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Astrolabio Ubaldini: Civiltà dell'Oriente

La sintesi dello yoga. Volume Vol. 2

La sintesi dello yoga. Volume Vol. 2

Aurobindo (sri)

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2023

pagine: 312

In occasione del 150° anniversario della nascita di Sri Aurobindo vede la luce una nuova traduzione in tre volumi del suo capolavoro, condotta sull’ultima edizione inglese delle opere complete, “Collected Works of Sri Aurobindo” (CWSA). Grazie al lavoro degli archivisti dell’Ashram di Pondicherry, molti refusi sono stati corretti e varie revisioni autografe ritrovate tra i manoscritti sono state vagliate e incorporate, finché si è giunti a un testo critico che può considerarsi definitivo. Questo secondo volume della nuova edizione contiene la seconda e la terza parte dell’opera, rispettivamente intitolate “Lo yoga della conoscenza integrale” e “Lo yoga dell’amore divino”. Per Aurobindo l’unica conoscenza che può definirsi tale è la conoscenza ultima, e tutta la sua trattazione è volta a indicare all’anima individuale la via verso la conoscenza unitiva con Quello, il sé universale. “Come obiettivo primario della nostra conoscenza”, scrive, “dobbiamo riconoscere la realizzazione del sé supremo in noi stessi, più che negli altri o quale Signore della natura o come il tutto; la priorità assoluta dell’individuo, infatti, è arrivare alla verità suprema del proprio essere, mettere ordine in se stesso, chiarire le proprie confusioni, riconoscere le proprie false identificazioni, arrivare alla vera concentrazione e alla vera purezza di quella verità in modo da conoscerne la sorgente e raggiungerla”. Il sé, che coincide con il Signore e con il brahman, è ciò che bisogna conoscere per conseguire l’unità con esso e per vivere immersi in questa unità. Lo yoga della conoscenza integrale si spinge poi oltre: il suo punto di arrivo è trasfondere la luce ricevuta dallo spirito nel regno della materia, del corpo, che diventa un veicolo perfetto per la manifestazione della coscienza, della forza e della gioia del Divino, generando così la condizione più alta dell’esistenza e dell’attività su questa terra. Questa conoscenza autentica stabilisce una connessione diretta con l’amore, poiché “la perfetta conoscenza conduce all’amore perfetto e la conoscenza integrale conduce a una ricchezza infinitamente varia e completa dell’amore”. L’amore è visto come il coronamento di tutto l’essere, l’apice della gioia più completa, la pienezza della beatitudine divina nell’unione.
29,00

Storie di miracoli buddhisti. La recitazione del Sūtra del Loto nel buddhismo coreano

Storie di miracoli buddhisti. La recitazione del Sūtra del Loto nel buddhismo coreano

Maurizio Riotto

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2023

pagine: 336

La prospettiva del miracolo per chi si trova in situazioni di difficoltà estreme e della ricompensa ultraterrena per chi continua a mantenere la fede in ogni frangente è un topos comune a molte religioni e culture. Il “Pophwa yonghomjon” (‘Racconti miracolistici del “Sūtra del Loto’”) è la raccolta di centodiciotto storie, compilata in Corea dall’altrimenti sconosciuto monaco Yowon alla fine del periodo Koryo (918-1392) e incentrata sulla fede nel potere supremo del Buddha, che premia, consola e scaccia gli spiriti malvagi attraverso l’opera dei ministri del suo culto. Il testo, che attinge a fonti cinesi e coreane molto più̀ antiche, viene qui tradotto per la prima volta in Occidente ed è un esempio emblematico della ricchissima, ma ancora poco conosciuta, letteratura agiografica del buddhismo. L’opera, evocativa di immagini e circostanze che potremmo definire ‘dantesche’, era destinata a restituire fede e speranza al popolo di una Corea allora in gravissima crisi politica, ideologica e istituzionale. Ciò̀ che accomuna i vari racconti è la fede nel “Sūtra del Loto” o, più̀ estesamente, “Sūtra del Loto della Buona Dottrina” (Saddharmapundarīka-sūtra), celeberrimo classico del buddhismo mahāyāna composto in varie fasi probabilmente durante l’impero Kushana, tra il I e il II secolo. Verso il 286 fu tradotto per la prima volta in cinese e presto divenne in Estremo Oriente un’autentica scrittura salvifica, capace di elargire ricompense ultraterrene con la sua sola devota recitazione. Intorno a esso fiorì una congerie di racconti didattici ed edificanti ad usum populi, volti a risvegliare la mente e a guidare i perplessi sulla retta via del Dharma. Si tratta di un documento unico e prezioso non solo per la storia del buddhismo coreano, ma per tutti i cultori delle religioni e delle filosofie dell’Estremo Oriente.
27,00

