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Carocci: Biblioteca medievale. Saggi

Cantigas

Cantigas

Denis Don

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2021

pagine: 164

Poeta colto e illuminato, capace di far convergere con estrema raffinatezza tradizione e sperimentalismo, Don Denis di Portogallo (1261-1325) è autore di 137 componimenti, variamente distribuiti tra cantigas de amor, de amigo, de escarnio e maldizer. Il suo canzoniere, di cui il volume offre una selezione di testi criticamente rivisti, tradotti e commentati, appartiene alla fase più matura della lirica profana galego-portoghese e spicca per l’alto grado di elaborazione retorica, le frequenti allusioni dotte, la considerevole varietà tematica e stilistica che fanno dell’autore una delle voci più illustri e rappresentative di questa nobile stagione poetica.
17,00

Dante e la tradizione giuridica

Dante e la tradizione giuridica

Claudia Di Fonzo

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2016

pagine: 206

Il volume affronta un tema ancora poco studiato nella pur sterminata bibliografia dantesca: le conoscenze giuridiche del Poeta e la loro presenza nella sua opera, in particolare nella Commedia. Non vi è dubbio, infatti, che il fitto intreccio tra sapere giuridico, teologico e filosofico sia il milieu culturale in cui nasce la Commedia e tanta poesia romanza delle origini; ma mentre gli ultimi due aspetti sono stati largamente indagati, quello dei riferimenti giuridici danteschi ha incominciato solo da poco a essere oggetto di ricerche approfondite. I saggi qui riuniti offrono una originale rilettura di Dante e della sua opera alla luce della tradizione giuridica antica e medievale, da Cicerone (cui è dedicata tutta una parte del libro) a Bartolo di Sassoferrato, senza trascurare la sua ricezione presso i commentatori antichi e nell'arte figurativa.
23,00

Carte provenzali. Ezra Pound e la cultura trobadorica (1905-1915)

Carte provenzali. Ezra Pound e la cultura trobadorica (1905-1915)

Roberta Capelli

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2013

pagine: 217

La passione di Ezra Pound per i trovatori nasce all'epoca dei suoi studi universitari all'Hamilton College (1905) e, per tutto il decennio successivo, la letteratura in lingua d'oc offre materia per traduzioni, personaggi per le dramatis personae poetiche, spunti di riflessione per saggi letterari. Il volume ricostruisce le fasi di questa ricerca artistica, delineando il progressivo perfezionarsi del metodo di condensazione che è alla base della poetica poundiana. La stagione provenzale di Pound si esaurisce nel momento in cui prendono forma i "Cantos", di cui il poemetto "Near Perigord" (1915) è emblematica anticipazione: utilizzando scartafacci, abbozzi e bozze inediti si evidenzia il percorso creativo che conduce al dettaglio luminoso trobadorico disseminato nel capolavoro della maturità e che fornisce una chiave di interpretazione privilegiata per spiegarne la difficoltà e l'oscurità.
26,00

Dante e l'Oriente. Le fonti islamiche nella storiografia novecentesca

Dante e l'Oriente. Le fonti islamiche nella storiografia novecentesca

Andrea Celli

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2013

pagine: 173

Oggetto di questo volume è il controverso dibattito sulle cosiddette "fonti orientali" di Dante. Vengono qui indagate le premesse ideologiche e i motivi di suggestione mitico-estetica dell'interesse per i "fatti di trasmissione culturale" tra Medioevo europeo e mondo arabo-islamico. I capitoli in cui si articola il testo si confrontano con l'approccio di tre diversi studiosi: Enrico Cerulli, Ernst Kantorowicz e Leo Spitzer. Degli interventi di Enrico Cerulli, che rinnovarono sostanzialmente gli studi dell'islamista Miguel Asín Palacios, vengono sottolineati i presupposti "pragmatici" e politici. Il loro sfondo storico è infatti il colonialismo italiano e la successiva decolonizzazione. Nel caso di Kantorowicz, di cui vengono tradotte pagine inedite dalla tesi di dottorato sulle gilde islamiche, il rapporto tra l'Oriente islamico e Dante ("erede" di Federico II) è invece una suggestione orientalista solo accennata ma rilevante. Essa va ricollegata al revival nel primo Novecento tedesco dell'idea di impero. In Kantorowicz l'impiego di questa nozione si tinge di valenze universaliste, attraverso il riferimento a Dante, a Nietzsche, al Mediterraneo e all'Oriente. Come emerge dal capitolo dedicato a Spitzer, il dibattito è segnato da una suggestione utopica: quella di una possibile sintesi tra universi altrimenti antagonisti.
21,00

