Ibiskos Editrice Risolo: Creativity

Il racconto della propria esperienza in un'istituzione pubblica con la carica di assessore tra il 2011 e il 2013 viene descritto e analizzato da un punto di vista critico, sia verso di sé che verso la politica di questo momento storico. L'autrice si apre all'esterno cercando di favorire un dialogo che non trova nei partiti sede di discussione e crescita di coscienza politica e consapevolezza civica. Conoscenza e riconoscimento del gruppo come tale, sono concetti che compaiono spesso in questo lavoro e richiamano le attuali istanze di aggregazione, creazione di reti e di relazioni che proprio su questi due cardini si basano. Lo stile dell'autrice ci permette di avere uno sguardo bifocale con cui cogliere sia elementi di interiorità e di vita personale, sia elementi di conoscenza che sollecitano ulteriori approfondimenti.

Un tonfo lugubre e profondo risuona nell'atrio dell'antica casa patrizia, ora sede di un ente pubblico. Il pesante battente di legno massiccio si chiude alle spalle di Linda, lasciandola nel buio umido e assoluto del seminterrato. A testoni risale i pochi gradini, picchia con forza contro la porta, chiama, si dispera, nulla. È sera tarda, venerdì, gli uffici e gli impiegati sono usciti da tempo, solo un usciere è rimasto oltre a lei, che doveva terminare un lavoro... Un altro tonfo sordo, è il portone esterno che si chiude e il rumore della grossa chiave in ferro che gira. Le indagini sulla morte di un collega avvenuta nel giardino del palazzo aprono scenari preoccupanti su ricatti e furti avvenuti ai danni della Fondazione.

Il racconto narra l'insolita storia d'amore tra due persone, Margherita e il suo compagno di viaggio che, pur non essendosi mai incontrati, vivono questo sentimento in maniera profonda. In una dimensione dove spazio e tempo non contano, queste due anime dialogano, si cercano e l'intensità di questo rapporto dona energia nuova a entrambi. Margherita riesamina la sua vita alla luce di questa esperienza, giungendo alla consapevolezza che non si può trascorrere l'esistenza alla ricerca dell'approvazione degli altri; la vita è altro, è piena realizzazione dei propri talenti, ascolto del proprio sentire e amore, quello vero, che non è legame, costrizione, annullamento, bensì celebrazione dell'essere.

"Un menù di ricette seducenti, ognuna delle quali in se stessa apre e chiude uno spaccato di vita. Dolore e amore, sesso e ingratitudine, speranza e consapevolezza: tutti gli ingredienti della vita si fondono insieme per esaltarne quel dannato, fottutissimo gusto cui non sapremmo mai rinunciare. Un libro che non vuole offrire solo lettura, ma anche un timido e onesto apprendimento dell'animo umano".

Il sogno e l'ambizione sono i binari sui quali scorre la storia di un giovane siciliano che arriva nei palazzi della Roma Imperiale come guardia pretoriana. Solo nel pronunciare "Ave Cesare", al passaggio dell'Imperatore, sente di vivere in una dimensione al di sopra degli altri uomini. Marco spende la sua giovinezza sacrificando inconsapevolmente i propri sentimenti e la costruzione di sé fino ad un tragico epilogo che gli permetterà di mettere in discussione la sua esistenza.

Tenera e commovente la storia della cagnolina Antiope, dal suo arrivo nella casa della famiglia Mencarelli al tragico evento - fortunatamente per suo merito risolto al meglio - che sigla questo romanzo di vita "a quattro zampe". Antiope - Pastore Tedesco dal nome altisonante e di mitologica levatura arriva come un dono giustamente desiderato e atteso dall'adolescente di casa. E Ne diventa parte integrante con la sensibilità e l'acume tipico della specie canina, assorbendone gli umori e il destino, le vicende allegre e malinconiche. Scritto da Lorenzo Puccinelli Sannini, "Antiope" è una storia d'amore, è un romanzo cinofilo con un obiettivo preciso. Dichiara, infatti, l'autore nella dedica che apre il libro: "Dedicato a tutti coloro che amano i cani, ma soprattutto a coloro che non li amano, nella speranza che questo libro insegni loro ad amarli".

L'opera è un pastiche, un insieme di farsa, commedia seria, dramma e tragedia. Il tono è essenzialmente canzonatorio, ma non mancano momenti di poesia altissima, come nella descrizione dell'amore fra i due personaggi cui è intitolata l'opera e le dissertazioni serie di Agamennone e Ulisse. È un tuffo nell'antichità classica, una parodia (ma non tanto) dell'Iliade di Omero cui sono aggiunti nuovi personaggi e altre questioni di natura personale generate dai sentimenti eterni dell'amore, dell'odio, del disprezzo, della vanagloria, dell'ardimento giovanile, dalla senilità loquace e inconsistente.