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Bollati Boringhieri: Temi

Dialogo tra una femminista e un misogino

Dialogo tra una femminista e un misogino

Maddalena Melandri

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2025

pagine: 96

Vienna, 1903. Al tavolo di un caffè va in scena un dialogo impossibile tra la pensatrice femminista Lea Melandri e il filosofo misogino e razzista Otto Weininger. È l'anno di uscita del suo Sesso e carattere, scritto che avrà ampia risonanza tra pensatori come Wittgenstein, Cioran, Musil, Joyce, Svevo, e che teorizza nero su bianco che la donna è «soltanto materia», «assenza di senso». Pochi mesi dopo, Otto Weininger, appena ventitreenne, si sparerà nella stessa stanza d'albergo in cui era morto Beethoven. In Italia sarà Sibilla Aleramo a leggere tra le prime Sesso e carattere e a diffonderlo, quando, a ridosso della pubblicazione della prima traduzione italiana, nel 1912, scriverà: «È un libro che desidero da molto tempo di leggere, perché deve essere ciò che di più intelligente finora è stato scritto contro la donna». Più di un secolo dopo, Lea Melandri vede in Weininger l'intellettuale che meglio di tutti aveva dato voce con lucidità visionaria alla Ragione su cui si era retta fino ad allora la civiltà greco-romana e poi cristiana, da Platone a Kant; il primo a rendersi conto che i «valori» in cui aveva creduto si stavano eclissando. Nella breve parabola tragica del giovane filosofo viennese Melandri vede incarnarsi il crepuscolo dell'Illuminismo: il lascito di un intellettuale incapace di sfuggire all'annodamento tra il sessismo, quale fondamento della Ragione classica, e la religione. Un immaginario corpo a corpo che è anche un viaggio nel tempo alla scoperta delle radici della cultura patriarcale, e dell'eredità che ancora le sopravvive.
12,00

Vivere per sempre. L'Aldilà ai tempi di ChatGPT

Vivere per sempre. L'Aldilà ai tempi di ChatGPT

Davide Sisto

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2025

pagine: 176

Nel 2018, con "La morte si fa social", Davide Sisto ha introdotto, tra i primi in Italia, il tema della morte digitale. Da allora il rapporto tra morte e nuove tecnologie si è intrecciato sempre più saldamente alle nostre vite e l'irruzione nell'infosfera dell'intelligenza artificiale ha reso le cose ancora più paradossali. Se nel 2018 l'attore principale era Facebook – che coi suoi profili di persone decedute, di cui regolarmente l'algoritmo ci ricorda il compleanno, rappresenta «il più grande cimitero del mondo» –, con le nuove tecnologie chiunque può accedere a servizi che promettono di «parlare col caro estinto» come fosse ancora tra noi. L'impatto di queste tecnologie sul nostro rapporto con la morte – e dunque con la vita – è sempre più inquietante. Col passare del tempo nella società si fa strada il «foreverismo», l'idea che si possa in qualche modo «vivere per sempre», almeno digitalmente parlando: app che ci promettono un'eternità digitale ed esorcizzano la morte finiscono col negare a chi resta la consolazione dell'elaborazione del lutto. Il tempo stesso si sta congelando in un eterno presente. In "Vivere per sempre" Davide Sisto, con uno stile diretto e profondo, rilegge il nostro rapporto con la fine, dalla rimozione culturale della morte alla sua spettacolarizzazione, mostrando come la tecnologia stia cambiando sempre di più il modo in cui viviamo, ricordiamo e, soprattutto, moriamo e veniamo ricordati.
14,00

