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Crocetti: Poesia

E questo cielo, e queste nuvole. 28 poesie russe e una italiana

E questo cielo, e queste nuvole. 28 poesie russe e una italiana

Libro: Libro in brossura

editore: Crocetti

anno edizione: 2025

pagine: 128

«Io, tutte le volte che vado in Russia, una delle prime cose che faccio è guardare il cielo e mi vien sempre in mente una breve poesia di Velimir Chlebnikov: “Poco, mi serve./ Una crosta di pane,/ Un ditale di latte,/ E questo cielo/ E queste nuvole”. E quando penso alle due donne della mia vita, mia figlia e sua mamma, mi vien sempre in mente un’altra poesia di Chlebnikov che inizia dicendo: “Le ragazze, quelle che camminano,/ Con stivali di occhi neri/ Sui fiori del mio cuore”. E quando sto male, ma male, mi viene in mente quella poesia di Pasternak che finisce dicendo: “Vivere una vita non è attraversare un campo”. Oppure quella di Mandel’štam che comincia dicendo: “Ho imparato la scienza degli addii, nel piangere notturno a testa nuda”. E allora, quando Crocetti mi ha proposto di scegliere e di commentare un certo numero di poesie russe che mi piacciono, io gli ho risposto di sì, che lo facevo. E adesso bisogna farlo. E lo facciamo. Cominciamo pure.» (Paolo Nori)
15,00

Le più belle poesie di Arthur Rimbaud

Le più belle poesie di Arthur Rimbaud

Arthur Rimbaud

Libro: Libro in brossura

editore: Crocetti

anno edizione: 2025

pagine: 96

“Era un uomo alto, ben costruito, quasi atletico, con il viso perfettamente ovale di un angelo in esilio, capelli castano chiaro in disordine e occhi di un azzurro pallido inquietante”: è il ritratto che Paul Verlaine fa di Arthur Rimbaud nell’antologia I poeti maledetti, pubblicata nel 1884, quando la breve stagione letteraria del poeta si è già conclusa. Una stagione precoce, da “ladro di fuoco”, come Rimbaud definisce la figura del poeta in una lettera inviata a Paul Demeny il 15 maggio 1871. Ha poco più di 16 anni, ma la sua visione della vita e della poesia è già chiarissima: “Dico che bisogna essere veggente, farsi veggente. Il Poeta si fa veggente con un lungo, immenso e ragionato sregolamento di tutti i sensi. […] Il poeta è davvero ladro di fuoco. Ha in carico l’umanità, perfino gli animali; egli dovrà far sentire, palpare, ascoltare le sue invenzioni; se quello che egli porta da laggiù ha forma, egli dà forma; se è informe, egli dà l’informe. Trovare una lingua […] dell’anima per l’anima, riassumendo tutto”. E Rimbaud lo fa, bruciando finché l’ultima favilla si consuma, e non resta che il silenzio, la fuga in un’altra vita. All’assalto, o mia vita assente!
9,00

Voci di donne dal Nord

Voci di donne dal Nord

Ann Jäderlund, Linnea Axelsson, Eva Ström

Libro: Libro in brossura

editore: Crocetti

anno edizione: 2025

pagine: 224

I valori del corpo e della mente come guida all’esistenza umana, i tempi e le esperienze del femminile, la natura intesa come fisicità e mistero sono alcuni dei temi affrontati da Eva Ström, Ann Jäderlund e Linnea Axelsson, autrici imprescindibili nel panorama letterario della Svezia contemporanea e della Scandinavia in genere. Nella loro scrittura le esperienze dell’interiorità più profonda sono accostate ad avvenimenti storici e della vita quotidiana, e della natura, fonte di ispirazione primaria della poesia nordica fin dalle origini, si colgono le voci, la vita segreta, l’incanto. Eva Ström, Ann Jäderlund e Linnea Axelsson esprimono, ciascuna con il proprio vissuto, tre aspetti significativi del rapporto del femminile con il mondo, nel passato e nel presente: la scienza, la medicina, il corpo e le sue problematiche (Eva Ström); la solitudine, l’incomunicabilità, il continuo trasformarsi dell’esistenza e il fallimento delle relazioni interpersonali (Ann Jäderlund); le difficili condizioni di vita del popolo lappone, vittima della politica colonizzatrice delle nazioni scandinave (Linnea Axelsson). Con il loro linguaggio poetico innovativo, che però non nega la tradizione, queste autrici rappresentano le voci più originali della poesia nordica contemporanea.
18,00

