Einaudi: I millenni
Lettere famigliari e diplomatiche
Baldassarre Castiglione
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2016
pagine: 3558
Il volume raccoglie l'intero corpus epistolare di un uomo che fu al centro delle questioni culturali, artistiche e politiche nei primi, decisivi decenni del Cinquecento.
Ragion di Stato
Giovanni Botero
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2016
pagine: 426
Con Giovanni Botero la "ragion di Stato", per la prima volta nella storia delle idee, diventa oggetto di una riflessione ampia e articolata che fa emergere (anche se poi la formula è stata usata con un'accezione riduttiva, distante da quella originaria) una scienza del governo monarchico, di ispirazione cattolica e con intenti chiaramente antimachiavellici, ma con non pochi debiti nei confronti dell'autore del "Principe". Lungi tuttavia dal limitarsi a un'opera di confutazione, il trattato di Botero sfrutta un'ampia informazione che alla solida cultura classica e scritturale congiunge conoscenze storico-geografiche derivanti dalle scoperte avvenute durante il secolo. E rispecchia una visione in cui la politica è legata non solo alle leggi e alle armi, ma anche all'economia e alla demografia. Decisamente moderna è la sua concezione di misurare la potenza di uno Stato dalle variabili economiche, fra le quali dà la massima importanza allo sviluppo delle attività produttive e commerciali. La presente edizione critica propone il testo definitivo del 1598, arricchito da tutte le varianti delle principali versioni precedenti (non solo la princeps del 1589, ma anche quelle del 1590 e 1596), il che consente di seguire il lavoro di revisione condotto dall'autore. Introduzione di Romain Descendre.
Memorie d'oltretomba
François-René de Chateaubriand
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Einaudi
anno edizione: 2015
pagine: CCIX-2090
"Memorie d'oltretomba" racconta una vita, quella dell'autore, che coincide con una parte decisiva della storia della Francia, la fine dell'ancien regime, passando attraverso la rivoluzione e la parabola di Napoleone. Nelle pagine di Chateaubriand la storia diventa memoria, i ritratti dei grandi nomi sono filtrati dallo sguardo dell'autore: i protagonisti dell'odiata rivoluzione, che aveva mandato sulla ghigliottina il suo mondo, sono tutti, da Danton a Robespierre passando per Mirabeau e Marat, belve mostruose, a volte dotate di zampe unghiute e spesso assetate di sangue; Napoleone, detestato e ammirato allo stesso tempo, dà vita a pagine di straordinaria eloquenza e leggibilità. La pietà di Chateaubriand per il corpo morente di Bonaparte è un esempio di quella che l'autore dimostra per i vinti, dopo averli spesso odiati come vincitori. L'opera di Chateaubriand ha influenzato non solo il romanticismo francese, di cui è unanimemente considerato il caposcuola, ma l'intera letteratura francese, da Marcel Proust a Jean-Paul Sartre fino a Louis-Ferdinand Celine, che in fuga a Baden-Baden prima dell'esilio in Danimarca chiese a Karl Epting se fosse possibile fargli recapitare proprio le Memorie d'oltretomba. Introduzione di Cesare Garboli.
Sentenze e massime morali. Testo francese a fronte
François de La Rochefoucauld
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2015
pagine: 417
C'è una sola verità in questo libro", diceva Voltaire. E aveva ragione. Scaturite da un lavoro collettivo e da un gioco di salotto, le "Massime" costituiscono una specie di sistema in miniatura, dominato da un'idea-forza, e una sola: l'interesse personale regna dovunque negli animi e assume atteggiamenti virtuosi, mentre le virtú non sono altro che le maschere dei nostri desideri. "Le nostre virtú non sono il piú delle volte che vizi travestiti" o "Le virtú si perdono nell'interesse, come i fiumi si perdono nel mare". Il procedimento costante è quello di dissolvere ogni virtú nelle passioni ad essa contigue. Il pessimismo di La Rochefoucauld si traduce in letteratura con una formula che egli costituisce e declina in tutti i modi possibili: l'amor proprio. L'edizione di Carlo Carena presenta oltre al testo francese a fronte, le varianti del manoscritto e delle principali edizioni che uscirono vivente l'autore: una vera e propria edizione critica.
