Bertoni: Narrativa

Gli autori: Franco Allegranzi; Paolo Angelucci; Marco Azzalini; Nicola Baronti; Claudio Bezzi; Ilaria Cappottella; Tiziana Colosimo; Stefania Contardi; Ernesto De Feo; Luca Di Raffaele; Paolo Favaro; Simone Gobbi; Domenico Mancusi; Mariagrazia Menegon Paschini; Danilo Mengoni; Mauro Montanari; Francesco Mostallino; Francesco Petrucci; Marco Soneghet; Lucia Tolomei; Daniele Torquati; Marisa Trabalza.

Una raccolta di racconti sui sette vizi capitali che, agli ultrasessantenni ricorda lo sforzo fatto da bambini per mandare a memoria le prescrizioni dottrinarie del catechismo cattolico in preparazione della prima comunione, sono associati alle quattro virtù cardinali e alle tre virtù teologali che dei vizi costituiscono l’antipolo. (dalla prefazione di Moreno Orazi)

Biografia di Mario Cenci. Uno spaccato della musica italiana con molti dettagli e curiosità “dietro le quinte”.

Quante verità esistono? E quante sei disposo a trovarne? In un finto studio legale popolato da veri avvocati si susseguono storie di ricatti, istituzioni deviate ed esistenze labirintiche da cui sembra impossibile uscire. In questo contesto si intrecciano indissolubilmente i rapporti di amicizia e di amore tra i protagonisti in una architettura dove moralità, giustizia, rimorsi e crisi esistenziali fanno da sfondo ad un paesaggio opaco, abitato da oscure verità e delitti, in cui il bene ed il male hanno tinte spesso indistinguibili. Ogni fatto non è mai come sembra ed ogni personaggio ha sempre un proprio alter ego uguale e contrario a sé stesso.

Silvia Lazzari è una ragazza trans che si è messa in testa di fare l’investigatrice privata. Appassionata di film horror, cam girl a tempo perso e grande esperta nel ficcarsi nei guai, vive una vita complicata nel tentativo di districarsi tra amicizie fraterne, fidanzati ambigui, colleghi rompiscatole e una famiglia andata in pezzi tanto tempo fa. In una Terni avvolta dalla canicola estiva, Silvia si ritroverà ad aiutare un’amica a cui è scomparso il fratello. Scoprirà a sue spese che la faccenda non è così semplice come appare e che, a volte, bisogna rischiare per trovare la verità. Tra rapimenti, esplosioni, risse e appuntamenti galanti, Silvia finirà nel mirino di un misterioso killer sudamericano che farà terra bruciata intorno a lei, mettendo in crisi i suoi affetti, le sue relazioni, perfino la sua stessa stabilità mentale. E sarà sull’asfalto bollente di una città resa deserta dal caldo che Silvia dovrà affrontare il demone peggiore che potesse incontrare. Quello che vive dentro di lei.

Il romanzo si concentra sulle vicissitudini del passato prossimo di Giulia – colta in un frangente esistenziale particolarmente travagliato – e del passato remoto dei genitori Giacomo e Agnese, che «insieme avevano vissuto la guerra, il duro dopoguerra, le speranze di una vita migliore». Le pagine dedicate a questi ultimi – nel presente ormai anziani – sono uno spaccato di storia che riporta il lettore agli anni drammatici del secondo conflitto mondiale. In tale contesto, si sperimentano la paura, la violenza e le privazioni che hanno caratterizzato una generazione inevitabilmente segnata dai corsi della Storia. Non meno impegnative le battaglie che si trova ad affrontare Giulia, sebbene figlia di un’epoca in cui la guerra è ormai un ricordo lontano. Infatti, dopo essersi faticosamente ripresa da un sofferto divorzio, dovrà combattere contro una malattia potenzialmente fatale. Ma, come i genitori in altri tempi, riesce a trovare in se stessa le risorse utili a superare le inevitabili sfide della vita e a godere dei regali inattesi che essa, nonostante tutto, sa riservare. Tra le pagine, un inno alla speranza: ieri come oggi, non esiste dolore tale da poterla spegnere.