La fortezza automatica. Se l'IA decide chi può varcare i confini

Fabio Chiusi

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2025

pagine: 192

Un lessico nuovo – fatto di droni, sensori, riconoscimento facciale e big data – ha preso piede nel racconto delle frontiere. E a questo si accompagna una promessa ricorrente, parlando di migrazioni: che la tecnologia risolverà tutto. Algoritmi, sensori e intelligenza artificiale sapranno finalmente distinguere chi ha diritto di passare e chi no, e così le «frontiere intelligenti» saranno più efficienti, più sicure, più giuste. Ma dietro questa illusione di neutralità si cela una verità molto meno rassicurante. Oggi l'ossessione per il controllo dei confini sta accelerando l'automazione delle politiche migratorie. Le nuove tecnologie – dal riconoscimento biometrico all'analisi predittiva dei dati – non si limitano più a supportare le decisioni umane, ma sempre più spesso le prendono al posto nostro. E lo fanno sulla base di logiche opache, escludenti, profondamente inique. La fortezza automatica non racconta un progetto del futuro, ma un presente che è già realtà. Sviluppata in tutto l'Occidente, l'automazione delle politiche migratorie affonda le radici in un immaginario securitario e discriminatorio. Fabio Chiusi ne ricostruisce le premesse ideologiche e storiche, passando dal presente delle deportazioni di massa statunitensi basate sull'IA e guardando ai progetti di ricerca europei che prefigurano un futuro ancora più automatizzato, in cui le frontiere diventano laboratori di sperimentazione tecnologica: spazi eccezionali dove il diritto viene sospeso e l'efficienza sostituisce la giustizia. Contro l'ideologia tecnocratica che vorrebbe affidare la mobilità umana a dispositivi tecnologici avanzati, questo libro somma analisi storica, critica ideologica e inchiesta giornalistica, e smonta una narrazione pericolosa, mostrando come l'innovazione, quando è al servizio della disuguaglianza, non libera ma incatena.
14,00

Una democrazia senza popolo. Astensionismo e deriva plebiscitaria nell'Italia contemporanea

Una democrazia senza popolo. Astensionismo e deriva plebiscitaria nell'Italia contemporanea

Federico Fornaro

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2025

pagine: 176

La democrazia non gode di buona salute. Sono molti i fattori che ne stanno erodendo le fondamenta e che mettono in serio pericolo la tenuta delle istituzioni. Non si tratta di una questione teorica, lontana dal sentire della gente: è un problema che tocca da vicino la nostra vita quotidiana, la nostra società, minando il futuro di ciascuno di noi. Da anni sono al lavoro quattro silenziosi «tarli del legno» che stanno scavando nel tessuto vivo delle democrazie: le diseguaglianze sempre più marcate (economiche e non solo), la perdita di memoria storica, l'uso spregiudicato delle fake news con il conseguente avvelenamento delle fonti della conoscenza e la mancata fiducia nel futuro. Analizzati a fondo, cifre alla mano, questi fattori determinano un crescente distacco dalla politica da parte di molti, evidente nelle percentuali sempre più alte di astensionismo alle urne. In questo panorama storico, l'Italia appare un paese malato di rancore e di sfiducia, brodo di coltura ideale peri soggetti illiberali e nazional-populisti. Contro questa deriva politica deve essere chiaro che la democrazia va difesa ogni giorno, dando risposte ai problemi della vita quotidiana delle persone nel segno dell'eguaglianza e della giustizia sociale. Quanto è stato faticosamente raggiunto in Italia dopo il fascismo e la guerra non va mai dato per scontato, o il pericolo di vederlo svanire si potrebbe fare più concreto che mai, con un lento scivolamento verso forme di democrazia illiberale.
14,00

La Costituzione a pezzi. Come cambiare la nostra Carta restando antifascisti

La Costituzione a pezzi. Come cambiare la nostra Carta restando antifascisti

Anna Mastromarino

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2025

pagine: 160

Le riforme costituzionali attualmente in discussione in Italia sono al cuore del dibattito politico, in vista di possibili referendum costituzionali ai quali tutti noi cittadini saremo chiamati a rispondere. Per capire quello che sta succedendo bisogna conoscere le vicende degli ultimi anni. Attraverso la storia italiana e l'analisi di esperienze straniere, Anna Mastromarino fornisce in questo libro gli strumenti per comprendere a cosa serva una costituzione, come sia corretto «usarla» e quali spinte inducano una società a darsi delle regole condivise. Perché una costituzione non è un testo immutabile ed eterno, è un patto condiviso tra tutti i cittadini e le cittadine per operare all'interno di regole certe e impedire soprusi da parte del potere. E la Costituzione italiana è un'opera certo mirabile, ma è un po' retorico definirla «la più bella del mondo» e difenderne la lettera se poi non sappiamo cogliere sino in fondo le sue sfide quotidiane. Un paese democratico può cambiare la propria costituzione al mutare dei tempi, ma solo se c'è un progetto chiaro e condiviso e un obiettivo da raggiungere che migliori la vita di tutti. È dunque necessario passare dalla sacralità alla ritualità quotidiana della Costituzione, anche nel caso la si voglia cambiare: perché modificarla è possibile, a patto di sapere dove vogliamo andare e da dove siamo partiti.
14,00

