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Fuoriscena

I mastini della Terra. La destra israeliana dalle origini all'egemonia

I mastini della Terra. La destra israeliana dalle origini all'egemonia

Paolo Di Motoli

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2025

pagine: 400

Questo libro è il primo racconto completo della storia della destra israeliana e del sionismo revisionista, dalle origini – con particolare attenzione al periodo successivo alla Prima guerra mondiale, contrassegnato dal contributo intellettuale e politico del suo padre fondatore, Vladimir Jabotinsky – fino a oggi, con Benjamin Netanyahu, ultimo erede di una vicenda centenaria, il cui governo comprende figure della destra più estrema e radicale. Il lavoro di Paolo Di Motoli rappresenta una straordinaria occasione per comprendere l’attualità alla luce della più profonda e documentata ricerca storica. In queste pagine è ricostruita una serie imponente di fatti. Vi trovate tutto quel che c’è da sapere sulla genesi della destra sionista. I passaggi fondativi: la nascita del movimento giovanile Betar (1923) e dell’Alleanza dei sionisti revisionisti (1925). La radicalizzazione di questa destra, passando dall’emergere di gruppi come il Lehi-Gruppo Stern (fondato da Avraham Stern) e l’Irgun (con a capo Menachem Begin), che in nome di Eretz Israel (Terra di Israele) legittimano atti terroristici. Una parte importante del libro è poi dedicata alla destra revisionista che diventa forza politica dopo la nascita dello Stato nel 1948. Di Motoli ricostruisce puntualmente la fondazione di Herut, il primo partito di destra del Parlamento (Knesset), e del Likud (prima coalizione poi partito), che, con Menachem Begin, porterà la destra al potere nel 1977, inaugurando una stagione di successi politici che arriva fino ai nostri giorni. Dal 1977 a oggi, da Begin a Netanyahu, la storia della destra sionista diventa imprescindibile per capire il conflitto israelo-palestinese. Completa il libro un’analisi profonda del suprematismo e del nazionalismo messianici, che aiuta a comprendere l’attualità anche oltre la vicenda israeliana, cogliendo un nodo centrale del nostro tempo: la svolta etnica della democrazia, che conquista e accomuna sempre più Paesi. Prefazione di Sergio Romano.
21,50

Duello. Caccia globale al boss dei narcos calabresi

Duello. Caccia globale al boss dei narcos calabresi

Antonio Talia

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2025

pagine: 304

Nella notte del 24 giugno 2019, quattro uomini evadono dal Cárcel Central di Montevideo, in Uruguay. Tre di loro vengono individuati subito, ma il quarto sparisce nel nulla, e non è un detenuto qualunque. Rocco Morabito, detto ’U Tamunga, è un esponente del clan Morabito-Palamara-Bruzzaniti della ’Ndrangheta calabrese, pioniere del narcotraffico e uno dei broker della cocaina più potenti del mondo. La poliziotta Maurizia Quattrone e il magistrato Giovanni Bombardieri – calabresi come Morabito – insieme al carabiniere Massimiliano D’Angelantonio – che lavora da decenni sulla ’Ndrangheta – formano i tre vertici della squadra internazionale incaricata di dargli la caccia. Ma per ingaggiare il duello con Rocco Morabito e arrestarlo una volta per tutte, bisogna prima decifrare la sua mentalità. Dal mito fondativo del clan, un misterioso scontro a fuoco scoppiato in Calabria negli anni Novanta, ai tentacoli del boss-patriarca Giuseppe ’U Tiradritto Morabito sulla Chiesa cattolica, gli appalti e la sanità. Dai riti ancestrali delle cosche calabresi all’ombra di madonne piangenti e rovine greche, fino all’ascesa della famiglia Morabito al gotha della ’Ndrangheta e del narcotraffico globale. Dai rapporti con le più pericolose organizzazioni latinoamericane, come il Cartello di Cali e Jalisco Nueva Generación, fino all’uso delle tecnologie più sofisticate come i criptofonini Encrochat, alle operazioni in Borsa e ai nuovi accordi con i grandi gruppi criminali di tutta Europa: dare la caccia a Rocco Morabito significa imbarcarsi in un viaggio nel passato e nel futuro, capace di illuminare come non era mai successo finora i meccanismi di oltre trent’anni di traffico di cocaina in tutto il mondo. Antonio Talia, giornalista d’inchiesta originario della Locride come i Morabito, ci porta nel cuore della ’Ndrangheta e nelle sale operative di forze di polizia e agenzie di intelligence, per raccontare l’epica cattura di uno dei criminali più pericolosi della nostra epoca.
19,50

