A tredici anni, Miyamoto Musashi uccise un uomo nel primo dei molti duelli che sostenne nella sua vita. A trent'anni aveva affrontato più di sessanta scontri, senza perderne nemmeno uno. Sarebbe vissuto altri trent'anni senza uccidere nessuno, bensì limitandosi a soffocare qualsiasi azione dell'avversario fino a costringerlo ad ammettere la sua superiorità. Nello stesso periodo cominciò a espandere i propri orizzonti, dedicandosi al Buddhismo Zen e alla pittura a olio di china in cerca della vera Via. Musashi fu una leggenda della sua epoca. La sua arma preferita era una spada di legno, e raramente combatté usandone una vera. Sconfisse i suoi avversari giocando d'astuzia, o ritorcendo contro di essi la loro stessa forza. Raggiunto lo sviluppo massimo delle sue abilità, iniziò a evolversi artisticamente e spiritualmente, diventando uno dei pittori e dei calligrafi più abili del Paese e al contempo intensificando la sua pratica dello Zen. Riuscì a incanalare le sue capacità marziali nella ricerca di qualcosa di più profondo, rimanendo sempre un viaggiatore solitario, rifuggendo il potere, la ricchezza e le comodità che gli sarebbero derivate da un impiego al servizio di un signore feudale, e preferendo la ricerca costante della verità, della perfezione e della vera Via. Giunse infine a comprendere che la perfezione in un'arte, fosse questa di pace o di guerra, permetteva di raggiungere una comprensione spirituale più profonda.
Il samurai solitario. Miyamoto Musashi
| Titolo | Il samurai solitario. Miyamoto Musashi |
| Autori | William Scott Wilson, Musashi Miyamoto |
| Traduttore | Stefano Bertone |
| Argomento | Biografie e storie vere Biografie generali |
| Collana | Sapere d'Oriente, 4 |
| Editore | Edizioni Mediterranee |
| Formato |
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| Pagine | 288 |
| Pubblicazione | 07/2010 |
| ISBN | 9788827221167 |