I movimenti magici di corpo, respiro e mente nello yoga tibetano

I movimenti magici di corpo, respiro e mente nello yoga tibetano

Alejandro Chaoul

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2023

pagine: 264

Che in Tibet esista una forma di yoga autoctono può sorprendere persino chi conosca il bön e il buddhismo tibetani, giacché gli insegnamenti giunti dal Tibet in Occidente, anche in tempi piuttosto recenti, si concentrano per lo più sulle pratiche di addestramento mentale, come la concentrazione e la visualizzazione. Dal punto di vista tibetano, quella del movimento magico è una tecnica per potenziare la meditazione rimuovendo gli ostacoli mentali e fisici, ma al lettore occidentale non deve sfuggire che nelle discipline asiatiche la ‘magia’ non ha molto a che fare con incantesimi e sortilegi, riguarda piuttosto gli stati interiori di trasformazione. Il movimento magico crea una trasformazione interiore e ha il potere di modificare l’esperienza del praticante e il suo stato mentale. Questo libro presenta il lignaggio del movimento magico descritto nel trattato bön dzogchen Trasmissione aurale dello Zhang Zhung, e in particolare nella “Quintessenza delle istruzioni orali”, redatta intorno all’XI o XII secolo, che insieme alla Trasmissione esperienziale di Drugyalwa Yungdrung e al Commentario dell’inizio del XX secolo di Shardza Tashi Gyaltsen (la cui traduzione è riportata in Appendice), costituisce la fonte principale degli insegnamenti per gli odierni praticanti bön, laici e monaci. Uno degli elementi che contraddistingue lo yoga tibetano è la funzione del respiro durante i movimenti; corpo e respiro non sono infatti il mero sostegno a una pratica incentrata sulla mente: ne sono l’oggetto principale; il praticante trattiene il respiro mentre muove il corpo, e lo rilascia solo alla fine del movimento, aprendo la possibilità di riconnettersi con il proprio stato mentale naturale. Solo da poco il movimento magico è praticato in Occidente, e Alejandro Chaoul, che lo ha studiato a fondo per oltre trent’anni, guida il lettore alla scoperta dei suoi segreti, illustrandone in dettaglio le pratiche e i benefici. Da ricercatore ha infatti condotto, in collaborazione con l’Istituto MD Anderson del Texas, diversi studi sugli effetti della pratica di questi movimenti in pazienti oncologici, che hanno messo in luce risultati promettenti, come la riduzione dello stress, l’eliminazione dei pensieri invasivi e una migliore qualità del sonno. Introduzione di Tenzin Wangyal Rinpoche.
24,00

Yijing. Una guida

Yijing. Una guida

Joseph A. Adler

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2023

pagine: 216

Considerato da sempre l’espressione più profonda del pensiero tradizionale cinese, e simbolo dell’esplosione della spiritualità orientale in Occidente a metà del secolo scorso, l’Yijing (o I King o I Ching, a seconda del sistema di trascrizione utilizzato) sta vivendo una rinascita anche nella Cina contemporanea. Nato come manuale di divinazione basato su diagrammi a sei linee chiamati ‘esagrammi’, ne viene attribuita l’origine al mitico saggio Fuxi, uno dei primi ‘eroi civilizzatori’, vissuto all’incirca nel terzo millennio a.C., nella cosiddetta ‘alta antichità’ cinese. Ogni esagramma, concepito per rappresentare un modello o un tipo di situazione in base alla sua particolare configurazione di yin e yang, è dotato di un nome e di un breve commento enigmatico, chiamato ‘sentenza’ o ‘delucidazione sull’esagramma’. Le delucidazioni sono tradizionalmente attribuite a re Wen, primo re della dinastia Zhou (1045-256 a.C.), e rappresentano una successiva stratificazione del testo originario. Dal VI al III secolo a.C. circa vennero aggiunti diversi altri strati che furono infine attribuiti a Confucio, alcuni con valenza di veri e propri saggi filosofici che sviluppano la filosofia del mutamento alla base del sistema divinatorio. L’introduzione di Adler a questo grande classico della letteratura cinese offre al lettore la narrazione approfondita delle sue origini, la storia della sua interpretazione dal primo millennio a.C. fino alla contemporaneità, la sua funzione di testo sacro e divinatorio, il significato che assume nella storia del pensiero cinese e le sue trasformazioni moderne.
22,00

