Artemide: Arte e cataloghi
Verità nascoste sui muri dei maestri. Michelangelo, Raffaello, Perugino, Pintoricchio e gli altri in Vaticano
Maurizio De Luca
Libro: Libro in brossura
editore: Artemide
anno edizione: 2016
pagine: 167
"Raramente come nel libro di De Luca si capisce perché Raffaello è sul serio un sommo pittore, Michelangelo un artista prodigioso e ipercreativo, Perugino e Pintoricchio dei magnifici edificatori di testi pittorici dominati con una sapienza ed una scaltrezza di fronte alle quali non c'è che da cadere ammirati. De Luca è uno dei nostri maggiori specialisti e come tale si pone in questo libro non tanto e non solo come un poderoso e intelligente divulgatore ma come un coerente e amabile narratore che sa tradurre in descrizione e spiegazione innumerevoli aspetti che il normale osservatore dell'opera d'arte neanche nota e che il lettore di questo libro comprende essere non importanti ma determinanti. Chi vuole imparare a leggere il linguaggio raffaellesco potrà trarre da queste pagine più insegnamenti di quelli contenuti in monografie di immane mole e profondissima dottrina. È il libro di De Luca il 'saper vedere' dei nostri tempi. Un umanista, che è nel contempo un formidabile tecnico, ci guida attraverso la propria esperienza di scrutatore e operatore su questi giganti dell'arte. Visti da vicino, dunque, e vedendoli da vicino siamo messi nelle migliori condizioni di capirli, con una conseguente e notevole conclusione: che la conoscenza dell'arte possa essere divulgata purché il divulgatore sappia parlare con le mani e l'intelletto insieme. L'arte figurativa è questo, e la cognizione della tecnica e del restauro non è un orpello. È indispensabile." (Dalla Presentazione di Claudio Strinati)
Scrittura e simboli del potere pontificio in eta moderna. Lapidi e stemmi sui muri di Roma
Alberto Paolucci
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Artemide
anno edizione: 2016
pagine: 244
Il volume è dedicato all'epigrafia esposta sui muri di Roma negli anni della sovranità papale dopo il ritorno dalla sede avignonese. Diffuse ovunque nella città le epigrafi costituiscono una rete di luoghi di memoria dove ha sintesi il rapporto spazio-tempo, un museo all'aperto che documenta le modificazioni intervenute nell'assetto urbano per l'azione incessante dei papi. Al parlato di pietra, che direttamente o indirettamente si riferisce all'esercizio della sovranità dei papi, danno il loro apporto anche membri delle istituzioni e della corte ruotanti attorno al papa: cardinali, esponenti di famiglie della nobiltà, figure delle professioni, che si autorappresentano ricorrendo a pubbliche iscrizioni. Lo studio ricostruisce l'immagine di Roma attraverso il visibile parlare della scrittura incisa, osservata nelle regole formali e modalità di rappresentazione, e nei diversi aspetti di valore che vi si possono leggere, come la continuità del potere e il tributo di memoria ai predecessori, la funzione assegnata al riuso della monumentalità antica e al restauro come restituzione alla cittadinanza, il rapporto con le istituzioni comunali e le figure ecclesiali, la difesa della Chiesa e la ricerca della pace e della giustizia. Il repertorio delle epigrafi e la documentazione relativa sono contenuti nel DVD, allegato al libro, con oltre mille immagini a colori.
