CEDAM: Problemi attuali della giustizia penale
Soft law e giustizia penale
Angela Procaccino
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2023
pagine: 264
Gli attori della giustizia penale, differenziando procedimenti e prodotti normativi, creano e utilizzano soft law con funzione di preparazione e integrazione degli strumenti vincolanti, sino, talvolta, ad arrivare alla competizione con questi ultimi (come nel caso di alcuna soft law del CSM). Tali prodotti possono essere endogeni – provenire, cioè, da soggetti pubblici – ed esogeni – provenire, cioè, da privati. Possono, poi, essere unilaterali o partecipati, e questi ultimi possono avere pure natura “sinallagmatica”, ripagando economie di mezzi e tempi con forme di tutela nei confronti di sanzioni processuali come le inammissibilità (si pensi ai Protocolli tra avvocatura e magistratura). Insomma, nata al di fuori del sistema penale e ad esso apparentemente aliena per caratteristiche ed effetti, la soft law non solo vi è entrata di prepotenza ma, sfruttandone attori, funzioni e ruoli, è riuscita a dimostrare elevate “capacità adattive” e a influenzarne molti dei meccanismi di funzionamento. Il Volume, una volta individuati alcuni tratti genetici comuni (sveltezza, agilità, autoproduzione), replicati con variazioni su più livelli e ordinamenti (internazionale, europeo, interno), sviluppa l’analisi dei “modi” di adattamento e differenziazione della soft law nel contesto della giustizia penale, “modi” che costituiscono anche canali di redistribuzione di poteri e chiavi di “successo evolutivo” di taluni dei “soggetti produttori”.
I danni da processo penale. Rimedi preventivi e successivi
Fabio Galluzzo
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2023
pagine: 308
Prendendo le mosse dalla categoria dell’errore giudiziario, che rappresenta un rischio inevitabile connaturato all’esercizio della giurisdizione, il legislatore ha individuato alcune fattispecie suscettibili di determinare pregiudizi a chi vi sia sottoposto (in qualità di indagato, imputato, di persona offesa o di altro soggetto interessato dal processo) che meritano di essere indennizzati. Lesioni ben distinte da quelle derivanti dalla responsabilità del magistrato, regolata da apposita normativa ed esulante dal presente studio che si riferisce, invece, alla mera attività giudiziaria lecita. Il legislatore, nell’ambito del processo penale, ha disciplinato istituti, ormai tradizionali, quali la riparazione dell’errore giudiziario, la riparazione per l’in- giusta detenzione e l’equa riparazione per l’irragionevole durata del processo, che rappresentano forme di rimedio successivo rispetto alla produzione del danno. Con gli interventi normativi degli ultimi anni, oltre al potenziamento dei rimedi ex post (rimborso delle spese legali per l’imputato assolto, tutela del diritto all’oblio), è stata avviata la stagione dei rimedi preventivi con i quali il legislatore si prefigge di evitare a monte il verificarsi del danno mediante strumenti che perseguono l’efficienza processuale (tra gli altri, il rafforzamento della presunzione di innocenza e la limitazione della durata dei procedimenti mediante l’improcedibilità in appello e in Cassazione). Il presente studio, oltre ad evidenziare le fattispecie di danno non ancora regolamentate, si propone di individuare rimedi di riparazione del danno alternativi a quelli patrimoniali e di ampliare il novero dei legittimati passivi al ristoro, al fine di garantire la copertura più ampia possibile dei pregiudizi derivanti dalla celebrazione del processo penale.