La vergogna del giusto e dell'ingiusto. Storie e pensieri di un'emozione inattuale

La vergogna del giusto e dell'ingiusto. Storie e pensieri di un'emozione inattuale

Marco Bouchard

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2025

pagine: 160

Ambigua e poliedrica, la vergogna ci riguarda tutti: attraversa la storia dell'umanità, si manifesta nei primi mesi della nostra vita e non ci abbandona mai, fino all'ultimo respiro. Capace di trasformarsi in strumento di riscatto o di devastazione, può aprire la strada alla redenzione, come accade all'assassino che riconosce l'orrore del suo delitto, o condurre a scelte moralmente discutibili, come nel caso del pavido che, per paura del giudizio dei compagni, si rende colpevole degli atti più riprovevoli. La vergogna, dunque, è «buona» quando rivela la nostra vulnerabilità e si fa forza trasformativa. Ma è anche «cattiva» quando ci annichilisce, riducendoci al silenzio per conformarci ai valori più meschini della collettività. È perciò un'emozione legata a doppio filo allo sguardo dell'altro, che ci scopre e ci espone, svelandoci non solo agli altri, ma anche a noi stessi. Si manifesta nel viso, nella voce e nel corpo e ci distingue dagli animali: il rossore è segno evidente di un'emozione che è solo umana. Tra delitti efferati compiuti per paura del disonore e la «vergogna dei giusti» di cui parla Primo Levi, e a partire dal suo etimo (la «gogna» medievale), Marco Bouchard esplora le infinite pieghe della vergogna, scavando nel suo ruolo di strumento sociale, tra controllo e coesione. Con una prosa che fonde pensiero civile, riferimenti letterari e vicende di cronaca, il libro traccia la mappa di questo sentimento universale e offre una riflessione profonda su come la vergogna modelli l'umanità e le sue relazioni. Dal pensiero di Braithwaite sulla vergogna reintegrativa ai personaggi delle opere di Roth, McEwan ed Ernaux, passando per le riflessioni teologiche di Bonhoeffer e il richiamo a passi biblici e mitologici, e a precedenti giudiziari, ogni pagina illumina un aspetto meno ovvio della vergogna, mostrando come questo sentimento complesso e sfuggente sia legato, in modo imprescindibile, all'idea stessa di convivenza civile.
14,00

Il nuovo antisemitismo. Interventi, 1969-1978

Il nuovo antisemitismo. Interventi, 1969-1978

Jean Améry

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2025

pagine: 128

Scritti tra il 1969 e il 1978, i saggi di Jean Améry raccolti in questo volume sorprendono per la loro attualità. Nella loro concisa chiarezza e nei temi trattati, si leggono come fossero stati scritti oggi. Améry, ebreo laico, costretto a definirsi tale dalle leggi di Norimberga, riflette anzitutto sul suo legame esistenziale con Israele. Un legame che ritiene di condividere con la stragrande maggioranza degli ebrei nel mondo, e che ha ben poco a che fare con l'approvazione incondizionata dei governi israeliani. E che si traduce tuttavia in un interesse profondamente radicato per l'esistenza di questo paese – che pur non conosce, di cui non parla la lingua e il cui folklore gli è estraneo. Améry sa, infatti, che ogni volta che la sua vita sarà in pericolo ci sarà un lembo di terra pronto ad accoglierlo, e che finché esisterà Israele egli non potrà essere gettato di nuovo in pasto all'orrore, con il tacito consenso di spettatori più o meno consapevoli. Parla in questi scritti il suo dolore: lui, che è sempre stato un uomo di sinistra, non riesce più a comprendere la Nuova sinistra, che vede in Israele solo un paese colonialista e imperialista. L'antisionismo, sempre più diffuso anche tra i suoi compagni politici, rappresenta ai suoi occhi soltanto il volto nuovo e presentabile di un discorso difficile da estirpare e sempre pronto a riemergere: quello dell'antisemitismo.
16,00