Il Gianicolo. Il colle «Aureo» della cultura internazionale
Libro
editore: Artemide
anno edizione: 2016
pagine: 240
Tiepolo a Milano. La decorazione dei Palazzi Archinto, Casati e Clerici
Lorenzo Finocchi Ghersi
Libro: Copertina rigida
editore: Artemide
anno edizione: 2016
pagine: 255
"Questo volume è il risultato principale dell'attività di ricerca svolta dall'unità locale dell'Università IULM di Milano nel corso del triennio 2013-2016, nell'ambito di un progetto di ricerca nazionale coordinato da Giuseppe Pavanello, professore ordinario di Storia dell'arte moderna all'Università di Trieste, al quale va la gratitudine più sincera per aver indicato l'obiettivo cui dirigere la ricerca nel modo migliore, considerata la sua vasta esperienza dell'argomento. Desidero poi esprimere il mio vivo riconoscimento, per la fiducia dimostratami, al professor Giovanni Puglisi e ai dottori Vittorio Rizzoli e Stefano Florio dell'Ufficio ricerca dell'Università IULM per l'aiuto costante ricevuto nella complessa gestione amministrativa dei fondi. Le ricerche sono state facilitate dalla disponibilità a consentire la nuova campagna fotografica dal Direttore dell'ISPI, dottor Paolo Magri e dall'architetto Carlo Catacchio del Comune di Milano, ai quali va la mia riconoscenza per aver compreso la portata dell'impresa, come anche alla dottoressa Paola Villa e a Mauro Ranzani, che di tale campagna è stato l'appassionato fautore. Infine, a Enrico Lucchese va tutto l'apprezzamento per le ampie conoscenze della pittura veneziana del Seicento e Settecento, che ha messo a disposizione con entusiasmo per il migliore esito del lavoro." (Lorenzo Finocchi Ghersi)
L'incanto della fotografia. Le collezioni Silvio Negro e Valerio Cianfarani al Museo di Roma
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2016
pagine: 135
"Amorevolmente incrementata in oltre vent'anni di appassionate ricerche e accresciuta, rispetto al primitivo nucleo ottocentesco, da fotografie legate all'attualità giornalistica, la collezione di Silvio Negro (Chiampo 1897 Roma 1959) è costituita da oltre 6.000 positivi. I soggetti più ricorrenti sono le vedute di Roma della seconda metà dell'Ottocento, eseguite dai più noti fotografi del periodo. Sono presenti numerosi ritratti, sia sciolti che riuniti in album, di personaggi della nobiltà, del clero, della borghesia e della politica, a cavallo dei due secoli. Nel fondo Negro vi è poi una parte di fotografie contemporanee, raccolte nel corso dell'attività professionale del giornalista, composto da circa 1.200 fotografie il bianco e nero, provenienti da diverse agenzie del tempo. Numericamente più contenuta, la collezione appartenuta a Valerio Cianfarani (Roma 1912 - 1977), che fu soprintendente alle antichità degli Abruzzi e del Molise, è composta da circa 200 positivi, tutti di elevata qualità, raffiguranti monumenti, luoghi, personaggi prevalentemente romani, databili dalla metà alla fine del XIX secolo, eseguiti dai più importanti fotografi dell'epoca. Lo studioso compose la sua collezione spinto da interessi archeologici, con grande attenzione per le antiche e preziose immagini dei monumenti dell'antichità nel loro rapporto con gli edifici delle epoche successive, che raccontano di una Roma ormai scomparsa dove l'antico conviveva con il moderno".
Lolita sulla tela. Poetiche dell'invenzione in Balthus e Nabokov
Annadea Salvatore
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2016
pagine: 125
Il Novecento è stato inavvertitamente attraversato, e per certi versi dominato, da due solitari: Vladimir Nabokov che con le parole 'rivelò cose che ogni visione equilibrata e contegnosa ignora', e Balthasar Klossowski de Rola, in arte Balthus, che 'fece piegare l'apparenza e la trascese'. Da una parte lo scrittore russo naturalizzato statunitense, dall'altra il pittore francese di origine polacca; da una parte il gigante Nabokov, dall'altra il solitario Conte De Rola: due personalità dissimili, ma che osservate da particolari angoli prospettici presentano numerosi punti di contatto, ciascuno dei quali rivela a sua volta una moltitudine di affinità. Per citare George Steiner: chi ha davvero assimilato un dipinto di Cézanne non potrà più guardare una mela, o una sedia, come le guardava prima. Ebbene, chi ha davvero assimilato un romanzo di Nabokov o un quadro di Balthus non potrà più accostarsi all'arte come la intendeva prima. Tra l'età anagrafica di Nabokov e quella di Balthus correvano nove anni: il primo era nato il 23 aprile 1899 a San Pietroburgo; il secondo il 29 febbraio 1908 a Parigi. Entrambi si spensero in Svizzera: il primo a Montreux, nel 1977; il secondo a Rossinière nel 2001. Due vite condotte separatamente, ma un legame poetico speciale. La lettura di quel legame è il contenuto di questo libro.