Nel principio infondato

Nel principio infondato

Temperini Blu

Libro: Libro in brossura

editore: Crocetti

anno edizione: 2025

pagine: 144

Blu Temperini è nata a Pisa nel 2000 e vive a Torino. Suoi articoli sono apparsi su “Poesia” e sulla rivista online “Pangea”. Questa è la sua prima raccolta poetica. Nel principio infondato è il sorprendente esordio di Blu Temperini, “un poeta primigenio, senza lignaggio. Un poeta senza paladini né palafreni né padrini in parata. Un poeta, cioè, che comporta l’abbandono delle norme ortografiche, delle grammatiche cattedratiche, di ogni forma di subdola tattica; alieno all’abbondanza dei retori del quieto vivere e del quieto amare” (D. Brullo). Nella poesia di Blu Temperini, profondamente ispirata alla tradizione metafisica, il fare dei morti è un fare misterioso, quasi una ragione del futuro, perché essi muoiono e progettano di morire ancora; la vittima innocente è scossa dal lume, si cimenta col suo Cuore virile e solo la vera umiliazione farà risorgere la forza. Finché da tutti i paesaggi non emerge la Parola che, con un canto tanto simile alla ricomparsa, giudica e lamenta. Possibile ci sia un principio al culmine della parola? Possibile trovarlo o esserne scovati? Solo nella poesia le parole possono l’insoluto, l’effimero, e non vi è nulla di ultimato nella lettera; a sostegno della frase c’è un disordine buono, una sfiducia nella realtà. Da falce e creta è nutrito il tuo corpo in questo abbraccio e vedi solo il prestito del cuore compiere un arco nel risveglio. Una colomba trasvola nella stanza: migrano da parete a parete – vuote – le coordinate del miracolo.
15,00

Terra. Testo originale a fronte

Terra. Testo originale a fronte

Ruy Duarte de Carvalho

Libro: Libro in brossura

editore: Crocetti

anno edizione: 2025

pagine: 320

È il Namibe, nel sud dell’Angola, lo spazio di riferimento e la fonte di ispirazione dell’attività letteraria, cinematografica e di ricerca di Ruy Duarte de Carvalho, una delle voci più rappresentative dell’Africa contemporanea. Con quei paesaggi estremi, tra deserto e oceano, Duarte ha intessuto “un dialogo fatto di osservazione diretta e traduzione costante, di un universo solo apparentemente fermo nel tempo, segnato da dinamiche proprie che declinano altri orizzonti di progresso ed altre temporalità” (L. Apa). Da poeta, antropologo e, prima ancora, perito agrario, Duarte ha infatti osservato i gesti e le capacità di uomini e animali impegnati nel lavoro della terra, il “bestiame sacro” che fornisce “la carne e il latte”, gli eventi climatici. La sua poesia ha riportato la cultura angolana, e quella africana in generale, nello stesso continente, e alla luce di una nuova “nozione geografica” ne ha messo in dialogo le parti, a dispetto delle differenze imposte dai falsi confini coloniali, affermandone al contempo la diversità culturale, sociale ed etnica. La ricostruzione degli elementi comuni e la riscrittura di esempi poetici del patrimonio tradizionale africano o le evocazioni delle sue mappe o dei suoi antichi regni, accanto all’osservazione diretta del presente, danno alla poesia di Ruy Duarte una connotazione epica, in cui risuona costante la valenza della parola, nella forza della sua dimensione orale e collettiva. Sono testimone di una nozione geografica che identifica le quattro direzioni del sole alle molte altre che ha l’uomo. Sono un messaggero delle identità di cui si forgia la parola del silenzio. Abito un continente e la comunione prevista oltre gli orizzonti da trasporre. Mi rinnovo al sapere, guardando il sole, il colore acceso oltre queste frontiere.
19,00