Meditazioni buddhiste guidate. Le pratiche essenziali sul sentiero graduale

Meditazioni buddhiste guidate. Le pratiche essenziali sul sentiero graduale

Thubten Chodron

Libro: Libro rilegato

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2023

pagine: 216

Addestrare la mente è un processo graduale: proprio perché in netto contrasto con i ritmi della vita quotidiana, può guidare attraverso un profondo percorso di conoscenza di sé e trasformazione. L’antico sistema del lamrim, termine tibetano che significa appunto ‘sentiero graduale’, propone un metodo progressivo di addestramento mentale attraverso la meditazione, il cui significato e la cui comprensione dipendono dal grado di consapevolezza di chi sceglie di percorrere questa via. Nella prima parte del libro, l’autrice offre una panoramica completa degli stadi progressivi, illustrando nel dettaglio i passi necessari a stabilire una pratica quotidiana: dall’organizzazione di un altare alle due tipologie di meditazione (stabilizzante e analitica), dalla preparazione del corpo e della mente per la meditazione alla pratica della consapevolezza del respiro. La seconda parte del libro presenta le meditazioni del lamrim: quella preparatoria sul Buddha e quelle analitiche sul sistema del lamrim; include inoltre versi aggiuntivi da recitare prima della sessione di meditazione. Nella terza parte vengono presentati materiali supplementari che possono essere di aiuto alla meditazione sul sistema del lamrim: uno schema generale del sentiero graduale verso l’illuminazione, istruzioni per lavorare sulle distrazioni, antidoti alle afflizioni mentali, indicazioni per i principianti e consigli su come approfondire la pratica del Dharma. Tutti i materiali presentati, viene esplicitamente sottolineato, sono adatti ai principianti, ai praticanti di livello intermedio ma anche a chi ha già raggiunto un livello avanzato. Completano il libro due brevi testi di Je Tsongkhapa (1357-1419), tra i primi ad aver dato una forma strutturata al sistema del lamrim, autore dell’imponente opera Lamrim Chenmo (“Il grande trattato sul sentiero graduale verso l’illuminazione”).
20,00

Perchè non sono buddhista

Perchè non sono buddhista

Evan Thompson

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2023

pagine: 204

Grande tradizione religiosa e intellettuale dell’umanità, nel corso della sua storia il buddhismo ha fornito un contributo fondamentale all’idea di società cosmopolita, arricchendo la sfera religiosa, intellettuale e artistica delle società pluralistiche in cui è stato accolto. Certamente questa spinta è ancora oggi attiva, grazie ai praticanti e ai maestri arrivati dall’Asia e alle persone che si sono convertite al buddhismo in Europa e in America, dando vita a nuove comunità, nuovi rituali e nuove opere d’arte. Ciò nonostante, il filone prevalente del buddhismo moderno, noto come ‘modernismo buddhista’, è pieno di idee che gravitano attorno a quello che l’autore definisce ‘eccezionalismo buddhista’, ovvero la credenza secondo cui il buddhismo sarebbe superiore alle altre religioni per via del suo carattere intrinsecamente razionale ed empirico; o ancora, la convinzione secondo cui il buddhismo non sarebbe tanto una religione quanto una ‘scienza della mente’, confermata dalle recenti ricerche neuroscientifiche: una sorta di ‘buddhismo neurale’ in cui l’‘illuminazione’ sarebbe uno stato del cervello, la pratica della mindfulness consisterebbe in un addestramento del cervello, e le scienze cognitive andrebbero a corroborare la visione secondo cui non c’è un sé. L’‘eccezionalismo buddhista’ presenta le teorie buddhiste sulla mente come se fossero descrizioni di valore neutro, quando in realtà si tratta di teorie normative (cioè basate su giudizi di valore etici) e soteriologiche (ovvero riguardanti la salvezza o la liberazione) ma, afferma Thompson, le teorie buddhiste della mente perdono il loro senso se estrapolate dalla cornice normativa e soteriologica propriamente buddhista. Se il buddhismo contemporaneo di stampo occidentale abbracciasse con maggiore convinzione l’idea cosmopolita, che fra l’altro fornisce un punto di vista alternativo da cui valutare la complessa relazione tra religione e scienza, si potrebbero apprezzare meglio l’originalità e le intuizioni che hanno contraddistinto, e continuano a contraddistinguere, questa antica tradizione che non cessa di evolversi.
21,00