Natura cognitiva della sentenza di patteggiamento e rimedi impugnatori
Barbara Nacar
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2022
pagine: 504
L’introduzione del comma 2 bis, nell’art. 448 c.p.p., ad opera della legge n. 103 del 2017, che – innovando rispetto al sistema dell’88 – per la prima volta, ha delineato i casi di ricorso in cassazione contro le sentenze di patteggiamento, diventa l’occasione per riflettere ancora sul rito semplificato, sebbene dottrina e giurisprudenza, fin dai primi esordi dell’istituto, si siano a lungo impegnate nella esegesi delle disposizioni che lo regolano. E, poiché la Carta dei diritti costituisce un punto di riferimento imprescindibile per il legislatore nel momento della produzione normativa ma, al tempo stesso, una insostituibile guida per l’esegeta nella sua attività interpretativa, la lettura di quelle norme è condizionata – deve essere condizionata – dai precetti contenuti nella Costituzione. Dunque, solo dopo aver individuato gli irrinunciabili capisaldi sui quali fonda il modello di processo costituzionale si potrà procedere alla corretta ermeneusi della disciplina codicistica del patteggiamento, prediligendo l’interpretazione che risulti ossequiosa di quel tipo di organizzazione o, laddove non sia possibile, riconoscendo la incostituzionalità dell’istituto. Uno sguardo ai meccanismi negoziali adoperati oltre confine appare, poi, un utile ed ulteriore prospettiva di studio, sotto un duplice versante. In un’ottica di armonizzazione, le fonti comunitarie, da lungo tempo, hanno sollecitato gli Stati membri ad uniformarsi nella disciplina dei modelli alternativi di definizione del processo e, a tal uopo, sono state predisposte minime garanzie che dovrebbero essere assicurate in tutti gli Ordinamenti giuridici. Sicché, diventa importante comprendere se il legislatore italiano si sia adeguato ad esse. Sotto altro aspetto, l’esame dei più rilevanti modelli di giustizia consensuale adottati dagli Stati comunitari – e dei relativi mezzi di gravame esperibili avverso la sentenza recettiva dell’accordo – potrebbe divenire un riferimento proficuo per individuare possibili alternative alle tipiche forme negoziali predisposte nel nostro sistema processuale. Una volta ricostruito l’istituto alla luce di tutte queste indicazioni, si potrà riflettere sulle vicende impugnative. Invero, se il legislatore del 2017 ha ridotto le questioni prospettabili nel giudizio in cassazione ragionando sulle specificità del procedimento semplificato e sugli spazi di negoziabilità ivi riconosciuti, è conseguenziale che qualsiasi critica sulla disciplina codicistica che delinea gli strumenti attivabili e le doglianze contestabili in quella sede, possa essere correttamente svolta solo quando si sia chiarita la natura giuridica della sentenza recettiva dell’accordo formulato dalle parti.
I bis in idem tra diritti individuali e discrezionalità dell’apparato
Angela Procaccino
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2022
pagine: 628
Gli autodafé per la giustizia elefantiaca sembrano aver trovato finalmente un programma di risoluzione nella riforma Cartabia. Eppure le duplicazioni procedimentali, nascoste nell'ombra dell'incredibile tecnicismo, sfuggite alla conta delle statistiche, sono rimaste tra le pieghe delle preoccupazioni del legislatore (come pure dell'ignaro furor del popolo in nome del quale la giustizia è amministrata). L'analisi qui condotta dimostra come l'economia di risorse processuali non sia sempre stata ottimale nella prassi e suggerisce di puntare sui principi di "indagabilità" e "contestabilità", ricavabili dai concetti di patologia e prevedibilità della contestazione, già noti a Consulta e Cassazione. Sfruttando ciò che la Delega Cartabia peraltro indica, potrebbe essere il legislatore delegato a tirar fuori dall'ombra quelle duplicazioni, portando a nuova luce la discrezionalità del pubblico ministero sul sipario dell'iscrizione della notizia di reato e del contrappunto con giudice e compartecipi. Se poi si volge lo sguardo oltre il sistema "formalmente penale", ci si affaccia su una vertiginosa galassia di strutture sanzionatorie. Si sa, la Corte di Strasburgo con la pronunciaA. e B. metteva un freno alla corsa aperta dal caso Grande Stevens, e la giurisprudenza interna, sfruttando la close connection in substance and in time , si poneva in scia. La Corte costituzionale manteneva un funambolico self-restraint, frammentando il ne bis in idem eterogeneo in garanzie "nutrici". La corda dell'autocontenimento si spezza però il 16 giugno 2022: la pronuncia n. 149 colpisce l'art. 649 c.p.p. E nonostante la Consulta tenga l'equilibrio chiarendo che è in gioco solo il doppio binario sul diritto d'autore, c'è la sensazione che la faglia di una nuova valanga giurisprudenziale sia ormai aperta.
Processo penale e paradigma riparatorio. I nuovi orizzonti della tutela dell'interesse leso
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2022
pagine: 316
Negli ultimi anni il diritto penale e quello processuale sono stati attraversati da numerose trasformazioni. Anche se le direttrici seguite non sono state sempre chiare e lineari, è possibile rinvenire nel rafforzamento del ruolo assegnato alla vittima del reato nel processo e nel sempre maggior rilievo riconosciuto alle condotte riparatorie una costante degli interventi riformatori. I nuovi scenari sollecitano la riflessione intorno a temi insieme delicatissimi e fondanti, quali le funzioni della pena e del processo, che, fino ad oggi saldi, sembrano invece progressivamente rarefarsi.