Prospettiva, luce e colore nell'illusionismo architettonico. Quadraturismo e grande decorazione nella pittura di età barocca
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2016
pagine: 379
Un fenomeno quanto mai affascinante, nella fase più intellettualistica del Manierismo cinquecentesco, fu la moltiplicazione dei livelli di realtà per via d'inganno pittorico, inaugurata su grande scala da Michelangelo nella volta della Sistina (1508-12), dove all'intelaiatura architettonica proposta come verosimile si giustappongono "al di qua" gl'ignudi e "al di là" le scene bibliche negli sfondati. Tra gli altri Francesco Salviati, Taddeo e Federico Zuccari, Bernardino Barbatelli detto il Poccetti adattarono alle pitture murale profane in palazzi e palazzetti virtuosismi ottici e prospettici, così da combinare l'impressione di sporgenza delle figure e delle finte statue in primo piano con l'impressione contraria di sprofondamento verso la lontananza delle scene narrative, proposte però talora come "quadri riportati" o addirittura panni dipinti con tanto di galloni frangiati e finti arazzi, sovrapposti a strutture seminascoste e tuttavia visibili. Toccato un vertice altissimo dai Carracci nella Galleria di palazzo Farnese a Roma (1597-1600 circa), la pittura murale con intenti illusionistici si sarebbe sviluppata ulteriormente in varie direzioni. E in questo processo che si sviluppa e si consolida la specificità del "quadraturismo", tipologia pittorica evidentemente collegata dal punto di vista etimologico con il "lavoro di quadro" o la "quadratura", operazioni tanto grafiche quanto plastiche.
Tempo, spazio e architetture. Avezzano cento anni o poco più
Simonetta Ciranna, Patrizia Montuori
Libro: Libro in brossura
editore: Artemide
anno edizione: 2016
pagine: 239
Tempo, spazio e architetture rappresentano le chiavi di lettura di questo studio; parole che, parafrasando il titolo di un'opera chiave della storia dell'architettura moderna (Siegfried Giedion, Space, Time and Architecture: The Growth of a New Tradition, 1941), raggelano l'identità urbana ed edilizia di Avezzano: una città di cento anni o poco più. La storia "vera" di una città nella cui pianificazione urbana ed edilizia, ripercorsa a partire dagli anni quaranta dell'Ottocento e fino e oltre il sisma del 1915, ritornano sia i modelli sistini sia il tecnologismo ottocentesco, a cui Giedion riconduce la continuità della Storia e le basi degli architetti moderni. La distruzione causata dal terremoto fonde in un corto circuito l'interrelazione spazio-tempo, il rapporto spazio-architettura e costruzione-architettura (o ingegneria-architettura). Temi che rinviano alle trasformazioni urbanistiche delle città europee dell'Ottocento, all'entusiasmo per una modernizzazione simbolo e aspirazione di un benessere diffuso, fino alle sperimentazioni tecniche dei nuovi materiali, del cemento armato in particolare. Una trama d'idee e fatti che si confrontano prima con la sostanza viva di un piccolo borgo murato dal tessuto medievale segnato nel corso dei secoli da chiari poli religiosi e civili e, poi, dopo il sisma, con la tabula rasa delle demolizioni e, quindi, di una possibile "libera" reinvenzione.
L'area Flaminia a Roma. Introduzione alla lettura diacronica
Michele Asciutti
Libro: Libro in brossura
editore: Artemide
anno edizione: 2015
pagine: 76
L'Area Flaminia è una parte di Roma ricca di rilevanze storico-architettoniche, che raccontano molteplici vicende insediative considerevoli e articolate, e rappresenta un ambito florido di attività alle quali si riconosce una forte valenza culturale. Situata a nord delle Mura aureliane nel territorio compreso fra la porta del Popolo a sud, i colli Parioli a est e l'ansa del Tevere a nord e a ovest, questa parte di città fin dall'epoca romana ha sempre avuto un carattere insediativo peculiare, posta per così dire nell'abbraccio del fiume e protetta dal ponte Milvio, principale attraversamento settentrionale del Tevere. Insieme agli antichi resti dei mausolei, di vaste aree cimiteriali e di numerose ville suburbane, l' area comprende edifici monumentali di notevole rilievo come villa Giulia, villa Poniatowski, il casino di Pio IV, il tempietto di S. Andrea, la Casina Vagnuzzi, nonché numerose sedi di attività museali e accademiche, che testimoniano la sua specifica vocazione di polo artistico e culturale a scala urbana. Allo stesso tempo sono presenti anche settori irrisolti e poco organici, come alcune aree in stato di abbandono o altre occupate da residue costruzioni industriali, oggi in disuso. La forte prerogativa di carattere culturale ha, però, messo in moto oggi un meccanismo virtuoso che, partendo dalla mancata compiutezza morfologica di questi luoghi, aspira a una loro ricomposizione e al raggiungimento di un'identità architettonica definita.