L'anima degli animali. Aristotele, frammenti stoici, Plutarco, Porfirio
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2015
pagine: 554
È lecito maltrattare gli animali? E mangiarli? Molto del dibattito odierno sulla natura e sui diritti degli animali ha avuto prodromi antichi, anche se con categorie diverse dalle nostre. Pietro Li Causi e Roberto Pomelli ci propongono una selezione di testi chiave sul tema, ritradotti per l'occasione e accompagnati da un commento storico-filologico, aprendo suggestive connessioni con la modernità. Il volume raccoglie l'ottavo e il nono libro della "Historia animalium" di Aristotele, i frammenti degli stoici sugli animali, i tre trattati di Plutarco sul vegetarianismo e sulla "questione animale" (De esu carnium, Bruta animalia ratione uti e De sollertia animalium) e infine il "De abstinentia" di Porfirio. Il volume si apre con Aristotele perché sono stati proprio gli studi di questo pensatore e dei suoi allievi a inaugurare una forma di discorso autonomo sugli "zoa". Un discorso non più occasionale e sporadico che, a partire dalle osservazioni sulle differenze fra gli uomini e gli altri animali, risulta seminale e fondativo per gli sviluppi ulteriori del pensiero greco. Dopo Aristotele, uno snodo fondamentale è costituito dagli stoici, paladini del depotenziamento delle funzioni "mentali" degli animali e della deresponsabilizzazione etica degli umani nei loro confronti. Una risposta ferma e decisa alle posizioni stoiche viene dal versante del medio e neoplatonismo, con Plutarco e soprattutto con Porfirio.
Genio del cristianesimo
François-René de Chateaubriand
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: 878
Il 14 aprile del 1802 il "Génie du Christianisme" appare per la prima volta in libreria. Quattro giorni dopo, nella cattedrale parigina di Notre-Dame sono unitamente celebrate con un solenne "Te Deum" la recente pace con l'Inghilterra - la Pace di Amiens - e l'entrata in vigore del Concordato tra Santa Sede e Repubblica francese. Un'opera concepita allo scadere del secolo dei Lumi col principale intento di dare un'articolata illustrazione del mondo cristiano - soprattutto cattolico - a correzione dell'entusiasmo rivoluzionario che ha tentato di cancellarlo, dimostrandone la superiorità morale ed estetica. Un libro vessillo, che avrebbe sostituito in tutta Europa i gusti neoclassici dell'illuminismo con il "nuovo" immaginario romantico. Col suo "Génie", Chateaubriand pone le basi di un rinnovato umanesimo, insieme cattolico e popolare, sintesi di ragione e fede, di storia e poesia: un umanesimo sottratto alla presunzione di ogni forma di razionalismo e umilmente aperto all'accoglienza di una "religione rivelata", capace di rendere efficace la potenza creatrice della parola. Opera "faziosa", colonna portante del romanticismo, il "Génie" non ha mai smesso di dividere gli animi e di suscitare, talvolta, reazioni virulente ed estreme. Specchio di un'età di transizione particolarmente complessa e drammatica, non molto dissimile dalla nostra attuale.