Alzheimer S.p.A. Storie di errori e omissioni dietro la cura che non c'è

Alzheimer S.p.A. Storie di errori e omissioni dietro la cura che non c'è

Agnese Codignola

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2024

pagine: 208

La malattia di Alzheimer colpisce in Italia più di una persona su cento, ed è in crescita. Praticamente non c'è famiglia che non abbia avuto esperienza, diretta o indiretta, dei crudeli effetti di questa patologia. Vedere svanire la mente dei propri cari, che giorno dopo giorno perdono contatto col mondo, senza più gusto per la vita, è un'esperienza emotivamente devastante e fisicamente faticosa. Alla disperazione della malattia si aggiunge l'inadeguatezza delle cure: come è possibile che dopo decenni di studi ancora non abbiamo un farmaco efficace, nonostante le cifre astronomiche spese nella ricerca biomedica e il coinvolgimento dei colossi di Big Pharma? La risposta a questa domanda non è affatto edificante e in molti sensi è scandalosa. Ci voleva l'ostinazione di una giornalista scientifica come Agnese Codignola per unire i puntini in maniera chiara e raccontare questa vicenda, una delle peggiori della scienza biomedica e dell'industria farmaceutica degli ultimi anni. "Alzheimer S.p.A." racconta in che modo i colossi farmaceutici e ampi settori accademici abbiano per almeno vent'anni seguito una linea di ricerca sbagliata, spesso sapendolo, osteggiando lo sviluppo di indagini su ipotesi alternative e più promettenti. È anche così che si apre la strada al proliferare di ciarlatani e guaritori, ai quali le famiglie disperate spesso si affidano. Ma questo libro parla anche di fiducia per i nuovi recenti sviluppi della ricerca. Abbandonato quasi completamente il vicolo cieco, la comunità scientifica dimostra ora di saper reagire, orientandosi verso nuove terapie, i cui dati preliminari lasciano ben sperare.
15,00

Gravidanza per altre persone. Tra disinformazione, discriminazioni e diritti negati

Gravidanza per altre persone. Tra disinformazione, discriminazioni e diritti negati

Eva Benelli

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2024

pagine: 176

Le tecniche di procreazione medicalmente assistista esistono da oltre cinquant'anni. La loro evoluzione è stata continua e gli effetti della loro diffusione sono ormai visibili: i modi del generare si sono moltiplicati, aprendo a nuovi e diversi progetti di genitorialità e di famiglia. A questi cambiamenti, già in atto nelle pratiche e nelle vite di molte persone, non corrisponde tuttavia, almeno nel nostro Paese, un aggiornamento culturale e un'appropriata normativa giuridica. Nell'estate 2023 la Camera dei deputati ha approvato in prima lettura la proposta di legge che rende la gestazione per altri «reato universale» e la Corte di Cassazione ha negato a due donne la trascrivibilità dell'atto di nascita del proprio figlio, nato all'estero da fecondazione eterologa. Scelte politiche, certo, rese possibili tuttavia da un'inadeguatezza delle norme, nella quale, come spesso accade, rimangono intrappolati i destini delle persone, soprattutto di quelle più fragili. Eva Benelli ha la competenza e il talento espositivo per fare chiarezza – dal punto di vista medico, oltre che umano e giuridico – su un tema delicato e divisivo, che i media generalisti e il dibattito pubblico italiano trattano spesso con strumenti drammaticamente inadeguati. Il rapporto tra corpo, genitorialità e biotecnologie – oggi al centro del discorso politico – apre a esperienze al contempo condivise e uniche, intime e pubbliche. Scardinate le certezze di un tempo, le trasformazioni che coinvolgono la natalità non possono essere affrontate con la sola logica dell'obbligo e del divieto. Accogliere questi cambiamenti non è facile, e per farlo sono necessarie consapevolezza scientifica e conoscenze informate. Che portino a scelte politiche efficaci, in grado di trasformare i comportamenti e produrre visioni e progetti nuovi, ben al di là di pregiudizi e slogan.
15,00

Pianeta Ofelia. Fare Shakespeare nell'Antropocene

Pianeta Ofelia. Fare Shakespeare nell'Antropocene

Shaul Bassi

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2024

pagine: 144

Questo libro è un invito a fare cose con Shakespeare, con grande libertà, in tempi di crisi ambientale. Riattualizzare la sua opera alla luce del nuovo regime climatico, leggerla con gli occhi del presente, è l'audace proposta di Shaul Bassi, resa possibile dalla ricchezza dei testi e da un impegno all'adattamento che sono al cuore dell'arte e del successo di Shakespeare. Per agire in un mondo che si dibatte tra negazionismo climatico, indifferenza e forme di ecoansia, l'alleanza tra sapere scientifico e sapere umanistico è indispensabile. E persino per noi abitanti dell'Antropocene Shakespeare può essere una guida. In "Amleto" troviamo le origini psicologiche dell'ecofobia e dell'ecofilia; "La tempesta" ci aiuta a riflettere sul nostro immaginario oceanico, "Re Lear" a esplorare i cambiamenti di regime e di stili di vita tra generazioni, con i conflitti che inevitabilmente producono, "Il mercante di Venezia" e "Otello" a raccontare il rapporto necessario tra ecologia, spazi urbani e comunità. La straordinaria opera di Shakespeare ha la forza di farci immaginare un futuro differente. Come dice Stephen Greenblatt nella prefazione, «se vogliamo comprendere noi stessi – e la nostra sopravvivenza come specie dipende dalla nostra capacità di farlo – è imperativo che esploriamo a fondo la nostra coscienza e la nostra esperienza, e tra le maggiori risorse di cui disponiamo per farlo ci sono le tracce del passato che chiamiamo letteratura».
14,00