Il captatore informatico nelle indagini penali interne e transfrontaliere
Wanda Nocerino
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2021
pagine: 400
Lo scritto ripercorre le tappe della complessa vicenda giuridica legata all’impiego del captatore informatico nelle indagini penali interne e transnazionali. Partendo dal tortuoso iter legislativo atto a normare l’onnivoro strumento investigativo, la ricerca viene sviluppata lungo due direttrici: da un lato, l’Autrice affronta le problematiche che involgono il procedimento probatorio e, in particolare, la quaestio legata all’inquadramento giuridico delle attività esperibili a mezzo Trojan; dall’altro, prosegue soffermandosi sulle “nuove” investigazioni transfrontaliere condotte mediante le tecniche di remote forensics. Il fil rouge che lega l’intero percorso é rappresentato dalla scomposizione delle singole attività che il virus è capace di esperire sulla base di un criterio funzionale, verificando – per ciascuna opzione – la sussistenza di una copertura normativa interna/internazionale, costituzionale e convenzionale. La diagnosi di inutilizzabilità della prova per incostituzionalità e l’impossibilità di esperire indagini transnazionali mediante il malware in assenza di un’adeguata normativa di riferimento, rappresentano solo il punto di partenza per ulteriori spunti de jure condendo.
La procura europea. Dalla legislazione sovranazionale al coordinamento interno
Giovanni Barrocu
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2021
pagine: 276
Dopo più di un ventennio di progetti, trattative e modifiche l'ufficio del pubblico ministero europeo è finalmente divenuto realtà. L'attualità della tematica è palese, così come la necessità di una ricostruzione dell'istituto che provi a dare ordine a una disciplina tanto nuova quanto peculiare rispetto a qualsiasi altro precedente in materia processuale penalistica all'interno dello spazio giudiziario europeo. Il lavoro si propone, pertanto, partendo da un'analisi storica e normativa, di esaminare la regolamentazione europea e le sue implicazioni negli ordinamenti statali, oltre alle disposizioni di coordinamento approvate in Italia, con alcuni brevi cenni alle soluzioni adottate negli altri Paesi Europei.
Collaborazione processuale nei reati contro la pubblica amministrazione
Angelo Zampaglione
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2021
pagine: 32
L’autore trae spunto da alcune disposizioni di diritto penale sostanziale contenute nella recente legge spazzacorrotti, volte a stimolare la collaborazione-delazione cui seguono benefici vari: da quello più radicale della “non punibilità” di cui all’art. 323 ter c.p. a quello dei benefici penitenziari o a quello della attenuazione della durata delle sanzioni interdittive applicabili all’ente. La riforma si colloca nel solco di una politica-criminale populista d’emergenza – come quella intrapresa nei confronti del fenomeno della corruzione e della illegalità diffusa nella P.A. – che affianca a un complessivo inasprimento del sistema sanzionatorio meccanismi di carattere “premiale”, in presenza di una fattiva collaborazione da parte del reo. La disamina verte principalmente sulla nuova causa di non punibilità e l’obiettivo, in assenza di una espressa disciplina di raccordo con il processo penale, è quello di analizzare le nume
L'impatto processuale delle immagini: fotografie e videoriprese
Luisa Saponaro
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2021
pagine: 124
Fotografie e videoriprese permeano la nostra quotidianità. Tale “molteplicità visiva” impone di interrogarci sulla possibilità di utilizzare l’informazione contenuta nelle immagini all’interno del procedimento penale, in assenza di una disciplina legislativa ad hoc. Riuscire a “vedere” e ri-vedere la dinamica di un reato è probabilmente la più grande tentazione per chi sia chiamato a formulare un giudizio sulla colpevolezza o meno dell’imputato. Il dato visivo può costituire, in questo percorso, una valida risorsa nella ricostruzione del fatto storico oggetto di reato, avendo l’indubbia capacità di rappresentare l’azione, la condotta o l’evento. Allo stesso tempo è innegabile, però, che nelle fotografie e nelle videoriprese ci siano anche molte “zone d’ombra”, che devono essere lette e decifrate. L’immagine non è, dunque, solo ciò che si vede, ma anche ciò che si nasconde fuori dalla cornice visiva. Il dato visivo mostra un’azione, ma non necessariamente dimostra la colpevolezza che è sempre lasciata al prudente apprezzamento del giudice.