Giovanni Pico della Mirandola. Mito, magia, Qabbalah
Giulio Busi, Raphael Ebgi
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: 450
Eccentrico già agli occhi dei contemporanei, Pico è sempre stato un pensatore difficile da collocare. Ricco, esibizionista, uomo di mondo e "dilettante di genio", il Conte della Mirandola è, a più di cinque secoli, una sorta di ospite illustre e scomodo della cultura italiana. Lorenzo de' Medici, tra i pochissimi che riuscirono a confrontarsi con lui (quasi) alla pari, lo definì "istrumento di sapere fare il bene e il male" e Pico, di cui tanto si è parlato e scritto, ci appare ancora come un enigma. L'"Orazione" sulla dignità dell'uomo è considerata uno dei testi più rappresentativi del Rinascimento, ma il resto della sua opera - in tutta la sua lussureggiante erudizione - rimane quasi inaccessibile, tanto ricca da sconcertare e confondere. Con questo libro, viene per la prima volta individuata una chiave interpretativa forte, che pone al centro delle riflessioni pichiane la qabbalah e il pensiero mistico ebraico, da Pico conosciuto grazie a moltissime traduzioni latine da lui stesso commissionate. Il Millennio è organizzato come un dizionario, per lemmi, e ad ogni lemma corrisponde una selezione di brani di Pico sul tema. Un'antologia eclettica e affascinante, per esplorare il pensiero vertiginoso di un "irregolare" che, pagina dopo pagina, ha saputo creare un cocktail esplosivo di filosofia, matematica, magia e astrologia, finendo - non a caso con l'essere accusato di eresia dai tribunali vaticani.
L'universo di Kama. Testi d'amore dell'antica India
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: 702
"Amore (Kama) è una divinità potente e temibile. Nell'epica è spesso ricordata la sua distruzione a opera di Siva, il grande dio dedito all'ascesi. Kama, arso dal fuoco sprigionatosi dal terzo occhio di Siva proprio mentre lo colpisce con una freccia incantata per farlo innamorare della divina Parvati, ridotto in cenere si trasforma in Ananga, "l'Incorporeo". Come tale gli sarà ancora più facile insinuarsi non visto nelle menti di quelli che vuole rendere schiavi della passione, tanto che persino Siva sarà infine conquistato dalla dea innamorata". Cosi racconta Fabrizia Baldissera nell'introduzione del volume. Kama e Siva rappresentano l'antitesi radicale dell'antica cultura indiana: l'amore da un lato, l'ascesi dall'altro. E il mito ci racconta dunque che Kama sembra aver perso il duello con il suo avversario, ma alla fine è invece proprio lui a trionfare. "Omnia vincit amor", come diceva Virgilio. Anche in India. In questo Millennio il fior fiore degli indologi italiani ha tradotto per la prima volta tutta una serie di testi che appartengono all'"universo di Kama". Pochi, rispetto alla quantità dei testi esistenti, ma significativi per uno sguardo d'insieme, perché toccano praticamente tutti i temi dell'antica letteratura amorosa indiana spaziando fra i generi più diversi.
Romanzo della Rosa. Testo francese antico a fronte
Guillaume de Lorris, Jean de Meun
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: LVIII-1087
Due testi e molti misteri. Il "Romanzo della Rosa" è costituito da due parti scritte da autori diversi a distanza di una quarantina di anni. Due parti molto diverse e la seconda sembra essere la palinodia della prima. I dubbi sull'identità degli autori, su eventuali interpolazioni di Jean de Meun nella prima parte, sul senso del poema come opera complessiva sono ripercorsi nell'introduzione di Mariantonia Liborio. Quello che sembra sicuro è che il "collage" dei due testi mostra come in quel mezzo secolo di iato fra la prima e la seconda metà del XIII secolo fossero profondamente cambiati i modelli culturali: dagli ideali e dalle forme letterarie cortesi del Roman di Guillaume de Lorris all'approccio filosofico-enciclopedico di Jean de Meun. E un passaggio che si verifica, in forme diverse, anche nella letteratura del sì fra i poeti siciliani e Dante. È dunque importante rileggere il "Romanzo della Rosa" nella sua diversificata completezza. Al di là dei problemi filologici e narratologici, il poema è davvero uno dei fondamenti della cultura europea: una rilettura dell'ars amandi ovidiana che diventa una fenomenologia della conquista amorosa e del desiderio; una perfetta compenetrazione di allegoria e narrazione che anticipa la Commedia dantesca.