Metafora medievale. Il «libro degli amici» di Mario Mancini

Metafora medievale. Il «libro degli amici» di Mario Mancini

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2011

pagine: 280

Per festeggiare i settant'anni di Mario Mancini - uno dei maggiori medievisti italiani, ideatore e condirettore della "Biblioteca Medievale" - alcuni amici hanno pensato di dedicargli questo volume di scritti che affrontano temi a lui cari e familiari. Il titolo, "Metafora medievale", rispecchia quello di uno dei più significativi libri di Mancini, Metafora feudale, e allude alla visione di un medioevo che - per lui come per i suoi amici - non è solo oggetto della ricerca filologica e storica, ma anche "luogo" simbolico, "arca" che sormonta le acque dei secoli e ci riporta un patrimonio di forme, modelli, ideali ancor oggi ricchissimi di insegnamenti e di fascino. I saggi qui raccolti toccano infatti non soltanto testi e autori appartenenti all'ambito delle letterature romanze del medioevo, ma allargano la prospettiva a quelle orientali, a temi antropologici ed estetici, ai revivals e agli studi medievistici in epoca moderna. In questo modo, il "libro degli amici" di Mario Mancini si presenta come una sorta di piccolo compendio o di "mise en abyme" della stessa "Biblioteca Medievale", che dei suoi interessi porta così forte l'impronta.
30,00

Sulle rune tedesche

Sulle rune tedesche

Wilhelm Grimm

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2011

pagine: 320

Ueber deutsche Runen ("Sulle rune tedesche"), pubblicato nel 1821, s'inserisce nell'intento di produzione globale dei fratelli Grimm di scrivere un'ideale storia della letteratura (e della cultura) nazionale tedesca che facesse sentire ai Tedeschi, non legati da uno stato unitario, di costituire comunque un unico popolo. L'opera si prefigge un duplice scopo: dimostrare che anche presso le popolazioni germaniche continentali era stata impiegata in passato la scrittura runica, sebbene soltanto fonti letterarie secondarie e non fonti primarie, vale a dire iscrizioni runiche, confortassero tale ipotesi; fornire un manuale di runologia, una trattazione a tutto campo, secondo le conoscenze del tempo, della scrittura runica. L'impostazione prettamente germanistica e l'impianto comparatistico-diacronico costituiscono i presupposti metodologici (non esplicitati) che guidano l'analisi: delle attestazioni latine della scrittura runica negli autori classici e alto-me-dioevali; dell'affinità tra la scrittura runica e l'alfabeto gotico; dell'origine e dei nomi delle rune; del significato e dell'etimologia del termine runa nelle lingue germaniche; dei runica manuscripta; delle rune epigrafiche; del confronto tra le diverse tradizioni runiche; dei poemetti runici; del possibile impiego delle rune per la divinazione. La traduzione è preceduta da una prefazione del runologo tedesco Klaus Diiwel.
31,00

Lacan e l'amore cortese

Lacan e l'amore cortese

Manuela Allegretto

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2008

pagine: 128

Amore: nell'antichità classica il tema è stato trattato principalmente da Platone nel Simposio e nel Fedro, ma per parlare di amore è necessario, secondo Lacan, prima riflettere sul significato di desiderio. Filosofo e psicanalista contemporaneo, Jacques Lacan ha elaborato una concezione ispirata da Freud e da Hegel: il bisogno viene definito come un fatto psicologico derivante dalla fisiologia, consistente in tracce di ricordi in parte inconsce di esperienze di piacere e soddisfazione. Sono le esperienze passate e tenere vivo il desiderio. Da ciò, ne risulta una profonda revisione della configurazione medievale del desiderio d'amore, della virtù e dei vizi.
12,20

Il romance spagnolo va in scena. Strategie di riscrittura nel teatro di Luis Vélez de Guevara

Il romance spagnolo va in scena. Strategie di riscrittura nel teatro di Luis Vélez de Guevara