Il viola

Il viola

Silvio Ramat

Libro: Libro in brossura

editore: Crocetti

anno edizione: 2025

pagine: 128

L’“odore della poesia” Silvio Ramat lo sente nel Polittico di Milano, una tra le più commosse e comunicative sezioni della sua nuova raccolta. Ed è una percezione che va estesa all’intero libro, nel quale si susseguono e si intrecciano motivi perenni e fatali, il vincolo del “qui e ora” insieme all’assillo del “dopo”, all’angoscia dell’“oltre”. Com’è giusto, la poesia crede nella virtù dei suoi grandi portavoce, e talvolta Ramat ne chiama sulla pagina qualcuno, convocandolo di persona (Carducci, Sbarbaro, Loi…) o coinvolgendolo per il tramite di una citazione esemplare (Dante, Sereni, Luzi…). Nello scenario di un’età ormai al tramonto si profilano, ariosi correttivi, le immagini e i sogni del ricominciamento, in un diffuso ricrescere di alberi ed erbe, di nidi e voli che nessuna insidia o potatura può soffocare. Poeta di lungo corso, non da oggi l’autore di questo libro “preferisce Antelami a Canova”, optando per le figure meno artefatte, le più fedeli a una verità primaria, naturale. Non è detto non entri anch’io nel novero di chi volta le spalle al calendario al tempo misurato in mesi e anni. Basta aver fede, e nascono tramonti interminabili: è tale il rossore che la notte si trattiene in disparte e poi, stanca di attendere, non cala. Perciò non ha interrotto la cicala alunna della luce il suo concerto senza sponde, tormento a cielo aperto e forse goccia d’immortalità.
15,00

Ciò che abbiamo detto ci perseguiterà. Testo originale a fronte

Ciò che abbiamo detto ci perseguiterà. Testo originale a fronte

Nikola Madzirov

Libro: Libro in brossura

editore: Crocetti

anno edizione: 2025

pagine: 136

In versi di grande originalità e profondità lirica Nikola Madzirov, poeta “vero che chiunque ami la poesia dovrebbe conoscere” (C. Simic), affronta temi come la storia recente dei Balcani, il nomadismo, l’esilio e la necessità di trovare un luogo sicuro in cui rifugiarsi. Da nomade letterario, che ha lasciato la propria casa per costruirne una nuova nella memoria poetica, racconta in modo chiaro e pacato le ferite di un passato recente divenuto troppo presto remoto. La guerra nella ex Jugoslavia sembra lontana nel tempo, risolta, e pochi di noi la ricordano, travolti come siamo da sempre nuovi conflitti. Leggendo queste poesie, però, ci si rende conto di quante macerie ci siano ancora da rimuovere. Non si tratta di poesia di guerra: Madzirov, voce tra le più nitide e potenti della poesia europea contemporanea, parla piuttosto di memoria, di esilio interiore ed esteriore, di diversità rispetto al mondo storico e al linguaggio comune. Con le nostre case in rovina si spostava il mondo, la memoria, la memoria.
16,00