Dodici esempi di illusione

Dodici esempi di illusione

Jan Westerhoff

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2023

pagine: 212

Secondo il pensiero buddhista, i fenomeni che percepiamo nel mondo e che costituiscono l’esperienza umana hanno, in ultima analisi, una natura illusoria: sono simili a un trucco di magia, alla luna riflessa nell’acqua, a un sogno, un’eco o un miraggio. La disquisizione sulle illusioni gioca un ruolo fondamentale nella letteratura della “Perfezione della saggezza”, perché quei testi affermano che fra l’esistenza dell’illusione e l’esistenza della sofferenza c’è una stretta correlazione. Nella visione buddhista, l’esistenza della sofferenza non è una caratteristica necessaria del mondo, né la conseguenza di un fatto specifico del passato (come, ad esempio, la caduta di Adamo), ma è dovuta piuttosto a un errore intellettuale che travisa il modo in cui le cose esistono. La sofferenza è prodotta da una visione errata del mondo, talmente inerente al nostro modo abituale di pensare che non siamo più consapevoli della sua natura prospettica. Westerhoff prende le mosse da un’enciclopedia tibetana del XVIII secolo ed esplora in modo approfondito ciascuno dei dodici esempi di illusione da essa elencati: le illusioni magiche, la luna riflessa nell’acqua, le distorsioni visive, i miraggi, i sogni, gli echi, la città dei gandharva, le illusioni ottiche, gli arcobaleni, i fulmini, le bolle d’acqua e il riflesso nello specchio. Il testo, caratterizzato da un linguaggio chiaro e accessibile a un vasto pubblico, si avvale dei contributi di numerose discipline, tra cui la filosofia e le scienze cognitive, la storia della scienza, l’intelligenza artificiale, l’ottica, l’economia e la teoria letteraria, gettando luce sulla complessa relazione fra realtà, apparenza, percezione e inganno. Penetrando a fondo nel significato di ognuna di queste immagini dell’illusione, si comprende meglio come lo scopo del buddhismo sia giungere a un completo cambiamento del modo in cui percepiamo e concettualizziamo i fenomeni. È la via per recidere l’ignoranza e dissipare ogni sofferenza.
22,00

Un sentiero verso la libertà. Istruzioni pratiche sull’unione di Mahāmudrā e Atiyoga

Un sentiero verso la libertà. Istruzioni pratiche sull’unione di Mahāmudrā e Atiyoga

Karma Chagmé

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2022

pagine: 296

Un’opera che raccoglie testi scelti tra gli insegnamenti più alti e profondi del buddhismo tibetano, la Mahāmudrā e l’Atiyoga, composta nel XVII secolo dal monaco Karma Chagmé, commentata da Gyatrul Rinpoche e tradotta da B. Alan Wallace. Perché oggi abbiamo bisogno di leggere questi testi? Che rilevanza hanno nel presente? Una parte della risposta arriva proprio da un commento di Gyatrul Rinpoche, lama tibetano che detiene oggi lo stesso lignaggio di Karma Chagmé: “A differenza del sole e della luna che possono essere studiati con un telescopio, la natura della mente non può essere oggettivata o afferrata concettualmente”. Ma se la mente non si può afferrare concettualmente, come potremo mai comprenderla? I testi qui presentati, che riportano insegnamenti e istruzioni pratiche su come attingere la reale natura della mente, sono rilevanti per chi pratica meditazione, per il ricercatore spirituale e per chi si occupa dello studio della mente a ogni livello, perché forniscono numerosi spunti di comprensione visti da un’angolazione nuova, diversa rispetto alle indagini strettamente logiche e razionali cui la ricerca odierna ci ha abituati. Ci raccontano di un’esperienza che è nondimeno ripetibile e valida nell’esistenza di molti. Che cosa significa che la mente è senza nascita e priva di elaborazione concettuale? Che cosa significa che la mente ha una natura luminosa ed è libera come lo spazio? Queste realtà possono davvero essere sperimentate per conseguire uno stato fuori dall’ordinario, che spalanchi un grado di libertà mai conosciuto, una pace e una gioia indefettibili?
28,00