La saga di Polifemo. L'archetipo del ciclope

La saga di Polifemo. L'archetipo del ciclope

Jacob Grimm

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2024

pagine: 112

"I viaggi di Sindbad", una raccolta di fiabe serbe e persino alcuni racconti popolari finlandesi: la saga di Polifemo è ovunque. Jacob Grimm (1785-1863), filologo e linguista, rintraccia in questo saggio inedito in Italia una decina di varianti dell'archetipo del ciclope nei contesti letterari più remoti, provando a decifrare i diversi significati contenuti nella leggenda e cercando di ipotizzare alcune linee di derivazione. Alla ricerca di un fulcro, una «cellula originaria», intuisce sorprendentemente che la stessa Odissea è un punto di arrivo e non il principio della saga. Nella sua postfazione al saggio Francesco Valagussa torna sul rapporto tra mito e origine. Passando dall'occhio come simbolo del sapere divino al Sauron di Tolkien, si può mostrare come l'eterna lotta tra il giorno e la notte, tra il cielo e gli inferi, si rifletta, in termini etici, nel contrasto tra l'abilità colma di astuzia e le oscure forze titaniche. Le ricerche di uno spirito romantico come quello di Grimm dischiudono lo sguardo su un panorama inaspettato: non c'è cultura che non sia permeata, alimentata e nutrita quotidianamente da un generoso apporto di narrazioni, usanze e consuetudini appartenenti a tradizioni lontane. "La saga di Polifemo", opera di uno dei più grandi esponenti del romanticismo europeo, illustra la ricchezza delle identità multiple sottese al concetto di cultura e nazione. Una piccola chicca letteraria e filosofica che intreccia etica, fiaba e immaginazione.
12,00

Contro la città usa e getta. Per una cultura del costruire sostenibile

Contro la città usa e getta. Per una cultura del costruire sostenibile

Vittorio Magnago Lampugnani

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2024

pagine: 176

Fra una decina d'anni quasi il 70 per cento della popolazione mondiale vivrà in insediamenti urbani. Le nostre città hanno un impatto drammatico sull'equilibrio ecologico del pianeta: si sgretolano sempre più in periferie diffuse che erodono il paesaggio naturale e sprecano inutilmente risorse ed energia. Per ampliarle e modernizzarle stiamo distruggendo sconsideratamente gran parte di un patrimonio edilizio che potremmo riusare. In questo piccolo manifesto del costruire sostenibile, l'architetto e studioso Vittorio Magnago Lampugnani identifica il problema degli sprechi edilizi nell'ideologia dell'usa e getta che ha contagiato le città, tracciando una storia del consumismo architettonico, svelando l'invenzione dell'obsolescenza programmata e rivisitando l'euforia modernista del provvisorio. Ma la storia dell'architettura è ricca anche di splendide lezioni di parsimonia, riuso e resilienza, che non rinunciano all'ideale dell'impegno sociale e della bellezza. Oggi l'industria edilizia è responsabile di buona parte delle emissioni di anidride carbonica che minacciano il clima, il pianeta e la nostra stessa esistenza, spreca risorse preziose e produce un'enorme quantità di rifiuti. Case passive, facciate verdi e certificazioni energetiche non sono che palliativi, se non addirittura greenwashing. Si impone un'inversione di rotta. Dobbiamo costruire meglio, in maniera più durevole, perché solo un edificio che dura nel tempo usa bene i mezzi che ha consumato. Dobbiamo costruire più densamente, «stringerci», perché solo una città compatta è veramente sostenibile. Ma soprattutto dobbiamo usare più assennatamente ciò che abbiamo, ridimensionare le nostre pretese e costruire meno, molto meno, quasi niente.
16,00

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