Daniele Crivellari

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2008

pagine: 256

Il "Romancero" medievale, uno dei fenomeni più caratteristici della lirica ispanica, attinse ad ambiti eterogenei, da quello storico a quello letterario, dalle "Crónicas" alle leggende, e ne rielaborò in modo peculiare i materiali, costituendo nei secoli un patrimonio di componimenti (i "romances") che crearono nella realtà culturale iberica una sorta di "tessuto memoriale popolare", un insieme di temi, vicende, personaggi e situazioni collettivamente condiviso. A questo retaggio mnemonico i drammaturghi barocchi, consci delle possibilità offerte dai processi di riscrittura della materia tradizionale, attinsero con frequenza per la composizione delle loro opere. Il volume, partendo da un'analisi delle vicende legate alla trasmissione dei materiali "romanceriles" dal Medioevo all'epoca aurea, e dal genere lirico tradizionale a quello drammatico della "Comedia Nueva", affronta gli aspetti salienti delle tecniche di trasposizione intergenerica dei "romances", concentrandosi principalmente su temi e dinamiche della riscrittura teatrale. Il corpus preso in esame è quello della produzione drammatica di Luis Vélez de Guevara (1579-1644), autore la cui opera risulta fortemente permeata dall'impiego di questi meccanismi, che divengono autentiche forme di rappresentazione della realtà e costituiscono in definitiva un vero e proprio modo di "fare teatralità".
23,80

La corte e la città. Saggi sulla storia della cultura francese

La corte e la città. Saggi sulla storia della cultura francese

Erich Auerbach

Libro

editore: Carocci

anno edizione: 2007

pagine: 248

I saggi di questo volume - su Montaigne, Pascal, Racine, Baudelaire, Proust, sul pubblico del classicismo francese - completano e arricchiscono il quadro del realismo occidentale avviato da "Mimesis" dello stesso autore. Anche in queste pagine, come nella sua opera maggiore, Auerbach mette in atto la sua originalissima metodologia critica, mobile e antidogmatica, capace di rendere significativo il "dettaglio", di risalire dallo stile di testi alla temperie complessiva di un'epoca, di una società, di una cultura. La costante attenzione per il pubblico gli permette di penetrare nella segreta dinamica delle opere, nel loro realizzarsi come esperienza estetica, di registrare le mutazioni della spiritualità - la progressiva "secolarizzazione" in cui si rivela il destino del Moderno -, ma anche di cogliere l'emergere di nuove sensibilità e di nuove forme.
20,00

Le malizie della volpe. Parola letteraria e motivi etnici nel Roman de Renart

Le malizie della volpe. Parola letteraria e motivi etnici nel Roman de Renart

Massimo Bonafin

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2006

pagine: 319

Il "Roman de Renart" è un cantiere fondamentale per chi voglia studiare e conoscere la letteratura medievale nella pluralità dei suoi aspetti: dalla storia della produzione e trasmissione dei testi alla loro interpretazione critica ed estetica, dal contesto storico, sociale e intellettuale al patrimonio leggendario e mitico che sembra risalire a un'età remota. Il lettore troverà in questo libro, per la prima volta in lingua italiana, insieme un avviamento alla conoscenza delle parti più significative di quest'opera e una discussione di alcuni nodi cruciali della sua interpretazione.
28,00

Figure della relazione. Il Medioevo in Asín Palacios e nell'arabismo spagnolo

Figure della relazione. Il Medioevo in Asín Palacios e nell'arabismo spagnolo

Andrea Celli

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2005

pagine: 198

La pionieristica tradizione di studi dedicati alla cultura islamico-andalusa e al suo rapporto con quella europea dall'orientalismo spagnolo nell'arco di tempo che va dal tardo Ottocento di Ribera Tarragó sino al primo Novecento di Asín Palacios - autore del famoso e dibattuto scritto su "L'escatologia islamica nella Divina Commedia" - rappresenta nella cultura spagnola e in quella europea un evento che travalica il pur importantissimo accertamento storico-filologico. Andrea Celli è borsista post-dottorato presso il Dipartimento d'italianistica dell'Università di Padova, dove collabora anche con il Master in Studi interculturali.
20,60

Gioie cavalleresche. Barbarie e civiltà fra epica e lirica medievale

Gioie cavalleresche. Barbarie e civiltà fra epica e lirica medievale

Andrea Fassò

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2005

pagine: 301

Insieme alle culture classica e cristiana, la cultura barbarica dei Franchi ha contribuito in modo decisivo alla formazione dell'Europa. Sua espressione primitiva è la chanson de geste, epopea di uomini fondata sulle virtù del coraggio, dell'onore, della fedeltà. Joie è il termine usato nelle chansons de geste per indicare l'ebbrezza dell'assalto e Monjoie il grido di guerra dei Franchi. Nel XII secolo inizia un processo di civilizzazione a opera della Chiesa, che crea l'ideale del cavaliere difensore della giustizia e dei grandi signori, che attraverso la poesia dei trovatori propongono un modello di guerriero prode e misurato, per il quale l'amore è "servizio" alla dama e fonte di virtù; la gioia sarà allora lo stato di estasi prodotto dall'amore.
25,30

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