Libera. Storia di Anna

Libera. Storia di Anna

Alessandra Ziniti

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2025

pagine: 208

Anna è una donna in fuga, e il suo vero nome non lo sapremo mai. Da oltre un decennio lotta per sfuggire alla sua famiglia, che occupa i vertici della criminalità calabrese e non le perdona la sua scelta di libertà. Dopo l’assassinio del marito – una «lupara bianca» – Anna è rimasta sola con le sue due figlie, decisa a proteggerle da un destino già scritto. Senza segreti da rivelare, lo Stato non può offrirle protezione; per lei, legalmente, il cambio di identità non è possibile e la sua libertà rimane appesa a un filo. Questa è la storia straordinaria di una donna che ha rischiato tutto per conquistarsi un futuro diverso: per quattro volte l’hanno trovata, per quattro volte lei e le sue figlie hanno dovuto abbandonare ogni cosa e ricominciare da capo. Ogni giorno è una battaglia, ma in don Luigi Ciotti e nella rete di «Libera» Anna ha trovato un’ancora di salvezza. È stata proprio la volontà di sostenerla nella sua ricerca di una nuova vita ad aver aperto la strada allo sviluppo del programma «Liberi di scegliere», che oggi offre sostegno a donne e minori in fuga dalle famiglie mafiose. Grazie a questo fondamentale supporto, oggi la figlia maggiore di Anna studia per diventare giudice penale minorile e difendere giovani con storie simili alla sua. Un racconto di coraggio, resistenza e libertà: la testimonianza unica di un mondo incredibile e sconosciuto, svelato per la prima volta. Persone come Anna, secondo la legge, non hanno nulla da offrire allo Stato per guadagnarsi la sua protezione. La loro, sottolinea don Ciotti, è però una testimonianza fondamentale: «Anche se non incide sul piano giudiziario, è preziosissima su quello simbolico: dà un esempio, traccia una strada, può seminare dubbi fecondi nei contesti dove avviene. Crea uno strappo dentro il tessuto compatto della subcultura mafiosa».
17,00

Ghiaccio blu. Una storia americana e nostra: l'assassino giustiziato e sepolto nel mondo universale della rete

Ghiaccio blu. Una storia americana e nostra: l'assassino giustiziato e sepolto nel mondo universale della rete

Pino Corrias

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2025

pagine: 160

È una storia americana quella di Joseph Paul Jernigan, trasformato dalla Scienza nell’Atlante digitalizzato del corpo umano. La sua morte, anno 1993, è una labile traccia nel flusso della cronaca. Ma il suo destino diventa una rivelazione quando due anni dopo si scopre che quel corpo apparteneva a un detenuto colpevole di omicidio, giustiziato nel carcere di Huntsville, Texas. Pino Corrias fa di quella rivelazione una traccia da seguire in un lungo viaggio – dal Texas a New York – dentro al cuore dell’America, per restituire a quel «Detenuto numero 699» la storia della sua vita e della sua morte. Ritrovare i luoghi dove ha vissuto. I testimoni che lo hanno conosciuto. Lo sceriffo che lo ha arrestato. Il giudice che l’ha giudicato. Sua madre e la sua donna. Compresi i detenuti che gli hanno respirato accanto. Tutte schegge disperse dal tempo, lungo le pianure e le solitudini, fino a ricomporre un reportage di straordinaria lucidità, sulla giustizia, sulla violenza, sulla vendetta come punizione e risarcimento delle vittime. Ma soprattutto sulla società americana, la luce che ancora irradia, i baratri che sempre di più ci spaventano. E lo fa parlandoci di una America che ancora ci riguarda, con i suoi miti, le sue contraddizioni, le sue insonni paranoie, così spesso a mano armata. Scrisse Oreste del Buono nella prima edizione, anno 1997: «A Pino Corrias non è bastato il talento di inviato speciale, è divenuto di pagina in pagina sempre più scrittore nitido e feroce. L’inchiesta giornalistica è diventata un romanzo irresistibile di furore e pietà, soprattutto di pietà, che coinvolge il lettore e lo pone davanti a una scelta».
16,50