Fattispecie cautelari e modelli decisionali nella giurisdizione di sorveglianza
Paola Felicioni
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2020
pagine: 184
Il libro accompagna il lettore lungo un percorso di approfondimento progressivo che lo aiuta ad acquisire dimestichezza prima con le logiche, poi con i "ferri del mestiere" dell'analisi di bilancio, strumento necessario per esplorare le dinamiche delle imprese. Il recente diffuso interesse nato per la materia e le varie applicazioni che di essa possono essere fatte in diversi ambiti delle attività economiche hanno contribuito a donarle un'aura di "modernità"; ciò che è nuovo attrae ma talvolta è giudicato complesso e ostico. In realtà la bontà di un'analisi non la si misura da quanti indicatori sono impiegati, ma dalla capacità di impiegare quelli giusti per le finalità che si intende perseguire. Con la sesta edizione il volume è stato integralmente rinnovato. In particolare: gli indicatori sono stati aggiornati alla luce della prassi internazionale e dei documenti interpretativi degli standard setters; è stato inserito un nuovo capitolo che approfondisce la relazione tra Transfer Price e indici di bilancio (profit level indicators) secondo le più recenti linee OCSE; è stata ampliata la parte sull'analisi di bilancio nella crisi di impresa, facendo riferimento alle procedure di allerta e alle misure introdotte a seguito della pandemia Covid; sono stati ampliati gli indici settoriali per consentire ai fruitori di disporre di benchmark di riferimento per l'analisi di bilancio; infine, è stato aggiornato e rivisto il software allegato.
Il diritto alla presenza processuale. Garanzie, limiti, rimedi
Natalia Rombi
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2020
pagine: 308
Con il superamento della contumacia e l’introduzione della multiforme figura dell’assente, il legislatore è tornato sul diritto alla presenza processuale dell’imputato, prefiggendosi il duplice intento di soddisfare esigenze deflative e di adeguare la disciplina interna alle indicazioni provenienti dal contesto europeo. Le coordinate entro le quali era chiamato a muoversi risultavano da tempo individuate, e dalla giurisprudenza di Strasburgo, e da diversi atti normativi del legislatore europeo, i quali suggerivano da un lato, di rimodulare le cautele dirette ad assicurare la conoscenza effettiva del processo, dall’altro, di intervenire sul piano dei rimedi successivi in modo da rafforzare ex post la possibilità per l’imputato inconsapevole del processo di recuperare le garanzie partecipative perdute. La disamina delle soluzioni adottate per prevenire la violazione del diritto alla presenza processuale o, quantomeno, assicurare in via restitutoria un recupero di tutte le prerogative difensive mancate, vuole essere l’occasione per ritornare a riflettere su una garanzia fondamentale, forse non ancora del tutto compresa ed esplorata nelle sue diverse implicazioni, e per riaffermarne la centralità.
L'appello riformato
Antonella Marandola
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2020
pagine: 240
Mezzo d'impugnazione dal carattere e dalla natura sempre controversa, l'appello è lo strumento attraverso il quale le parti che vi hanno interesse e considerano viziata la sentenza di primo grado ne devolvono il controllo ad un organo di grado superiore, che può disporre (eventualmente) la rinnovazione dibattimentale. Collocandosi tra un giudizio di primo grado, attentamente strutturato, e il giudizio di cassazione, costituzionalmente imposto, l'appello ha, da sempre, vissuto alterne vicende. Il rito è stato, tuttavia, oggetto di un poderoso e dirompente restyling ad opera della l. n. 103 del 2017, in generale, e del d. lgs. n. 11 del 2018, in particolare, tornando sulla scena processuale quale fase di controllo e di raccordo fra le menzionate fasi. Il volume si propone di esaminare lo sviluppo di tali importanti riforme, al fine di comprenderne la corretta portata e i mutamenti sistematici e strutturali attuati. Lo scopo del lavoro è quello di identificare ruolo e funzione di un giudizio, quello d'appello, a cui si accreditano – troppo spesso - i ritardi nello sviluppo processuale, con grave compressione della sua durata ragionevole. Di qui, la costante proposta della sua abolizione o, quantomeno, del suo ridimensionamento, avversato dall'Autrice che tenta di valorizzarne la finalità e importanza alla luce della sua recente “rivitalizzazione”.