Edizioni del Poggio: Premio di poesia A.S.A.S.

«L'autore della silloge "C'è sempre un vento che soffia sui germogli" evidenzia grande sensibilità e capacità di lettura della realtà, affrontando temi di forte attualità che sono, da sempre, i temi che più toccano l'uomo, le sue scelte, il suo essere su questa terra. La poesia non può essere vuoto sentimentalismo, non lo è certamente quella dell'autore della silloge, per questo il poeta deve misurarsi con i problemi del suo tempo…” “…La forma, seppure abbandonando gli schemi classici, presenta ritmiche e sonorità studiate e mai banali, dimostrando che è ancora possibile, con impegno e dedizione, scrivere Poesia...»

“…Sguardo intenso, sincera visione del reale disegnano la lirica «Sinsalìa» e danno il titolo a questa interessante silloge. Una concezione limpida, chiara che permea tutta la raccolta e si esprime in un crescendo di stati d'animo: il senso dell'attesa, la consapevolezza del tempo trascorso, il raggiungimento della pace dopo il turbinio di emozioni. Coinvolgente la scelta del dialetto, la lingua dei padri, e, come tale, parte essenziale di un patrimonio culturale. Una scelta che potrebbe sembrare anacronistica in un'epoca come quella di oggi in cui si parla tanto di globalizzazione, ma che regala, invece, una forza espressiva nuova nel suo divenire…”

In questo III Volume, dell'Antologia poetica del Premio Asas, in cui vengono inserite le opere poetiche premiate, si è dato spazio per la pubblicazione anche ad elaborati in prosa (racconti, fiabe, saggistica) in maniera tale da rendere ulteriore merito anche ad autori che hanno partecipato e vinto in sezioni non attinenti la poesia.

Con la musicalità ed il garbo dei suoi versi, la poetessa sembra invitare tutti ad essere come i fiori che, pur avendo il cuore aperto al freddo intenso ed alle mareggiate, non si fanno annegare dagli inverni della vita… … Se ne apprezza la ritmica narrativa e l'armonia dei versi nel tessuto espositivo, padronanza del vernacolo locale, sorgente ispirativa e valore poetico dell'opera, che sintetizza il proprio “incipit primus liber” nella vivida fragranza di un pregevole e dolcissimo “fiore di maggio”.

Attraverso questa silloge, l'autrice ci conduce in un mirabile viaggio alla scoperta del mondo interiore delle donne. Di quelle donne che hanno la forza del selvaggio vento d'estate, la dolcezza della primavera, i colori dell'autunno, la pioggia ed il freddo dell'inverno; che sono tutte le stagioni, che sono tutto in una volta sola. Di donne che vivono vite difficili; di donne inquiete che vivono vite di attese come Penelope la quale, nel suo fare e disfare l'enorme tela, alimenta desiderio e amore. Lei, come molte altre donne, sulle spoglie di un passato felice, vive il faticoso tempo presente e coltiva la speranza di un lieto fine che sembra non arrivare mai.

Emblematica della vita della poetessa resta la sua isola, la Sicilia, che ella esalta con parole scolpite a bulino, per esuberanza di tenerezza, ondate di sensazioni gioiose e allo stesso tempo malinconiche, per vivere lontano da essa. Tuttavia, malinconia e gioia sono ancora caratteristica della bella lirica Magia del Natale, come anche di Ora è tempo e Piccola gemma, poiché, come dice la stessa Grazia Finocchiaro, "da lì scalpita la vita" o "rivivo il tempo / levigato dal tuo respiro".

L'autrice Maria Teresa Landi, ci racconta dell'opportunità che ogni essere vivente possiede, un’opportunità celata a coloro che non respirano il senso delle cose e non seguono un sentiero personale mancante di definizione: "Un silenzio di vuoto mi manda l'eco di fiochi rumori e nel buio spento di luna quell'unica stella lucente tra i fili di una nuvola stanca". Essere una cosa sola con la natura, immergendosi nel silenzio per trovarvi rilassamento e quiete.