Il libro dei mestieri di Bologna nell'arte dei Carracci
Giovanna Sapori
Libro: Copertina rigida
editore: Artemide
anno edizione: 2015
pagine: 252
"Già nella prima metà del Seicento erano state stampate alcune serie di incisioni dagli affreschi di Palazzo Farnese, della Galleria e del Camerino, e dalla decorazione della cappella Herrera in San Giacomo degli Spagnoli, cioè i cicli pittorici di Annibale Carracci a Roma. Sono anni importanti per la fortuna del maestro bolognese, per la diffusione della conoscenza della sua pittura da Roma verso l'Europa grazie all'azione di convinti ammiratori, di intendenti che ragionavano anche sulle teorie dell'arte, sul bello ideale. In questo clima ha origine anche la pubblicazione nel 1646 di "Diverse figure al numero di ottanta, Disegnate di penna/ nell'hore di ricreatione/ da/ annibale carracci/ intagliate in rame/ E cavate dagli originali/ da Simone guilino paragino", libro più conosciuto come Arti di Bologna, titolo di una riedizione successiva. Promotore e curatore era Giovanni Antonio Massani, colto monsignore appartenente alla cerchia di G.B. Agucchi, F Angeloni, Cassiano dal Pozzo, Leonardo Agostini e G. P. Bellori. Massani, che era il proprietario dei disegni dei "mestieri di Bologna" ritenuti di mano di Annibale, incaricò il francese Simon Guillain di trarne delle incisioni, preparò un testo di introduzione nel quale al racconto dell'impresa editoriale unì notizie su Annibale Carracci e riflessioni sull'arte firmandosi con l'anagramma del suo nome, Giovanni Atanasio Mosini.
Orgoglio e pregiudizi. L'archeologia cipriota di Luigi Palma di Cesnola alla luce dei documenti e delle corrispondenze con l'Italia
Luca Bombardieri
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2015
pagine: 263
Attraverso una raccolta di documenti e materiali largamente inediti, questo libro rappresenta il primo studio di insieme dedicato al controverso rapporto che ha legato Luigi Palma di Cesnola all'ambiente culturale italiano. Nobile piemontese, eclettico diplomatico ed intellettuale, certamente Luigi Palma di Cesnola fra Ottocento e primo Novecento è una figura internazionale indissolubilmente legata al capitolo "eroico", in cui le scoperte di civiltà sepolte si contano fra le novità popolari e di costume e così si amplificano e deformano nell'eco di campagne sensazionalistiche mirabolanti. L'archeologia dell'epoca è avventura, missione culturale e business (per i pochi che la fanno), esotismo e moda (per i molti che ne fruiscono) e in questa temperie Luigi Palma di Cesnola a Cipro, al modo di uno Schliemann minor lontano da Troia e Micene, porta alla luce in innumerevoli frammenti sparsi quelle che si riveleranno poi le principali culture antiche dell'isola, dalla Preistoria alla Tarda Antichità. Per quanto abbia trascorso la sua vita lontano dal suo Paese, arrivando a ricoprire l'incarico di primo direttore del Metropolitan Museum of Art di New York, l'attenzione che Luigi Palma di Cesnola rivolge all'Italia non rimane unicamente un fil rouge affettivo ma si sviluppa in un vero ed intenso rapporto culturale e politico che coinvolge una fitta rete di "amici lontani".
Tessuti antichi dalla Chiesa di S. Michele in Celle
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2015
pagine: 95
Una collezione tessile ritrovata permette di apprezzare il valore e la bellezza di oggetti e manufatti artistici di grande qualità che va dal '600 all'800; la curatrice Magda Tassinari e il prevosto di Celle don Pietro Pinetto, con la consapevolezza e l¹ammirazione che nasce dalla conoscenza, ci propongono questa scelta. Più che un catalogo di tipo rigorosamente inventariale, questo libro vuole essere la testimonianza di uno sguardo vivo e curioso verso un genere di opere d'arte non sempre apprezzato come si dovrebbe. Propone quindi, benché la più ampia possibile, soltanto una selezione dei tessuti di seta della chiesa di San Michele, quelli più preziosi e significativi, i più appropriati cioè per comporre un tesoro straordinario di capolavori raffinati, colorati e fruscianti.