Le più belle poesie di Walt Whitman

Le più belle poesie di Walt Whitman

Walt Whitman

Libro: Libro in brossura

editore: Crocetti

anno edizione: 2025

pagine: 96

Quando uscì "Leaves of Grass" (1855) R. W. Emerson ne riconobbe immediatamente l’originalità e scrisse al suo autore, Walt Whitman: “La saluto all’inizio di una grande carriera”. In quegli anni gli Stati Uniti non avevano ancora una poesia veramente americana, nuova, diversa da ogni altra. Fu Whitman a intonare “il canto per un Nuovo Mondo”, per quello che l’America era o voleva essere. Cantò “l’Uomo Moderno”, l’America e i suoi paesaggi sconfinati, la Democrazia, “la vita immensa nella sua passione, impulso e forza”. Rispettò l’eredità del passato e la tradizione europea, ma inaugurò un nuovo stile, una poesia dal verso lungo, senza rima né metrica, eppure ricca di musicalità. Descrisse la realtà americana sperimentando, usando parole antiche e moderne, termini attinti dal mondo del lavoro, neologismi. Celebrò il corpo, i sensi e l’amore, soprattutto omosessuale. Fu un poeta-sciamano, che sulla scia del trascendentalismo riconosceva l’uguaglianza tra tutte le cose, l’unità di corpo e anima, forma e contenuto, umano e divino. E divenne il “centro del canone americano” (H. Bloom) con parole che da allora fluiscono come un fiume sotterraneo, a diverse profondità, nella letteratura e nell’immaginario non solo americano. Canto la vita immensa nella sua passione, impulso e forza, felice per le azioni più libere sotto le leggi divine, canto l’Uomo Moderno.
9,00

I bracciali dello scudo

I bracciali dello scudo

Alessandro Ceni

Libro: Libro in brossura

editore: Crocetti

anno edizione: 2025

pagine: 272

Ci vuole addestramento, occorre preferire il fuoco e il fondaco di sé, la sterpaia di una disarmata solitudine, per giungere a questo linguaggio, al Nord del verbo; occorre vivere nella gola del leone, incuranti della propria opera e perfino del significato della parola “opera”, disinteressandosi della poesia e dei suoi altari, altarini e alterchi, per dare alla poesia il nitore della spada e la levità della neve – un corpo da licaone. Certo, è possibile rintracciare le fonti di questo dire, la tessitura di un ragniforme lignaggio – Dylan Thomas, dissero tutti; alcuni, per via dell’arboreo candore, parlarono di Georg Trakl; quanto a lui, riconosce arcani debiti con l’antico maestro, Piero Bigongiari. Sta di fatto che la poesia di Alessandro Ceni, con il suo crogiolo di neologismi, con quell’andatura d’incanto tra la pittura parietale e Star Wars, tra Dante e gli oracoli tibetani, non ha pari nel canone italiano. Troppo austero e aristocratico il detto di Ceni per stare stipato in una cronaca di acquarellisti e di prefiche. È poesia rituale, questa, che fa camminare le querce, da sussurrare al vento, vera e propria kamlanie offerta al millennio venturo, quando l’uomo, proverbiale inganno, non avrà più alfabeti. Da questa brace di verbi, da questi aurei bramiti, ricomincerà il canto: la luna in forma di agnello, i fiumi levrieri, il mestiere e il mestruo, la bestia e il bimbo. La pura vita. E ci separerà la vita non la morte rappresentata con tutte le misure umane leghe metri o millimetri non bastano, e io scalcio come il resto di una palla di neve il cuore in un piccolo cerchio magico con confini di proteste e parole disperse tra i peli di un dio.
18,00

