La Vita Felice
Nel nome dei padri. Nuovi studi sciasciani
Massimo Onofri
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 1998
pagine: 157
La solitudine sonora
Alfredo De Dominicis
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 1998
pagine: 208
Nico letta così. Pagine di creatività di Nicoletta Poli
Nicoletta Poli
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 1998
pagine: 125
Le api non pungono i bambini
Angela Careni
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 1998
pagine: 31
Storie della bettola vecchia
Paolo Lezziero
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 1998
pagine: 192
Il piacere di vivere. Leonardo Sciascia e il dilettantismo
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 1998
pagine: 224
Cronache del primo Giro d'Italia
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 1998
pagine: 254
"Il Primo Giro d'Italia ciclistico si è iniziato con un incidente drammatico. Non c'è sangue, non ci sono morti, ma non per questo il dramma è meno intenso e meno commovente... Un ciclista oscuro, ignoto, ancora inesperto delle grandi gare su strada, magari, compirà tranquillamente, senza gravi incidenti, l'enorme fantastico percorso di 2500 chilometri e giungerà buon ultimo o buon piazzato alla meta; un corridore celebre, esperto, smaliziato, rotto a tutti i pericoli e a tutte le disavventure, curato, carezzato, tenuto sott'occhio, maternamente, da un'amorosa "chance" che egli impersona, accennerà appena alla corsa, metterà appena in moto la macchina. Poche centinaia di metri: un bimbo avanti, un capitombolo, un piccolo groviglio di uomini e di macchine, poi tutti, uomini e macchine, si rialzeranno, incolumi, tranne una macchina. Il piccolo gioiello d'acciaio, accuratamente miniato e irrobustito per la battaglia, giacerà solo, nella polvere, con una ruota spezzata quasi senza rimedio. E sopra di esso, spezzato, pure, un audace sogno di gloria - affranta un'energia delle più invidiate e più temute - piangente, di dolore e di rabbia, il Campione." Le cronache del primo Giro d'Italia raccontano di passioni sofferte dal sapore tardoantico e decadente e, con bonaria ironia, di fortune e sfortune tra una pedalata e l'altra.