Samurai. Le avventure di un Forrest Gump della tv dietro le quinte del potere

Samurai. Le avventure di un Forrest Gump della tv dietro le quinte del potere

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2025

pagine: 256

Ricordate i silenzi eterni di Adriano Celentano a Fantastico? La parodia dei Promessi sposi del trio Lopez-Marchesini-Solenghi? Il Sanremo con Pippo Baudo e la protesta degli operai che minacciano di bloccare l’Ariston? Dietro queste e moltissime altre vicende c’è un dirigente Rai, straordinario scopritore di talenti, responsabile di programmi indimenticabili che hanno fatto la storia della televisione italiana. In queste pagine Mario Maffucci si racconta per la prima volta, restituendoci non solo la storia sorprendente cucita nel tessuto di una vita piena di incontri eccezionali e colpi di scena, ma anche la fotografia di chi siamo stati, di un’Italia in quel tornante denso di eventi e stravolgimenti tra la Prima e la Seconda Repubblica. Lo fa in forma d’intervista, accompagnato da un fuoriclasse del genere, Andrea Scarpa, che declina in conversazione l’arte del racconto e della narrazione, costruendo un libro trascinante che si legge tutto d’un fiato. Maffucci ha lavorato in Rai dal 1968 ai primi anni 2000, un’azienda forte e presente, fatta di professionisti concreti e visionari. Ha attraversato in prima persona l’entrata in scena di Berlusconi e la nascita delle tv private, la seduzione dei talenti del servizio pubblico seguita poi da montagne di soldi a chiudere la partita, le reazioni nelle segrete stanze di Viale Mazzini e dei palazzi del potere, che ha vissuto sul campo, incrociando una classe politica diversa da quella di oggi eppure allo stesso modo famelica rispetto alla Rai. Un libro che fotografa un’Italia che non esiste più ma che ci portiamo dentro. Una testimonianza che ci aiuta a leggere il destino del servizio pubblico, a cui Maffucci dedica pagine conclusive di grande forza e visione.
18,00