Giacomo ripercorre la storia della sua vita, segnata dall’infanzia in Italia, dalla fuga negli Stati Uniti a causa di una truffa immobiliare compiuta dal padre, e dalla misteriosa scomparsa della sorella Martina. Se la vita in America lo obbliga a confrontarsi con la solitudine e la perdita, il rientro in Italia diventa la scelta necessaria per ritrovare se stesso e per continuare a cercare la sorella. Costretto ad affrontare il difficile rapporto con il padre, sembra però trovare scampoli di serenità con Jasmine, una giovane di origini indiane dalla cui unione, travagliata per quanto profonda, nasce Stefano. L’ossessione per la sorella mai ritrovata lo spinge fino alla Tunisia dove, proprio assieme al figlio, si ritroverà a fare i conti con qualcosa di inaspettato che gli permetterà – forse – di ricomporre legami perduti e scoprire nuovi orizzonti.

Quello delle stazioni è un piccolo mondo che racchiude dentro di sé esperienze singolari e non ripetibili altrove. Una realtà vivace, piena di sfumature, in cui i viaggiatori in partenza sono i protagonisti di vicende e fatti singolari, immersi nei propri pensieri e assorti dalle preoccupazioni, dalla routine della vita da pendolare o dagli affari. Distratti, appunto. Ma allo stesso tempo coinvolti in un microcosmo dalle infinite potenzialità, da cui l’eccezionale emerge rispetto all’ordinario. Storie di treni e di viaggiatori distratti narra le storie di personalità diversissime tra loro, uomini e donne intenti a non perdere l’ultima corsa, viandanti anonimi solo all’apparenza e personaggi intricati in delitti passionali.

Jean-Luc è un uomo ricco ed egoista, sempre concentrato su sé stesso ed attratto dal denaro. Un giorno, al suo risveglio lo attende un’amara scoperta: sulla schiena gli sono spuntate due grosse ali piumate. Tuttavia, nonostante siano parecchio ingombranti, sembra essere l’unico in grado di vederle. Sconvolto, incompreso e spaventato, assiste al crollo della sua perfetta vita, tassello dopo tassello, al punto da arrivare a pensare di porvi fine. Quando non ha più speranze incontra Tim, un ragazzo orfano di undici anni, il primo a notare e riconoscere la sua vera natura. Insieme i due costruiranno un’amicizia che aiuterà Jean-Luc a rimettersi in sesto e a scoprire gli inganni del suo amico e collega Scott. Tra inaspettate coincidenze e improvvise rivelazioni, la breve storia si conclude con un finale inaspettato, che lascia il lettore con un commovente senso di speranza.

L’odore della carta è quello dei vecchi documenti, delle lettere, delle fotografie che consentono all’autore, insieme ad alcune testimonianze dirette, di ricostruire la storia della sua famiglia. Si muove tra saga familiare, “memoir” e cenni autobiografici quest’opera che racconta alcune delle vicende che hanno caratterizzato la vita di una famiglia borghese tra Narni, Terni, Roma e luoghi del mediterraneo e dell’Africa, attraverso quasi settant’anni, dalla fine dell’Ottocento agli anni cinquanta del Novecento e oltre. L’arrivo a Narni delle famiglie di origine; le vicende dello zio della madre, militare di carriera, dalla Cirenaica alla Grande Guerra, dalle colonie africane fino al secondo conflitto mondiale; la struggente parabola di vita del nonno; la storia sentimentale della madre; gli episodi legati alla Seconda guerra mondiale; la rinascita del primo dopoguerra, sono tutte vicende che raccontano una storia privata densa, ricca e accattivante, sotto la quale scorre inevitabilmente la grande storia pubblica del Novecento.

Correva l’anno 1906, quando nella culla di bambù e foglie di banana, in un giorno assolato di giugno, fu deposta una piccola perla d’ebano già forte e determinata. Veste di Maria poteva essere l’unico nome da dare a quel fagottino, nato a Keren. Niente sembrava poter scalfire la sua felicità. Ma in un bruciante pomeriggio di luglio un uomo entrò in casa sua e ruppe per sempre il suo equilibrio. Tra i canti delle donne del villaggio che riecheggiavano dal cortile e i lunghi silenzi all’interno della piccola dimora che isolavano i pensieri come fosse ovatta, l’uomo ebbe un sussulto, fu catturato all’istante soltanto dallo sguardo vivo e penetrante di quel bambino: Kidanè. Secondogenito di sei figli, aveva solo otto anni quando arrivò in Italia, con in tasca la promessa di poter studiare e assicurarsi un futuro migliore. Tuttavia, era costume per i ricchi affaristi portare nel Bel Paese giovani eritrei alla loro mercede. In un andirivieni tra terra amica e terra natia, tra sogni insperati e radici spezzate, la perla d’ebano divenne adulto e cosciente di essere cittadino del mondo.