del settore, ha un impianto interdisciplinare con i suoi molteplici punti di contatto tra immagine, immaginazione, cinema, montaggio, architettura e composizione. L'esplicitazione di un atlante di progetti suddivisi per processo ideativo permette di estrapolare strumenti immediati per una nuova prefigurazione formale della preesistenza attivando immagini-guida da cui avviare il progetto.
Costruire con leggerezza. Giorgio Baroni e la forma dell'ingegneria
Martina Russo
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2023
pagine: 100
Il Novecento è il secolo della costruzione in cemento armato. Nei primi decenni, si avvicendano numerose le esperienze pionieristiche per comprendere limiti e potenziale di questo promettente materiale. Tra gli arditi indirizzi sperimentali che animano l'Europa, la ricerca sulle coperture a volte sottili si distingue per il fascino esercitato dalle potenzialità meccaniche ed estetiche della resistenza per forma. Giorgio Baroni (1907-1968) è l'interprete italiano di questo viaggio verso la leggerezza. Distinguendosi per l'ideazione di soluzioni tecnologiche ottimizzate, Baroni troverà nella costruzione industriale un terreno fertile di applicazione dei suoi brevetti. Nel riscoprire ed analizzare il contributo progettuale di Giorgio Baroni e dei suoi cantieri autoriali, questo libro racconta anche un frammento di storia dell'ingegneria strutturale italiana e della sua architettura per l'industria. E oggi - più di ieri - è occasione per riflettere sui percorsi dell'efficienza e della sostenibilità nella progettazione.
Primavallitudine. Il sentimento di città nelle borgate ufficiali di Roma
Carmelo Albanese
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2023
pagine: 104
L'autore parte dall'ipotesi che, per restituire senso e, dunque, valore urbano alle metropoli, occorra ripartire da una scala diversa: dai territori. Tornare dal virtuale al reale. Dal globale al locale. Dal grande al piccolo. Riportando il discorso d'insieme ai tanti discorsi particolari che lo costituiscono è di nuovo possibile leggere il presente nei piani attraverso i quali si rappresenta: filosofico, politico, economico, culturale. Ciò che non è più rintracciabile nel quadro generale, eccessivamente complesso, impersonale, caotico e sovradeterminato, è di nuovo visibile ad una scala diversa. Nei territori della città, specialmente se ritenuti a torto marginali o periferici, l'urbanità, data per persa su scala metropolitana, torna in qualche caso ad essere reclamata e in molti casi praticata. Così come la lamentazione cieca del pensiero intellettuale contemporaneo, che accompagna impotente e in qualche caso persino compiaciuto il feretro del presente a partire dalla perdita progressiva di senso nelle metropoli, ridiventa discorso, azione politica trasformativa, pratica politica rielaborata mediando ispirazione e contenuti dalle pratiche sociali territoriali. La forza spaventosa e apparentemente incontrovertibile del modello di sviluppo neoliberista non appare, in questa prospettiva, così ineffabile. Le contraddizioni prodotte dalla globalizzazione (Sassen, 2004), aprono il campo a zone temporaneamente autonome (Bey, 1991). A dimensioni dalle quali poter ripartire prospettando possibili, embrionali, uscite dal modello. Bagliori di luce per nuovi paradigmi teorici, che tornino a prospettare un nuovo mondo possibile.
Navigare l'incertezza. Riflessioni sull'approccio place-based a partire esperienza del modello Riace
Giulia Li Destri Nicosia
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2022
pagine: 88
Il libro si concentra sull’esperienza del cosiddetto “modello Riace”, la pratica di accoglienza istituzionale che dal 1998 al 2018 rese celebre il piccolo paese della Calabria ionica. Il testo ripercorre la storia del modello presentandola come il tentativo di mettere in atto un’inedita strategia di sviluppo locale, capace di trovare nell’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo la chiave di volta per la rinascita di un piccolo Comune delle aree interne del Meridione. Alla luce di questa prospettiva, il testo tenta di evidenziare le potenzialità e i limiti del modello di accoglienza, sia in relazione all’evoluzione delle norme nazionali sull’immigrazione, sia rispetto alle modalità di implementazione del cosiddetto approccio place-based delle politiche pubbliche. L’obiettivo del libro è dare un contributo al dibattito – che coinvolge accademici, professionisti e mondo istituzionale – sulla direzione delle strategie di sviluppo locale nelle aree fragili, con un particolare occhio di riguardo agli aspetti di processo che caratterizzano tali strategie.