Questo lavoro non è vita. La lotta di classe nel XXI secolo. Il caso GKN

Questo lavoro non è vita. La lotta di classe nel XXI secolo. Il caso GKN

Dario Salvetti

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2024

pagine: 192

Il 9 luglio 2021, i 422 dipendenti della Gkn di Campi Bisenzio (Firenze), fabbrica che produce semiassi per l’industria automobilistica, ricevono una email con la quale viene comunicato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per cessazione di attività. Lavoratrici e lavoratori non restano immobili nella rassegnazione, reagiscono immediatamente, raggiungono i cancelli dell’azienda, presidiati da guardie private, e riescono a entrare. Non lo fanno per rabbia, ma per difendere un diritto e per proteggere il proprio territorio dalla delocalizzazione e dall’impoverimento. Comincia così la lotta operaia più lunga e più strutturata degli ultimi decenni. Una lotta allo stesso tempo potente e fragilissima, che va conosciuta e sostenuta perché ci riguarda tutti. La mobilitazione, da un lato, vuole opporsi a un abuso e, dall’altro, avvia un corpo a corpo con il capitale di straordinaria forza e intensità. Un corpo a corpo non isolato ma in convergenza con movimenti e lotte che attraversano tutto il Paese, seppur spesso sottotraccia. Mentre questo libro va in stampa, lavoratrici e lavoratori sono ancora lì, hanno costituito un Collettivo di fabbrica, hanno allestito un loro piano industriale credibile e hanno avviato la procedura di azionariato popolare per sostenerlo, che si è chiusa con oltre un milione di euro di sottoscrizioni. In questi ultimi anni sono stati pubblicati molti libri che hanno raccontato la crisi e le falle del modello capitalistico di produzione e sviluppo, mancava però ancora un libro sul lavoro, che raccontasse la lotta di classe nel XXI secolo. Questo libro non è solo la storia di una singola battaglia, ma un manifesto che parla a ciascuno di noi, trasversalmente al proprio mestiere. Perché il lavoro è vita. Ma questo lavoro, sfruttato, sottopagato, che ammala il corpo e la mente, in cui puoi essere licenziato in tronco con una email, non lo è più. È necessario gridarlo con consapevolezza, e farlo collettivamente.
17,00

Crimini inconfessabili. Il ventennio dell'Antistato che ha voluto e coperto le stragi (1973-1993)

Crimini inconfessabili. Il ventennio dell'Antistato che ha voluto e coperto le stragi (1973-1993)

Giuliano Turone

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2024

pagine: 304

Ripercorrere la storia d’Italia del secondo Novecento vuol dire attraversare una lunga scia di sangue, stragi e delitti politici eccellenti, tentati omicidi, depistaggi, processi farsa, infiltrazioni criminali fino ai vertici dello Stato. Solo una guida competente può avere la capacità e anche l’autorevolezza di proporre una ricostruzione che sia allo stesso tempo profonda e completa. Giuliano Turone è stato per anni giudice istruttore a Milano, con Gherardo Colombo è stato il magistrato che ha scoperto il sistema P2 a partire dall’inchiesta sull’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, l’eroe borghese immortalato nello splendido libro di Corrado Stajano. È stato tra i primi a indagare sulla presenza di Cosa nostra al Nord e, dopo l’uscita dalla magistratura, non ha smesso di interrogarsi e di esplorare piste con il passo dell’investigatore ma anche con quello dello storico, che sa incrociare fonti primarie, atti giudiziari, testimonianze e documenti. Da questa ricerca instancabile, è nato un libro importante e di successo, Italia occulta (2019), e ora arriva quello che l’Autore presenta come il suo lavoro ultimo e definitivo sul potere invisibile che ha governato l’Italia repubblicana contagiando fortemente anche il presente. Crimini inconfessabili attraversa i fatti efferati del ventennio 1973-93 nella cornice di una considerazione forte e solida, quella secondo cui il nostro è stato un Paese a sovranità ostinatamente limitata, attraverso una strategia della tensione di matrice atlantica che ha operato con il sistema di potere occulto della P2 e anche con la complicità delle mafie e dell’estremismo di destra. Ma il racconto parte da un episodio preciso, il mancato omicidio di Enrico Berlinguer a Sofia nel 1973, per ripercorrere poi la vicenda del sequestro e dell’uccisione di Aldo Moro, i delitti Piersanti Mattarella ed Emanuele Basile, fino alla «svolta criminale autarchica» che si afferma con potenza dopo la caduta del Muro di Berlino ma che affila le armi nel tragico attentato al Rapido 904, il treno di Natale, il 23 dicembre 1984. Un nuovo libro importante, un testo di riferimento che ha anche l’ambizione di arrivare a chi quegli anni non li ha vissuti direttamente ma ne vive oggi conseguenze e strascichi. Una storia con cui la classe politica non riesce a fare davvero apertamente i conti. Lo dovrebbe, se non alla democrazia, almeno alle vittime.
19,50

