CEDAM: Problemi attuali della giustizia penale
I sistemi automatici di riconoscimento facciale nel procedimento penale. Tra possibilità di impiego e limiti ordinamentali
Fabrizio De Martis
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2025
pagine: 340
La tutela della libertà morale nella formazione della prova penale
Andrea Chelo
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2025
pagine: 260
La sanatoria delle invalidità nel processo penale
Leonado Suraci
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2025
pagine: 344
Le videoriprese nel processo penale. Tra sicurezza, riservatezza e documentazione
Francesco Porcu
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2024
pagine: 316
La procura europea. Struttura e legittimazione dell'ufficio. Adeguamento ordinamento nazionale e diritti della difesa
Luigi Palmieri
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2024
pagine: 300
Le misure ablative patrimoniali e le tutele dei terzi
Michele Pisati
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2024
pagine: 372
Il principio di regressione. Contributo allo studio sulla dinamica del procedimento penale
Donatello Cimadomo
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2024
pagine: 268
Profili critici del segreto sulle intercettazioni tra tutela della riservatezza e cronaca giudiziaria
Sonia Tognazzi
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2024
pagine: 332
Lo smartphone come fonte di prova. Dal sequestro del dispositivo all'analisi dei dati
Ottavia Murro
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2024
pagine: 380
Lo scritto, nel partire dall’analisi, sia tecnica, sia giuridica, del potenziale probatorio presente nel moderno cellullare, si sofferma dapprima sul contenuto – in potenza – rinvenibile, nonché sulla possibilità di poter ricostruire attraverso tali dati (comunicativi e non) una vera e propria mappatura delle abitudini di vita dell’individuo. La ricerca si sviluppa, poi, lungo due direttrici: da un lato si analizzano le criticità che colpiscono i diversi meccanismi di indagine e, in particolar modo, le questioni legate all’inquadramento giuridico di tali attività; sotto altro profilo, si verificano le ricadute sulle libertà fondamentali. In tale prospettiva, l’Autrice analizza la sussistenza di una copertura normativa interna, costituzionale e convenzionale che legittimi tali investigazioni. Il presente studio si propone anche di esaminare il concetto di comunicazione post-moderna che, mediata dalla Rete, presenta caratteristiche del tutto diverse rispetto alle forme più tradizionali. L’analisi dello stato dell’arte, anche alla luce delle più recenti pronunce della Corte costituzionale, conduce, infine, ad analizzare le attuali prospettive di riforma sulla complessa materia del sequestro dello smartphone (d.d.l. A.S. n. 806).
Accusato e accusatore. Le oscillazioni del diritto al confronto
Mena Minafra
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2023
pagine: 550
Il metodo dialogico ha un doppio vantaggio: «consente l’approfondimento critico per il quale spesso è necessario contrapporsi al testimone, contestare la sua versione dei fatti, e garantisce trasparenza ed equilibrio agli inevitabili influssi che si esercitano sulla persona esaminata. Mentre le parti possono eccepire ogni abuso nella formulazione delle domande, il giudice valuta il dialogo, di cui è stato arbitro, con un distacco e una lucidità che gli sarebbero precluse se lui stesso ne fosse il protagonista. Il tutto alla luce del giorno, lontano da quelle pratiche persuasorie, lusinghe o intimidazioni, che incombono sui colloqui segreti dove, se alcuni riluttanti sono indotti a svelare ciò che sanno, altri finiscono per dire anche ciò che non sanno», mentre in alcune ipotesi tassativamente previste se ne può prescindere; ma, in ogni caso, non può essere affermata la colpevolezza dell’accusato sulla base delle dichiarazioni rese da chi si è deliberatamente sottratto al confronto dialettico con quest’ultimo. Epperò, attraverso l’approfondimento delle oscillazioni del diritto al confronto tra accusato e accusatore, ci si è resi conto che l’archetipo tradizionale del contraddittorio, può anche assumere i connotati del verbale particolareggiato. Non solo. Dalla lettura sistematica delle disposizioni riguardanti il cuore del right to confrontation, cioè la prova dichiarativa, si è evinto chiaramente che il d. lgs. 150/2022, ha ampliato la modulabilità del metodo dialogico attraverso la videoregistrazione dell’assunzione della prova (ai sensi dell’art. 495, comma 4-ter, c.p.p.) che, da un lato, ha valorizzato la terzietà del giudice che non può né sostituire né aggiungere la sua proposta argomentativa a quelle formulate e coltivate dalle parti, in considerazione del fatto che egli non persegue un proprio fine argomentativo e, dall’altro, ha posto dei paletti a garanzia della genuinità della prova assunta attraverso il descritto strumento della videoregistrazione. Quindi, questi strumenti, dunque, non sono dei limiti del contraddittorio poiché in essi è travasato, per renderlo fruibile nel processo, il dato analogico della testimonianza, mettendo in condizioni l’organo giudicante di realizzare il controllo falsificazionista sulle evidenze dell’avvenimento probatorio svoltosi in contraddittorio e così di decidere nel rispetto di tutti i principi del giusto processo, compreso il diritto al confronto, rafforzandolo, attraverso i poteri d’ufficio.
