Edizioni Arcoiris
Il Gran Burundún-Burundá è morto
Jorge Zalamea
Libro
editore: Edizioni Arcoiris
anno edizione: 2023
pagine: 88
La biblioteca di Lovecraft. Volume Vol. 2
Libro
editore: Edizioni Arcoiris
anno edizione: 2023
pagine: 136
In mezzo a strane vittime
Daniel Saldaña París
Libro
editore: Edizioni Arcoiris
anno edizione: 2022
pagine: 324
I racconti del Grand Guignol
Andrè de Lorde, Maurice Level, Maurice Renard, Tristan Bernard, Jean Sartène
Libro
editore: Edizioni Arcoiris
anno edizione: 2022
pagine: 280
Poeta cieco
Mario Bellatin
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Arcoiris
anno edizione: 2022
pagine: 80
Il messicano Mario Bellatin (1960) è autore di un’opera ormai imponente nella quale non esita a proporre frammenti autobiografici (talvolta apocrifi). Collezionista di importanti premi letterari, osannato dalla critica, che ha accostato il suo nome a quello di César Aira – entrambi imprevedibili, sono più interessati al processo della scrittura che ai suoi esiti –, è un artista poliedrico che usa la fotografia, il cinema, le performances e le incursioni nel teatro. Della scrittura di Bellatin si è detto che provoca sconcerto e spavento, e Poeta cieco è sicuramente uno dei suoi testi più inquietanti. Nelle rocambolesche vicende di una sorta di profeta carismatico che fonda una setta basata su una ferrea disciplina e su strampalate regole di comportamento sessuale, si è voluta vedere la trasposizione allucinata dell’immagine del fondatore di Sendero luminoso. Il romanzo è del 1998, ma la sua stesura è iniziata nel 1993, quando il gruppo terroristico era molto attivo, e l’autore non ha negato questa allusione, però basta allontanarsi nel tempo e nello spazio per sprofondare in un incubo che riguarda tutti: fino a che punto di crudeltà può spingersi la credenza cieca in un’ideologia che promette di rigenerare il mondo? Postfazione di Federica Arnoldi.
Débora
Pablo Palacio
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Arcoiris
anno edizione: 2022
pagine: 72
Siamo a Quito, Ecuador, negli anni Venti del Novecento. Un giovane militare, il Tenente, si aggira per la città con il pensiero fisso su Débora, una donna che potrebbe essere qualunque altra. Il narratore, da parte sua, si diverte a giocare con le regole romanzesche, stravolgendole e ridicolizzandole palesemente. A metà strada tra Museo del romanzo della Eterna di Macedonio Fernández e La nausea di Jean-Paul Sartre (come sostiene Aira), Débora non è allora un romanzo su una donna, non un romanzo sull’amore o sull’ossessione erotica, è piuttosto una storia grottesca ed elusiva che si va costruendo sotto i nostri occhi con l’ironia e lo spirito dissacrante di un autore che anche oggi, a un secolo di distanza, non smette di stupirci per la sua attualità.
Club silencio
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Arcoiris
anno edizione: 2022
pagine: 220
"Club Silencio" è il secondo volume della collana tReMa e ha come elemento conduttore (liberamente declinato da ogni autore) il film Mulholland Drive di David Lynch e il tema del deragliamento identitario, del doppio, della deformazione della narrazione. Tra gli autori avremo: Flavio Sciolè, Paolo Gamerro, Nadia Busato, Luciano Funetta, Elena Giorgiana Mirabelli, Alfredo Zucchi, Daniele Colantonio, Marco Malvestio, Michele Orti Manara, Francesco Quaranta, Livio Santoro, Giulia Sara Miori, Marco Lupo, Emiliano Ereddia. Ospite di letteratura straniera: Kianny N. Antigua, tradotta da Barbara Stizzoli. La copertina è a cura di Claudia D’Angelo, le illustrazioni sono di Cristiano Baricelli e Sergio Caruso, la prefazione è di Luca Pantarotto, la postfazione è di Marco Tagliaferri.
Lettera zero. Nuova serie. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Arcoiris
anno edizione: 2022
pagine: 160
La post-verità è diventata quel che vogliamo sentirci dire, che vogliamo sentirci raccontare, scrivere, narrare. Una alternativa alla realtà è – di fatto – proprio quel che vogliamo. Il potere della scrittura che il cosiddetto “lettore comune” fino ad alcuni lustri fa vedeva esercitato da una certa comunità percepita come fuori da sé e ancora inattingibile è ora una sostanza liquida, fluida. A teatro abbiamo una sorta di “fermo-storia”, di arresto del flusso narrativo della vicenda, che rinfocola l’azione del dramma. Il monologo nasce come “soliloquio” e diventa “monologo” È l’ibridismo, la cumulazione delle forme e dell’approccio quasi senza distinzione di storytelling a colpire maggiormente, narrazioni in passato partecipative su due strade non in dialogo, se non attraverso la canonica identificazione di azione audiovisiva.