Codice rosso. Come la sanità pubblica è diventata un affare privato

Codice rosso. Come la sanità pubblica è diventata un affare privato

Milena Gabanelli, Simona Ravizza

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2024

pagine: 256

Era un modello per il mondo intero. Si è sgretolato. Siamo in tanti ad averne avuta esperienza diretta, non esisteva però ancora un libro che in profondità, con documenti, report riservati, storie, testimonianze e dati aggiornatissimi, raccontasse come si è arrivati al tracollo della sanità italiana e alla deriva di un sistema dove per chi non ha soldi diventa sempre più difficile curarsi, ma, come leggerete, non basta potersi permettere visite ed esami a pagamento per sentirsi al sicuro. Che cosa rivela Codice rosso? Che in sala operatoria finiscono chirurghi senza aver eseguito un numero minimo di interventi necessari per padroneggiare il bisturi; che se abbiamo un’emergenza e dobbiamo correre all’ospedale, non è improbabile che a visitarci ci sia un medico gettonista arruolato attraverso cooperative e in servizio da più di dieci ore; che il grande affare delle assicurazioni arriva a generare interventi non necessari ma praticati lo stesso per ricevere i rimborsi, con conseguenze drammatiche; che nel privato c’è perfino chi sta lavorando a programmi per individuare ipocondriaci e proporgli pacchetti d’esami e visite a pagamento; e molto altro. Quella che vi apprestate a leggere è l’inchiesta più completa sulla sanità italiana. Milena Gabanelli e Simona Ravizza, che ormai da anni con Dataroom raccontano le falle del Servizio sanitario, mettono nero su bianco la condizione in cui versano gli ospedali (trovate le liste degli istituti – anche blasonati – con macchinari vecchi e inadatti; punti nascita e Pronto soccorso da evitare), lo svilimento della medicina di base e delle professioni mediche, gli interessi e le strategie delle lobby dei sindacati di categoria (medici di famiglia, farmacisti, eccetera) per difendere lo status quo, l’ordinaria follia a cui è sottoposto chi deve prenotare una visita e perfino chi deve gestire una malattia anche grave, e la speculazione che ruota attorno alle residenze per anziani. Infine, come tutto questo sia funzionale alla sanità a pagamento, che a sua volta veicola un inganno non sempre visibile. La denuncia ha un unico obiettivo: rendere consapevoli i cittadini delle vere ragioni di un malfunzionamento, in modo che non si possa più raccontar loro menzogne, e pretendere quindi dalla politica la competenza necessaria a riparare gli immensi errori commessi finora.
18,00

Non sono la signora di nessuno. Sul monopolio dell'uomo e la liberazione della donna

Non sono la signora di nessuno. Sul monopolio dell'uomo e la liberazione della donna

Anna Kuliscioff

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2024

pagine: 208

Questo libro raccoglie la testimonianza straordinaria di una donna e attivista politica che ha segnato in maniera indelebile il Novecento. Una raccolta di scritti composta da interventi per conferenze, articoli apparsi su «Critica sociale» e l’«Avanti!», carteggi con Andrea Costa e Filippo Turati, i compagni di una vita, in cui privato e politico seguono un’unica trama. In queste pagine troviamo i temi cardine dell’attività politica e militante che Anna Kuliscioff ha portato avanti con determinazione per tutta la vita. A partire dalla riflessione sulla condizione femminile nella società del monopolio dell’uomo, fino all’insistenza sulla necessità del conseguimento, per le donne di ogni classe sociale, dell’autonomia economica, del diritto di voto e della rappresentanza politica alle giuste condizioni, non solo come espediente per ottenere consenso elettorale. Con sguardo attento e appassionato, che non risparmia critiche tanto necessarie quanto scomode, come quella al femminismo più borghese e di facciata, Kuliscioff ha seguito e partecipato ai grandi avvenimenti della sua epoca in Russia, in Italia e nel resto d’Europa. Se alcuni traguardi a lei cari sono stati ormai raggiunti, anche grazie alle sue battaglie, altre questioni restano invece inesorabilmente aperte: la violenza economica sulle donne all’interno delle famiglie è una realtà ancora diffusa e difficile da rilevare; la cura, lungi dall’essere valorizzata come dovrebbe, continua a essere uno strumento di controllo ed esclusione di genere; la forza lavoro femminile resta, trasversalmente, tra le più precarie, penalizzate, meno pagate e più sfruttate. Le parole e la vicenda stessa di Anna Kuliscioff, dunque, parlano direttamente al nostro tempo e meritano di essere rilette e comprese in tutta la loro potenza.
17,00