Cantieri ospedalieri a basso impatto. Progettazione attraverso modelli integrati di simulazione
Ugo Maria Coraglia
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2022
pagine: 112
L’obiettivo di questa ricerca è fornire un modello per supportare la progettazione di cantieri a basso impatto, in strutture ospedaliere, attraverso una simulazione integrata incentrata sull’ambiente costruito, sui fenomeni ambientali che si verificano al suo interno, nonché i comportamenti e le attività degli attori coinvolti. La sempre più crescente esigenza di adeguare o manutenere le strutture ospedaliere esistenti ha comportato l’aumento del rischio e dell’impatto dovuto alla presenza di tali cantieri. Tale presenza genera molteplici ricadute sul benessere dei pazienti ed influisce negativamente sulle attività di routine sanitarie. Pertanto, il focus di questo lavoro sta nel ridurre l’impatto delle attività di costruzione sul funzionamento quotidiano. Studi recenti hanno dimostrato che la simulazione è uno degli strumenti più appropriati per lo studio di problemi complessi, come quelli nelle strutture sanitarie. Questa ricerca mostra anche come l’uso degli strumenti BIM (Building Information Modeling) consente il monitoraggio e la gestione delle interferenze geometriche (clash), oltre alla simulazione. Partendo dall’elaborazione di modelli sviluppati in ambiente BIM, utilizzando Revit come database di informazioni geometriche e di semantica relativa all’uso, la simulazione del processo costruttivo è realizzata attraverso l’utilizzo di un Game Engine, nel caso specifico Unity3D. Lo strumento risultante può fornire una simulazione del comportamento degli utenti, nonché dei fenomeni energetici e ambientali. L’interazione tra il modello “arricchito”, dell’edificio e del cantiere, e l’ambiente simulativo rappresenta un possibile mezzo di controllo dei rischi, dei costi e dell’impatto in ambito ospedaliero, durante la fase di progetto dell’intervento. Ciò è vantaggioso sia per i professionisti del settore sanitario sia per i professionisti dell’edilizia nella scelta delle migliori soluzioni gestionali e di design. Al fine di testare l’efficacia dell’approccio, il modello proposto è stato applicato su di un reparto dell’ospedale austriaco di Wiener Neustadt, coinvolgendo reali processi di ristrutturazione.
La muratura alla romana ed altre murature di fine Ottocento. La casa d'affitto della Roma umbertina
Malte Nettekoven
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2022
pagine: 160
Il libro contiene l'estratto di una tesi di dottorato che nel suo complesso ha indagato le tecniche costruttive di tutti gli elementi architettonico-costruttivi dell'organismo edilizio della casa d'affitto – un tipo molto diffuso nei quartieri romani di espansione di fine dell'Ottocento. Estrapolando dalla trattazione completa il capitolo sull'elemento costruttivo di base, ossia la muratura in elevazione, si pubblicano studi condotti con i metodi della storia delle costruzioni, basati su un riscontro tra rilievi di murature e fonti bibliografiche storiche, che nella tesi rappresentano la base per il successivo approfondimento prestazionale dal punto di vista termo-fisico/energetico. Mirando all'indagine delle prestazioni inerenti alle costruzioni storiche, la presente ricerca è finalizzata a fornire indicazioni per un recupero tecnicamente compatibile e rispettoso dei valori architettonici dei beni storico-culturali. Inoltre si è voluto evidenziare così la rilevanza dello studio al di là dei confini della tesi. La cosiddetta “muratura alla romana”, fatta di pietrame di tufo con ricorsi di mattoni, non è stata utilizzata solo per la casa d'affitto. Tale tecnica si ritrova infatti anche in altri tipi edilizi coevi (residenziali, industriali etc).e, con leggere differenze di apparecchiatura, anche in periodi antecedenti e successivi, per esempio nel molto più ricco patrimonio edilizio romano dall'inizio fino alla metà del Novecento. Il denominatore comune delle murature premoderne fino a quelle dei primi decenni del Novecento rimane sempre l'uso dei materiali locali da costruzione (il pietrame di tufo, il mattone e la malta a base di calce e pozzolana), le cui caratteristiche dipendono dalle materie prime naturali, che per secoli sono state estratte intorno alla città.
Riabi(li)tare una fabbrica. Strategie di riconversione del patrimonio industriale per nuovi modelli di vivere partecipativo
Emilia Rosmini
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2021
pagine: 144
Come può una fabbrica trasformarsi in una casa? È la casa che deve adattarsi alle forme della fabbrica o viceversa? In quale modo intervenire su edifici con caratteristiche morfologiche e dimensionali lontane dagli schemi tipici della residenza? Il saggio attraverso l'analisi di trentatré progetti permette di comprendere percorsi, possibili logiche e individuare differenti approcci al tema. Sicuramente inserire delle abitazioni all'interno di un edificio tipologicamente nato per usi differenti presuppone già in partenza una tensione creativa. Ripensare cosa intendiamo per 'casa', cogliere l'occasione per indagare forme inedite di abitare e riflettere attorno a quali bisogni odierni dovremmo saper rispondere. Si tratta di un duplice sforzo: quello più generale di ripensare il significato, i valori della 'domesticità' e quello, più specifico e pratico, di una "correzione tipologica". Un ostacolo che, se affrontato con il giusto slancio, porta a proposizioni progettuali di incredibile interesse architettonico e compositivo. Ideare dunque, ammettendo il vincolo come condizione. Le migliori soluzioni analizzate non respingono il problema, ma lo accettano come presupposto indispensabile. Sembrerebbe che la fabbrica suggerisca ai progettisti, inclini ad ascoltare queste sollecitazioni, un modo diverso di intendere la residenza che mette in discussione modelli tradizionali per generare microcosmi abitativi partecipativi, ibridi, elastici e sovrascrivibili. L'obiettivo della ricerca non è quello di proporre una conoscenza meramente manualistica, né quello di una trattazione che miri ad identificare una migliore risposta compositiva. Per ciascuna strategia individuata vengono definiti i risultati conseguiti, diversi a seconda delle situazioni e perciò difficilmente tipizzabili dentro le rigide maglie di un possibile sistema conoscitivo. Ciò che emerge dalla lettura dei progetti selezionati è al contrario un processo continuo, vitale, libero, persino spregiudicato, capace di pensare e di guardare al di là dell'orizzonte conosciuto, di mettersi costantemente in discussione e perciò di creare visioni e nuove riflessioni attorno al tema dell'abitare nella città contemporanea.