Riforma Cartabia. La nuova giustizia penale
Donato Castronuovo, Massimo Donini, Enrico Maria Mancuso, Gianluca Varraso
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2023
pagine: 1024
RIFORMA CARTABIA - LA NUOVA GIUSTIZIA PENALE ricostruisce e analizza la riforma Cartabia per guidare il lettore nella prima applicazione. A tali fini, il volume pone in evidenza le profonde intersezioni tra la disciplina sostanziale e la dinamica processuale, intese dal d. lgs. n. 150 del 2022 come un sistema integrato. Il d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 ha completato la Riforma “Cartabia”, attuando i criteri direttivi contenuti nella legge-delega 27 settembre 2021, n. 134. Si intende così realizzare l’obiettivo ambizioso del Piano nazionale di ripresa e resilienza (P.N.R.R.) di ridurre del 25% la durata dei procedimenti penali, mediante un recupero di efficienza del sistema di giustizia penale. Si tratta forse del più incisivo intervento legislativo dall’approvazione del Codice di procedura penale del 1988. Le novità investono, infatti, l’intera sequenza procedimentale, dall’iscrizione della notizia di reato, all’udienza preliminare, al giudizio, fino alle impugnazioni e alla fase esecutiva. In stretta correlazione, si incide anche sul sistema sanzionatorio del Codice penale, sulla depenalizzazione in concreto dei reati e si introduce la prima regolamentazione organica della giustizia riparativa, che, in virtù dei suggerimenti sovranazionali, si propone di implementare forme non tradizionali di risposta al reato mediante il dialogo tra vittima e persona alla quale il reato è attribuito. Il tentativo ambizioso e risalente di valorizzare la finalità rieducativa della pena si dovrà confrontare, in via inevitabile, con le consuete ragioni di deflazione prima del processo e poi della popolazione carceraria. La curatela del volume, affidata a docenti di diritto penale e di diritto processuale penale, ne garantisce la vocazione interdisciplinare. I contributi sono redatti da qualificati esponenti dell’accademia, della magistratura e dell’avvocatura, favorendo l’analisi completa degli istituti. Il testo si rivolge a tutta la comunità di studiosi del diritto e del processo penale, ai magistrati, alla classe forense e a tutti gli operatori del diritto. L’esaustiva analisi della disciplina lo rende, inoltre, un utile ausilio per lo studio universitario.
Processo penale e rimedi alle violazioni delle garanzie europee
Simone Lonati
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2023
pagine: 412
L’ordinamento che da più tempo è stato capace di condizionare i sistemi nazionali è, senza dubbio, quello facente capo al Consiglio d’Europa. La Convenzione europea dei diritti dell’uomo, da oltre mezzo secolo, è diritto vivente in grado di orientare le scelte del legislatore e del diritto giurisprudenziale nazionale. Un ruolo fondamentale in questo senso è stato svolto dalla Corte di Strasburgo nell’ambito della sua funzione di garante dei diritti inviolabili dell’uomo. L’autorevolezza delle sue pronunce ha contribuito a disvelare crepe e falle degli ordinamenti interni, costringendo gli Stati a porvi rimedio e contribuendo così al processo di armonizzazione dei sistemi penali europei. È indubbio, tuttavia, che quanto si è verificato nell’ultimo ventennio rappresenta un cambio di passo significativo. In pochissimi anni si è passati dal giudice internazionale del caso singolo al giudice europeo delle leggi e degli ordinamenti nazionali. Il mutamento è stato determinato dalla precisa scelta degli organi del Consiglio d’Europa di sollecitare l’adeguamento dei sistemi normativi interni alle sentenze di condanna pronunciate a Strasburgo. Di conseguenza, la maggioranza degli Stati membri si sono dotati di strumenti specifici per adempiere all’obbligo di conformarsi alle sentenze della Corte europea imposto dall’art. 46, par. 1, Cedu. Rimedi, il cui obiettivo spesso viene a coincidere con la rimozione della decisione nazionale o la rideterminazione dei suoi contenuti, ovvero, con la riapertura del processo nazionale o la sua rinnovazione. Proprio l’analisi comparata delle diversificate risposte dei quarantasei Paesi membri al comune problema di porre in discussione il dogma dell’intangibilità del giudicato nazionale a fronte di violazioni delle garanzie europee consente di inquadrare le soluzioni individuate dalla giurisprudenza italiana durante il periodo di assenza nel nostro ordinamento di uno specifico strumento normativo volto a garantire l’efficace esecuzione delle pronunce di condanna della Corte europea. Lo sguardo rivolto alle esperienze straniere permette soprattutto una attenta valutazione del recente rimedio straordinario disciplinato dall’art. 628-bis c.p.p. e introdotto dal legislatore italiano con il d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, in attuazione della l. 27 settembre 2021, n. 134 (c.d. Riforma Cartabia).