Diario di un genocidio. 60 giorni sotto le bombe a Gaza

Diario di un genocidio. 60 giorni sotto le bombe a Gaza

Atef Abu-Saif

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2024

pagine: 272

«L’ultima volta che ho visto mia suocera è stata la mattina in cui sono partito per il checkpoint di Rafah, per raggiungere l’Egitto. Mi ha sorriso, ha abbracciato mio figlio dicendogli: “Quando la guerra finirà, per favore, vieni a trovarmi”. La guerra non è finita. E lei è morta. Dopo una vita trascorsa in tende e campi profughi, finalmente è entrata in una casa stabile. La casa di Dio.» Questo libro è la cronaca limpida e feroce di una guerra senza fine, raccontata in presa diretta, dal primo giorno. È la testimonianza di una lotta per la sopravvivenza, nel corso di un viaggio dal nord della Striscia di Gaza fino al confine con l’Egitto. L’autore di queste pagine attraversa la sua terra mentre l’assedio e i bombardamenti israeliani si fanno sempre più intensi. Con lui ci sono il figlio quindicenne, Yasser, e la suocera settantenne, malata, che si muove su una sedia a rotelle («Ha sofferto molto durante l’esodo. I soldati gridavano, minacciando di sparare se ci fossimo fermati. Mio figlio spingeva la sedia a rotelle mentre io sostenevo il corpo fragile di mia suocera. Il terreno sconnesso la faceva sobbalzare in avanti, in più di un’occasione è caduta a terra. In altri momenti, bisognava portarla in braccio perché la strada era piena di fango, distrutta, cosparsa di corpi e intrisa di sangue.») Il 5 ottobre scorso, due giorni prima dell’attacco criminale di Hamas contro Israele, Atef Abu Saif lasciava Ramallah, in Cisgiordania, dove vive con la famiglia, per raggiungere Gaza. Doveva essere un breve viaggio di lavoro e l’occasione per andare a trovare i famigliari, che vivevano lì. Invece rimarrà intrappolato nella guerra più devastante di cui abbia memoria. Mentre ai giornalisti e ai fotografi di tutto il mondo è proibito entrare a Gaza e mentre i pochi che dall’interno provano a raccontarci ciò che accade rischiano la vita (quando questo libro va in stampa, sono 122 i giornalisti uccisi a Gaza), il "Diario di un genocidio" rappresenta un documento imprescindibile per onorare la verità dei fatti e per impedire che si dica: noi non sapevamo.
18,00

Manifesto socialista. Gli scritti e i discorsi di un socialista rivoluzionario

Manifesto socialista. Gli scritti e i discorsi di un socialista rivoluzionario

Giacomo Matteotti

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2024

pagine: 336

Ma come si fa a esser riformisti e rivoluzionari? Realisti e intransigenti? Attraverso le parole di Giacomo Matteotti, che così sintetizzò la sua visione del socialismo («fin dal congresso del 1902, ci proclamammo riformisti perché rivoluzionari»), questo piccolo libro ha l’ambizione di proporsi al lettore come un pamphlet politico. Non si tratta, arbitrariamente o banalmente, di tirare fuori gli scritti e i discorsi di Matteotti dal contesto che ha contribuito a generarli. Allo stesso tempo, con queste pagine non si vuole solo rendere omaggio – doveroso ma riduttivo – al martire antifascista. Per restituire a Matteotti la profondità tipica dei classici, questo libro ne raccoglie l’eredità intellettuale e politica attraverso alcuni nodi fondamentali: la radicale lotta contro le disuguaglianze; un’interpretazione profonda della società attraverso la lente di classe – oggi per lo più estranea al dibattito pubblico –; un convinto e argomentato antimilitarismo; una visione illuminata della scuola e più in generale dell’istruzione come condizioni per un riscatto sociale altrimenti impossibile; l’importanza di una politica fiscale in cui la garanzia dell’interesse privato non oscuri la centralità del benessere collettivo. Sullo sfondo di questi temi, un’idea di politica come professione, costruita necessariamente sulla competenza. Un punto che marca drammaticamente la distanza dal nostro presente e tuttavia ci invita, cento anni dopo la morte di Matteotti, a ritornare a una lezione ancora estremamente viva e fertile. Questo libro raccoglie la testimonianza del parlamentare socialista Matteotti dal 1906 (quando aveva appena ventidue anni) al suo omicidio, a quarant'anni. Molto più giovane di ogni politico di oggi, eppure di un peso e di una statura neppure confrontabili.
16,50