La sintesi dello yoga. Volume Vol. 1

La sintesi dello yoga. Volume Vol. 1

Aurobindo (sri)

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2022

pagine: 290

In occasione del 150° anniversario della nascita di Sri Aurobindo vede la luce una nuova traduzione in tre volumi del suo capolavoro, condotta sull’ultima edizione inglese delle opere complete, Collected Works of Sri Aurobindo (CWSA). Grazie al lavoro degli archivisti dell’Ashram di Pondicherry, molti refusi sono stati corretti e varie revisioni autografe ritrovate tra i manoscritti sono state vagliate e incorporate, finché si è giunti a un testo critico che può considerarsi definitivo. Nella sua opera, Aurobindo mette in luce la sintesi o l’essenza universale di tutte le scuole e gli insegnamenti yoga, tentandone una grandiosa visione d’insieme. Egli discute a lungo i tre sentieri dello yoga delle opere (karma yoga), della conoscenza (jñāna yoga) e della devozione (bhakti yoga), e commenta più brevemente altri percorsi come l’haṭha yoga, il rāja yoga e gli yoga tantrici. Infine presenta il proprio sistema di yoga, frutto della sintesi: il pūrṇa yoga o ‘yoga integrale’, il cui principio cardine è un abbandono di sé, un abbandono dell’essere umano nell’essere, nella coscienza, nella potenza e nella delizia del Divino. Lo yoga integrale non si limita unicamente all’ingresso nella coscienza divina, ma ricerca la sua discesa sulla terra per trasformare la mente, la vita e il corpo. Il supremo Sé, con la luce della sua presenza e della sua guida, compie così l’opera di perfezionamento dell’essere umano e lo conduce a una vita divina.
24,00

Nāgārjuna. Un'introduzione alla filosofia della Via di mezzo

Nāgārjuna. Un'introduzione alla filosofia della Via di mezzo

Jan Westerhoff

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2022

pagine: 318

Il filosofo indiano Nāgārjuna, vissuto probabilmente nel II secolo d. C. nel Deccan orientale, è stato uno dei più grandi pensatori nella storia della filosofia dell’Asia e il fondatore della scuola Madhyamaka (Via di mezzo). Considerato tra gli iniziatori del buddhismo mahāyāna, ha elaborato filosoficamente il concetto della ‘vacuità’ (śūnyatā) di tutti i fenomeni, essenziale nei testi della Prajnāpāramitā, la più antica letteratura mahāyāna. Nāgārjuna si considera il difensore di una visione ben precisa, definendosi con l’espressione śūnyatāvādin, ‘colui che segue la posizione della vacuità’. Per un esponente del Madhyamaka, il senso principale dell’affermazione di essere un seguace della ‘Via di mezzo’ è per eccellenza la comprensione della vacuità come termine mediano tra eternalismo e nichilismo. Tutte le cose sono prive di un’esistenza propria, sono quindi esistenti secondari, costruzioni concettuali derivanti da cause e condizioni originate in modo dipendente. Non vi è nulla che non sia una mera costruzione concettuale. In linea con la tradizione buddhista, il pensatore indiano rifiuta anche la concezione di un sé individuale definito come una sostanza, un fattore unificante della vita mentale che è immutabile, distinto dal corpo e dagli stati psicologici. Sono inoltre presentati e discussi temi quali la causalità, il movimento, l’epistemologia e il linguaggio. Finora gran parte delle pubblicazioni su Nāgārjuna ha affrontato gli aspetti filologici, storici o religiosi delle sue opere; questo testo si propone invece di analizzare l’aspetto filosofico dei suoi insegnamenti, esaminare le reali e possibili obiezioni alle sue posizioni, valutare quali argomentazioni sono valide e possono essere sostenute, e a quali conclusioni filosofiche si arriva. La solidità delle affermazioni di Nāgārjuna è messa alla prova e le sue riflessioni sono intese come un progetto filosofico unitario, i cui diversi elementi sono connessi in modo non sempre evidente. Nāgārjuna è innanzitutto un pensatore profondo e la sua filosofia costituisce un motivo di interesse universalmente valido. Westerhoff descrive accuratamente il suo pensiero e lo rende accessibile anche a chi abbia poca o nessuna dimestichezza con la filosofia indiana.
32,00