Modi di dire. Adagiorum collectanea. Testo latino a fronte
Erasmo da Rotterdam
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2013
pagine: XLI-644
Gli "Adagiorum collectanea" sono pubblicati a Parigi nel 1500 da un Erasmo poco più che trentenne. L'idea era quella di raccogliere e commentare detti, proverbi, massime, modi di dire popolari e letterari dell'antichità. Nell'edizione del 1500 gli adagia sono 818. Le successive edizioni (una ventina) alle quali Erasmo lavorò per tutta la vita portarono il numero degli adagia a 4151. "Adagiorum chiliades" è il nuovo titolo che Erasmo diede alla sua opera nel 1515 e che rimase fino all'edizione definitiva del 1533. Carlo Carena traduce e commenta qui, col testo latino a fronte, la prima edizione dei Collectanea fornendo in appendice alcuni esempi delle riscritture a cui Erasmo sottopose i suoi commenti nelle ultime Chiliades. Gli Adagia sono dunque, per Erasmo, l'opera della vita, il primo e l'ultimo libro che pubblica, quello a cui torna fra un lavoro filologico e l'altro, fra un trattato morale e uno scritto teologico. Quello che affascinava Erasmo era il tentativo di riprodurre la sapienza antica attraverso parole che fossero state usate e riusate, che avessero avuto un passaggio dalla letteratura all'uso popolare o viceversa, che costituissero insomma un sedimento linguistico tramandato dagli antichi ai moderni. Modi di dire che possono essere pronunciati dal filosofo e dal furfante, nutriti dalla stessa forza metaforica e analogica, dagli stessi guizzi della creatività linguistica greca e latina, che per Erasmo erano il migliore nutrimento dell'uomo moderno.
Tirante il Bianco
Joanot Martorell
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2013
pagine: 1094
"Novela total" lo ha definito Mario Vargas Uosa in un suo famoso saggio degli anni Sessanta: "Tirante il Bianco" come romanzo totale. E ha paragonato Martorell a Flaubert e Faulkner, collocandolo tra i più grandi narratori della letteratura di tutti i tempi. A quasi cinquantanni dal giudizio entusiastico di Vargas Llosa, si può forse leggere più pacatamente questo romanzo cavalleresco scritto in catalano nel XV secolo, ma resta la convinzione che si tratta di un'opera affascinante e fortemente innovativa: ha aperto le strade della narrazione moderna con personaggi che "maturano" attraverso le vicende raccontate nel libro e che dimostrano un'interiorità e una dimensione psicologica effettivamente in anticipo sui tempi, oltre le schematizzazioni tipologiche medievali. Un punto di forza del libro, oltre le parti epiche e guerresche, riguarda l'amore e la sessualità, trattati molto esplicitamente, con arditezza di situazioni e di linguaggio che ancora oggi possono colpire. La storia principale è quella di Tirante il Bianco, gentiluomo bretone, campione di tornei cavallereschi, che riesce con il coraggio e con l'ingegno a liberare l'isola di Rodi dall'assedio del sultano di Babilonia, dopodiché viene cooptato dall'imperatore di Costantinopoli per condurre la guerra contro i Turchi. Tirante si innamora della figlia dell'Imperatore, Carmesina, e Carmesina di lui, ma una serie di equivoci e di vicende allontana i due innamorati.
Il libro dei nonsense. Testo inglese a fronte
Edward Lear
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2012
pagine: 440
"Il libro dei nonsense" è una ricca raccolta di brevissime composizioni in versi, che illustrano un eguale numero di disegni caricaturali, anch'essi opera di Lear. I versi e i disegni sono nati gli uni per gli altri nell'intenzione dell'autore per divertire bambini e ragazzi - e formano un tutto indivisibile. Ma la leggerezza, lo humour e l'assurdità di questi "limericks" - la particolare forma metrica usata da Lear - li rendono di grande fascino per tutti. Basta sfogliare a caso il volume, lanciare un'occhiata all'inizio di qualche pagina, per farsi catturare immediatamente dall'universo stralunato che affiora: "C'era un vecchio di Licata - Dalla bocca smisurata". Oppure: "C'era un vecchio di Bomba - Dal gran naso fatto a tromba". O ancora: "C'era una signorina in blu - Che ripeteva: "Sei tu? Sei tu?"".