Elegie. Testo originale a fronte

Elegie. Testo originale a fronte

Carol Ann Duffy

Libro: Libro in brossura

editore: Crocetti

anno edizione: 2025

pagine: 112

Nel 2023 Carol Ann Duffy ha pubblicato quattro volumi antologici dedicati ai temi più importanti nella sua poesia: Love, Elegies, Nature, Politics. I testi raccolti in Elegies, composti in più di quarant’anni e ordinati cronologicamente, rendono omaggio a persone care non più in vita e a luoghi e avvenimenti di un tempo perduto. Nel cupo dolore di chi resta, ciò che è irrimediabilmente finito rivive in immagini nitide, provenienti dai ricordi o da altre, misteriose dimensioni, ma è subito pronto a svanire. Non ci sono facili consolazioni, infatti, e Carol Ann Duffy riconosce che chi ha amato è “irraggiungibile”, “inaccessibile/ alla vista, nonostante le anime siano stelle”, e nella notte scura, “immensa, muta” la lontananza non è colmabile e il freddo della morte è assoluto. Eppure, grazie ai versi, e alla rappresentazione del tempo in maniera non lineare, il passato ritorna, l’assenza si trasforma in presenza invitta e indimenticabile e la nostalgia, la perdita diventano soprattutto celebrazione dell’amore. La verità, certe notti, seppure non abbiamo fede, ci entra nel cuore, quel lieve dolore che conosciamo; e un uomo attonito ode la sua giovinezza nella nenia latina d’un treno che passa lontano.
14,00

Cinquantacinque poesie

Cinquantacinque poesie

Emily Dickinson

Libro: Libro in brossura

editore: Crocetti

anno edizione: 2025

pagine: 184

Le poesie scelte da Jorie Graham qui raccolte rappresentano un campionario esemplare della vastissima produzione di Emily Dickinson e racchiudono i motivi più rilevanti e le caratteristiche stilistiche principali della sua poetica. L’obiettivo principale di questa traduzione è innovare la resa in italiano del linguaggio di Emily, rispettando nel modo più fedele possibile l’effetto realistico rispetto all’epoca: una lingua non artefatta né letteraria in modo innaturale. Questa traduzione vuole presentare, dunque, una versione quanto più autentica della scrittura poetica di Dickinson e del suo carattere di autrice: una figura che non fu soltanto la sacerdotessa di un culto lirico confessionale, ma un’intellettuale donna al passo con i tempi, pronta a dibattere su questioni di politica, filosofia, scienza e religione. Lo stile e la lingua di questa poesia testimoniano, infatti, che Dickinson si confrontava acutamente con le questioni intellettuali e sociali più rilevanti della sua epoca, anzi che era all’avanguardia, anticipando fenomeni artistici e di pensiero del Novecento.
15,00

Poesia dal silenzio

Poesia dal silenzio

Tomas Tranströmer

Libro: Libro in brossura

editore: Crocetti

anno edizione: 2025

pagine: 208

Quando vince il premio Nobel per la letteratura, nel 2011, Tomas Tranströmer è da tempo un autore di culto e le numerose opere critiche sulla sua poesia, uscite non soltanto in Svezia, ne dimostrano “la straordinaria potenza lirica e la prepotente fecondità delle immagini” (M. C. Lombardi). Fin dal suo esordio con la raccolta "17 Dikter" (1954), infatti, Tranströmer si afferma come il miglior poeta svedese della sua generazione. Il suo metodo compositivo, originale e riconoscibile, si manifesta nella creazione di nuove formazioni linguistiche e di immagini inconsuete, nell’accostamento di elementi appartenenti a diverse aree semantiche, nella semplicità formale soltanto apparente, in realtà sintesi di complesse riflessioni concentrate in un conciso schema metrico, e soprattutto nell’uso sorprendente di metafore, che diventano anche proiezioni di processi inconsci. In "17 Dikter" compare anche uno dei temi più ricorrenti in tutta la sua opera: il superamento e il dissolversi dei confini di ogni genere, geografici, politici, tra elementi, tra morte e vita, tra poesia e prosa. Grandi temi e significati, dunque, compressi in una notevole concisione espressiva, in cui emergono la rete di nessi che si stabiliscono tra le parole e, soprattutto, il silenzio. Stupendo sentire come la mia poesia cresce mentre io mi ritiro. Cresce, prende il mio posto. Si fa largo a spinte. Mi toglie di mezzo. La poesia è pronta.
16,00

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