Il quinto scenario. Atto secondo. I missili di Ustica. La strage del 27 giugno 1980. Le risposte, dopo decenni di domande

Il quinto scenario. Atto secondo. I missili di Ustica. La strage del 27 giugno 1980. Le risposte, dopo decenni di domande

Claudio Gatti

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2024

pagine: 336

«Se si vanno a sommare la contestualizzazione storica, la plausibilità data dall’emergenza esistenziale e dalla fede del primo ministro di allora Menachem Begin nell’azione preventiva, la capacità di esecuzione di quel genere di operazione, aerei cisterna inclusi, e la concatenazione logica degli eventi ricostruiti, non ultima l’escalation prodromica all’evento data prima dall’attentato ai noccioli dei reattori e poi dall’omicidio dello scienziato egiziano, il grado di certezza che attribuisco al quinto scenario è del 99 percento.» Un esperto di sicurezza internazionale (che, come è usanza nel settore, esige l’anonimato). Sono passati oltre quattro decenni dalla strage di Ustica e per la maggior parte degli italiani c’è un’unica certezza: il DC-9 dell’Itavia è stato il bersaglio di un attacco missilistico. Ma nella ricerca dei responsabili della strage si sono costruiti solo scenari privi di qualsiasi rapporto di conformità con la storia o la realtà geopolitica e militare, basati piuttosto su credenze ideologiche – «Sono stati gli americani», si è detto, perché gli americani sono ritenuti guerrafondai – ovvero su idiosincrasie personali – a lanciare la pista francese è stato l’ex presidente Francesco Cossiga, la cui figlia ha recentemente rivelato che «il babbo non era filo-francese, preferiva gli anglosassoni». A seguito della straordinaria mole di anomalie, insabbiamenti e menzogne di questa vicenda, si è vagato su terreni sconosciuti in cerca di qualcosa che non si capiva. Qual è stato il risultato? Nessuno scenario si è rivelato convincente, la magistratura non è riuscita a cavare un ragno dal buco e quello di Ustica è rimasto un «mistero». Dopo aver a lungo seguito questa stessa strada, Claudio Gatti ha deciso di cambiare approccio: si è chiesto quante altre volte nella storia dell’aviazione un velivolo civile è stato bersaglio di un agguato aereo in tempo di pace, e come sono stati spiegati eventuali casi equivalenti verificatisi prima del 1980. Ha così appurato che tali casi si contano sulle dita di una mano e ne ha dedotto che, essendo un evento quasi privo di precedenti, doveva avere un movente straordinario, che non dava spazio a piani alternativi. Ma la scoperta più sbalorditiva è stata che ogni caso equivalente è risultato attribuibile a un unico Paese: Israele. Cosa poteva scatenare un’azione di guerra su un’aerovia italiana? Agli occhi di chi lo governava ed era a capo delle sue forze militari, era in gioco la sopravvivenza stessa del Paese: ecco il movente più potente di tutti. Così è emersa la sola soluzione possibile al cosiddetto «mistero» di Ustica, l’unica conforme alla realtà storica, geopolitica e militare di quel momento.
20,00

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