Il regno di Sambhala. Una visione completa per il perfezionamento dell'umanità

Il regno di Sambhala. Una visione completa per il perfezionamento dell'umanità

Khentrul (Rinpoche)

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2022

pagine: 255

Durante un viaggio intorno al mondo, Shar Khentrul Jamphel Lodrö, monaco tibetano di tradizione jonang, tenne alcune conferenze sugli insegnamenti buddhisti del sistema di Kālacakra. Fu qui che prese coscienza di quanto poco fosse conosciuta la reale natura del leggendario regno di Śambhala. Rientrato dal viaggio, decise di scrivere un testo breve e accessibile per chiarire che cosa Śambhala fosse effettivamente, e come sia possibile sperimentare la sua realtà più profonda. Dapprima Khentrul Rinpoche passa in rassegna le leggende e le storie d’Asia e d’Occidente che da secoli hanno gravitato su Śambhala, presentando le variegate interpretazioni nate intorno a questo mitico regno. Comincia poi a illustrare il concetto essenziale di karma, evidenziando come questo meccanismo condizioni pervasivamente la manifestazione della realtà che ognuno di noi sperimenta. Il modo di pensare di un individuo è la causa primaria del modo in cui agisce, e sono proprio alcuni tipi di azione a generare le condizioni della sofferenza e del conflitto, all’interno di se stessi e nei confronti degli altri. L’esperienza di Śambhala, spiega Rinpoche, può sorgere all’interno della mente di ognuno di noi. Gli insegnamenti buddhisti di Kālacakra, connessi a questo regno in modo particolare, sono in grado di dissipare le afflizioni mentali che generano le condizioni della sofferenza, conducendo alla scoperta della natura fondamentale che dimora all’interno di ogni individuo. Si spalanca così la possibilità di un luogo in cui riposa la perfezione dell’armonia e della pace, uno stato duraturo di felicità affrancato da sofferenza e conflitto, strettamente connesso all’ambiente in cui si vive e a tutti gli altri esseri. PrefazioneVen. Tenpa’i Gyaltsen.
24,00

Yoga. La composizione delle tecniche come strumento per ritrovare una pratica viva

Yoga. La composizione delle tecniche come strumento per ritrovare una pratica viva

Francesca Proia

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2022

pagine: 200

Una storia documentata dello yoga, dagli albori a oggi. Il percorso si snoda attraverso una serie di testi fondanti, che diventano lo sfondo ideale per affrontare questioni quasi percettive, per definire la natura unica di una disciplina che è una filosofia che si lascia creare dal corpo. La seconda parte del testo affronta la questione della composizione delle tecniche come strumento per ritrovare una filologia della pratica che sia viva: d’altra parte, esercitarsi a comporre le tecniche “come se fossero lettere dell’alfabeto” era la raccomandazione dei maestri tantrici ai loro allievi. Vengono riportati tre esempi di poetica compositiva di maestre di yoga del Novecento nella cui pratica il tema della composizione è evidente per motivi differenti, e in cui è chiaro il rapporto tra composizione ed efficacia della disciplina: Genevieve Stebbins (1857-1934), assistente di François Delsarte, che ha dato vita a un sistema di ginnastica in cui le tecniche del corpo e del soffio si intrecciano attraverso connessioni concettuali; Cajzoran Ali (1903-?) rimasta quasi sconosciuta, che ha ideato una sequenza trasformativa di quarantotto posture utilizzando come guida le reazioni del suo corpo malato fin dalla nascita, e infine Noëlle Perez Christiaens (1925-2019), allieva di Iyengar, che ha riorientato le tecniche in base al concetto antropologico di aplomb come risorsa terapeutica naturale, da riscoprire e riportare nel proprio corpo attraverso il contatto con le culture tradizionali e arcaiche. La terza parte del testo, infine, pone alcuni spunti concreti per iniziare a comprendere e mettere in pratica una prassi di composizione delle tecniche yogiche coerente con l’efficacia peculiare dello yoga, che vive della possibilità di sentire in sé, ogni volta, il vuoto che precede e segue ogni forma di creazione. Vengono qui, infine, portate al lettore le peculiari esperienze yogiche, preziosissime, di due compositori: Giacinto Scelsi e Edward Salim Micheal.
16,00

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